Cristo agli apostoli che gli chiedono di insegnare loro a pregare dice: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione».
Immaginiamo cosa potrebbe succedere se, ognuno di noi, mettesse nella sua preghiera quotidiana la stessa forza, la tensione intellettiva e civile, che di solito ripone nelle sue rivendicazioni pubbliche e private o nei progetti che vuole realizzare!
Se chiedessimo al “Padre”, con quella stessa energia con cui chiediamo il sostentamento quotidiano, difendendolo dalle incertezze e dai soprusi; di chiedere la nostra salvezza e il perdono verso gli altri; di vincere in ogni tipo di tentazione giornaliera !
Oggi il mondo sarebbe migliore. Cristo, nella risposta ai suoi discepoli, indica proprio questa strada, non altre!
Di conseguenza rispetteremmo l’ambiente; utilizzeremmo materie compatibili nel costruire grandi impianti industriali, senza poi doverli chiudere per inquinamento doloso, rischiando di licenziare migliaia di persone;
eviteremmo disastri causati da comportamenti scorretti, voluti per scopo di lucro; gestiremmo con scienza e passione le crisi che comunque potrebbero intervenire, per motivi sconosciuti;
amministreremmo la cosa pubblica con equità; avremmo una legislazione in grado di accompagnare il cittadino nel suo percorso etico, contro l’illegalità, la corruzione, la criminalità organizzata; avremmo scuole e sanità soddisfacenti.
Ma la nostra preghiera non è questa! Abbiamo altre priorità, non vogliamo Dio in cose pubbliche, ci vergogniamo o comunque quelle cose le vogliamo realizzare con la “ nostra saggezza ”; in quelle cose non ha nulla a che fare Dio ! Bastano gli strumenti e le varie articolazioni istituzionali!
Ricordiamo che la preghiera non è un bancomat, dove ritirare la “grazia” necessaria, in tempi di recessione, ma un modo di essere e di sentire le relazioni personali e sociali in sintonia con il respiro eterno di Dio, è un vivere in sintonia con Dio!
Voglio essere ottimista. L’uomo, anche in un periodo di oscuro laicismo, ha la possibilità, se solo lo volesse, di risorgere nel suo spirito e riformare, nella giustizia e nell’armonia sociale, la sua vita quotidiana.
A questo serve pregare! Non certo ad isolarsi dal mondo, per paura di contagiarsi, dai suoi guasti, ma ad uniformare le opere terrene alla sapienza del cielo, per sanare i suoi difetti e per favorire la fratellanza tra gli uomini.
Se nelle cose, che non procedono per il verso giusto, ci fosse di mezzo, ad esempio, un fatto di natura familiare, sindacale, ambientale, politico, industriale, crederemmo che la soluzione ci potrebbe venire con la preghiera?
È vero! La crisi di un sistema è di solito frutto di diverse concause materiali. Ma la causa principale è lo stesso uomo, al di là del suo ruolo, con la sua umanità, c’è di mezzo una dimensione etica e spirituale! E allora la preghiera non ha spazio in tutto questo?
Concludiamo con il pensiero di un parroco:“La preghiera deve durare per tutto il tempo necessario, perché il Signore ripari i guasti causati dal nostro peccato e da quelle imperfezioni che sempre danneggiano la nostra umanità.
Solo Dio può risanare la vita di ognuno e solo Lui le può dare la sua verità. Lui non la risana se noi non glielo permettiamo”, ma per noi è la fine. La nostra vita rimane sgangherata, disastrata, rotta, incapace di funzionare, priva della sua verità.
pubblicista Quindi il tempo trascorso in preghiera è il più necessario, perché è in esso che la vita si ricompone”. Quindi il tempo trascorso in preghiera è il più necessario, perché è in esso che la vita si ricompone”. Adattamento testo di:Egidio Chiarella, Adattamento testo di:Egidio Chiarella,