L'infinito Sempre caro mi fu quest'ermo colle, E questa siepe, che da tanta parte De l'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Poesia multimediale Introduzione
Advertisements

e il naufragar m’è dolce in questo mare
“il naufragar m'è dolce in questo mare”
Letteratura dell'Ottocento
Approccio alla poesia Per un’educazione alla poesia attraverso l’uso del computer e della lavagna digitale in classe Prof.ssa Eluisia Polignano Corso di.
GIACOMO LEOPARDI Recanati 1798-Napoli 1837
A spasso tra le parole L’infinito di G. Leopardi.
Giacomo Leopardi ( ) Recanati.
Giacomo Leopardi Nasce a Recanati (Marche) nel 1798.
Giacomo Leopardi Nasce a Recanati (Marche) nel 1798.
Scrivere testi a partire da altri testi
SEMPRE CARO MI FU QUEST’ERMO COLLE,
Letteratura e storia s’intrecciano: da Leopardi a Berlino
L’infinito tra filosofia e letteratura
Sempre caro mi fu quest’ermo colle e questa siepe che da tanta parte
Leggere e capire il testo poetico
GIACOMO LEOPARDI.
L'Infinito Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
Ora Rosy è un bellissimo fiore
Il cammino di Santiago.
Guarda con i miei occhi…
LE RICORDANZE di Giacomo Leopardi IIIa parte.
Supporto didattico d’Italiano per gli alunni della classe I F
Il Romanticismo Il senso dell’Infinito ed il paesaggio contemplato
Pessimismo leopardiano?
Sempre caro mi fu quest’ermo colle
tratto da "Il piccolo principe" scritto da Antoine de Saint-Exupéry
Se mi ami..... non piangere. Dedicato a tutti coloro che soffrono
L’INFINITO L’INFINITO L’INFINITO L’INFINITO L’INFINITO L’INFINITO.
Inti Illimani – Violeta Parra
Paura di perderti.
Aspetterò il tempo. Seduta ai bordi della notte
Alda Merini Poesie.
L'Infinito.
L’Infinito di Leopardi
Libertà LAVORO REALIZZATO DA: CRISTINA, CECILIA, SERENA, MARA.
Giacomo Leopardi: “L’Infinito”.
Umberto Saba Mio padre TESTO Mio padre è stato per me “l’assassino”,
LE RICORDANZE di Giacomo Leopardi Ia parte.
La capra 1.
<<Amore è uno desio che ven da core>>
8 Marzo 2008 PLAY.
LE STAGIONI Marco Lonoce 5sg1 a.s. 2005/06.
Ed eccola qui,bedda pasciuta,a 3 mesi di vita.. Uno spettacolo della natura Sconnessa ma disinibita senza paura d mostrarsi alla gente.
I. C. Bagnolo Mella Scuola Secondaria di 1° grado “P. Guerini” A.s. 2005/06.
Le foglie morte.
Emozioni.
Fotografie ed Arrangiamento Musicale realizzati da:
PRIMAVERA.
Università di Napoli “L’Orientale”
Raccolta poesie Ciao ragazzi sono Romina, una ragazza a cui è venuto in mente di creare nel nostro sito una cartella contenente poesie per persone come.
A SILVIA Di Giacomo Leopardi.
Parafrasi a Silvia.
A SILVIA Giacomo Leopardi.
ANALISI TESTO Giacomo Leopardi L'Infinito
Silvia, ti ricordi ancora quel periodo della tua vita quando la bellezza si rifletteva nei tuoi occhi che esprimevano gioia e pudore e tu lieta e carica.
Silvia, ricordi ancora il tempo della tua vita mortale, quando la bellezza splendeva nei tuoi occhi ridenti e sfuggenti, e tu, lieta a e pensosa stavi.
Parafrasi a Silvia Tromboni Alessandro.
A Silvia Di Giacomo Leopardi.
Introduzione allo studio della poesia
QUANDO LA POESIA SI INCONTRA CON LA MUSICA ,
nella mente mi ragiona”
La terra dell’oblio Una poesia di Carlos Vives Titolo originale La tierra del olvido.

1 Laboratorio di poesia Progetto “Diritti a scuola” Istituto comprensivo De Amicis- Giovanni XX III San Ferdinando di Puglia (BT) a.s. 2012/13 Docente.
Giacomo Leopardi L’ infinito.
Sempre caro mi fu quest'ermo colle, E questa siepe, che da tanta parte Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati Spazi.
L’idillio e lo Zibaldone
L’ INFINITO Di Giacomo Leopardi
Sempre caro mi fu quest’ermo colle e questa siepe che da tanta parte
Transcript della presentazione:

L'infinito Sempre caro mi fu quest'ermo colle, E questa siepe, che da tanta parte De l'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati Spazi di là da quella, e sovrumani Silenzi, e profondissima quiete Io nel pensier mi fingo, ove per poco Il cor non si spaura. E come il vento Odo stormir tra queste piante, io quello Infinito silenzio a questa voce Vo comparando: e mi sovvien l'eterno, E le morte stagioni, e la presente E viva, e il suon di lei. Così tra questa Immensità s'annega il pensier mio: E il naufragar m'è dolce in questo mare. Giacomo Leopardi 1819

L'infinito Sempre caro mi fu quest'ermo colle, E questa siepe, che da tanta parte De l'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati Spazi di là da quella, e sovrumani Silenzi, e profondissima quiete Io nel pensier mi fingo, ove per poco Il cor non si spaura. E come il vento Odo stormir tra queste piante, io quello Infinito silenzio a questa voce Vo comparando: e mi sovvien l'eterno, E le morte stagioni, e la presente E viva, e il suon di lei. Così tra questa Immensità s'annega il pensier mio: E il naufragar m'è dolce in questo mare.

L'infinito Sempre caro mi fu quest'ermo colle, E questa siepe, che da tanta parte De l'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati Spazi di là da quella, e sovrumani Silenzi, e profondissima quiete Io nel pensier mi fingo, ove per poco Il cor non si spaura. E come il vento Odo stormir tra queste piante, io quello Infinito silenzio a questa voce Vo comparando: e mi sovvien l'eterno, E le morte stagioni, e la presente E viva, e il suon di lei. Così tra questa Immensità s'annega il pensier mio: E il naufragar m'è dolce in questo mare.

Forme verbali che insistono sulla durata L'infinito Sempre caro mi fu quest'ermo colle, E questa siepe, che da tanta parte De l'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati Spazi di là da quella, e sovrumani Silenzi, e profondissima quiete Io nel pensier mi fingo, ove per poco Il cor non si spaura. E come il vento Odo stormir tra queste piante, io quello Infinito silenzio a questa voce Vo comparando: e mi sovvien l'eterno, E le morte stagioni, e la presente E viva, e il suon di lei. Così tra questa Immensità s'annega il pensier mio: E il naufragar m'è dolce in questo mare.

Sempre caro mi fu quest’ermo colle, Ho sempre amato questa collina solitaria E questa siepe, che da tanta parte e questa siepe che impedisce allo sguardo Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude. di vedere una grande parte dell’orizzonte più lontano. Ma sedendo e mirando, interminati Ma stando qui seduto e guardando, Spazi di là da quella, e sovrumani io mi immagino nel pensiero Silenzi, e profondissima quiete spazi illimitati al di là della siepe Io nel pensier mi fingo ; ove per poco e silenzi sovrumani e calma profondissima Il cor non si spaura. E come il vento dove quasi provo paura. Ma sentendo Odo stormir tra queste piante, io quello il vento produrre un lieve rumore tra questi alberi, Infinito silenzio a questa voce io paragono quel silenzio assoluto con questo rumore Vo comparando, e mi sovvien l’eterno, e mi viene in mente l’eternità E le morte stagioni, e la presente e le stagioni passate, e la stagione presente E viva, e il suon di lei. Così tra questa e viva, e il suo rumore. Così in questa Immensità s’annega il pensier mio : immensità la mia mente annega ( se noie ) E il naufragar m’è dolce in questo mare. E mi piace fare naufragio in questo mare

Anafora versi endecasillabi senza rima Quasi tutti i versi son « enjambés » non il primo (lo spunto) e l’ultimo (la conclusione) Questi procedimenti tendono a mascherare il ritmo del verso accentuando la continuità sonora della poesia L'infinito Sem /pre/ ca /ro/ mi/ fu // que/ st'er /mo/ col /le, E questa siepe, che da tanta parte De l'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati Spazi di là da quella, e sovrumani Silenzi, e profondissima quiete Io nel pensier mi fingo, ove per poco Il cor non si spaura. E come il vento Odo stormir tra queste piante, io quello Infinito silenzio a questa voce Vo comparando: e mi sovvien l'eterno, E le morte stagioni, e la presente E viva, e il suon di lei. Così tra questa Immensità s'annega il pensier mio: E il/ nau /fra/ gar // m'è/ dol /ce in/ que /sto/ ma /re.

Forme verbali che insistono sulla durata Simmetria Campo semantico: l’infinito L'infinito Sempre caro mi fu quest'ermo colle, E questa siepe, che da tanta parte De l'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati Spazi di là da quella, e sovrumani Silenzi, e profondissima quiete Io nel pensier mi fingo, ove per poco Il cor non si spaura. E come il vento Odo stormir tra queste piante, io quello Infinito silenzio a questa voce Vo comparando: e mi sovvien l'eterno, E le morte stagioni, e la presente E viva, e il suon di lei. Così tra questa Immensità s'annega il pensier mio: E il naufragar m'è dolce in questo mare. Elemento naturale oggettivo Elemento immaginato soggettivo Infinito Elementi tendenti a mascherare il ritmo, accentuando la continuità sonora della poesia

Giacomo Leopardi 1819 Lettura: Claudio Carini. Fonte: Analisi: Alberto Cairoli revisione: marzo 2007