19 ottobre 2014 Santa Maria del Fonte – Carbonara CIAO, EDUCATORI!!! ARCIDIOCESI BARI-BITONTO.

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19 ottobre 2014 Santa Maria del Fonte – Carbonara CIAO, EDUCATORI!!! ARCIDIOCESI BARI-BITONTO

PROGETTO FORMATIVO Gesù Cristo è il centro vivo della fede, è il cuore della nostra proposta formativa. Può sembrare un’affermazione ovvia, ma noi vogliamo ribadire l’esigenza che la formazione ritorni di continuo al nucleo essenziale e dinamico, qual è il mistero della persona di Gesù. (introduzione cap. 2. Formati a immagine di Gesù) EVANGELII GAUDIUM 23. L’intimità della Chiesa con Gesù è un’intimità itinerante […]. Fedele al modello del Maestro, è vitale che oggi la Chiesa esca ad annunciare il Vangelo a tutti, in tutti i luoghi, in tutte le occasioni, senza indugio, senza repulsioni e senza paura.

F R E D D O CALOCALO D I R E AEAE M L E BENBEN O C R E T O ASRATTOASRATTO E S S E N Z I A L I T À DINAMSMODINAMSMO F E E VTAVTA INTIMITÀ INTIMITÀ I I N E R A N T E

Nessun uomo è un’isola John Donne

CHIESA IN USCITA La Chiesa in uscita di papa Francesco è fatta di cristiani che tirano fuori l’anima. Anime in uscita! Anime dinamiche!

LA FEDE NON È UN FUOCO PIROTECNICO… …LA FEDE È UNA LANTERNA UNA LUCE TENUE, MA COSTANTE, CHE TI AIUTA A CAMMINARE NELLA NOTTE

PROGETTO FORMATIVO Sul tempo di Nazaret il Vangelo tace quasi del tutto: è un tempo così normale e quotidiano che non fa notizia e sembra non avere nulla da dirci. È normale come la vita di ciascuno di noi e assomiglia tanto alla nostra vita di laici, così normale da non poter essere raccontata e da sembrare insignificante per la fede, per la missione. […] È Vangelo, da parte del Signore, condividere la vita degli uomini; nel silenzio, perché tale esperienza vale in sé, e se la parola serve, serve a dire la grandezza dell’umanità salvata. L’esperienza dei laici cristiani è un modo per continuare nel tempo il mistero di Nazaret, che è così silenzioso da poterlo immaginare raccontato in infiniti modi dalla vita dei credenti. (2.3. Il volto nascosto di Gesù: Nazaret) EVANGELII GAUDIUM 18. […] delineare un determinato stile evangelizzatore che invito ad assumere in ogni attività che si realizzi. E così, in questo modo, possiamo accogliere, in mezzo al nostro lavoro quotidiano, l’esortazione della Parola di Dio: “Siate sempre lieti nel Signore. Ve lo ripeto, siate lieti!” (Fil 4,4) 265. Tutta la vita di Gesù, il suo modo di trattare i poveri, i suoi gesti, la sua coerenza, la sua generosità quotidiana e semplice, e infine la sua dedizione totale, tutto è prezioso e parla alla nostra vita personale.

Dio educa il suo popolo attraverso l’incontro con l’uomo. Gesù è, per la sua stessa duplice natura, un incontro.

Nazaret è una parentesi, un luogo e un tempo sospesi, l’ombelico della storia della salvezza dell’umanità.

PROGETTO FORMATIVO Ci dicono che Maria ha condotto una vita sulla terra: infatti è una donna vera, abita a Nazaret, villaggio della Galilea di nessun rilievo; appartiene a un ambiente popolare; va sposa a Giuseppe, il carpentiere del villaggio. È la madre del Signore, ma di fatto la sua vita è comune a tutti: è la vita di una ragazza ebrea, poi di una giovane sposa e di una mamma. […] La vita di Maria è stata piena di sollecitudini familiari e di lavoro. Partecipava attivamente ai fatti della vita: la vediamo in visita a una parente anziana, in pellegrinaggio a Gerusalemme, presente a una festa di nozze. (2.7. Maria, immagine del cristiano) EVANGELII GAUDIUM 288. Ogni volta che guardiamo a Maria torniamo a credere nella forza rivoluzionaria della tenerezza e dell’affetto […] che assicura calore domestico alla nostra ricerca di giustizia. È anche colei che conserva premurosamente “tutte queste cose, meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19). Maria sa riconoscere le orme dello Spirito di Dio nei grandi avvenimenti e anche in quelli che sembrano impercettibili. È contemplativa del mistero di Dio nel mondo, nella storia e nella vita quotidiana di ciascuno e di tutti. È la donna orante e lavoratrice a Nazaret, ed è anche nostra Signora della premura, colei che parte dal suo villaggio per aiutare gli altri “senza indugio” (Lc 1,39).

La passione, la nostra passione, sì, noi l'attendiamo. Noi sappiamo che deve venire, e naturalmente intendiamo viverla con una certa grandezza. Il sacrificio di noi stessi: noi non aspettiamo altro che ne scocchi l'ora. Come un ceppo nel fuoco, così noi sappiamo di dover essere consumati. Come un filo di lana tagliato dalle forbici, così dobbiamo essere separati. Come un giovane animale che viene sgozzato, così dobbiamo essere uccisi. La passione, noi l'attendiamo. Noi l'attendiamo, ed essa non viene. LA PASSIONE DELLE PAZIENZE Madeleine Delbrel

Vengono, invece, le pazienze. Le pazienze, queste briciole di passione, che hanno lo scopo di ucciderci lentamente per la tua gloria, di ucciderci senza la nostra gloria. Fin dal mattino esse vengono davanti a noi: sono i nostri nervi troppo scattanti o troppo lenti, è l'autobus che passa affollato, il latte che trabocca, gli spazzacamini che vengono, i bambini che imbrogliano tutto. Sono gl'invitati che nostro marito porta in casa e quell'amico che, proprio lui, non viene; è il telefono che si scatena; quelli che noi amiamo e non ci amano più; è la voglia di tacere e il dover parlare, è la voglia di parlare e la necessità di tacere; è voler uscire quando si è chiusi è rimanere in casa quando bisogna uscire; è il marito al quale vorremmo appoggiarci e che diventa il più fragile dei bambini; è il disgusto della nostra parte quotidiana, è il desiderio febbrile di quanto non ci appartiene. Madeleine Delbrel

Così vengono le nostro pazienze, in ranghi serrati o in fila indiana, e dimenticano sempre di dirci che sono il martirio preparato per noi. E noi le lasciamo passare con disprezzo, aspettando – per dare la nostra vita – un'occasione che ne valga la pena. Perché abbiamo dimenticato che come ci sono rami che si distruggono col fuoco, così ci son tavole che i passi lentamente logorano e che cadono in fine segatura. Perché abbiamo dimenticato che se ci son fili di lana tagliati netti dalle forbici, ci son fili di maglia che giorno per giorno si consumano sul dorso di quelli che l'indossano. Ogni riscatto è un martirio, ma non ogni martirio è sanguinoso: ce ne sono di sgranati da un capo all'altro della vita. E' la passione delle pazienze. Madeleine Delbrel