Il modello AD-AS Laura Resmini a.a. 2013-2014.

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Il modello AD-AS Laura Resmini a.a. 2013-2014

Dal breve al lungo periodo Nel breve periodo: I prezzi sono dati La produzione dipende dalla domanda Il modello keynesiano non è in grado di spiegare il comportamento dell’inflazione Nel lungo periodo: I prezzi sono flessibili La produzione è determinata dalla tecnologia e offerta reale di fattori produttivi (PIL di pieno impiego, produzione potenziale).

La curva di domanda aggregata Deriva il proprio nome dal fatto che la produzione di equilibrio di breve periodo è determinata dal livello di spesa totale programmata nell’economia. Tutti i punti della AD sono punti di equilibrio di breve periodo (IS=LM  Y=PAE e MD=MS) Mostra la relazione tra la produzione di equilibrio di breve periodo (Y) e il tasso di inflazione () Un incremento dell’inflazione contrae la spesa programmata e la produzione di breve periodo:  ↑ → ↓ potere d’acquisto → ↓ PAE → ↓ Y

La curva di domanda aggregata

Spostamenti della curva AD  

La curva di offerta aggregata di breve periodo (SRAS)  

Inflazione inattesa e offerta aggregata Data l’inflazione attesa: 𝜋↑→W/𝑃↓→𝐿𝐷 ↑ →𝑌↑ SRAS Y π L’inflazione attesa è costante lungo la SRAS

Spostamenti della SRAS   Una riduzione del tasso di inflazione atteso fa spostare la curva SRAS verso destra

La curva di offerta aggregata di lungo periodo (LRAS) Nel lungo periodo: il PIL è determinato da fattori reali (disponibilità di fattori della produzione e produttività dei fattori) La curva di offerta è dunque perfettamente rigida In eq. di lungo periodo: Y = Y∗ Y π LRAS Y*

L’equilibrio di breve periodo Punto di intersezione tra le curve AD e SRAS l’inflazione eguaglia l’inflazione attesa e l’output eguaglia il livello di produzione compatibile con tale tasso di inflazione Non necessariamente Y1= Y*

Equilibrio di breve e lungo periodo LRAS LRAS LRAS SRAS SRAS SRAS inflazione AD AD AD Y* output Y Y* output Y* Y output No gap : Y=Y* e π =πe Gap recessivo: Y<Y* e π <πe : πe↓ Gap espansivo : Y>Y* e π >πe: πe↑

Reazione a un gap recessivo Il gap recessivo determina una riduzione dell’inflazione e una revisione al ribasso delle aspettative di inflazione; la SRAS si sposta verso a destra.

Reazione a un gap espansivo Il gap espansivo determina una accelerazione dell’inflazione e una revisione al rialzo delle aspettative di inflazione; la SRAS si sposta a sinistra

Le cause dell’inflazione Shock della domanda Variazioni impreviste dal lato della domanda (PAE) Variazione nella fiducia dei consumatori interventi di politica fiscale e/o monetaria Shock dell’offerta Eventi imprevisti che conducono a variazioni del livello di produzione che le imprese sono disposte a offrire per ogni livello del tasso di inflazione Shock nominali: cambiamenti nelle aspettative di inflazione (es. aumento del salario minimo spuntato dal sindacato o aumento del prezzo del petrolio); Shock reali: cambiamenti inattesi nel PIL di pieno impiego (es. innovazioni, catastrofi, ecc..)

Shock dal lato della domanda Un aumento inatteso del disavanzo pubblico determina uno spostamento della curva AD verso destra (eq. di breve periodo: A) Y > Y* → gap espansivo → π↑ → πe↑ SRAS si sposta verso l’alto; ↑ π effettiva → ↓ potere d’acquisto degli individui → ↓ PAE → ↓ Y. Nel nuovo equilibrio di lungo periodo (B) , Y=Y* ma tasso di inflazione è più elevato inflazione LRAS AD Y* SRAS output AD’ A SRAS’ B Shock positivi dal lato della domanda generano inflazione, senza alcun effetto sulla produzione

Shock nominale dal lato dell’offerta Una crescita inattesa del prezzo dell’energia determina uno spostamento della curva SRAS verso sinistra Poiché ora Y < Y* (gap recessivo), πe↓; la curva SRAS torna al livello precedente. Il sistema economico torna in equilibrio di lungo periodo nel punto A, con Y=Y* e π= πe Shock nominali dell’offerta non hanno alcun effetto né sull’inflazione, né sulla produzione di lungo periodo

Shock reale dal lato dell’offerta Se l’aumento del prezzo delle materie prime persiste, le imprese riducono lo stock di attrezzature meno efficienti (riduzione dello stock di capitale fisico). La LRAS si sposta verso sinistra: gap espansivo. Le aspettative sull’inflazione vengono riviste al rialzo e la SRAS si sposta in alto Si raggiunge un nuovo equilibrio di lungo periodo (B) dove Y=Y*’ (< Y*) e π2>π1 Shock reali dell’offerta hanno effetti sia sulla produzione sia sul livello di inflazione.

Risposta a shock da domanda Gli shock positivi della domanda creano maggiore inflazione; Per evitarlo la BC può cambiare la quantità di moneta in circolazione (OMA) inflazione LRAS AD Y* SRAS output inflazione LRAS AD Y* SRAS output AD’ A B B A AD’ L’aumento della domanda provoca un gap espansivo Una politica monetaria restrittiva lo riduce, spostando la AD indietro (Y=Y* senza aumento dell’inflazione 18

Risposta a shock nominale dell’offerta Uno shock negativo dell’offerta fa spostare la curva SRAS verso sinistra. Equilibrio di breve periodo (B) con Y<Y* Se la BC non reagisce, tale gap conduce a una revisione al ribasso delle aspettative sull’inflazione e la curva SRAS ritorna nella posizione iniziale, ristabilendo l’equilibrio di lungo periodo nel punto A Per ridurre le conseguenze dello shock negativo, la BC può aumentare l’offerta di moneta, facendo spostare la curva AD verso l’esterno; Ne deriva un nuovo equilibrio di lungo periodo (C) con Y=Y* ma una maggiore inflazione inflazione LRAS AD Y* SRAS output AD’ A SRAS’ B SRAS’’ C Aumenti della quantità di moneta creano inflazione

Risposta a shock reali dell’offerta inflazione LRAS AD Y* SRAS output LRAS’ inflazione LRAS AD Y* SRAS output LRAS’ A C B L’aumento del PIL potenziale provoca spinte deflattive (gap recessivo) che …. … possono essere contrastate con una politica monetaria espansiva. Eq. Di lungo periodo in C.

Ma è davvero necessario rispondere agli shocks? I gap di produzione generati da shock da domanda o da offerta tendono a riassorbirsi da soli I gap espansivi sono riassorbiti da un aumento del tasso di inflazione I gap recessivi sono riassorbiti da una riduzione del tasso di inflazione La velocità con la quale il sistema si riporta in equilibrio dipende dalla velocità con la quale vengono riviste le aspettative Se il processo di autocorrezione del sistema economico è lento, le politiche attive di stabilizzazione accelerano il ritorno alla piena occupazione.

Inflazione e moneta nel lungo periodo: la teoria quantitativa Nel lungo periodo “l’inflazione è sempre e comunque un fenomeno monetario” (M. Friedman). La velocità è una misura della velocità a cui circola la moneta ovvero: Dove P indica il livello medio dei prezzi, Y è il PIL reale e M la quantità di moneta in circolazione. Questa è nota come equazione quantitativa, che riflette l’ipotesi di moneta come mezzo di scambio.

La teoria quantitativa della moneta Assumendo che V sia costante e ricordando che nel lungo periodo Y è determinato prevalentemente da variabili reali In base all’equazione quantitativa, una variazione dell’offerta di moneta (∆M/M) comporta una analoga variazione nel livello dei prezzi (∆P/P), dati V e Y. Se la BC aumenta l’offerta di moneta del 10%, anche i prezzi aumentano del 10%. Perciò, alti tassi di crescita della moneta tenderanno a essere associati a alti tassi di inflazione (soprattutto se il PIL non cresce)

Inflazione e crescita della moneta nell’America Latina, 1995-2001

La curva di Phillips Gap espansivo: quando l’output cresce velocemente (e la disoccupazione diminuisce) ci sono forti pressioni inflazionistiche; Gap recessivo: l’economia non cresce, la disoccupazione aumenta, e ci sono basse pressioni inflazionistiche; Sembra esistere una relazione inversa tra inflazione e disoccupazione La relazione tra inflazione e disoccupazione è chiamata curva di Phillips. A. W. Phillips (1958) dimostra per il Regno Unito l’esistenza di una correlazione negativa tra tasso di disoccupazione e inflazione (tasso di variazione dei salari nominali)

Tasso di variazione dei salari e disoccupazione, Regno Unito 1913–1948 Fonte: Phillips, 1958 π u Πt = − a(ut- u*) u*

La curva di Phillips diventa: Dal 1960 in poi l’inflazione è diventata costantemente positiva e persistente Questo cambiamento nel processo inflazionistico ha cambiato il modo di formare le aspettative degli agenti economici La curva di Phillips diventa: Πt = Πe − a(ut- u*)

Trade-off tra inflazione e disoccupazione In base alla curva di Phillips il «costo da pagare» per una minore disoccupazione è un tasso di inflazione più elevato Coerente con il modello AD-AS Gap espansivo, Y>Y* , quindi u<u* e π > πe Gap recessivo, Y<Y* , quindi u>u* e π < πe Quindi, se voglio ridurre la disoccupazione, basta attuare una politica economica espansiva che aumenti la domanda aggregata. Questo meccanismo «funziona» nel breve periodo, ma non nel lungo periodo: Il sistema torna sempre al livello di pieno impiego (u=u*), grazie al meccanismo di aggiustamento delle aspettative Gap espansivo: πe↑→W↑→ W/P↑→LD↓→u ↑ fino a quando Y=Y* Gap recessivo: πe↓→W↓→ W/P↓→LD↑→u ↓ fino a quando Y=Y* u* è compatibile con diversi valori del tasso di inflazione Nel lungo periodo la curva di Phillips è verticale

La curva di Phillips e le aspettative di inflazione G↑→PAE↑→Y↑ Il gap espansivo crea pressioni inflazionistiche e la disoccupazione si riduce (A) La revisione delle aspettative di inflazione sposta la SRAS verso l’alto, facendo ulteriormente aumentare l’inflazione, ma riportando il sistema al pieno impiego. All’aumentare dell’inflazione attesa, anche la curva di Phillips si sposta verso l’alto. Aspettative di inflazione più elevate aumentano l’inflazione effettiva π πt = πe - a(ut − u*) A u* u πt = − a(ut − u*)

La curva di Phillips in Italia: 1980-2010

e nel mondo (1980-2010)