Davanzo Anna Psicologa – Psicoterapeuta Il Disturbo da Deficit di Attenzione / Iperattività (DDAI) e i Disturbi del Comportamento Davanzo Anna Psicologa – Psicoterapeuta
Caratteristiche principali del DDAI IMPULSIVITA’ DISATTENZIONE IPERATTIVITA’ QUANDO IL LIVELLO DI IPERATTIVITA’, IMPULSIVITA’ E DISATTENZIONE PROVOCANO DEFICIT AL NORMALE FUNZIONAMENTO SCOLASTICO E SOCIALE
Disattenzione spesso non riesce a prestare attenzione ai particolari o commette errori di distrazione nei compiti scolastici, sul lavoro, o in altre attività spesso ha difficoltà a mantenere l'attenzione sui compiti o sulle attività di gioco spesso non sembra ascoltare quando gli si parla direttamente spesso non segue le istruzioni e non porta a termine i compiti scolastici, le incombenze, o i doveri sul posto di lavoro (non a causa di comportamento oppositivo o di incapacità di capire le istruzioni) spesso ha difficoltà a organizzarsi nei compiti e nelle attività spesso evita, prova avversione, o è riluttante ad impegnarsi in compiti che richiedono sforzo mentale protratto (come compiti a scuola o a casa) spesso perde gli oggetti necessari per i compiti o le attività (per es., giocattoli, compiti di scuola, matite, libri, o strumenti) spesso è facilmente distratto da stimoli estranei spesso è sbadato nelle attività quotidiane
Iperattività spesso muove con irrequietezza mani o piedi o si dimena sulla sedia spesso lascia il proprio posto a sedere in classe o in altre situazioni in cui ci si aspetta che resti seduto spesso scorrazza e salta dovunque in modo eccessivo in situazioni in cui ciò è fuori luogo negli adolescenti o negli adulti, ciò può limitarsi a sentimenti soggettivi di irrequietezza) spesso ha difficoltà a giocare o a dedicarsi ad attività divertimenti in modo tranquillo è spesso "sotto pressione" o agisce come se fosse "motorizzato" spesso parla troppo
Impulsività spesso “spara” le risposte prima che le domande siano state completate spesso ha difficoltà ad attendere il proprio turno spesso interrompe gli altri o è invadente nei loro confronti (per es., si intromette nelle conversazioni nei giochi)
Criteri B-E del DSM-IV I sintomi devono essere presenti prima dei 7 anni di età Deve essere presente una certa menomazione in almeno due contesti sociali (casa, scuola, lavoro...) Deve essere presente una compromissione significativa del livello di funzionamento sociale e/o lavorativo I sintomi non spiegabili da altri disturbi di tipo psicotico o emotivo
Relazione tra uso della strategia e prestazione Conoscenza di sè Senso di valore personale Obiettivi di apprendimento Conoscenza specifica della strategia Ripetizione Organizzazione Elaborazione verbale Abilità di riassumere.... Processi di controllo Abilità Compito Uso delle strategie Prestazione Feedback Attribuzione e motivazione
L’autoregolazione include Comportamenti di compiacenza Capacità di posticipare una gratificazione Controllo degli impulsi e degli affetti Controllo dell’attività motoria e verbale Esecuzione di comportamenti secondo norme socialmente approvate, senza bisogno di un supervisore esterno
Sviluppo dell’autoregolazione Interiorizzazione dei comandi degli adulti Il bambino è controllato dai comandi verbali degli adulti che svolgono un’azione inibitoria ed eccitatoria I segnali verbali vengono interiorizzati dal bambino e associati ad autocomandi Verso i 5-6 anni le istruzioni vengono interiorizzate e differenziate in maniera opportuna
Confronto tra DSM-IV e ICD-10 Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività Comportamento dirompente Disattenzione O Iperattività Prevalenza: 3% - 5% Sintomi prima dei 7 anni Se associato ad aggressività: Co-diagnosi di DOP o DC Disturbo dell’Attività e del Movimento Sindromi Ipercinetiche Disattenzione E Iperattività Prevalenza 1% - 2% Primi sintomi verso i 3 anni Se associato ad aggressività: Sindrome Ipercinetica della Condotta
La situazione italiana La diagnosi di DDAI, Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività, non pare essere molto frequente nei Servizi per l’Età Evolutiva e/o di Neuropsichitria Infantile nella realtà italiana (Levi & Penge, 1996) PERCHE’?
I clinici dello sviluppo sembrano orientati a valutare queste difficoltà di disattenzione e/o di iperattività come problemi reattivi a situazioni scolastiche (es. insegnanti troppo severi e/o rigidi nelle richieste) o familiari (es. genitori poco in grado di procrastinare la soddisfazione di un bisogno, con basso grado di tolleranza di comportamenti non adeguati alle circostanze, ecc.), e pertanto suscettibili di cambiamento con la crescita del bambino.
Ma si tratta veramente di un problema marginale, risolvibile con l’età? In questi ultimi anni la letteratura ha riportato dati che sottolineano la necessità di non trascurare queste difficoltà (anche per il rischio che in adolescenza si possano strutturare altri problemi quali: disturbi della condotta, dipendenza da sostanze), e di attivare per tempo forze sufficienti a modificare le problematiche evidenziate dalla scuola e dalla famiglia.
- Il precoce esordio dei sintomi - la relativa persistenza del disturbo - l’associazione con altre problematiche di carattere evolutivo - i consistenti miglioramenti in seguito a trattamenti farmacologici sono argomentazioni convincenti a favore dell’ipotesi che il DDAI sia un problema soprattutto di natura neurobiologica
1- IL RICONOSCIMENTO DELL’EREDITARIETA’ DEL DISTRUBO CAUSE CHE HANNO RISVEGLIATO NEI CLINICI UN INTERESSE VERSO QUESTO DISTURBO 1- IL RICONOSCIMENTO DELL’EREDITARIETA’ DEL DISTRUBO 2- L’INDIVIDUAZIONE DI SPECIFICHE AREE CEREBRALI COINVOLTE NELLA GENESI DEL DDAI 3- L’ELEVATO RISCHIO DI DISTRUBI PSICOLOGICI IN SOGGETTI ADULTI CON PREGRESSA DIANGOSI DI DDAI
BISOGNA ANCHE TENERE PRESENTE CHE: IL DDAI E’ UNA CONDIZIONE PSICOLOGICA NON ACCETTATA DA TUTTI I BAMBINI CON QUESTA DIAGNOSI HANNO PROFILI COGNITIVI MOLTO ETEROGENEI NON SI DISPONE DI UN PROTOCOLLO DIAGNOSTICO PRECISO SI VERIFICA UNA RIDUZIONE DEI COMPORTAMENTI DDAI IN SEDE DI VISITA E’ FREQUENTE LA PRESENZA NEL BAMBINO DI TRATTI DEPRESSIVI E DI SVALORIZZAZIONE I COMPORTAMENTI PROBLEMATICI DEL BAMBINO DDAI SONO PRESENTI ANCHE IN ALTRI DISTURBI
DDAI e Deficit di Attenzione L’attenzione non è carente, è malutilizzata Le maggiori difficoltà sono: nell’orientamento volontario dell’attenzione nel mantenimento prolungato (dipende da: tipo e ritmo degli stimoli, gratificazioni) nello spostamento dell’attenzione (errori di perseverazione)
DDAI E IPERATTIVITA’ Livello base diverso da persona a persona Aumenta con il livello di noia Dipende da una regolazione psicofisiologica Può essere una risposta dell’organismo ad un basso livello di vigilanza Provoca intolleranza nelle altre persone
DDAI E IMPULSIVITA’ Dipende anche da un’analisi superficiale delle informazioni? Può essere un’avversione ad aspettare? È solo un problema di controllo dell’output (in cui la disinibizione è più forte dell’inibizione)? Manca la pianificazione e la valutazione delle conseguenze dei propri comportamenti?
SINTOMI SECONDARI Purtroppo i soggetti con DDAI, o con altri problemi di comportamento, manifestano anche altri sintomi che vengono definiti secondari in quanto si presume derivino dall’interazione tra le caratteristiche specifiche del disturbo con l’ambiente sociale e con quello scolastico in cui si trovano inseriti tali bambini.
DEFICIT COGNITIVI DI ELABORAZIONE DELL’INFORMAZIONE SCARSA MOTIVAZIONE COMORBIDITA’ CON DISTRUBO DI APPRENDIMENTO DIFFICOLTA’ NELLE RELAZIONI SOCIALI SVILUPPO DI TRATTI OPPOSITIVI E PROVOCATORI
Qual è la causa del DDAI? COMPONENTE INNATA (70%) studi di genetica genitori con DDAI circuiti cerebrali (aree anteriori del cervello, dopamina, noradrenalina) efficacia del Metilfenidato COMPONENTE APPRESA (30%) regole domestiche ambiente caotico atteggiamento frettoloso e impulsivo insegnamento del saper aspettare esperienze negative per aver atteso gratificazione della frettolosità
IL BAMBINO NON RIESCE A REGOLARE: LA SUA CAPACITA’ DI CONCENTRAZIONE E DI ATTENZIONE SOSTENUTA IL PERCORSO DI PIANIFICAZIONE E SOLUZIONE DEI PROBLEMI IL LIVELLO DI AUTOSTIMA IL COMPORTAMENTO CON GLI ALTRI IL BAMBINO NON RIESCE A REGOLARE: IL COMPORTAMENTO MOTORIO IL LIVELLO DI MOTIVAZIONE, LA FIDUCIA NELL’IMPEGNO E NELLO SFORZO LA TENDENZA A DARE UNA RISPOSTA PRECIPITOSA E IMPULSIVA LA CAPACITA’ DI RISPONDERE IN MODO POSITIVO A CERTE EMOZIONI
Evoluzione del DDAI I primi sintomi di iperattività si manifestano a tre anni Le difficoltà aumentano con l’ingresso a scuola per l’aumento delle richieste cognitive e comportamentali Verso i 10 anni l’iperattività tende a diminuire Alle scuole medie alcuni riescono a compensare le loro difficoltà, ma persiste il deficit attentivo In età adolescenziale e adulta rimangono difficoltà sociali, professionali dovute all’impulsività e alle scarse abilità organizzative
...e il futuro? IL DDAI NON “PASSA” CON LA CRESCITA MA CI SONO ALCUNI INDICI CHE AIUTANO A PREDIRE GLI ESITI FUTURI familiarità comorbidità ambiente familiare e scolastico (ordinato e prevedibile) atteggiamento di insegnanti e genitori abilità cognitive di base interventi psico-educativi
Lo studente DDAI A parole Stimano adeguato impegno Risultati migliori di quelli dei compagni Conoscenza adeguata delle strategie di studio (rilettura, appunti, schemi, guardare note e figure, ripetere con parole proprie...) Nei fatti Meno tempo dedicato allo studio Strategie: lettura ripetuta e rapida, sottolineatura (alla prima lettura), ripetizione meccanica di parti sottolineate (o ricordate casualmente)
ESPERIENZE DI INSUCCESSO Modello di V. Douglas (1983) Caratteristiche di base: Effetto della ricompensa Investimento di attenzione / impegno Disinibizione Non modulazione delle risposte Deficit secondari: Mancato sviluppo di schemi complessi (conoscenze, abilità, strategie) Motivazione intrinseca Controllo metacognitivo ESPERIENZE DI INSUCCESSO
Il trattamento multimodale Terapia farmacologica Parent Training Training autoregolativo per il bambino Training metacognitivo / comportamentale a scuola
PERCORSO A PERCORSO B PERCORSO C Bambini di età compresa tra 4/6 anni Bambini di età compresa tra 6/8 anni Bambini di età maggiore di 8 anni CONSULENZA ALLA SCUOLA C.I. PARENT TRAINING P.T. P.T. C.I. P.T. CONTROLLO BAMBINO SU: A) Sintomi DDAI b) Stato degli apprendimenti Training Autoregolativo
DDAI e Disturbi di Apprendimento DAS DDAI: Scarsi risultati a scuola inducono scarsa motivazione, quindi disattenzione e iperattività DDAI DAS: I sintomi del DDAI causano basse prestazioni scolastiche DDAI DAS: Esiste una comorbidità a causa di un generalizzato deficit neuropsicologico
Disturbo Oppositivo Provocatorio Spesso litiga con gli adulti È spesso dispettoso e vendicativo Incolpa gli altri per i suoi errori o per il suo cattivo comportamento Sfida attivamente o si rifiuta di rispettare le richieste o regole degli adulti È spesso arrabbiato e rancoroso È spesso suscettibile o facilmente irritato dagli altri Spesso va in collera Irrita deliberatamente le persone
Disturbo della Condotta Dà inizio a colluttazioni fisiche È stato fisicamente crudele con le persone Ha rubato articoli di valore senza affrontare la vittima Ha deliberatamente distrutto proprietà altrui Ha forzato qualcuno ad attività sessuali Ha deliberatamente appiccato il fuoco con l'intenzione di causare seri danni Ha usato un'arma che può causare seri danni fisici ad altri .......................
Famiglie di ragazzi con comportamenti antisociali Scarso controllo del comportamento del figlio Ricorso sistematico alle punizioni fisiche Incoerenza nell’applicazione di regole Scarse abilità di comunicazione Rare manifestazioni di affetto Problemi o psicopatologie nei genitori
Disturbo d’Ansia Generalizzato Irrequietezza Difficoltà di concentrazione o vuoti di memoria Irritabilità Tensione muscolare Alterazione del sonno
Tipico DDAI? Ha difficoltà nel prendere decisioni X XXX "Spara" le risposte prima che le domande siano state terminate Ha difficoltà ad attendere il proprio turno Fa il prepotente, minaccia, intimorisce gli altri XX Ha difficoltà a sviluppare relazioni con i coetanei Manifesta una grande stima di sè, enfatizzando le sue capacità Evidenzia un bisogno continuo di parlare (eloquio eccessivo) Interrompe gli altri mentre sono impegnati in attività o in conversazioni
Tipico DDAI? Non porta a termine i compiti scolastici XX Sembra non ascoltare quando gli si parla direttamente E' sbadato nelle attività quotidiane XXX Ha difficoltà a giocare o a dedicarsi a divertimenti in modo tranquillo X E' vendicativo e porta rancore E' disturbato dagli stimoli esterni Si nota mancanza di ricerca spontanea della condivisione di gioie e interessi Non riesce a prestare attenzione ai particolari
Tipico DDAI? Litiga apertamente con gli adulti XX Muove con irrequietezza mani e piedi e si dimena sulla sedia XXX X Sembra pensare sempre ad altro E' facilmente distratto dagli stimoli estranei Ha difficoltà a mantenere l'attenzione sui compiti fino alla fine E' in difficoltà nel riconoscere o nell'identificarsi con i sentimenti altrui Richiede continua ammirazione per ciò che fa Lascia spesso le cose in disordine
Tipico DDAI? Accusa gli altri per i propri errori X XX Non è in grado di utilizzare alcuni comportamenti non verbali dell'interazione XXX Raggira gli altri per ottenere favori Si dimostra irrequieto di fronte a situazioni o compiti nuovi Perde e/o dimentica gli oggetti necessari per i compiti o le attività E' riluttante ad impegnarsi in compiti che richiedono sforzo protratto Crede di essere speciale ed unico Oscilla tra vissuti di inadeguatezza ad altri di eccessiva stima delle proprie capacità
Tipico DDAI? Ha una persistente riluttanza o rifiuto ad andare a scuola XX E' spesso irritabile e affaticabile Ha difficoltà ad organizzarsi nei compiti o nelle attività quotidiane XXX E' intollerante di fronte ai "no" e alle frustrazioni Si alza dal proprio posto, quando non è appropriato, sia a casa che a scuola X Passa da un gioco all'altro senza soffermarsi su nessuno Chiede insistentemente le cose anche se gli vengono negate
Tipico DDAI? E' sensibile alle gratificazioni sia verbali che materiali XXX X Ha un rendimento scolastico da sempre insufficiente XX Sfida e irrita deliberatamente le persone
Esiste un solo tipo di attenzione? Cos’è l’attenzione? Esiste un solo tipo di attenzione? Attenzione selettiva: selezionare stimoli importanti, ignorare informazioni irrilevanti Attenzione focalizzata: concentrarsi su un compito Attenzione mantenuta: mantenersi vigili per un periodo prolungato di tempo Attenzione divisa: seguire contemporaneamente due attività Shift di attenzione: modificare rapidamente il proprio set cognitivo per un nuovo compito
Alcune idee per catturare l’attenzione Porre una domanda interessante mostrando una figura o raccontando una breve storia Essere un po’ attori aggiungendo humor Usare una dose di mistero alle spiegazioni usando oggetti dove viene “nascosto” il concetto Variare il tono (grida - sussurra) Dare chiari segnali “ora aprite bene le orecchie” Usare gessi colorati Creare aspettativa verso la lezione Usare molto spesso il contatto oculare
Altre idee per catturare l’attenzione Usare molti supporti visivi: parole chiave colorate, schemi, oggetti, gesti Illustrare, illustrare, illustrare….anche se le proprie abilità grafiche non sono eccellenti Aggiungere note scritte alla spiegazione orale Pianificare attività preparatorie alla lettura per la comprensione del testo: analizzare le figure, dare veloce scorsa ai titoli e paragrafi, indovinare gli argomenti del brano, recuperare proprie conoscenze, discutere il contenuto del testo, monitorare la comprensione
Alcuni suggerimenti per focalizzare l’attenzione Essere sempre visibili a tutti Assicurarsi che la voce sia sentita da tutti Controllare le fonti di rumore Far sedere gli alunni disattenti in posti visibili e raggiungibili Dare istruzioni brevi e semplici Far ripetere le istruzioni Usare frequenti esemplificazioni e dimostrazioni pratiche
Altre idee per mantenere l’attenzione Muoversi in classe per essere visibili Evitare tempi vuoti Definire con chiarezza i tempi di lavoro Utilizzare domande aperte che lascino spazio a risposte diverse Ridurre il tempo della spiegazione orale e aumentare quello per le discussioni e dimostrazioni pratiche Fare piccoli gruppi di lavoro Usare il nome degli alunni disattenti per richiamarli Creare situazioni di gioco per le spiegazioni
Il trattamento multimodale Terapia farmacologica Parent Training Training autoregolativo per il bambino Training metacognitivo / comportamentale a scuola
ALCUNI PENSIERI DEGLI ADULTI... Questo bambino compie azioni negative intenzionalmente… si comporta così solo per attirare l’attenzione… è tutta colpa mia se lui si comporta male… quando sarà grande passerà sicuramente tanti guai… non serve che io gli insegni come deve comportarsi… ho già provato di tutto...
ALCUNI COMPORTAMENTI DEGLI ADULTI... Do comandi vaghi: fa il bravo, piantala… do comandi in forma interrogativa: ti dispiace mettere via i tuoi giochi? do troppi comandi contemporaneamente ripeto gli stessi comandi e non faccio seguire delle conseguenze minaccio ripetutamente senza applicare alcuna conseguenza non presto particolare attenzione ai comportamenti positivi
ALCUNI COMPORTAMENTI POSITIVI I comandi devono essere brevi, semplici e specifici è necessario prestare molta attenzione ai comportamenti positivi la gratificazione va data in modo ampio e subito dopo l’azione del bambino bisogna ignorare i comportamenti lievemente negativi non bisogna perdere il controllo del ragazzo è necessario essere da modello e supporto per risolvere i problemi bisogna essere coerenti nelle gratificazioni e nei contratti comportamentali è importante stabilire e far rispettare delle regole di comportamento: poche, comprensibili e accettate
Punti di forza e di debolezza è bravo nello sport è pronto nei giochi di velocità è intuitivo è socievole è affettuoso si preoccupa per i familiari partecipa alle attività di gruppo è generoso ha inventiva Debolezza è distratto interrompe gli altri è disubbidiente non sta “mai” fermo è frettoloso è disorganizzato disturba i compagni non rispetta le regole non svolge i compiti è incostante
Training autoregolativo per il bambino Tecniche di problem-solving (le 5 fasi) Autoistruzioni (dialogo interiorizzato) Auto-attribuzione Autovalutazione Educazione emotiva Abilità interpersonali Controllo di rabbia e frustrazione
Il bambino visto dalla scuola: una caso prototipico
L’intervento a scuola per il DDAI Predisporre un ambiente facilitante Gestione delle lezioni Gestione del comportamento Approccio metacognitivo La gestione dello stress dell’insegnante
Predisporre un ambiente facilitante Obiettivo: creare un ambiente prevedibile Le regole L’organizzazione della classe L’organizzazione dei tempi di lavoro L’organizzazione del materiale
Esempi di routine nella classe ingresso in classe disposizione in fila inizio lezione presentazione delle attività e i relativi tempi di lavoro pause concordate attività ricreative stabilite a priori dettatura dei compiti ad orario stabilito routine di saluto
Il cartellone delle regole Non si deve parlare senza aver alzato la mano per chiedere la parola Non si corre nei corridoi durante la ricreazione Per uscire bisogna essere in fila per due, ed essere tutti pronti Bisogna aver cura delle piante della classe ...... Quando vuoi parlare ricordati di alzare la mano Cammina lentamente Preparati in fila al suono della campana || Usciamo tutti in fila per due Ricordati di bagnare le piante .......
Le regole devono essere proposizioni e non divieti devono essere brevi, semplici e chiare devono descrivere le azioni in modo operativo devono utilizzare simboli pittorici colorati devono essere poche
Disposizione della classe Vedete il bambino? E’ facilmente raggiungibile? E’ favorito lo scambio di sguardo insegnante-bambino? Ha compagni a lui vicini? Se sì, sono compagni tranquilli o piuttosto vivaci? Se un bambino si alza per qualche motivo, quanti bambini possono essere disturbati o coinvolti? E’ corretta la posizione delle fonti di luce? Quanti bambini guardano direttamente fuori dalle finestre? Ogni bambino, quanti bambini osserva dal suo posto?
Facile Alla mia portata Difficile
------------------- Poco tempo Tempo Medio Molto tempo
La gestione delle lezioni Ritmo e tipologia Tutoring I compiti per casa Apprendimento cooperativo
Durante il tempo scolastico, anche le caratteristiche della lezione possono favorire, o sfavorire, il manifestarsi di una adeguata abilità di modulazione dell’attenzione. Come realizzare quindi una lezione efficace per tutti i bambini? Seguire l’ordine degli argomenti dato all’inizio della mattina Usare tempi di lavoro corretti, non troppo lunghi Presentare l’argomento in modo stimolante, con figure, audiovisivi, stimoli colorati, ponendo ai bambini degli interrogativi Ricordare che le domande rendono i bambini attivi, quindi più motivati, e che se fatte utilizzando i loro nomi catturano di certo la loro attenzione Strutturare il più possibile i compiti, rendendo esplicite le procedure utili per il loro svolgimento Usare un tono di voce variato, vivace Alternare compiti attivi, che richiedono al bambino di agire, e compiti passivi quali ad esempio l’ascolto di una spiegazione Favorire la partecipazione attiva, ma secondo le regole di comportamento condivise (es. alzare la mano, rispettare il proprio turno, non interrompere un compagno che parla,..)
Una lezione efficace per tutti i bambini Ordine degli argomenti Tempi di lavoro Argomento stimolante (figure, audiovisivi e tanti colori) Uso di domande Utilizzo dei nomi degli alunni Esplicitare le procedure Usare un tono di voce variato, vivace Alternare compiti attivi e passivi Favorire la partecipazione attiva (secondo le regole di comportamento)
E per il bambino con DDAI E per il bambino con DDAI? Accorciare i tempi di lavoro, quando possibile spezzettando con brevi pause un lavoro lungo Ricorrere spesso al canale visivo, a stimoli colorati, a “segnali” concordati con il bambino, sia verbali che gestuali o visivi (che possono indicare al bambino che il suo comportamento non è corretto, o al contrario che è quello che ci si aspetta da lui; che richiamino la sua attenzione o gli indichino il tipo di procedura da applicare, ecc…)
La gestione del comportamento Il monitoraggio L’osservazione e l’analisi funzionale del comportamento L’uso di gratificazioni e punizioni Il time-out
Osservazione e analisi funzionale del comportamento Fase 1: Osservazione non strutturata per la creazione di un inventario di comportamenti negativi che l’insegnante si proporrà di modificare Fase 2: Selezione ed identificazione dei comportamenti oggetto dell’osservazione (Si allontana dal posto, parla ad alta voce, non porta a termine il lavoro, si oppone a richieste verbali, aggredisce oggetti e compagni) Fase 3: Costruzione di due griglie per l’osservazione strutturata che analizzino i comportamenti al fine di identificare: Antecedenti e conseguenze per ogni comportamento emesso Frequenza e distribuzione di emissione dei comportamenti della giornata
Fase 4: Riflessione sui dati raccolti al fine di ottenere indicazioni su: Probabili fattori scatenanti Probabili fattori di rinforzo Fase 5: Sviluppo dell’intervento allo scopo di: Anticipare il verificarsi di comportamenti problematici Ridurre o eliminare le risposte dell’ambiente che rinforzano l’emissione dei comportamenti problematici Fase 6: Verifica dei risultati ottenuti mediante le stesse griglie di osservazione
Pre-osservazione dei comportamenti negativi Lunedì .......................... Martedì .......................... Mercoledì .......................... Giovedì .......................... Venerdì .......................... Sabato ..........................
Griglie di osservazione Comp. Problema Antecedente Risposta ambientale Conseguenze Giorno 1 Giorno 2 Giorno 3 Giorno 4 1^ ora 2^ ora 3^ ora
Per gratificare correttamente l’alunno Individuare azioni positive da gratificare più che azioni negative da punire Definire operativamente l’azione oggetto di gratificazione sistematica Non usare forme di falsa gratificazione Gratificare in modo coerente, sempre la stessa azione e ogni volta che si manifesta Gratificare il bambino immediatamente Utilizzare eventi o oggetti o comportamenti che siano effettivamente delle gratificazioni per il bambino Non gratificare involontariamente comportamenti inadeguati Utilizzare per un tempo corretto lo stesso premio, potendo contare su una serie di gratificazione diverse già individuate
E’ possibile: Gratificare azioni corrette già presenti nel patrimonio comportamentale del bambino ma messe in atto poco frequentemente Far apprendere nuove sequenze comportamentali all’alunno scomponendolo in sotto-compiti e obiettivi parziali da gratificare progressivamente Uitilizzare la gratificazione di azioni positive come tecnica di rafforzamento nell’attenuazione di comportamenti negativi
Ignorare i comportamenti inadeguati può essere utile quando il bambino protesta per ogni divieto in modo sproporzionato è dispettoso con i coetanei piagnucola o si lamenta continua in piccole azioni di disturbo (es. picchiettare la penna sul banco) cerca di attirare l’attenzione dell’adulto, ad es. dicendo parolacce
Il costo della risposta deve essere: - Proporzionale all’azione inadeguata - Corredato da informazioni chiare circa il comportamento del bambino - Controllabile nella sua applicazione - Comunicato in anticipo al bambino o concordato con lui - Inevitabile e non flessibile nella sua applicazione.
La punizione, se necessaria, deve essere: - Priva di aggressività - Psicologicamente neutra, e non tale da essere un attacco alla persona - Immediata, per vincolarsi strettamente all’azione ritenuta inadeguata - Proporzionale alla gravità dell’azione compiuta dal bambino e non al grado di fastidio procurato da essa all’adulto - Facilmente applicabile e inevitabile per il bambino - Legata al comportamento inadeguato e con esso incompatibile
L’approccio metacognitivo Problem-solving Gestione delle emozioni Autostima Attribuzioni
Pensieri irrazionali... Doverizzazioni Intolleranza Valutazioni globali su se stessi e gli altri Pensieri catastrofizzanti Indispensabilità, bisogni assoluti
ANALISI DEL PROBLEMA Qual è il problema: su quale comportamento intendo lavorare? COME si accentua --------------------------diminuisce il comportamento problematico? QUANDO si accentua ----------------------diminuisce il comportamento problematico? DOVE si accentua ---------------------------diminuisce il comportamento problematico? CON CHI si accentua -----------------------diminuisce il comportamento problematico?
ANALISI DEL PROBLEMA Cosa succede DOPO che il comportamento problematico è stato messo in atto dal bambino? Cosa fanno gli altri? Cosa fa lui? Cosa potrei fare se paradossalmente volessi peggiorare il comportamento-problema? Descrizione delle tentate soluzioni Descrizione delle strategie efficaci Ipotesi sul valore funzionale Attenzione/Ricompensa tangibile Evitamento o fuga Stimolazione
PROBLEMI PIU FREQUENTI PROBLEMI DI COMPORTAMENTO NELLA SCUOLA E MODELLI D’INTERVENTO La Terapia Breve Strategica Disturbo da deficit di attenzione con iperattività Disturbo oppositivo - provocatorio Mutismo elettivo Disturbo di evitamento Conflitto, ostilità e litigi tra due o più allievi PROBLEMI PIU FREQUENTI
DISTURBO DA DEFICIT DELL'ATTENZIONE CON IPERATTIVITA' SCHEDA RIASSUNTIVA DELLE TENTATE SOLUZIONI a) RICHIESTA DIRETTA DI CESSAZIONE DEI COMPORTAMENTI DISTURBANTI CON: spiegazioni a scopo persuasorio; richiami, rimproveri, punizioni varie; aumento delle attenzioni in generale, con interventi di coinvolgimento in attività e giochi; ignoramento (non sistematico). b) CREAZIONE DEL CASO: colloqui frequenti con genitori e tecnici (psicologi, psichiatri, pedagogisti, ecc.).
DISTURBO DA DEFICIT DELL'ATTENZIONE CON IPERATTIVITA' SCHEMA RIASSUNTIVO DEL PROTOCOLLO D’INTERVENTO a) DEFINIZIONE DEL PROBLEMA livelli, inappropriati per l’età, di distraibilità, impulsività e iperattività b) SOLUZIONI TENTATE richieste dirette di cessazione dei comportamenti disturbanti creazione del caso c) STRATEGIE E TECNICHE ristrutturazione con connotazione positiva prescrizione comportamentale posizione complementare tecnica del “come se” d) RIDEFINIZIONI DEL PROBLEMA nel caso di pochi risultati si continua ad applicare le strategie e le tecniche si continua con l’applicazione del “come se” rinforzo dei comportamenti adeguati metafora
DISTURBO OPPOSITIVO - PROVOCATORIO SCHEDA RIASSUNTIVA DELLE TENTATE SOLUZIONI a) RICHIESTE E SPINTE AD ADEGUARSI ALLE REGOLE ED ALL’AUTORITA’ : richieste motivate con spiegazioni razionali; richiami e rimproveri con accuse sulla natura trasgressiva; dichiarazioni di proibizioni che non vengono messe in atto in modo sistematico; punizioni varie. b) LAMENTELE E RICHIESTA DI AIUTO AGLI ALTRI
SCHEMA RIASSUNTIVO DEL PROTOCOLLO D’INTERVENTO DISTURBO OPPOSITIVO - PROVOCATORIO SCHEMA RIASSUNTIVO DEL PROTOCOLLO D’INTERVENTO a) DEFINIZIONE DEL PROBLEMA comportamento ostile e provocatorio b) SOLUZIONI TENTATE richieste e spinte ad adeguarsi lamentele (da parte dell’insegnante) e richieste di aiuto ad altre persone (tecnici, famiglia, ecc) c) STRATEGIE E TECNICHE dichiarazione d’impotenza con posizione complementare tecnica della monetina o del bacio sul naso piccoli sabotaggi d) RIDEFINIZIONI DEL PROBLEMA posizione dei Dorzè richiesta di aiuto
SCHEMA RIASSUNTIVO DEL PROTOCOLLO D’INTERVENTO MUTISMO ELETTIVO SCHEMA RIASSUNTIVO DEL PROTOCOLLO D’INTERVENTO a) DEFINIZIONE DEL PROBLEMA rifiuto persistente di parlare in una o più delle principali situazioni sociali, più comunemente nella scuola b) SOLUZIONI TENTATE richieste dirette a parlare richieste di spiegazioni sul perché del silenzio aumento delle attenzioni creazione del “caso” c) STRATEGIE E TECNICHE piccole frustrazioni attraverso errori sistematici tecnica del “come se” d) RIDEFINIZIONI DEL PROBLEMA rinforzi dei comportamenti adeguati tecnica del gioco “vero o falso”
DISTURBO DI EVITAMENTO SCHEDA RIASSUNTIVA DELLE TENTATE SOLUZIONI a) SPINTE ALLA PARTECIPAZIONE CON: spinte alla partecipazione di attività; richieste di spiegazioni delle cause dell’isolamento; organizzazione di attività che possono interessarlo; tentativi vari di coinvolgimento (investitura di incarichi e ruoli particolari, assistente, conduttore, ecc.); aumento in generale delle attenzioni. b) CREAZIONE DEL CASO CON: colloqui con i genitori, pedagogisti, psicologi, ecc.
SCHEMA RIASSUNTIVO DEL PROTOCOLLO D’INTERVENTO DISTURBO DI EVITAMENTO SCHEMA RIASSUNTIVO DEL PROTOCOLLO D’INTERVENTO a) DEFINIZIONE DEL PROBLEMA eccessivo ritiro dal contatto con le persone non familiari, di sufficiente gravità da interferire col funzionamento sociale nelle relazioni tra i coetanei b) SOLUZIONI TENTATE spinte alla partecipazione attiva della vita scolastica coinvolgimento nelle attività creazione del “caso” c) STRATEGIE E TECNICHE ristrutturazione con prescrizione paradossale tecnica del “come se” d) RIDEFINIZIONI DEL PROBLEMA metafora proseguimento del “come se”
CONFLITTO, OSTILITA' E LITIGI SCHEDA RIASSUNTIVA DELLE TENTATE SOLUZIONI a) SPINTE DEL “PACIERE” AD INTERROMPERE IL CONFLITTO: spinte al ragionamento; richieste di spiegazioni delle cause del conflitto; organizzazione di attività che possono distrarre i protagonisti; aumento in generale delle attenzioni. b) IGNORAMENTO c) PROIBIZIONI E PUNIZIONI
SCHEMA RIASSUNTIVO DEL PROTOCOLLO D’INTERVENTO CONFLITTO, OSTILITA' E LITIGI SCHEMA RIASSUNTIVO DEL PROTOCOLLO D’INTERVENTO a) DEFINIZIONE DEL PROBLEMA conflitti e ostilità tra due o più allievi che si fronteggiano, si scontrano e litigano, creando tensioni e scompigli nel gruppo b) SOLUZIONI TENTATE richieste di cessazione dei comportamenti attraverso spiegazioni “ragionevoli” c) STRATEGIE E TECNICHE ristrutturazione del ruolo di negoziatore “ragionevole” tecnica dell’attenzione nascosta d) RIDEFINIZIONI DEL PROBLEMA rinforzo dei comportamenti adeguati e ignoramento sistematico di quelli disturbanti
SCHEMA RIASSUNTIVO DEL PROTOCOLLO D’INTERVENTO TURPILOQUIO SCHEMA RIASSUNTIVO DEL PROTOCOLLO D’INTERVENTO a) DEFINIZIONE DEL PROBLEMA produzione linguistica di tipo scurrile in classe e nei momenti di lezione b) SOLUZIONI TENTATE richieste di cessazione dei comportamenti attraverso spiegazioni “ragionevoli” c) STRATEGIE E TECNICHE ristrutturazione con connotazione positiva prescrizione comportamentale