BREVE STORIA DEGLI EBREI: LE TAPPE PRINCIPALI DELL’ANTISEMITISMO

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BREVE STORIA DEGLI EBREI: LE TAPPE PRINCIPALI DELL’ANTISEMITISMO IN EUROPA (II parte) In Europa si è consumato il tentativo di sterminare gli Ebrei, deportandoli nei campi di sterminio. Gli eventi più significativi che producono tale genocidio sono: nella Germania di Bismark per la prima volta, intorno al 1880 si conia il termine “antisemitismo”, sfociato in un movimento che aspira alla revoca dei diritti acquisiti dagli Ebrei, con un chiaro intento razzista. Anche la Francia di fine secolo è percorsa da sentimenti antisemiti che esplodono nel 1894 nell’affare Dreyfus, ufficiale alsaziano ebreo accusato ingiustamente di aver rivelato segreti militari al governo tedesco. L’opinione pubblica francese si spacca a metà, in difesa o contro Dreyfus, che nel frattempo viene degradato, deportato in Guaiana e successivamente completamente scagionato dall’accusa e riabilitato. Nella seconda metà del XIX in Russia, in particolare nel 1881, nel 1882 e nel 1905, si susseguono nuovi pogrom (persecuzioni) che conducono alla promulgazione di leggi restrittive nei confronti degli Ebrei. In Germania nel 1935 vengono promulgate le leggi razziali che escludono gli Ebrei da tutti i luoghi pubblici. In Italia nel 1938 vengono promulgate analoghe leggi definite “in difesa della razza ariana” Di fronte al propagarsi dell’antisemitismo, molti Ebrei restano increduli, altri sostengono il SIONISMO, un movimento che cerca di ricostruire in Palestina uno stato ebraico.

LA REAZIONI DEGLI EBREI Di fronte al riemergere di sentimenti razzisti e al diffondersi dell’antisemitismo, gli Ebrei d’Europa reagiscono in modi differenti: Molti ritengono che si tratti di persecuzioni analoghe a quelle del passato, che non potranno sfociare in violenze maggiori. Altri ritengono di non poter essere perseguitati, in quanto si sentono cittadini dello stato di cui fanno parte da tanti secoli. Alcuni si organizzano e chiedono che venga loro concessa una terra, individuata nella Palestina, da dove aveva avuto origine la diaspora. Per Herzl la questione degli Ebrei non era né sociale né religiosa, ma era una questione nazionale, perché gli Ebrei, nonostante tutti gli sforzi di assimilarsi non vi riuscivano sia perché avevano perso l'assimilabilità sia perché continuavano a essere considerati stranieri da tutti i popoli in mezzo ai quali vivevano. L'unica soluzione possibile della questione ebraica era dunque la creazione di uno Stato degli ebrei. Per la realizzazione di questo progetto Herzl contava sull'appoggio delle potenze europee, in particolare di quelle dove più diffuso era l'antisemitismo, alle quali faceva intravedere i vantaggi economici e sociali che avrebbero tratto dall'esodo massiccio degli ebrei. Alcuni gruppi ebraici, pertanto, partirono per Gerusalemme, mentre ancora i primi tentativi di costituire uno stato ebraico fallirono. Durante la Prima Guerra Mondiale, però, una svolta fondamentale fu segnata dalla dichiarazione di Balfour del 1917 con la quale Lord Balfour, ministro degli esteri inglese, riconosce il legame storico del popolo ebraico con la Palestina e impegna l'Inghilterra ad appoggiare l'insediamento in Palestina di un national home (focolare nazionale). Scorcio del primo insediamento Ebraico a Gerusalemme (1860) Teodoro Herzl, fondatore del sionismo

L’antisemitismo in Germania 1) Le origini del Nazismo Il trattato di pace di Versailles, al termine della Prima Guerra Mondiale, detta durissime condizioni al governo tedesco, ritenuto responsabile del conflitto. La Germania deve così affrontare una situazione disastrosa sotto l’aspetto politico, territoriale, economico e morale. Un tentativo di rivoluzione guidato dal movimento spartachista si conclude con la repressione e l’assassinio dei promotori (Liebkneckt e Luxemburg), mentre cominciano a svilupparsi organizzazioni politico-militari di destra; in una di queste entra a far parte nel 1919 A. Hitler, che stabilisce nel 1920 in una birreria di Monaco il programma di partito, improntato al nazionalismo pangermanista, al razzismo antisemita, all’affossamento della Repubblica di Weimar e dei trattati di pace. Schierandosi contro i “traditori della patria”, Hitler sostiene che è compito della Baviera salvare la Germania e l’Europa dal bolscevismo e dagli Ebrei e nel 1923, in una birreria di Monaco organizza un colpo di stato in Baviera, ma viene arrestato e detenuto per cinque anni. 2) L’ascesa di Hitller Una breve ripresa economica della Germania, dovuta anche ai prestiti americani, viene cancellata dal crollo della borsa di Wall Street del 1929, che sommerge l’economia mondiale in una crisi senza precedenti. E’ in questa congiuntura che la democrazia parlamentare tedesca convoca nuove elezioni: nel 1933 i nazionalsocialisti ottengono 107 seggi, Hitler ottiene la carica di cancelliere e, alla morte di Hindenburg nel 1934, si nomina presidente. Le elezioni che seguono si svolgono in un clima di terrore operato dalle squadre d’azione e il partito comunista viene dichiarato fuorilegge.

La persecuzione degli Ebrei può essere suddivisa in 4 fasi: LO STERMINIO DEGLI EBREI La persecuzione degli Ebrei può essere suddivisa in 4 fasi: I fase: 1933- 1938: la propaganda antisemita e le leggi razziali Hitler viene eletto cancelliere e, l’anno successivo alla morte del presidente, assume anche la presidenza della Germania. Fin dall’inizio promuove : violente campagne di propaganda contro gli Ebrei, Azioni violente Le leggi razziali antisemite, note come “Leggi di Norimberga”, nel 1935 II fase: emigrazione (marzo 1938, settembre 1939). Molti Ebrei sono spinti ad emigrare dalla Germania e, dal 1938, anche dagli stati e dalle regioni che Hitler si annette (Austria, regione dei Sudeti) III fase: espulsione e raggruppamento ( settembre 1939- giugno 1941). L’invasione della Polonia provoca anche l’espulsione forzata della popolazione o il raggruppamento degli Ebrei nei ghetti. IV fase: lo sterminio (1941- 1945). Gli Ebrei vengono deportati nei campi di sterminio per essere eliminati, dopo essere stati sfruttati come forza lavoro gratuita. I campi di sterminio più tristemente noti furono quelli di Auschwitz, Flossemburg, Dachau, Mathausen.

I fase: 1933- 1938. Hitler viene eletto Cancelliere e, l’anno successivo, alla morte del presidente Hindeburg, si proclama presidente del Reich. Fin dal 1933 promulga le leggi che escludono gli Ebrei dal pubblico impiego e dichiara il I aprile giornata di boicottaggio contro le attività ebraiche. Ne seguono atti di violenza contro gli Ebrei. Contemporaneamente, Hitler cerca di annullare gli oppositori politici: dapprima li accusa di aver incendiato la sede del Incendio del Reichstag e arresto di Ebrei ingiustamente accusati Parlamento, il Reichstag, e ne arresta 12.000.. Successivamente convince Hindeburg ad emanare un decreto restrittivo delle libertà individuali, di espressione, di riunione. Una nuova ondata di antisemitismo si diffonde quando nel 1935 vengono promulgate le leggi di Norimberga che privano gli Ebrei di gran parte dei diritti, escludendoli dalla vita sociale, economica e culturale: gli Ebrei non possono frequentare scuole pubbliche, cinema, teatri, né risiedere in alcuni quartieri delle città. La situazione si aggrava ulteriormente nel novembre del ’38, quando un ebreo è accusato di aver attentato alla vita di un segretario dell’ambasciata tedesca. Immediatamente un’ondata di violenze antisemite, nota come “la notte dei cristalli, colpì gli Ebrei: vennero distrutte 195 sinagoghe e saccheggiati 7.500 negozi; le vittime furono 91 e 26.000 ebrei vennero deportati, mentre, a causa di nuove leggi, gli Ebrei furono obbligati a pagare una forte somma in denaro, quale indennizzo, e a svendere i loro beni immobili.

II fase: emigrazione (marzo 1938, settembre 1939). A Marzo del 1938 la Germania inizia la sua politica di espansione territoriale. Hitler si annette l’Austria, ottiene la regione dei Sudeti ed occupa la Cecoslovacchia. Gli Ebrei degli stati annessi o controllati devono sottostare alle leggi germaniche e le ondate di violenza convincono molti Ebrei ad emigrare: tra il 1933 e il 1939 metà degli Ebrei tedeschi lasciano la Germania, così come i due terzi degli Ebrei austriaci. III fase: espulsione e raggruppamento ( settembre 1939- giugno 1941). Nel settembre 1939 la Germania occupa la Polonia, con l’obiettivo di farvi risiedere la popolazione tedesca. In base a questo piano, i Polacchi sarebbero stati spostati verso est, ebrei e zingari espulsi, concentrandoli dapprima (a cominciare dagli ebrei) in alcune città, per poi deportarli. Della realizzazione del piano vennero incaricati Himmler ed Eichman.

IV fase: lo sterminio (1941- 1945) IV fase: lo sterminio (1941- 1945). Nel 1941 Hitler invade l’Unione Sovietica. Si decide che ogni gruppo militare venga accompagnato da unità che hanno il compito di eliminare russi, ebrei e zingari. Si stima che le vittime di tali unità siano state circa 1.500.000, tra esponenti politici, zingari e soprattutto ebrei. Il più feroce dei massacri avviene a Babi Yar, vicino Kiev, dove tra il 29 e il 30 settembre vengono uccise circa 33.770 persone. Per facilitare il massacro, inizialmente vengono adoperati dei furgoni a gas, che poi divengono permanenti, sfruttando anche l’esperienza del personale che già in passato, nella stessa Germania, si era occupato di eliminare bambini ed adulti con disabilità psico-fisiche. La prima camera a gas viene sperimentata nel campo di sterminio di Auschwitz: 850 persone, tra cui 600 prigionieri russi vengono uccisi con il gas “Zyclon B”. L’uccisione sistematica inizia ad Auschwitz- Birkenau a partire dal gennaio 1942. Ha così inizio la fase della “soluzione finale”, decisa dagli esponenti del Reich in una riunione del 20 gennaio 1942. Vengono, allora, costruiti cinque campi di sterminio in Polonia, situati vicino a stazioni, in zone rurali: Belzec, Sobibòr, Treblinka, Chelmo, Auschwitz-Birkenau. Quest’ultimo è destinato alla deportazione dall’Europa occidentale e meridionale; vi muoiono più di 1 milione e mezzo di persone. Nel 1944, all’avvicinarsi del fronte russo, i nazisti iniziano ad evacuare i campi, trasferendo i prigionieri verso ovest: iniziano le cosiddette “marce della morte”, durante le quali muoiono da 250.000 a 375.000 prigionieri. Le marce sembrano essere finalizzate più ad eliminare i prigionieri per stenti e fatica, che a trasferirli altrove, tant’è che ad esempio nella marcia dal campo di Flossemburg a quello di Regensburg i prigionieri vengono costretti a ripercorrere più volte lo stesso cammino: eppure è l’aprile del 1945 e la guerra sta per finire. Le altre vittime del nazismo furono i malati di mente tedeschi (tra il 1938 e il 1941 ne furono assassinati più di 100.000; dapprima furono uccisi i bambini che presentavano qualche disabilità, in quanto erano ritenuti causa di sofferenza e di dispendio economico. Venivano ricoverati obbligatoriamente in strutture definite ospedaliere e qui eliminati con farmaci. Altre categorie perseguitate e rinchiuse nei campi di concentramento o di sterminio furono gli oppositori politici, contrassegnati con il triangolo rosso, gli zingari, triangolo bruno, i testimoni di Geova, triangolo viola, gli omosessuali, triangolo rosa.

Poi vennero per gli ebrei, e io non dissi nulla perché non ero ebreo. Martin Niemöller (1892– 1984) è stato un pastore protestante tedesco, oppositore del nazismo. Inizialmente fu attivista a favore di Hitler . Nel 1934 Niemöller cominciò ad opporsi al nazismo, e nel 1937 fu arrestato dalla Gestapo su diretto ordine di Hitler, infuriato per un suo sermone. Rimase per otto anni prigioniero in vari campi di concentramento nazisti, tra i quali Sachsenhausen e Dachau, finché non venne liberato. Sopravvisse per diventare il portavoce della piena riconciliazione della popolazione tedesca dopo la II Guerra mondiale. È famoso per la poesia Prima vennero...a lui attribuita sul pericolo dell'apatia di fronte ai primi passi dei regimi totalitari. Prima vennero per i comunisti, e io non dissi nulla perché non ero comunista. Poi vennero per i socialdemocratici io non dissi nulla perché non ero socialdemocratico Poi vennero per i sindacalisti, e io non dissi nulla perché non ero sindacalista. Poi vennero per gli ebrei, e io non dissi nulla perché non ero ebreo. Poi vennero a prendere me. E non era rimasto più nessuno che potesse dire qualcosa.

Lettera scritta in yiddish da Chaim, un ragazzo di 14 anni nel campo di  concentramento di Pustkow.  Miei cari genitori, se il cielo fosse carta e tutti i mari del mondo inchiostro, non potrei descrivervi le mie sofferenze e tutto ciò che vedo intorno a me. Il campo si trova in una radura. Sin dal mattino ci cacciano al lavoro nella foresta. I miei piedi sanguinano perché ci hanno portato via le scarpe… Tutto il giorno lavoriamo quasi senza mangiare e la notte dormiamo sulla terra (ci hanno portato via anche i nostri mantelli). Ogni notte soldati ubriachi vengono a picchiarci con bastoni di legno e il mio corpo è pieno di lividi come un pezzo di legno bruciacchiato. Alle volte ci gettano qualche carota cruda, una barbabietola, ed è una vergogna: ci si batte per averne un pezzetto e persino qualche foglia. L’altro giorno due ragazzi sono scappati, allora ci hanno messo in fila e ogni quinto della fila veniva fucilato… Io non ero il quinto, ma so che non uscirò vivo di qui. Dico addio a tutti, cara mamma, caro papà, mie sorelle e miei fratelli, e piango… L’arrivo nel campo di Pustków in Polonia Nei campi di sterminio furono inviati uomini, donne e bambini, tutti costretti a lavorare duramente per il nazismo o eliminati se non adatti a lavorare, come esprime nel suo breve testo Chaim.

Dalla fine del 1941 alla liberazione nella città – ghetto di Terezin soggiornarono più o meno a lungo gli ebrei cecoslovacchi destinati al campo di sterminio di Auschwitz. Dapprima i nazisti trasformarono la città in un ghetto, dove concentrarono Ebrei provenienti dai territori occupati, poi espulsero dalla città i cittadini no Ebrei. A Terezin vi era già un’intensa attività di artisti, che continuarono ad insegnare, soprattutto ai bambini, ad esprimersi attraverso la poesia e il disegno. I nazisti scelsero Terezin quale luogo che poteva essere periodicamente visitato da rappresentanti della Croce Rossa internazionale. Ovviamente prima delle visite ripulivano un settore e permettevano di visitare solo quello. Inoltre Terezin era un campo di passaggio, da cui poi si veniva deportati nei campi di sterminio, soprattutto ad Auschwitz. Tra i deportati ci furono 15.000 tra bambini e giovinetti, dei quali ne sopravvissero meno di cento. Del loro passaggio a Terezin è rimasta una commovente testimonianza, rappresentata da alcune migliaia di disegni e qualche decina di poesie.  O chiaro ricordo che m'inviti alla quiete e mi rammenti colei che amai, ancora sorrido alla tua carezza, ancora con te mi confido come al migliore amico. Diapositiva 1 O dolce ricordo, raccontami la storia della mia ragazza perduta, racconta, racconta dell'anello d'oro e chiama la rondine che la vada a trovare. E tu pure vola da lei e sottovoce domandale se ancora pensa a me, se sta bene e se ancora, se ancora sono rimasto il suo amore di un tempo. E poi ritorna veloce, non ti perdere, perché io possa ricordarmi qualche altra cosa: Era così bella: chissà se mai più la rivedrò. Addio, mia cara, addio! Ti amavo. Anonimo La farfalla L’ultima, proprio l’ultima, di un giallo così intenso, così assolutamente giallo, come una lacrima di sole quando cade sopra una roccia bianca così gialla, così gialla! l’ultima, volava in alto leggera, aleggiava sicura per baciare il suo ultimo mondo. Tra qualche giorno sarà già la mia settima settimana di ghetto: i miei mi hanno ritrovato qui e qui mi chiamano i fiori di ruta e il bianco candeliere di castagno nel cortile. Ma qui non ho rivisto nessuna farfalla. Quella dell’altra volta fu l’ultima: le farfalle non vivono nel ghetto.  Pavel Friedman (1921 – 1944)