Dario Ianneci Salerno, 11 aprile 2014

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Transcript della presentazione:

Dario Ianneci Salerno, 11 aprile 2014 L’arte della parola L'eloquenza dall'antichità classica al linguaggio moderno Dario Ianneci Salerno, 11 aprile 2014

La comunicazione non è “il discorso” “Parlare non è necessario per vivere da esseri umani. Quello di cui non possiamo fare a meno sono non le parole, ma la comunicazione.” Tullio De Mauro, Guida all’uso delle parole

La parola nell’idea degli antichi La sintesi di Diodoro Siculo La centralità della parola: lucidamente ordinata, retoricamente organizzata è l’elemento che distingue gli educati dai “selvatici”, (ossia, nel suo mondo antico, i Greci dai Barbari)

Anche gli oggetti comunicano… Impugnatura ergonomica: Un solo gesto per “prendere” ed “aprire” Confezione da tenere “sotto” i colori: blu vs verde Confezione trasparente = controllo del consumo Nessuna impugnatura = confezione da tenere “sopra” formula chimiche = potenza sgrassante più = evoluzione rispetto al passato Limone = natura

Anche una busta comunica…

Anatomia di una busta Burocrazia Comunicazione Logo istituzionale Logo politico

Tipi di comunicazione Verbale Non verbale Mediata (medium) Parole, frasi, testi Non verbale Stretta di mano Segno di assenso Segno di diniego Musica – pittura – danza (forte valenza simbolica) Mediata (medium) Persone  avvocato che rappresenta le ragioni dell’imputato Strumenti  televisione che trasmette contenuti prodotti da altri

Gli elementi fondamentali… (1) qualcuno (il mittente) che comunica (2) qualcosa (il messaggio) a (3) qualcun altro (il destinatario) obiettivo: informare, chiedere, persuadere, insegnare, divertire, sentirsi “in contatto”

Indice, facilità di indicazioni L’indice ha un rapporto di continuità “naturale” con l’oggetto termometro barometro banderuola

Icona, semplice immediatezza Rapporto di somiglianza con l’oggetto

Simbolo, tutta la complessità possibile Un oggetto che rimanda ad una realtà, di norma, “astratta”, ad una qualità spirituale Ogni cultura elabora “simboli” specifici Il colore “bianco”: in Europa “vita”, in Giappone “morte” I simboli numerici: 3 – 0 ecc. I simboli possono diventare stereotipati ulivo  pace

Comunicazione “difficile”… Due esempi “Gesuiti euclidei vestiti come dei bonzi per entrare a corte degli imperatori della dinastia dei Ming…” Segunda feira de Lisboa che nome d’incanto qui da noi è lunedì soltanto

Comunicazione simbolica difficile “Gesuiti euclidei vestiti come dei bonzi per entrare a corte degli imperatori della dinastia dei Ming” Matteo Ricci

Centralità della parola organizzata 1. Persuadere e prevalere sui molti: Leader politici assemblea Logografi Tribunale 2. Dimostrare Uomini di cultura assemblee, scuole, manifestazioni Contesto: società a democrazia diretta

Teoria etno-psicologica (Norden) Mondo antico Mondo moderno Persuadere facendo leva sulla passionalità e sul senso estetico del pubblico Persuadere solo mediante argomenti concreti popoli nordici greci latini “meridionali”

La strategia della parola in scena L’oratore La potenza del discorso L’improvvisazione non esiste Il luogo (“agon”) L’ethos La parte in causa La giuria Il pubblico L’accusatore Il pathos https://www.youtube.com/watch?v=4T9naPZ5dm8

Le funzioni del discorso Docere et probare  informare e convincere; Delectare  catturare l'attenzione con un discorso vivace e non noioso; Movere  commuovere il pubblico per far sì che aderisca alla tesi dell'oratore.

Discorso persuasivo Principio di non parafrasi Anzitutto, un discorso efficace non deve essere parafrasabile, cioè non si deve poter sostituire i suoi enunciati portanti con altri enunciati senza che vi sia una perdita di informazioni, o comunque un'alterazione del senso. i tropi e le figure perdono significato se tradotte in un'altra lingua o se si tenta di cambiarne le parole. Olivier Reboul, Introduzione alla retorica, Il Mulino, 1996

Discorso persuasivo Principio di chiusura. Irrefutabilità del discorso: per un avversario deve essere impossibile – o quasi – ribattere a quanto detto dall'oratore (a meno che anch'egli non trovi un argomento che si colloca sul medesimo livello). Uso di formule come “slogan pubblicitari Impossibilità di replicarvi se non con altre formule/slogan.

Discorso persuasivo Principio di trasferimento. Base: una convinzione accettata dall'uditorio e trasferita sull'oggetto del proprio discorso. Un'opinione radicata nelle menti di molte persone, “vera” agli occhi dei più (luogo comune) I desideri diventano “reali” Il retore sfrutta questa ambiguità per persuadere chi gli sta di fronte.

Necessità di strategie Costruzione di discorsi Fine: potenza dimostrativa durevole Mezzo: la retorica”, Laboratorio teorico e pratico plurisecolare I sofisti Gorgia Gli oratori e i logografi Isocrate, Demostene, Lisia I filosofi Platone Aristotele

L’improvvisazione non esiste “Cicerone dopo dato un consiglio al senato o al popolo, da mettersi in opera anche il dí medesimo, dopo perorata e conchiusa una causa, ancor di una piccola eredità si poneva a tavolino, e dagl’informi commentari che gli avevano servito a recitare, cavava, componeva, limava, perfezionava un’orazione formata sulle regole e i modelli eterni dell’arte piú squisita, e come tale, consegnavala all’eternità. Cosí gli oratori attici, cosí Demostene di cui s’ha e si legge dopo 2000 anni un’orazione per una causa di 3 pecore” (Leopardi, 15 settembre 1823)

Gli elementi rilevanti del discorso Corpo centrale Ragionamento Rottura del silenzio Esordio Richiesta Conclusione

Gli elementi rilevanti del discorso 1. Concatenazione argomentativa La concatenazione argomentativa Concatenazione degli argomenti il “ragionamento” Legame  i “luoghi comuni”

Cos’è un “luogo comune”? Luciano Canfora: Il luogo comune è la “summa” – il bilancio sintetico – dell’ “etica media” degli ascoltatori Qual è l’effetto del “luogo comune”? il piacere di “riconoscere” in forma generale una esperienza personale Esempi “classici”: “il latino è una lingua logica” “gli studenti del classico sono ingegneri più bravi” “il tempo andato era migliore”

La “rottura del silenzio” 2. L’esordio L’attacco aporetico La difficoltà dell’oratore di parlare convenientemente in relazione all’enormità dei fatti La confutazione dell’errore degli altri Posizione di superiorità e di conciliazione La captatio benevolentiae La presentazione umile e dimessa di sè L’aggressione diretta L’attacco diretto dell’avversario (Cicerone)

L’attacco aporetico Antifonte, Per l’uccisione di Erode Vorrei o giudici che l’efficacia del mio parlare e l’esperienza delle cose giudiziaria fossero in me pari alle sciagure ed ai miei mali; ora invece di questi ebbi a soffrire più di quanto sarebbe giusto, di quelle son privo più di quanto sarebbe utile (….) dove mi è necessario salvarmi con l’aiuto della verità, dicendo quello che mi capitò, ivi mi danneggia la mia inesperienza dell’eloquente parlare (…) Antifonte (480-411), Per l’uccisione di Erode

La captatio benevolentiae Presso quali difensori dunque uno dovrà rifugiarsi o dove altro troverà protezione se non presso di voi e la giustizia? Antifonte (480-411 a.C.), Contro la matrigna accusata di veneficio Certo, se altri fossero i giudici che devono pronunciarsi sul mio caso, avrei molta paura del processo, vedendo che talvolta si verificano intrighi e circostanze tali che ne risultano molte sorprese a chi affronta una causa. Ma, essendomi presentato davanti a voi, ho molta fiducia di ottenere giustizia Lisia (450-380 a.C), Contro Simone accusato di ferimento premeditato Tribunale: Areopago

L’aggressione diretta (ex abrupto) Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra? Quamdiu etiam furor iste tuus nos eludet? Quem ad finem sese effrenata iactabit audacia? Cicerone (106-7 a.C.), In Catilinam oratio I

La conclusione efficace La conclusione è la peroratio Gli effetti retorici Antitesi, parallelismi, anafore, ommoteleuto, allitterazione Innalzamento del tono Lisia, Contro Eratostene παύσομαι κατηγορῶν. ἀκηκόατε, ἑωράκατε, πεπόνθατε, ἔχετε: Δικάζετε!!

Un esempio Innalzamento del tono παύσομαι κατηγορῶν. Lisia, Contro Eratostene παύσομαι κατηγορῶν. ἀκηκόατε, ἑωράκατε, πεπόνθατε, ἔχετε: Δικάζετε!! Smetto di accusare. Avete udito, avete visto, avete sofferto, lo avete tra le mai. Giudicate!

Analisi di discorsi famosi: strategie, tecniche, risorse Kennedy Ich bin Berliner  termini chiave Obama Il giuramento  termini chiave Martin Luther King J have a dream Francesco Saverio Borrelli  Resistere, resistere, resistere  simmetria ed esortazione (peroratio) D’Annunzio Al popolo di Roma  termini chiave Mappe wordle delle parole/chiave

L’inizio della storia… La Sicilia greca del V sec. a.C. sistemazione “teorica”  “metodo e precetti” (artem et praecepta) Tisia e Corace

Il contesto storico Contese per il recupero delle proprietà perdute Necessità di Prove Argomentazioni Verosimiglianza delle tesi probatorie

Vero vs verosimile Eikòs  “verosimile”, Tisia “Il verosimile (τὰ εἰκότα) è da stimarsi molto più del vero” Πίστεις  le prove Eikòs  “verosimile”, “probabile”, “plausibile” anche “ragionevole”

Atene Le due tipologie discorsi per l’Assemblea discorsi per il Tribunale

Gli autori di discorsi giudiziari Logografi  Meteci I discorsi per il tribunale La sintagmatica retorica 1) esordio 2) narrazione 3) prova o argomentazione 4) digressione 5) epilogo

I discorsi Pericle, Temistocle, Alcibiade, Cleone La presenza dei discorsi nelle opere storiche Erodoto / Tucidide Il ruolo-chiave per la comprensione delle scelte politiche Campionario di tecniche retoriche Argomentazioni, luoghi comuni, frasi ipotetiche, ingiunzioni, proclamazioni di principio…

I discorsi politici Non finalizzati alla “conservazione”: Eccezioni: La testimonianza di Platone (Fedro 257D) molti politici erano interessati a far incide e il proprio nome dei decreti, premettendo la lista dei propri ammiratori e la dicitura “approvato dal Consiglio” ovvero “dall’assemblea” e spesso il testo del decreto era così lungo da mostrare, di fatto, tutta la bravura dell’oratore e farlo sembrare non più un decreto ma un discorso scritto

Pitagora: la parola come la musica Funzione psicagogica della parola La parola ha a che fare con il mondo del fascino La parola come inganno Trascinare gli animi (ψυγαγωγία)

La parola come “téchne”, non scienza L’eloquenza non è una disciplina con una sua precettistica Possibilità limitata di insegnamento La varietà dei discorsi:  πολυτροπία la forza musicale-magica della parola produce diversi effetti in base alla natura che di volta in volta essa assume in relazione alle diverse passioni, o predisposizioni, dell’anima

Il kairos Antistene Adattare il discorso in base all’uditorio E’ proprio della sapienza trovare il modo di sapienza conveniente a ciascuno. Invece è segno di ignoranza adoperare un’unica forma di discorso con persone che sono variamente disposte Il discorso ha una valenza sociale Concetto recuperato oggi (parlare bene e in maniera conveniente a ciascuno  il caso dei bugiardini delle medicine, Perelman, ecc.)

L’oratore come virtuoso della parola Protagora E’ l’artefice massimo della “potenza del verbo” τον ἥττω λόγον κρείττω ποιείν  rendere più potente il discorso meno valido trasformare il discorso peggiore in migliore teoria delle antilogie (δισσόι λόγοι) sono possibili “discorsi reciprocamente opposti” su qualsiasi argomento Abilità dell’oratore come virtuoso della parola

Gorgia da Leontini Il teorico della retorica come disciplina a sé Unicità del logos era famoso per la sua abilità di parlare in modo estemporaneo, un pioniere in materia di improvvisazione. Presentatosi in un teatro ad Atene osò dire “Proponetemi un tema! (…) per dimostrare che sapeva tutto”

La retorica per Gorgia Alla base della retorica per Gorgia c’è essenzialmente la persuasione. “Gli ispirati incantesimi di parole sono apportatori di gioia, liberatori di pena. Aggiungendosi, infatti, alla disposizione dell’anima, la potenza dell’incanto, questa la blandisce e persuade e trascina col suo fascino…”

Le conseguenze della persuasione La persuasione non trascina l’uomo “fuori dalla realtà” (come la poesia) L “inganno” ha dei risvolti sociali e politici La persuasione altera e modifica la realtà spingendo a credere che le cose sono diverse da come sono effettivamente

La retorica come potere politico La parola ha un potere politicamente seduttivo

L’”Encomio di Elena” di Gorgia Discorso-modello di tutti i discorsi futuri di carattere “epidittico” Elena diversa dallo stereotipo e la propone come del tutto innocente Capovolgimento dello schema standard

Lo schema del discorso di Gorgia Le quattro ragioni possibili dell’innocenza Se vittima della cieca volontà del caso (o degli dei); Se debole come donna “fu rapita per forza”; Se “fu persuasa con le parole” Se era semplicemente innamorata. L’innocenza di Elena deriva dalla forza del logos: le parole che l’hanno sedotta sono veramente irresistibili

Il potere della parola secondo Gorgia L’encomio di Elena è l’encomio del logos. “Il logos è un gran signore che con piccolissimo ed impercettibile corpo può (=dynatai) compiere opere divinissime. Infatti è capace di far cessare il terrore, di portar via il dolore, di far nascere la gioia, di alimentare la pietà… I suoi divini incantesimi sono apportatori di piacere ed eliminano il dolore. Accostandosi all’opinione dell’anima, il suo potere incantatore la affascina, la persuade, la travia e la modifica con magica illusione”…

Il discorso come “gioco”… Gorgia parla del suo discorso come il “mio gioco” il discorso è “un’esibizione, al tempo stesso codificata e creativa, con cui l’oratore può rafforzare il consenso, ma anche fabbricarlo” Il linguaggio produce gli oggetti

Il discorso come “piacere”… Gorgia si scusa di non narrare le vicende che portarono Elena a Troia sostenendo che questo non dà piacere né conoscenza Il suo logos deve essere invece piacevole e pertanto deve essere per lo meno nuovo è il piacere il principio che governa il logos

La parola e la medicina… La ripresa dell’idea antica “C’è tra la potenza della parola e la disposizione dell’anima lo stesso rapporto (logos) che tra l’ufficio dei farmaci e la natura del corpo. Come infatti certi farmaci eliminano dal corpo certi umori, e altri, altri; e alcuni troncano la malattia, altri la vita; così anche dei discorsi, alcuni producono dolore, altri diletto, altri paura, altri ispirano coraggio agli uditori, altri, infine, con qualche persuasione perversa, avvelenano l’anima e la stregano”

Gorgia e le tipologie dei discorsi i discorsi dei filosofi naturalisti; i discorsi dinanzi ai tribunali nelle assemblee popolari; le dispute filosofiche. due gruppi: i discorsi giudiziari i discorsi filosofici

Le tecniche delle forme Lexis Le figure retoriche indipendenti dal contenuto La cura dell’elocuzione La scelta dei termini

La reazione di Platone Raffaello. La scuola di Atene. Affresco, Stanza della Segnatura, Palazzi Pontifici, Vatican.

Condanna della retorica Eloquenza Filosofia Magia e incantesimo illusione Incertezza Opinione (doxa) Saldezza Verità Stabilità Scienza Platone Arte Gorgia Retorica Come Empiria

Sapere ed “essere convinti” Sempre vero Convinzioni vere Convinzioni false FILOSOFIA RETORICA CONDANNA DI PLATONE Persuasione RIFLESSIONE VALIDA ANCORA OGGI?

I limiti dell’arte retorica… I limiti più gravi ed evidenti Disciplina formale Indifferente al contenuto Degenerazione dell’arte di amministrare le giustizia Persuasione ed imbroglio Scopo solamente “pratico”

Una condanna che trapassa i secoli… Luigi Salvatorelli Riserve sulla “cultura umanistica” retorica “l’analfabetismo degli alfabeti”, un insieme raffazzonato e superficiale di conoscenze e nozioni che non era scienza né vero sapere capace di costruire e gestire la società moderna, fondata su solide basi politiche e giuridiche. Una cultura parolaia (ossia “retorica sofistica”) 1886 - 1974 Persuadere solo mediante argomenti concreti Cultura non umanistica

Il Fedro: la dialettica utile Nel Fedro Rivisitazione parziale del giudizio negativo Attacco alla retorica non in generale, ma alla “retorica apparente” La retorica deve qualificarsi come “dialettica” Sintesi: enucleare le nozioni intorno ad una sola idea e definire l’argomento Analisi: divisione dell’argomento e considerazione degli argomenti costituenti

La retorica verso la dialettica vera = dialettica Retorica falsa in senso stretto = profana (da condannare) divisione analisi induzione sintesi

Il discorso utile: seme per altri discorsi “Io penso che ci sia una maniera assai più bella di occuparsi di queste cose se un uomo, servendosi della dialettica, e presa l’anima adatta, v’impianti e ci semini con criterio dei discorsi che sappiano essere d’aiuto a se stessi e a chi li ha impiantati e che non restino senza frutti, bensì abbiamo semi da cui possano nascere altri discorsi in altre condizioni di spirito, e, così, sono adatti a rendere immortale quel seme, facendo felice chi lo possiede, per quanto più è possibile ad un uomo” Fedro 276e-277a

La parola per il bene comune Pericolosità della parola I discorsi utilizzati per il “bene comune” Demostene Mai (…) ho scelto di pronunciare un discorso per acquistare il vostro favore, senza essere convinto che vi fosse utile, ed anche ora ho espresso il mio pensiero senza nascondere niente (…). Ora pur ignorando che cosa mi accadrà in seguito a questo discorso, tuttavia preferisco esporre le scelte che vi arrecheranno vantaggio, ne sono convinto, se le attuerete. Possa vincere l’idea che risulterà utile a tutti

La parola in tribunale Lisia Parc de Versailles, Rond-Point des Philosophes, Lysias, Jean Dedieu

Scrivere per il processo… I logografi Gli scrittori di discorsi come tecnici della verosimiglianza La consapevolezza dell’inganno L’assurdo logico: si utilizza come argomento di prova la tesi che si voleva dimostrare

L’orazione Per l’invalido Un invalido, accusato di non aver diritto di percepire l’assegno di invalidità, si difende dall’accusa di disonestà accusando l’accusatore di essere un disonesto che insidiava un uomo giusto e retto OSSERVAZIONI: L’invalido presenta come un fatto scontato la propria correttezza morale, citandola fin dalle prime battute del discorso. il discorso non rappresenta né argomenta, ma produce una realtà la logica dei fatti “viene sostituita la logica dell’eikos”

La tecnica utilizzata Non affrontare l’accusa Screditare l’avversario (ironia) Metterne in dubbio la credibilità Parlare sempre in generale Presentare le giuste motivazioni dell’accusato Distrarre i giudici dalla questione Indurli a simpatizzare con l’accusato

Schema del discorso Per l’invalido Nella parte enunciatoria L’elemento dell’eikòs La mancanza di azione dell’avversario La generalizzazione La riserva di credibilità Nella sezione probatoria L’argomentazione extra causam Antitesi Il ragionamento entimematico

Processo greco / processo moderno Antica Grecia Società moderna Giuria popolare Durata brevissima del giudizio Leggi non conosciute dai giudici Giuria “tecnica” Articolazione in fasi processuali Iura novit Curia (Da mihi factum, tibi dabo ius) Centralità del verosimile retorico Centralità dei fatti, delle prove

La retorica è per l’opinione pubblica ANNULLARE I fatti Tribunale “SAPERE VERO” DISCORSO RETORICO Far vincere Il verosimile OPINIONE PUBBLICA “SAPERE FALSO”

ordine della narrazione Le virtù del discorso ordine della narrazione Teodette (380-334 a.C.) chiarezza brevità persuasività decoro gradevolezza Il ritmo

Le finalità di ciascuna parte ll proemio  dar prova della bontà dell’intento dell’oratore parte centrale  generare fiducia e convinzione parte finale  emozionare, appassionare e movere affectus

La retorica al suo trionfo Isocrate, “l’antiplatone” Parc de Versailles, Rond-Point des Philosophes, Isocrate, Pierre Granier

La retorica come “educazione” La scuola La parola “dono divino” Fatto tecnico Processo educativo Promozione Dell’umanità dell’uomo Essenza stessa dell’essere sociale

Valore positivo del discorso Parola strutturata in discorso 3. La concordia politica garantita dagli oratori 1. Persuasione positiva (psicagogia) 2. Saggezza (frònesis)

La scuola di Isocrate L’epoca: il declino della democrazia La scuola: officina rhetorum Fornire alla città dirigenti, storici, intellettuali Educazione al vivere civile Discorso bello ed efficace Istanze morali Istanze civili

La fine del discorso orale Caduta di prestigio delle assemblee Discorsi di Isocrate sono “fittizi” Il pamphlet I “libri” destinati alle elites La resistenza alla nuova moda Alcidamante e la polemica sulla superiorità dell’orazione”improvvisata” L’ammirazione di Cicerone (con la limitazione dell’aver disertato il foro)

La nascita dei trattati di retorica: Anassimene di Lampsaco 380-320 a La nascita dei trattati di retorica: Anassimene di Lampsaco 380-320 a.C La classificazione delle specie hortandi, dehortandi, laudandi, vituperandi, accusandi, defendendi, exquirendi La classificazione dei generi deliberativum demonstrativum iudiciale

Evoluzione delle tipologie 1. Epidittico (dimostrativo) 2. Giudiziale 3. Deliberativo dialettica Riflessione filosofica Letteratura

la centralità dell’argomentazione Aristotele, la centralità dell’argomentazione la retorica è «la facoltà di scoprire il possibile mezzo di persuasione riguardo a ciascun soggetto» (I, 2, 1355b) Ritratto di Aristotele. Marmo, copia romana di un originale greco di Lisippo (330 a.C. ca.)

La retorica si muove sul terreno dell’entimema Aristotele Gli uomini usano la retorica “senza metodo” La tecnica deve essere “rigorosa” 2. Dimostrare (probare) 1. argomentare 3. concludere La retorica si muove sul terreno dell’entimema

Le premesse del discorso La logica di basa sul sillogismo dimostrativo “premesse certe” La dialettica si basa su “premesse opinabili” La retorica si basa su un entimema: “premesse implicite”  si dà per scontato l’asserto e si evita la discussione e il dubbio I luoghi comuni  applicabili a qualsiasi argomento Il discorso si muove sul piano dell’”entimema”: probabilità e non certezza della premessa

Tipologie di discorsi in Aristotele La tripartizione “definitiva” Il fine pragmatico del discorso  la decisione “Chi decide sul futuro”  le assemblee “Chi decide sul passato”  i giudici Il fine non pragmatico  assenza di decisioni Gli spettatori ininfluenti genere politico genere giudiziario Genere epidittico (dimostrativo)

Le tecniche dell’oratore Le argomentazioni realizzano la persuasione grazie al carattere dell'oratore predisponendo l'ascoltatore in un dato modo unicamente grazie al discorso stesso (che mostra la verità) ethos pathos

Retorica dell’emozione: l’oratore L’ethos nell’oratore  il concetto moderno del testimonial Un oratore credibile dà forza al suo discorso, convince Le doti saggezza (phronesis), virtù (areté) benevolenza (eunoia)

Retorica dell’emozione: l’ascoltatore Il pathos nell’ascoltatore: la travolgente pervasività delle passioni “l’ira, la compassione, la pietà e tutte le altre passioni siffatte e quelle ad esse contrarie Analisi delle circostanze, delle persone e delle passioni: collera, mitezza, amicizia e inimicizia, timore, vergogna, gentilezza e sgarbatezza, pietà, sdegno, invidia, emulazione

Altri ingredienti del discorso… Argomentazioni più comuni l’esempio Inventato dall’autore, tratto dalla storia  analogia col discorso l’entimema Simile al sillogismo Parte da assunti “ritenuti” validi dall’uditorio (l’esempio)

La teoria dei luoghi I luoghi comuni I luoghi propri Le “massime” riguardano cause di “carattere generale” Canfora: “summa dell’etica media” I luoghi propri relativi a una determinata specie o un determinato genere Le “massime” affermazioni «di carattere universale» Efficaci “se ben accettati”

Oltre gli argomenti: l’elocutio (lexis) la metafora Origine del linguaggio dalla poesia Produce chiarezza, piacevolezza e ricercatezza l’antitesi Il riconoscimento degli opposti e dei contrapposti il vigore Il ritmo

Gli stoici Il “pugno chiuso” Zenone fu chiesto a Zenone in cosa differisse la dialettica dalla retorica. Zenone rispose chiudendo a pugno la mano e poi aprendola di nuovo, volendo con ciò significare la stringatezza della dialettica e la “spiegatezza” della retorica Retorica e dialettica differiscono solo per il diverso “grado di apertura”: entrambe hanno ad oggetto il vero

Ermagora di Temmo (II-I sec. a.C.) Hypothesis controversie individuali, specifiche Thésis questioni universali La retorica si occupa anche di tematiche generali (Thésis) Lo status causae impostazione della causa determinazione della questione principale

I generi di Ermagora Genere razionale (γένος λογικόν) Genere legale (γένος νομικόν)

Le tecniche: le figurae Sviluppo della classificazione degli artifizi (schemi e figurae) di parole: calembours, giochi di parole, ecc. di pensiero: allegoria, ironia, ecc. di senso: metonimia, metafora, ecc. di costruzione: antitesi, ellissi, parallelismo, ecc.

La Rhetorica ad Herennium Un manuale chiaro e “definitivo” Traduzione della terminologia in latino Sistemazione della teorica greca La divisione nei tre generi canonici

Le parti della retorica Inventio capacità di trovare idee e gli argomenti per svolgere la tesi – i luoghi (loci) Dispositio organizzazione degli argomenti, il posto fissato Elocutio uso delle parole e delle frasi Pronuntiatio (o actio) voce, aspetto, gesto Memoria La presenza degli argomenti nelle mente

1. Inventio Progettazione del discorso I loci antichi  La diversità del moderno “brainstorming” Sviluppo notevole dell’inventio in campo giuridico Oggetti della teorica generale del diritto Oggetti del diritto sostanziale o processuale

2. Dispositio Organizzazione del discorso I manuali del tipo “come di scrive…” La comunicazione pubblica… La scrittura nel web… La tesi di laurea… La scrittura giornalistica… La semiotica letteraria…

3 L’elocutio è un momento complesso della stesura del discorso “dare la forma linguistica alle idee”: “All’argomento trovato, alle parti disposte vien dietro il comporre, che è impolpare l’ossa, e farne d’uno scheletro un corpo” (Daniello Bartoli)

Elocutio Le forme come “rivestimento” dei contenuti: virtù dell’espressione (virtutes elocutionis) Aptum, puritas, perspicuitas, errori (vitium) e licenze (“ciò che e lecito) Parlar corretto / parlar bene Ornatus  bellezza di mezzi ed ornamenti: il discorso come un pranzo, l’ornatus come condimento

La lingua: lo stile Queneau Esercizi di stile La trama del fatto è semplice e banale: verso mezzogiorno, su un autobus affollato, un uomo si lamenta con chi lo spinge di continuo e, appena trovato un posto libero, lo occupa. Il narratore, due ore dopo, lo rivede da un'altra parte con un amico, che gli dice di far mettere un bottone sulla sciancratura del soprabito. Queneau Esercizi di stile La stessa trama raccontata in novantanove modi diversi, ognuno - appunto - in un diverso stile di narrazione. (1947) Audio lettura

La sintassi deve essere in linea con lo scopo La sintassi semplice dell’orazione Evidenza delle cose naturalezza e credibilità Schiettezza e sincerità I periodi “bimembri” L’antitesi Le interrogative retoriche (semplici)

4. Memoria Tecniche di memorizzazione De oratore di Cicerone  la leggenda di Simonide di Ceo che riconobbe i corpi dei commensali travolti dal crollo della casa ricordando l’ordine dei posti ai quali sedevano « Egli [Simonide], pertanto, a quanti esercitino questa facoltà dello spirito, consiglia di fissare nel cervello dei luoghi e di disporvi quindi le immagini delle cose che vogliono ricordare. Con questo sistema l'ordine dei luoghi conserverà l'ordine delle idee, le immagini delle cose richiameranno le cose stesse, i luoghi fungeranno da tavolette per scriverci sopra e le immagini serviranno da lettere con cui scrivere. » libro II, LXXXVI

5. Pronuntiatio (actio) Lo studio delle gestualità La cinesica La prossemica I movimenti del corpo che hanno funzione comunicativa

La parti che costituscono il discorso Rhetorica ad Herennium Cicerone Partitiones Oratoriae exordium narratio divisio confutatio confirmatio conclusio exordium narratio argumentatio peroratio

Cicerone Unità del filosofo e del retore Marcus Tullius Cicero Bertel Thorvaldsen copy from roman original, Thorvaldsens Museum, Copenhagen

Unità di filosofia e retorica Rem tene, verba sequentur (Catone) La natura sessa nell’abbondanza degli argomenti troverà la via per gli ornamenti dell’orazione senza alcuna guida, purchè essa sia esercitata (De orat, 40-41) Il retore inefficace senza cultura Il filosofo deve avere capacità retorica Responsabilità di Socrate che ha separato “retorica” e “saggezza” “per cui alcuni dovrebbero insegnarci ad essere saggi, altri a parlare”

L’oratore secondo Cicerone Possiede una conoscenza enciclopedica Conosce i fondamenti dottrinari delle arti Sa condurre battaglia processuali E’ protagonista delle azioni politiche

L’età imperiale Oratoria politica Oratoria scolastica Assolutismo declino Oratoria politica Oratoria scolastica ascesa Assolutismo Perdita della dimensione sociale del discorso Scomparsa di discorsi deliberativi Trionfo delle declamazioni Talkshow e trionfo della parola Disimpegno politico Affermazione delle scuole Imitazione dei “classici” Riproduzione dei modelli

Il trionfo della parola Recitationes Controversiae discorsi fittizi di discussione e risoluzioni di cause Suasoriae Finti discorso deliberativo Dione di Prusa “Non tutti vedono lo stesso cielo, ma anche gli abitanti dell’India conoscono Omero”

Tarda antichità e il Medioevo retorica Sermo Humilis = Rifiuto Apologisti = Ripresa Tertulliano, Minucio Felice, Lattanzio,

Agostino La “vivente retorica” la retorica classica per educare la gente Gli stili Umile  spiegare la dottrina cristiana (docere) Medio  vituperare laudare Elevato  spingere gli animi ad agire (flectere) La verità è centrale i più alti e complessi misteri possono e debbono essere espressi con parole semplici

Le artes medievali La grammatica come arte fondamentale ars recte loquendi studia le exornationes presiede all’enarratio poetarum la versificazione (ars poetriae) l’epistolografia (ars dictaminis) la predicazione (ars praedicandi)

La dottrina del discorso Struttura della disputatio medievale Problema Proposta di soluzione Obiezioni alla proposta Soluzione del maestro Risposta alle eventuali obiezioni Schema universale per tutte le discussioni Applicazione anche alle “prove d’esame”

La ripresa umanistica Grande interesse per i discorsi Eloquenza La retorica rifiuta la verità come dogma La ricerca e la discussione come strada per la verità Eloquenza “via maestra” Principio centrale per la formazione dell’Uomo Disciplina mentale

La retorica ridotta a “studio delle figure” Restringimento e scadimento della retorica Studio dei modelli Ricerca delle formae espressive Nessuna attenzione alle forme del contenuto

Lo svilimento romantico il Romanticismo si oppone alla retorica Esalta la supposta “spontaneità creativa” Genialità Improvvisazione Ignoranza delle regole e delle strategie compositive La retorica come “menzogna”, “artificio” Paul Verlaine “Prendi la retorica e torcile il collo”

La ripresa dell’oratoria politica I parlamenti e la rinascita dei discorsi Il dominio della parola come strumento principe dell’uomo politico La parola come strumento di ascesa sociale I discorsi di Robespierre, Danton, Marat Eloquenza parlamentare britannica (‘700 e ‘800) Eloquenza parlamentare italiana (fine ‘800) Parole al potere: Discorsi politici italiani, BUR

L’oratoria “colloquiale” di massa Franklin D. Roosevelt 1933-1944 Destinatari Le masse popolari

La tradizione successiva

La “neoretorica” Nuova attenzione scientifica il Gruppo μ di Liegi Rhetorique générale Nuovo studio delle “figure del discorso” Poesia e letteratura Linguaggio quotidiano Retorica  ”Scienza del discorso in generale”

I nuovi studi retorica pubblicità semiotica cinema Roland Barthes, Umberto Eco, Christian Metz retorica pubblicità semiotica Teoria dell’immagine cinema

Ritorno ad Aristotele… nouvelle rhétorique teoria del discorso persuasivo Fulcro  argomentazione “Trattato sull’argomentazione” (1958) la retorica intesa come “arte della persuasione argomentativa consensuale” Chaim Perelman (1912-1984)

Di nuovo l’argomentazione l’argomentazione retorica è legata al verosimile spinge al probabile è diversa e distinta dalla dimostrazione razionale (filosofia).

La perdita della dimensione “agonale” La retorica come “punto di partenza” possibile per un confronto interpersonale pacifico Il ruolo dell’uditorio Conoscere gli ascoltatori Conoscere la “psicologia sociale” La forma del discorso Scegliere i dati Organizzare la forma complessiva del discorso

Oggi Riconquistare i requisiti res, facundia, ordo

La comunicazione di qualità… La comunicazione di qualità richiede di conoscere I requisiti comunicativi generali Gli aspetti “tecnici” del discorso

1. Requisiti comunicativi in genere B L’informatività A La pertinenza C La referenza I requisiti comunicativi generali

A. La pertinenza A La pertinenza Si definisce pertinenza la relazione tra testo e domanda un testo è tanto più pertinente quanto meglio risponde alla domanda per cui è creato.

La pertinenza è la rispondenza ai requisiti Un testo che non corrisponda ai requisiti per cui è costruito non è un testo di qualità, indipendentemente dal fatto che possa esprimere concetti interessanti e ricchi, in forma corretta. La pertinenza riguarda non solo il testo ma tutti gli aspetti del messaggio, Comunicazione verbale Comunicazione multimediale (audio, video)

B. L’informatività…pena l’insensatezza Un testo deve essere informativo ossia deve essere portatore di novità con informatività s’intende la misura in cui un testo presenta un contenuto nuovo o inatteso per il ricevente. La categoria della novità è evidentemente legata a quella della pertinenza: un messaggio che non porta alcuna novità è insensato B L’informatività

C. La referenza C La referenza il testo deve essere comprensibile al destinatario facendo leva sulle “conoscenze comuni” (common ground)  Esempio: “quell’uomo viene da Bassora” Le conoscenze comuni sono presupposte e condivise

Due tipici errori di referenza Dare per condivise (“scontate”) conoscenze che non lo sono Non dare per condivise (“scontate”) conoscenze che invece lo sono Esempio uso di sigle, acronimi, espressioni tecniche linguaggio burocratico Esempio: Espressioni ovvie Richiamo a fatti noti Sottolineatura di comportamenti normali

Criteri generali di buona testualità tutti gli elementi del testo devono veicolare il messaggio in maniera coordinata senza “ostacolarsi Assenza di contraddizioni. Collegamento fra le componenti di un testo con connettori grammaticali e sintattici Coerenza Coesione Es.: “Marco è il quarto dei tre figli di Lorenzo”

Esempio (grazioso) di “testo” incoerente Coerenza

Esempio (artistico) di incoerenza Escher

C’è poca coerenza se… Coerenza se il senso non è immediatamente chiaro (indeterminatezza) se l’indeterminatezza – a volte voluta - persiste (ambiguità) se si ha polivalenza, ossia il testo esprime “più sensi” contemporaneamente La “polivalenza” è positiva invece come fenomeno tipico della comunicazione poetica

Coerenza Coerenza La coerenza di un testo è attribuita al testo da chi lo interpreta sulla base delle sue conoscenze (enciclopedia) La coerenza risiede perciò non tanto nella lingua in senso stretto ma nelle persone che “danno senso” a ciò che viene comunicato

Esempio (grazioso) di coesione in natura In fisica, la coesione è la forza di attrazione che si crea tra le particelle elementari di una sostanza, tenendole unite e opponendosi alle eventuali forze esterne, che tendono a separarle. Goccia d’acqua, unione delle particelle, come forma di coerenza perfetta

incontro Maria e la saluto; mi fermo a parlare con la mia amica Coesione Coesione La coesione è garantita a livello superficiale del testo da elementi (coesivi) che collegano le parti del testo: incontro Maria e la saluto; mi fermo a parlare con la mia amica sostituenti

Fattori di coesione del testo Ricorrenza dei termini: Dopo un'alluvione il sindaco di una città interessata fece la precipitosa dichiarazione: «Qui c'è acqua e fango dappertutto, l'acqua ha sommerso le auto, il fango entra dentro le case, qualcuno ci deve aiutare a togliere il fango, a drenare tutta questa acqua, la mia città è sommersa dall'acqua e dal fango».

Fattori di coesione del testo Ripetizione: mantenere gli stessi termini Mentre nella comunicazione scritta cartacea si consiglia vivamente, per variare lo stile, di non ripetere sempre la stessa espressione, nella comunicazione elettronica è importante mantenere gli stessi termini sempre in riferimento a rimandi eventuali tra pagine, non all’interno di un testo in una pagina (!)

Fattori di coesione del testo Parallelismo Egli ha pirateggiato sui nostri mari, devastato le nostre coste, incendiato le nostre città; ma non ha mai toccato i vostri territori, i vostri lidi, i vostri insediamenti

Parole, parole, parole… “Le parole sono fatte, prima che per essere dette, per essere capite:  proprio per questo, diceva un filosofo,  gli dei ci hanno dato una lingua e due orecchie...” Tullio De Mauro

Ai giovani delle scuole “bastano” Quante sono le parole? Lingua italiana 427.000 Lessico comune 47.000 Vita quotidiana 6.500 Ai giovani delle scuole “bastano” 800 parole

“Il lessico di Base” “4750 parole” Sfragistica! Reversale! Bigattino

Quelle che conosciamo “insieme” Pescare

Il vocabolario di base (VdB) In particolare, i lemmi (cioè le parole) del VdB (4750) sono classificati in tre livelli: Vocabolario fondamentale: i primi 1.991 lemmi. Vocabolario di alto uso: i successivi 2.750 lemmi. ancora molto frequenti, ma molto meno di quelli del vocabolario fondamentale Vocabolario di alta disponibilità: 2.337 lemmi determinati in vario modo, soprattutto con dizionari dell'italiano comune. risultato dello spoglio di testi scritti, è un insieme di  lemmi che, pur essendo quasi del tutto assenti nella lingua scritta, sono a tutti noti. Per esempio, lemmi come forbice, abbronzare, ecc.

Statistiche di leggibilità in “Word” Indice di Gunning's Fog Indica, in maniera approssimata, il numero minimo di anni di scuola che una persona deve avere frequentato per leggere con facilità il testo in esame. Indice Gulpease Ad un valore basso corrisponde una maggiore difficoltà di lettura: >79 Molto facile 60-79 Facile 50-59 Difficile 35-49 Molto difficile <35 Quasi incomprensibile

Indice Gulpease Il GULP è il Gruppo universitario linguistico pedagogico, presso l'Istituto di Filosofia dell'Università degli studi di Roma «La Sapienza». Nel 1982 il ha definito la formula GULPEASE per calcolare la leggibilità di un testo: Scala dei valori GULPEASE : relazione tra i valori restituiti dalla formula con il grado di scolarizzazione del lettore.

Scala Gulpease < 80 testi difficili da leggere per chi ha la licenza elementare < 60 testi difficili da leggere per chi ha la licenza media < 40 testi difficili da leggere per chi ha un diploma superiore

La formula GULPEASE  un testo con indice GULPEASE = 60 è: molto difficile per chi ha la licenza elementare difficile per chi ha la licenza media facile per chi ha un diploma superiore

Analizzatore di leggibilità Analisi della leggibilità di un testo utilizzano un servizio base di Internet Indice Gulpease

La fabbrica del discorso Res, facundia, ordo Cui lecta potenter erit res, nec facundia deseret hunc, nec lucidus ordo A chi avrà scelto una materia le proprie forze / non verrà meno l’espressione né la chiarezza dell’ordine (Orazio, Ars Poetica, 40).