La crisi di Wall Street (24 ottobre 1929)

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Il monitoraggio della Congiuntura A cura di: Giuseppe Capuano - Economista Treviso, 7 maggio 2010.
Advertisements

LA GRANDE CRISI. nascita dellamerican Way of life: laffermazione della società dei consumi (espansione e standardizzazione dei consumi) taylorismo e tecnologia.
GLI USA DALLA CRISI AL NEW DEAL.
Origine e diffusione della crisi subprime
A cura di : Marco Sala Samuele Pirovano
 La crisi economica del 1873.
John Maynard Keynes.
La fase di sviluppo intensivo ( ) 1.La crisi della fase estensiva di sviluppo 2.I caratteri strutturali della fase di sviluppo intensivo.
Produzione, tasso di interesse e tasso di cambio
La Grande Depressione del
La formazione del reddito nazionale
I MODI DELLA POLITICA ECONOMICA: MERCATI, DISOCCUPAZIONE E INFLAZIONE
ESERCITAZIONE 2.
CORSO DI STORIA CONTEMPORANEA Docente Prof. Ventrone
neocolonialismo Alla fine della seconda guerra mondiale
24 ottobre 1929: Il giovedì nero che sconvolse il mondo intero
La crisi del 1929 e il New Deal
Dalla Lira all’ €uro, la moneta unica di fronte alla crisi dell’economia europea e mondiale
AMERICA: LA CRISI DEL 1929 Porro Giulia 3°C RIM.
UN SALTO INDIETRO NELLA STORIA
La moneta, le banche e l’inflazione Le funzioni della moneta
L’INTRODUZIONE DI TEORIE KEYNESIANE NELLA POLITICA ECONOMICA AMERICANA
Gli effetti di una bolla speculativa mondiale
La crisi del 1929 in Europa.
Risparmio, investimento e sistema finanziario
La crisi del Gli Stati Uniti Progetto:
L’economia mondiale tra sviluppo e crisi
Il sistema a economia mista
IL CICLO ECONOMICO INTRODUZIONE E ANALISI DELLE VARIAZIONI ECONOMICHE
Cause della seconda guerra mondiale cap.1° - La crisi del ‘29
Capitolo 10: La crisi del 1929 e il New Deal
Storia Economica Corso anno accademico (seconda parte)
Blanchard, Macroeconomia, Il Mulino 2006 Capitolo XXV. Stagnazioni e depressioni 1 La banca centrale non può ridurre il tasso di interesse nominale al.
Introduzione Capitolo 1 adattamento italiano di Novella Bottini
1) Il vicolo cieco della crisi Il vicolo cieco della crisi 2) I criteri di cui dovrebbero tener conto le banche per i prestiti I criteri di cui dovrebbero.
DEI MERCATI FINANZIARI
Bilancia dei pagamenti e tassi di cambio
Industria Inizio anni quaranta: costruzione delle ferrovie: risveglio economico della Germania. Dalla fondazione del regno fino alla prima guerra mondiale.
La Grande guerra ( ) Fonte: Viaggio nella storia, cd. Suppl. “La Repubblica”
L’economia nel Cinquecento
Lo Spasso, la Crisi e le Riforme in America
Lo schema di questa relazione
Contesto, cause e strategie d’uscita
La crisi del ‘29.
USA ed Europa democratica tra le due guerre
La crisi degli anni Trenta e la società di massa
Copyright © 2006 Thomson Learning 18 Risparmio, investimento e il sistema finanziario.
L’Europa dopo la prima guerra mondiale
Moneta e sistema bancario
Domanda e offerta di moneta
La moneta e il suo valore
Salvare il capitalismo dai capitalisti
I modelli di capitalismo Il dibattito negli anni ‘80.
LA STORIA ANNO 2008 ANNO 2009 ANNO 2010 GLI ATTORI GLI ACCADIMENTI
L’economia e il mondo.
I modelli di capitalismo Il dibattito negli anni ‘70.
La Finanza Etica per l’Impresa Sociale Respet – 22 giugno 2007 La finanza internazionale Andrea Baranes
LA CRISI DEL ‘29.
CORSO DI STORIA CONTEMPORANEA Docente Prof. Ventrone New Deal (lez. 28) II SEMESTRE A.A
GLI STATI UNITI DAL PRIMO DOPOGUERRA AL NEW DEAL
Politica economica Parte seconda Valentina Meliciani.
L’INTERVENTO PUBBLICO NELL’ECONOMIA Prof. Fabio Asaro.
1 LA GRANDE DEPRESSIONE AMERICANA E IL NEW DEAL. 2 Ci occuperemo di: I Ruggenti Anni Venti Il crack del Ventinove e la Grande Depressione Il New Deal.
LA CRISI DEL 1929 © Pearson Italia spa.
La “Grande depressione” e la “Grande recessione” Una comparazione PROF. RICCARDO FIORENTINI.
Confronto tassi di cambio fissi e flessibili Secondo i suoi sostenitori presenta due ordini di vantaggi, in termini di efficienza: non interferisce con.
L’america del primo dopoguerra
IL CAPITALISMO DEMOCRATICO. IL PASSATO IL COMPROMESSO TRA CAPITALISMO E DEMOCRAZIA REALIZZATO DURANTE IL FORDISMO VIENE OGGI VISTO COME UNA PARENTESI.
Il grande crollo La crisi del '29 e le sue conseguenze ITIS “ALESSANDRO ROSSI”
«Gli economisti si assegnano un compito troppo agevole e troppo poco utile se, nei periodi di tempesta, riescono a dirci soltanto che una volta passato.
Transcript della presentazione:

La crisi di Wall Street (24 ottobre 1929) Premessa. Il mondo del dopoguerra non trovava stabilità economica: produceva molto, molte imprese nascevano, ma non c’era un livello di benessere sufficientemente generalizzato per assorbire questa ricchezza produttiva. Durante la guerra, USA e Giappone si erano arricchiti, mentre tutti i paesi europei avevano perduto risorse. Nel dopoguerra, gli USA avevano messo i capitali a disposizione dei paesi europei e in particolare della Germania per permettere al mercato europeo di riprendersi.  Il mondo tra le due guerre

Il mondo tra le due guerre Negli anni Venti, pur rimanendo alte la disoccupazione e l’instabilità economica, vi era stata una certa ripresa dei mercati, soprattutto americano, che aveva favorito la crescita del valore dei titoli azionari. Il valore dei titoli tra il ‘27 e il ‘29 triplicò addirittura. L’instabilità del mercato si manifestava con improvvisi rialzi di borsa (che favorivano speculazioni e forti consumi9 e altrettanto improvvisi ribassi che determinavano ondate di panico. Alla base di questa instabilità c’era la mancanza di pianificazione e razionalizzazione della produzione e della distribuzione delle merci che, rimanendo invendute, generavano crisi di sovrapproduzione. Il mondo tra le due guerre

Il mondo tra le due guerre Nonostante questa diffusa situazione, negli USA 1) la fiducia nella capacità di sviluppo dell’apparato produttivo e 2) la disponibilità di capitali (anche esteri) da investire, generarono quella che viene chiamata in gergo bolla speculativa, cioè una generale euforia e corsa all’investimento e alle speculazioni. Il giovedì nero. Nell’autunno del ‘29 iniziarono i primi segnali di una crisi di sovrapproduzione, dovuta sia alla diminuzione delle esportazioni, sia alla minore circolazione di moneta (dovuta ad un errore della FRB), sia alla diminuita domanda interna: Il mondo tra le due guerre

Il mondo tra le due guerre dopo settimane di ribassi e grande nervosismo, il 24 ottobre la Borsa di New York (cioè l’indicatore dell’economia americana) crollò: cos’era successo? Il ribasso progressivo dei titoli e delle azioni aveva causato la corsa alla vendita delle azioni: tutti i risparmiatori, per arginare le perdite, vendettero i titoli a qualsiasi prezzo, dimezzando in pochi giorni l’intero mercato finanziario americano. Il risparmiatore medio americano perse tutto il denaro investito  non poté effettuare le spese previste o per le quali si era indebitato (le banche concedevano facilmente credito)  non poté fare fronte ai debiti contratti con le aziende di credito  banche ed assicurazioni fallirono numerose  scomparsa del risparmio privato  Il mondo tra le due guerre

Il mondo tra le due guerre mancanza di capitali da investire in attività produttive  rallentamento o blocco totale dell’attività produttiva  riduzione dei salari o licenziamenti  disoccupazione  abbassamento della domanda interna  diminuzione ulteriore della domanda interna  ulteriore disoccupazione. Fino all’8 luglio 1932 l’economia americana continuò a franare, estendendo la crisi all’intero sistema economico mondiale, e in particolare in Europa (cessazione dei prestiti). La crisi di Wall Street ha le sue origini in diversi fattori: 1) lo squilibrio del sistema economico mondiale (ricchezza degli USA/crisi del resto del mondo); Il mondo tra le due guerre

Il mondo tra le due guerre 2) l’incapacità di generare una domanda che stimolasse l’espansione produttiva; 3) stagnazione dei processi economici mondiali; 4) la mancanza di un Welfare State, di uno stato sociale in grado di intervenire nell’economia in caso di crisi a sostegno dei ceti più deboli; 5) il liberismo selvaggio e privo di controllo. Quali rimedi? Per rimettere in piedi l’economia americana (e mondiale) bisognava rinvigorire la domanda, cioè fare risalire i livelli di reddito dei lavoratori occupati, riassorbire manodopera e rimettere in circolazione denaro e merce. Diverse furono le soluzioni adottate: Il mondo tra le due guerre

Il mondo tra le due guerre Italia: economia autarchica, “battaglia del grano”, ruralizzazione dell’economia; Germania: riarmo; Gran Bretagna: rapporti economici privilegiati con il Commonwealth. In genere, il malcontento sociale che si generò spinse l’opinione pubblica verso forme politico-economiche forti e autocratiche, come furono il fascismo e il nazismo. In Italia e in Germania non c’era disoccupazione: l’inquadramento e la pianificazione sembrarono una brillante risposta alla crisi che i regimi democratici non riuscivano a controllare. Il mondo tra le due guerre

Il mondo tra le due guerre Il New Deal Il mondo tra le due guerre

Il mondo tra le due guerre Mentre fascismi e comunismo avevano già avviato l’intervento statale nell’economia, la macchina statale degli USA dovette trasformarsi in un soggetto economico in grado di creare occupazione e rilanciare gli investimenti. Artefice di questo New Deal (Nuovo Corso) fu F.D.Roosevelt, democratico, eletto presidente nel 1932. Per fare ripartire un’economia ferma, bisognava stimolare la domanda: per fare ciò, era necessario creare nuova occupazione, quindi distribuire salari e permettere al cittadino medio di spendere. E’ possibile per un governo creare occupazione in due modi: Il mondo tra le due guerre

Il mondo tra le due guerre 1) finanziando opere pubbliche; 2) stimolando investimenti privati con agevolazioni al credito. Per fare ciò, lo stato deve spendere il denaro pubblico (creando deficit), ma in vista di nuova ricchezza che permetterà maggiore gettito fiscale. Inoltre, per difendere il livello dei salari, lo stato deve ostacolare la concorrenza con misure di intervento a favore dei soggetti più deboli e imponendo per legge un salario minimo: in tal modo, le aziende non possono ridurre i loro costi; dunque, devono essere sostenute con finanziamenti e con sgravi fiscali. Tutte queste iniziative generano  Il mondo tra le due guerre

Il mondo tra le due guerre inflazione, poiché i salari sono mantenuti (nominalmente), ma di fatto si svalutano, perché i prezzi salgono, sostenuti dalla rinata domanda. Nel mercato i soldi circolano più velocemente, perché a nessuno conviene tenere fermo denaro che si svaluta: questo favorisce gli investimenti, le speculazioni e le occasioni di lavoro  l’economia si rimette in moto: si crea domanda, che stimola l’offerta, che produce nuova domanda, e così via… Roosevelt operò in entrambi i settori, quello della spesa pubblica e dell’intervento nel mercato del lavoro: - istituzione della Tennessee Valley Authority (risistemazione delle risorse idriche del Sud: si dava lavoro a migliaia di operai e si rimetteva in moto l’economia del Sud); Il mondo tra le due guerre

Il mondo tra le due guerre - promulgazione della N.I.R.A. (legge per la ripresa nazionale dell’industria), con cui si assicurava agli operai un salario minimo e un tetto massimo di ore di lavoro; le aziende erano tenute al rispetto delle libertà sindacali e di una serie di vincoli che impedivano la libera concorrenza e tenevano a freno i prezzi. Il New Deal, come si vede, inaugura il programma della sinistra democratica moderna: salario minimo, orario massimo, posti di lavoro, garanzie sindacali: un secolo dopo la totale libertà di mercato, le istituzioni pubbliche tornavano a regolamentare il mercato, il lavoro, a difendere gli operai e a limitare la concorrenza. Il mondo tra le due guerre

Il mondo tra le due guerre Tutto ciò non avvenne senza contraccolpi di natura economico-istituzionale: - il debito pubblico raddoppiò in pochi anni; - la Corte Suprema giudicò incostituzionale la N.I.R.A., che favoriva le aziende che ne applicavano il contenuto, violando pesantemente la tradizionale libertà di mercato cui gli USA erano legatissimi. Roosevelt dovette mettere in campo tutta l’abilità di leader, con grandi mobilitazioni propagandistiche e ideologiche: si trattava di difendere i deboli e insieme la ricchezza nazionale. Al termine della controversia, la Corte Suprema riconobbe l’ingerenza dello stato nell’economia, alterando così l’equilibrio costituzionale americano, con un rafforzamento del potere del presidente. Il mondo tra le due guerre

Il mondo tra le due guerre La terza via rooseveltiana tra capitalismo e comunismo, a differenza che nei regimi fascisti, non minacciò mai le libertà democratiche: anzi, fu varata la legge della Social Security, ossia il sistema di previdenza sociale che negli USA non esisteva ancora  fondazione del Welfare State, uno stato in grado di proteggere il reddito, l’occupazione, e di sostenere la domanda in caso di crisi. Nelle elezioni del ‘36 Roosevelt stravinse e fu riconfermato presidente. Il mondo tra le due guerre

L’economia keynesiana Proprio nel 1936, in Inghilterra comparve un libro che dava fondamento teorico a quello che Roosevelt aveva fatto negli USA: Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta, di John Maynard Keynes. Il libro dimostrò la necessità di un capitalismo guidato dallo stato, attraverso le banche centrali, la pianificazione, la contrattazione tra le parti sociali, l’investimento del pubblico denaro. L’economia classica si fondava sulle teorie di A.Smith, secondo il quale la “mano invisibile” del mercato regola spontaneamente gli scambi  Il mondo tra le due guerre

Il mondo tra le due guerre ad esempio, secondo Smith, se una merce è offerta in grande quantità, il suo prezzo diminuisce: a prezzo calante, la merce conquista nuovi consumatori, fino a che la domanda viene esaurita. Oltre questo limite, la merce resta invenduta: allora, gli investimenti vengono rivolti altrove. Lo stesso discorso vale per la moneta: più denaro viene offerto dal sistema bancario, meno costa (cioè sono minori gli interessi a cui viene prestato). Quando gli interessi sono calati ad un punto che il mercato giudica non più conveniente, gli investimenti diminuiscono e aumenta il consumo (in parole semplici: la voglia di spendere prevale su quella di risparmiare)  i consumi generano domanda, che viene soddisfatta da nuovi investimenti Il mondo tra le due guerre

Il mondo tra le due guerre Questo schema, astratto e ottimistico, funzionò per circa un secolo, finché c’erano risorse materiali e umane da sfruttare (imperialismo); il crollo di Wall Street aveva dimostrato che: 1) il salario non può essere compresso al di sotto di limiti “vitali” per le famiglie e l’ordine pubblico; 2) il livello dei consumi non può alzarsi al di sopra dell’effettiva capacità di assorbimento del mercato, ma nemmeno calare al punto da generare sofferenza sociale; 3) lo Stato deve prendere l’iniziativa di diffondere il benessere; 4) lo Stato deve scoraggiare il risparmio improduttivo e favorire investimenti, consumi, esportazioni; Il mondo tra le due guerre

Il mondo tra le due guerre 5) per stimolare il ciclo domanda/offerta è necessario fare crescere il reddito nazionale (la somma di tutti i salari), risultato che può raggiungere solo lo stato, con opere di grande respiro in grado di fornire lavoro. Il New Deal da un lato, la teoria di Keynes dall’altro assestarono il colpo finale ad un secolo di liberismo selvaggio ed incontrollato Il mondo tra le due guerre