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La ricorrenza, a cui aderiscono molti stati fra cui anche la Germania, l’Inghilterra e l’ONU, in Italia è stata istituita dal nostro Parlamento con l’approvazione.

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2 La ricorrenza, a cui aderiscono molti stati fra cui anche la Germania, l’Inghilterra e l’ONU, in Italia è stata istituita dal nostro Parlamento con l’approvazione della Legge n. 211 del 20 luglio 2000, decisione con cui abbiamo accettato di allinearci alla proposta internazionale di scegliere questo giorno per celebrare le vittime della Shoah.

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4 E CONDIZIONA IL FUTURO.

5 SHOAH è un termine ebraico che significa STERMINIO, ANNIENTAMENTO. Si riferisce ad una delle piu’ vergognose vicende della storia umana avvenute durante la Seconda Guerra Mondiale. In Germania il regime nazista del dittatore Hitler, fin dal 1933, e in Italia il regime fascista del dittatore Mussolini, dal 1938, condussero nei confronti delle persone ebree una vera persecuzione.

6 Che, rendendo intollerabili le condizioni di vita delle persone ebree, cercarono di spingerle, verso un esodo all’estero. In Italia entrarono in vigore il 14 luglio 1938. Tali leggi stabilivano l’inferiorità della «razza ebraica» e prevedevano tante restrizioni, che la vita delle persone ebree diventò davvero impossibile.

7 Espellere gli ebrei dalle scuole (2 settembre 1938) Vietare i matrimoni «razzialmente misti», cioè fra ebrei e non ebrei. Espellere gli ebrei dagli impieghi pubblici e dal partito Nazionale fascista. Limitare il loro diritto di proprietà, cioè appropriarsi dei loro beni. Espellere gli ebrei dall’esercito e dal complesso delle attività culturali. Impedire loro di lavorare.

8 Poi, mentre si svolgeva la Seconda Guerra Mondiale,, gli ebrei vennero isolati e concentrati nei ghetti. All’inizio del 1942 venne infine varata la «SOLUZIONE FINALE DEL PROBLEMA EBRAICO». Un piano di sterminio che prevedeva la deportazione degli ebrei di tutti i paesi occupati nei lager e la loro uccisione.

9 Furono presi uomini donne, vecchi e bambini.

10 E condotti in orrendi lager In Italia dal 1942. Tutti i prigionieri, compresi i bambini, dovevano indossare la zebrata, cioè una casacca e un paio di pantaloni per i maschi e un largo camicione per le femmine a strisce grigio azzurre.

11 Sulla zebrata venivano cuciti un triangolo e un numero di matricola. Il triangolo era un contrassegno di stoffa e veniva dato a ciascun deportato insieme al numero nel momento dell’arrivo nel lager. Il colore del triangolo indicava la categoria con la quale venivano classificati i deportati: triangolo rosso per i politici; giallo per gli ebrei, verde per i criminali comuni, nero per gli asociali…

12 Vennero sottoposti ad ogni genere di angherie

13 Racchiusi tra fili spinati.

14 Guardati a vista e sempre minacciati di morte.

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17 Nudi, inermi e impotenti deperirono. In tutto sono stati uccisi circa sei milioni di ebrei.

18 IL CAMPO SI STERMINIO DI Auschwitz fu liberato dall’Armata Rossa il 27 GENNAIO 1945 ma ormai l’olocausto si era compiuto.

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22 Fu uno dei più terribili campi di sterminio. Si trovava nella Polonia meridionale. Le torri di guardia con le mitragliatrici all’entrata del campo e una barriera di filo spinato in cui passava la corrente elettrica impedivano ai prigionieri di scappare. Sul cancello di Auschwitz c’era una scritta «ARBEIT MACHT FREI» che significa «Il lavoro rende liberi».

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24 Terezin è un villaggio a sessanta chilometri da Praga. E’ diventato tristemente famoso poiché fu trasformato in un ghetto dove venivano raggruppati i bambini ebrei prima di essere smistati nei vari campi di sterminio. I bambini di Terezin scrivevano soprattutto poesie. Dei 15.000 bambini transitati per questo campo se ne salvarono meno di un centinaio: la maggior parte di essi morì nel corso del 1944 nelle camere a gas di Auschwitz.

25 LA FARFALLA L’ultima, proprio l’ultima, di un giallo così intenso, così assolutamente giallo, Come una lacrima di sole quando cade sopra una roccia bianca Così gialla, così gialla! l’ultima volava in alto leggera, aleggiava sicura per baciare il suo ultimo mondo.

26 Tra qualche giorno sarà già la mia settima settimana di ghetto: i miei mi hanno ritrovato qui e qui mi chiamano i fiori di ruta e il bianco candeliere del castagno nel cortile. Ma qui non ho visto nessuna farfalla. Quella dell’altra volta fu l’ultima: Le farfalle non vivono nel ghetto. Pavel Friedman.

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28 Noi alunni della scuola di Navezze, in questa giornata vogliamo dedicare a Pavel un prato ricco di farfalle gialle. Le nostre farfalle gialle sono tutte per te Pavel!!!

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34 NOSTRO DOVERE

35 Il primo Giardino dei Giusti nasce a Gerusalemme, nel 1960, su iniziativa di un certo Moshe Bejski, salvato da Oskar Schindler. Il giardino si trova nel museo di Yad Vashem e ricorda i Giusti non ebrei che hanno salvato la vita a ebrei o li hanno salvati dalla deportazione durante la Shoah. La commemorazione dei Giusti è effettuata piantando alberi in loro onore [1].Gerusalemme1960Moshe BejskiOskar SchindlerYad VashemShoah [1] Moshe Bejski ha dedicato la propria vita a ricercare nel mondo i Giusti che a proprio rischio hanno salvato la vita di numerosi ebrei, può rendere l'idea la portata della sua ricerca se si pensa che tra il 1963 e il 2001 sono stati commemorati circa 20.000 giusti di cui 295 italiani [1] ;. Moshe Bejski19632001 [1]

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37 I Giusti italiani G. Perlasca G. Palatucci Nonostante le leggi razziali del '38 emanate dal fascismo e il ruolo aberrante svolto dalla Repubblica sociale di Mussolini nella persecuzione degli ebrei e nelle deportazioni, il contegno del popolo italiano (salvo poche eccezioni, soprattutto nei piccoli centri, come a Trieste) fu veramente esemplare; molti, pur consci del pericolo cui si esponevano, salvarono la vita a ebrei italiani e stranieri, nascondendoli nelle loro case; i partigiani accompagnarono alla frontiera svizzera centinaia di vecchi e bambini, e li misero in salvo. Molti ebrei trovarono rifugio e salvezza grazie alla Chiesa cattolica, nelle parrocchie e nei monasteri, loro ospitalmente aperti.

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