Il Duomo di Andria fu costruito da Goffredo d’Altavilla, tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo, su una chiesa preesistente dedicata a San.

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Transcript della presentazione:

Il Duomo di Andria fu costruito da Goffredo d’Altavilla, tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo, su una chiesa preesistente dedicata a San Pietro.. Federico II di Svevia vi fece seppellire due delle sue mogli : Jolanda di Brienne e Isabella d’Inghilterra, le cui sepolture sono collocate nella cripta.

Nel 1438 il Duomo fu ampliato dal duca Francesco II del Balzo, che ebbe anche il merito di ritrovare le ossa del Santo Patrono della città S. Riccardo d’Inghilterra. Il Duomo subì radicali cambiamenti nei secoli XVII e XVIII. A Metà ‘800 ebbe luogo la costruzione del portico antistante in stile neoclassico. Le spoglie del Santo Patrono, furono conservate nel cosiddetto “cappellone”, posto alla sinistra del transetto.

L’impianto architettonico è a tre navate che, con altrettanti imponenti archi ogivali si affacciano sul transetto. Sulla destra del presbiterio si trova la cappella della Sacra Spina della Corona di Nostro Signore Gesù, donata alla città dalla contessa Beatrice d’Angiò. Detta cappella fu edificata dopo il miracolo del 1910.

Sull'apice aguzzo c'è un gallo verdastro, issato su una sfera metallica, che segna la direzione del vento. In questo gallo, la tradizione popolare volle trovare riscontro alla leggenda, secondo la quale, S. Pietro apostolo fosse passato dalla città per divulgare il Vangelo. Segno delle radici profonde della cristianità nella comunità locale.

Appartiene ad una delle chiese più belle di Andria. Rappresenta la vetta più alta della città federiciana.

Costruito, secondo la tradizione, come torre di avvistamento per intercettare la pericolosa avanzata dell’esercito francese da Barletta.

La chiesa di San Francesco, come gran parte delle chiese della città di Andria, risente, dal punto di vista architettonico, di una rivisitazione successiva alla sua costruzione.

Lo stile gotico lascia spazio infatti a quello barocco come mostra il portale della chiesa, successivamente sopraelevato e ricostruito in tufo.

All’interno la pianta è a navata unica. Un rapido sguardo consente al visitatore di individuare l’altare maggiore costruito in prezioso marmo policromo come quelli laterali realizzati con lo stesso materiale.

IL campanile si presenta alto e snello (c.a.54metri) insieme al coevo campanile di S. Domenico e al preesistente della Cattedrale divenne il simbolo stesso di Andria, da quel momento divenuta “la città dei tre campanili”. Nel 2006 è stato effettuato l’ultimo restauro non solo dei paramenti lapidei ma anche della banderuola segna vento con il simbolo francescano, posta sulla cuspide.

Lo stile è barocco. I lavori ebbero inizio al principio del mese di agosto nel Ripresero nel 1766 e si conclusero nel Tra il 1893 ed il 1895 il campanile subì i primi restauri, per danni causati da un fulmine abbattutosi su di esso il 29 aprile del 1890.

Accanto alla chiesa si trova il chiostro, rimasto nell’originario stile gotico in cui i pilastri sorreggono i portici, completando in modo armonico la visione d’insieme.

La chiesa di S. Domenico fu intitolata alla Madonna dell’Umiltà e poi venne affidata ai padri domenicani. Nel 1510 fu costruito il portale della chiesa in stile rinascimentale. Nel 1769 venne completato il campanile di pietra in stile barocco. Infine nel 1809 il convento fu utilizzato come carcere.

Il 16 marzo di quest’anno, 2014, la chiesa è stata riconsegnata alla comunità, dopo un accurato restauro. E’ ritornata all’antico splendore, dopo anni di abbandono.

Realizzazione a cura di : Alicino Martina Di Pasquale Davide Merra Nunziana Moschetta Alessandra Gicaru Andrada Porro Daniele Casiero Alessia Sinisi Serafina Matera Mariariccarda Zingaro Noemi Dell’endice Viviana Zingaro Chiara Muraglia Mariangela Tursi Alessia Di Bari Marika Gammarrota Stefania Visaggio Angela Rella Marino Piarulli Arianna Guglielmi Marika Docente di Italiano, Storia e Geografia: Mariolina Cassetta Docente di Arte e immagine : Rosa Battaglia