I Consorzi di Tutela Vini della Toscana presentano Osservazioni sul Piano di Indirizzo Territoriale.

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Transcript della presentazione:

I Consorzi di Tutela Vini della Toscana presentano Osservazioni sul Piano di Indirizzo Territoriale

Questa mattina i Consorzi vitivinicoli toscani hanno presentato delle comuni Osservazioni al Piano Paesaggistico adottato dal Consiglio Regionale lo scorso 2 luglio Nella lunga storia dei Consorzi toscani raramente si è raggiunta una così ampia unitarietà d’intenti, a dimostrazione che tutto il settore, senza distinzioni, condivide la medesima valutazione

non tutela nessun paesaggio, anzi … danneggia innanzitutto chi lo ha costruito in secoli di lavoro... … e chi giorno dopo giorno del paesaggio ha cura I Consorzi non sono contro il Piano perché insofferenti alle regole, sono piuttosto contro “questo” Piano perché:

Vogliamo ribadirlo con chiarezza: il paesaggio toscano è innanzitutto un patrimonio degli agricoltori! è il principale valore aggiunto della nostra viticultura! ed averne cura è nel nostro stesso interesse!

Ma non si tutela il paesaggio contro gli agricoltori, imponendo vincoli irrealistici ed obiettivi impraticabili. Non si tutela il passaggio trasferendo sulle spalle degli agricoltori costi e oneri, imponendo sempre maggiori obblighi e burocrazia. Il paesaggio si tutela con gli agricoltori, stimolando la loro partecipazione, con poche ma chiare regole.

Riconosciamo che il Piano contiene alcune positive indicazioni, soprattutto per quanto attiene i limiti posti al consumo di suolo … … ma nelle sue implicazioni per il settore vitivinicolo il nostro giudizio rimane netto: è un Piano. “anacronistico e sbagliato”

È anacronistico nei suoi assunti teorici e nei suoi obiettivi pratici, perché punta alla ricostituzione di un paesaggio agrario che non c’è più, superato dalla storia. È anacronistico perché guarda al passato più che al futuro. È anacronistico perché sembra che il mondo contemporaneo non lo interessi.

Nel 2014 sono credibili questi obiettivi? È “prioritaria la conservazione dei paesaggi agricoli tradizionali” (scheda 17, Val d’Orcia) “Favorire la riattivazione di economie agrosilvopastorali” (scheda 17, Val d’Orcia) È “prioritaria la conservazione dei paesaggi agropastorali tradizionali” (scheda 18, Maremma) “I principali indirizzi per il paesaggio collinare […] sono volti … a riattivare le economie agrosilvopastorali” (scheda 19, Amiata) E potremmo continuare a lungo ….

È profondamente sbagliato, nel suo impianto e per le sue conseguenze, perché: È un piano di oltre 3000 pagine!! Illeggibile per chiunque! È composto da 4 documenti principali, 20 schede d’ambito, decine di allegati e un numero infinito di cartografie Contiene indicazioni contraddittorie, dove niente è definito con precisione Trasferisce ai funzionari pubblici un enorme potere discrezionale Accresce la burocrazia, e infine…

In molte sue parti è del tutto incomprensibile! Occorre rimuovere qualunque tentazione dei gruppi dirigenti della Toscana, e in particolare di quelli politici, al compiacimento per i livelli raggiunti di benessere e qualunque propensione eventuale a lucrare le “rendite” politiche e di legittimazione che un passato positivo e un presente che ancora lo riflette, potrebbero consentire nell’immediato. Ciò che serve è l’esatto contrario. Non attendere che quelle crepe si allarghino e, nel frattempo stare a vedere in nome del “queta non movere”. Bensì accettare compiutamente i rischi del nuovo, del non già praticato e dell’intrapresa inusuale: a cominciare proprio dalla sfera politico-istituzionale. Naturalmente, sulla base di un’analisi e di un’interpretazione “condivisa”: che non sia però orientata a un qualche forzoso irenismo delle ipotesi e delle visioni, né alla aggregazione ecumenica delle preferenze, dei timori e delle cautele. Ci vuole una proposta coraggiosa per il futuro. Una proposta che sappia coniugare, nello stesso tempo, un elevato e qualificato nuovo livello di competitività e un nuovo modello universalistico di welfare. Il tutto entro un contesto di sostenibilità e di coesione sociale per i vecchi e per i nuovi toscani. (dal Documento di Piano)

Ha un’impronta fortemente vincolistica! “Ove si verifichi la concorrenza di più prescrizioni dello Statuto del presente piano, […] prevale la disposizione più restrittiva. Prevale la norma più restrittiva anche nel caso di concorrenza di norme di natura diversa dalle prescrizioni”. (articolo 3, comma 3 della Disciplina di Piano)

È in contrasto con le sue stesse dichiarazioni di principio, che tuttavia non vengono mai riportate all’interno della Disciplina di Piano. “Gli strumenti della pianificazione territoriale e gli strumenti della pianificazione urbanistica comunale non possono contenere prescrizioni in merito alle scelte agronomico-colturali, anche poliennali, delle aziende.” (articolo 66, comma 4, della “Proposta di Legge Regionale: Norme per il Governo del Territorio”, approvata dalla Giunta Regionale lo scorso 30 settembre 2013 e non ancora discussa dal Consiglio regionale) “le politiche di tutela del paesaggio rurale debbano essere generalmente sviluppate in forma di incentivazione e promozione … senza che ciò penalizzi la libertà di impresa … dove il problema fondamentale rimane la retribuzione o compensazione dei benefici goduti dalla collettività quando questi costituiscano costi interni alle imprese “ (Abachi Regionali delle Invarianti)

Infine è quasi ossessivo nella sua penalizzazione della moderna viticultura! “si deve […] prevenire le espansioni ingiustificate della coltura viticola” (scheda 15, piana di Arezzo e Val di Chiana) Si deve “prevenire l’inopinata estensione dei vigneti” (scheda 17, Val d’Orcia) Di deve “impedire la realizzazione di nuovi vigneti ai danni di aree di pascolo” (scheda 17, Val d’Orcia) “Le trasformazioni delle colture tradizionali in impianti viticoli specializzati andrebbero limitate” (scheda 10, Chianti) Si deve “Contrastare ulteriori trasformazioni in vigneti specializzati” (scheda 17, Val d’Orcia) “sono da evitare la realizzazione di coltivazioni agricole intensive [leggi vigneti specializzati] ai danni di aree di pascolo” (scheda 18, Maremma) E potremmo continuare a lungo...

Con le nostre Osservazioni abbiamo chiesto di rivedere profondamente l’impianto del Piano, facendo proposte costruttive che riguardano: La revisione della Disciplina di Piano, con la modifica di una serie di articoli La revisione del Documento di Piano, per rendere chiari i riferimenti giuridici e le politiche attive che il Governo regionale intende seguire La revisione puntuale di tutte le Schede d’Ambito che interessano i nostri Consorzi

Il paesaggio toscano è un valore condiviso dai cittadini come dalle aziende, e pertanto anche le politiche di tutela devono essere condivise. Al Consiglio Regionale ed al presidente Rossi ribadiamo quanto abbiamo già detto: ripensateci, prima che sia troppo tardi.