Corso di Storia delle Relazioni Internazionali

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Transcript della presentazione:

Corso di Storia delle Relazioni Internazionali A.A. 2013/2014 Giovanni Bernardini giovanni.bernardini2@unibo.it

Un difficile dopoguerra Conferenza di San Francisco del 25 aprile: nascono le Nazioni Unite Art. 1: lo scopo è “Mantenere la pace e la sicurezza internazionale” Delega di intervento diretto a paesi, ma anche la previsione di un esercito multinazionale Le colonie vengono definite “territori non autonomi” Prima riunione dell’Assemblea a Londra Ben presto, più che la prosecuzione dell’alleanza, diventa il teatro della sua dissoluzione

Un difficile dopoguerra Esempio: creazione di una Atomic Energy Commission. Gli USA chiedono controlli senza limiti e nessun diritto di veto. I sovietici chiedono la distruzione di tutti gli armamenti esistenti. Un accordo è impossibile. Ci vorranno 20 anni perché la “Distensione” tra USA e URSS riparta dal dialogo sul nucleare (dopo che anche Mosca sarà in possesso dell’arma atomica!) Le Nazioni Unite registrano l’inizio della fine della coalizione di guerra

Un difficile dopoguerra Il senso di reciproca diffidenza mette fine alla collaborazione di guerra C’è alla base un diverso concetto di egemonia: quella statunitense, spesso “sottile” e lungamente preparata; quella sovietica, fisica e spesso brutale (ne è un esempio il trattamento della Germania occupata) Ci sono diverse esigenze: un mondo aperto e sicuro che garantisca la leadership statunitense; la “sicurezza totale” e la ricostruzione per i sovietici

Un difficile dopoguerra In Polonia i comunisti “vincono” le elezioni col 90% dei voti; lo stesso avviene in Bulgaria In Romania viene screditata la monarchia e il potere è assegnato a forze “amiche” Le forze comuniste alleate dell’URSS vincono in modo a dir poco sospetto le elezioni, anche dove l’Armata Rossa non è arrivata (Albania e Jugoslavia) Questi regimi portano la vera rivoluzione sociale in senso socialista Era un piano o il risultato di circostanze particolari?

Un difficile dopoguerra Il nodo rimane la questione tedesca I sovietici aspiravano realmente a un controllo coordinato, ma: Nel febbraio 1946 gli Stati Uniti fanno circolare l’idea di un patto venticinquennale contro la rinascita del militarismo tedesco: gli Stati Uniti intendono RIMANERE in Europa Nel frattempo, si deve procedere a risollevare economicamente la Germania, e favorire la rinascita del sistema politico

Un difficile dopoguerra Nel luglio 1946 i sovietici rifiutano di collaborare a entrambi i progetti: risultato di un approccio pragmatico. Semplicemente, non esistevano più le premesse della collaborazione temporanea con i “governi borghesi” l’alleanza di guerra è definitivamente morta; inizia la “Guerra Fredda”

Paradigma interpretativo del dopoguerra La Guerra Fredda (1945-1989) Paradigma interpretativo del dopoguerra

Termine entrato (spesso a sproposito) nel linguaggio comune per definire periodi e situazioni contingenti del dopoguerra: se l’inizio è incerto, la fine è comunemente identificata nella caduta del Muro di Berlino Nell’immaginazione popolare, ricondotta spesso alla sua dimensione puramente militare o spionistica Dai contorni geografici incerti Spesso sfruttata con spirito revisionistico o per uso giornalistico decontestualizzato

Cosa fu la Guerra Fredda Conflitto “congelato” (mai giunto a una deflagrazione totale tra i contendenti) tra due Superpotenze, Stati Uniti d’America e Unione Sovietica, portatrici di messaggi universalistici, tendenzialmente antitetici e inconciliabili. Le Superpotenze furono capaci di estendere la loro influenza con mezzi e metodi differenti dapprima in Europa, poi su vaste aree del globo, e di fare di queste ultime dei campi di battaglia.

Cosa fu la Guerra Fredda Campi di battaglia diversissimi, eppure unificati dalla volontà delle due Superpotenze di farli rientrare nel conflitto complessivo: “gioco a somma zero” “proxy wars”, o guerre per procura

Cosa fu la Guerra Fredda Questo rende già l’idea di come: Gli ideali di cui erano portatori Stati Uniti ed Unione Sovietica abbiano avuto una diffusione transnazionale senza precedenti (anche grazie ad imponenti apparati di propaganda e al tentativo di influenzare le leadership locali) Le specificità locali siano state spesso sacrificate brutalmente sull’altare della Guerra Fredda: pro-americani o pro-sovietici, “tertium non datur”

La fine dell’alleanza antinazista Stati Uniti ed Unione Sovietica “riscoprono” la loro vocazione universalistica: impero della libertà vs. impero dell’uguaglianza Si lotta “per l’anima dell’umanità” Possesso di arsenali dal potenziale distruttivo senza precedenti

La fine dell’alleanza antinazista Inconciliabilità di fondo, un nuovo conflitto è inevitabile: Per gli americani il comunismo è inconciliabile con la concezione di libertà che è alla base dell’ “American way of life” Per l’URSS il capitalismo non può sopportare l’esistenza di un regime fondato sul comunismo, perché sa che questo è destinato a vincere

La Guerra Fredda in Europa In questi anni nasce la definizione di Guerra Fredda con una connotazione negativa anche nei confronti degli Stati Uniti: Walter Lippman: rinuncia volontaria alla diplomazia Raymond Aron: pace impossibile – guerra improbabile

George Orwell Dall’Observer, ottobre 1945 The Atom Bomb and You (…) Guardando al mondo nel suo insieme, il movimento per alcuni decenni non va verso l’anarchia, ma verso la reimposizione della schiavitù. È possibile che ci dirigiamo non verso una conflagrazione generale ma verso un’epoca altrettanto orribile quanto quella degli imperi dell’antichità.

(…) In pochi hanno considerato finora (…) il tipo di visione del mondo, il genere di convinzioni, e la struttura sociale che probabilmente prevarrebbe in un paese che sarebbe al contempo invincibile e in uno stato di permanente ‘guerra fredda’ con i suoi nemici.

Se la bomba atomica diventasse qualcosa di poco dispendioso e di facile realizzazione come una bicicletta o una sveglia, certo potrebbe risospingerci verso la barbarie, ma d’altra parte potrebbe segnare la fine della sovranità nazionale e dello stato di polizia altamente centralizzato. Se, come sembra il caso, si tratta di un oggetto raro e costoso quanto difficile da produrre (…), è più probabile che metta fine a guerre di ampia scala al costo di prolungare indefinitamente una ‘pace che non è una pace’. George Orwell, 1945

Dalla guerra alla “Guerra fredda”

Dalla guerra alla “Guerra fredda” Nel febbraio 1946 gli Stati Uniti fanno circolare l’idea di un patto venticinquennale contro la rinascita del militarismo tedesco: gli Stati Uniti intendono RIMANERE in Europa Nel frattempo, si deve procedere a risollevare economicamente la Germania, e favorire la rinascita del sistema politico

Dalla guerra alla “Guerra fredda” I sovietici saccheggiano il territorio e il potenziale umano tedesco per la loro ricostruzione A fine 1946 hanno trasferito in URSS 3.500 fabbriche e più della metà della produzione complessiva della loro zona Da parte occidentale si vuole favorire una ripresa economica tedesca, quantomeno per alleggerire i costi della sopravvivenza dei tedeschi stessi; timori di disordini sociali

Dalla guerra alla “Guerra fredda” Alla fine gli occidentali negano ai sovietici le riparazioni dalle loro zone, mentre i sovietici bloccano qualunque collaborazione per la ripresa Da parte occidentale si fa strada l’idea della gestione unilaterale: guidare la “loro” Germania verso una forma di indipendenza prospera, in modo da non costituire più una minaccia, né da essere minacciata da est Il 1 gennaio 1947 USA e Gran Bretagna uniscono le forze: nasce la “bizona” tedesca

Dalla guerra alla “Guerra fredda” Nel frattempo, l’URSS declina l’invito a entrare nelle istituzioni di Bretton Woods (Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale): “La nostra adesione potrebbe essere interpretata come debolezza, come una mossa impostaci dalla pressione americana. Il nostro atteggiamento negativo mostrerà la nostra posizione indipendente” (Stalin)

Dalla guerra alla “Guerra fredda” Truman sempre più persuaso che l’URSS sia irrecuperabile alla collaborazione: a meno di due anni dalla fine della guerra, l’ex alleato è paragonato a Hitler e ogni collaborazione all’ “appeasement” (quindi alla premessa di una sconfitta) 9 febbraio: 1946 Stalin annuncia al popolo la necessità di una ripresa a tappe forzate. Sacrificio dei beni di consumo, crescita dell’industria pesante: ci si deve preparare al conflitto inevitabile tra capitalismo e comunismo

Dalla guerra alla “Guerra fredda” Un mese dopo, in un discorso negli Stati Uniti, Churchill (non più al governo, ma simbolo di fermezza contro il nazismo): “I sovietici cercano l’espansione senza limiti del loro potere e delle loro dottrine” (…) “da Stettino nel Baltico a Trieste, una cortina di ferro è calata attraverso l’Europa” Cambia la raffigurazione del dopoguerra: da alleati ad antagonisti irriducibili

Dalla guerra alla “Guerra fredda” Da parte americana inizia una profonda riflessione su come affrontare la nuova situazione George Kennan, politico e diplomatico statunitense, viene inviato a vedere di persona cosa sta succedendo in Europa orientale La conclusione è un “lungo telegramma”, inviato a Truman, che avrebbe segnato profondamente l’approccio alla “Guerra fredda”

Dalla guerra alla “Guerra fredda” Contenuti dell’analisi di Kennan: Il regime sovietico è fondamentalmente insicuro e per questo autarchico Per mantenere il proprio dominio ha bisogno di un ambiente internazionale ostile: è “ossigeno” Ogni possibilità di collaborazione è illusoria Ma, a differenza del nazismo, il potere sovietico non è incline a correre rischi inutili, ed è sensibile alla logica della forza

Dalla guerra alla “Guerra fredda” Per questa ragione, gli Stati Uniti devono farsi attori principali di un contenimento dell’Unione Sovietica per impedire una sua ulteriore espansione e attendere che le contraddizioni interne al suo sistema esplodano Per farlo, è necessario coinvolgere tutti i paesi “liberi” (= non ancora sovietici) e garantire loro sicurezza e benessere, affinché diventino parte del grande sistema di contenimento Da notare: l’idea sovietica che il crollo del capitalismo fosse questione di tempo non era così tanto diversa

Dalla guerra alla “Guerra fredda” Enorme sensazione e immediato consenso presso l’amministrazione Truman Non soltanto: il dogma del contenimento avrebbe condizionato la politica degli Stati Uniti per quattro decenni; è la dottrina con cui Washington entra nella Guerra Fredda e ne definisce i caratteri principali Le dimostrazioni arrivano ben presto: pressioni sovietiche su Iran e Turchia. Truman invia una flotta statunitense nel Mediterraneo orientale: nessun cedimento

Dalla guerra alla “Guerra fredda” La situazione dell’Europa occidentale è preoccupante: ancora non c’è alcuna ripresa sensibile; i danni di guerra non vengono riassorbiti; diffuso disagio sociale e crescente consenso per le forze social-comuniste (che in alcuni paesi partecipano al governo) Continue richieste di crediti e merci agli Stati Uniti: viaggio di De Gasperi a Washington. Per la loro concessione, gli Stati Uniti iniziano a imporre l’esclusione dal potere di forze socialiste e comuniste (in febbraio in Italia, in maggio in Francia)

Dalla guerra alla “Guerra fredda” Sempre maggiore coscienza negli Stati Uniti che sia necessario un piano sistematico per mobilitare le risorse europee e porle al servizio della rinascita dell’economia internazionale (il benessere previene il comunismo), e soprattutto del contenimento dell’Unione Sovietica La svolta: a inizio marzo la Gran Bretagna comunica di non essere più in grado di aiutare il governo conservatore greco nella lotta contro formazioni comuniste

Dalla guerra alla “Guerra fredda” In realtà, Stalin non aveva mai dato mano libera ai comunisti greci (una situazione che si sarebbe ripetuta spesso), ma le lenti dell’ideologia influenzano la lettura di Washington: tutto è riconducibile all’espansionismo sovietico Il 12 marzo 1947 Truman chiede al Congresso di finanziare il governo greco e “i popoli liberi che intendono resistere a tentativi di soggiogamento da parte di minoranze armate o pressioni esterne”

Dalla guerra alla “Guerra fredda” È la Dottrina Truman, che avrebbe impegnato gli Stati Uniti a mantenere la loro presenza nel mondo (al contrario di quanto avvenuto nel 1919!) Il Congresso approva la “crociata anticomunista”. Questo avvia anche una svolta conservatrice anche all’interno degli Stati Uniti Per capire cosa significa ideologia: Truman parla di “popoli liberi”, Kennan di “regmi politici quantomeno favorevoli alla potenza e all’indipendenza della nostra nazione”

Dalla guerra alla “Guerra fredda” L’obiettivo è mobilitare tutte le risorse per il territorio che sembra centrale per le sorti del confronto: l’Europa Tornare a farla prosperare, reintegrare la Germania nella vita internazionale (più tardi sarà lo stesso per il Giappone)

Dalla guerra alla “Guerra fredda” Il 5 giugno del 1947 il Segretario di Stato George Mashall annuncia un piano straordinario di aiuti (Piano Marshall) per “ogni governo che voglia aiutare il cammino della ripresa”, ma non per chi “manovri per impedire la ripresa degli altri paesi” (non ci sono limitazioni pregiudiziali) Convocata una conferenza in Europa per concordare le modalità A luglio arrivano a Parigi delegazioni da tutti i paesi, anche dall’URSS

Dalla guerra alla “Guerra fredda” Ma quando è chiaro che l’accettazione del piano include inevitabilmente l’accettazione di un coordinamento (quindi apertura) ed elementi di capitalismo (partecipazione di imprese private), Mosca si ritira polemicamente Ordine anche a Polonia e Cecoslovacchia di ritirarsi. L’esecuzione fu umiliante soprattutto per i cecoslovacchi, un governo democraticamente eletto (e con forte partecipazione comunista!)

Dalla guerra alla “Guerra fredda” Rinasce il coordinamento dei partiti comunisti nel mondo (Cominform): l’obiettivo è resistere ai piani americani Totale sovietizzazione dell’Europa orientale, ormai senza più finzioni Sono mosse “difensive” da parte di Mosca? Il Piano Marshall proietta sull’Europa un modello di democrazia e prosperità di consumi

Dalla guerra alla “Guerra fredda” 16 paesi aderiscono al Piano Marshall Dal 1948 al 1951 gli USA elargiscono aiuti per 13 miliardi di dollari (1,5% del PIL USA); incentivo al coordinamento europeo: verso l’integrazione economica regionale Il Piano Marshall fu la miccia della ripresa europea e l’avvio di un boom trentennale Tra il 1947 e il 1950 il PIL europeo occidentale cresce del 30%

Dalla guerra alla “Guerra fredda” Due eventi mostrano la radicalità dello scontro ma anche la diversa interpretazione dell’egemonia Nel marzo un colpo di stato porta i comunisti cecoslovacchi al potere; repressione degli oppositori. Il ministro degli esteri Masaryk si “suicida”. Dimostrazione di debolezza sovietica! Il 18 aprile le forze centriste vincono le elezioni in Italia: vittoria della scelta euroamericana

Germania divisa Nel nuovo contesto, sia le necessità economiche che quelle strategiche spingevano per la formazione di uno stato tedesco occidentale Timori degli europei: firmato a Bruxelles nel gennaio 1948 un patto difensivo tra Gran Bretagna, Francia e Benelux (Unione Europea Occidentale). Ma è chiaro che serve una garanzia statunitense

Germania divisa Per il momento, gli Stati Uniti interrompono la smobilitazione militare e dispongono maggiori finanziamenti per il riarmo. Riorganizzazion del sistema di sicurezza e difesa (nasce la CIA) Tentativo di Stalin di bloccare la formazione di uno stato tedesco occidentale Il 24 giugno le truppe sovietiche bloccarono tutti gli accessi terrestri alla parte occidentale di Berlino e interrompono l’erogazione dell’energia elettrica È la prima crisi della guerra fredda

Germania divisa L’abbandono di Berlino è fuori discussione: ne va della credibilità americana e occidentale in Germania e nel mondo Ma non si vuole rischiare una guerra forzando il blocco Le armi nucleari rivelano tutta la loro inutilità In più i sovietici non sembrano volere la guerra: viene giudicato un “bluff”

Germania divisa

Germania divisa Si risponde con un ponte aereo di dimensioni mai viste prima Per un anno arrivano a Berlino 1.400 aerei al giorno, con ottomila tonnellate di rifornimenti, più o meno quanto arrivava via terra prima del blocco Furono 322 giorni durissimi, ma alla fine i sovietici dovettero cedere Oltre alla vittoria logistica, c’è l’enorme sconfitta politica, psicologica e propagandistica dei sovietici sono gli affamatori

Germania divisa Dal punto di vista occidentale, c’è l’avvicinamento delle popolazioni alla causa comune: il popolo tedesco è parte dell’occidente minacciato da Mosca. Una minaccia che è diventata visibile e materiale L’11 maggio il blocco finisce Poco dopo nasce la Repubblica Federale Tedesca dalle tre zone occidentali In ottobre, come risposta, nasce la Repubblica Democratica Tedesca a est. Nessun riconoscimento reciproco

Germania divisa Il 4 aprile del 1949 era nata l’Alleanza Atlantica, un trattato di difesa collettiva in caso di aggressione contro uno dei paesi aderenti (Stati Uniti, Canada più 10 + 2 paesi europei). Per la prima volta nella loro storia, gli Stati Uniti partecipano a un’alleanza militare in tempo di pace. E in posizione di leader È la prima concretizzazione del contenimento Si consolida la divisione dell’Europa, che pare ormai un processo irreversibile

Verso il bipolarismo militarizzato Prima il Piano Marshall, poi la stipula dell’Alleanza Atlantica, segnano la rinuncia definitiva al sogno rooseveltiano e il ripiegamento su una soluzione geopoliticamente più modesta, ma ideologicamente, economicamente e culturalmente più coesa

Verso il bipolarismo militarizzato