INSEGNARE QUALCOSA DI NUOVO La sola eliminazione di un comportamento problematico, non è la strategia di intervento migliore: togliere un comportamento dal repertorio di un bambino (senza rimpiazzarlo con un altro altrettanto funzionale per il bambino, ma non problematico) significa semplicemente creare un “buco” Non c’è modo di sapere che cosa colmerà questo buco. Per questo è fondamentale insegnare nuove abilità che permettano al nostro allievo di raggiungere il risultato che prima otteneva con i suoi comportamenti problematici
INSEGNARE QUALCOSA DI NUOVO La famiglia di Luana è stata molto previdente da questo punto di vista. Infatti, i genitori non si sono limitati ad ignorare i capricci della bambina quando questa si tranquillizza e rimane calma per qualche minuto, il papà la prende in braccio e le legge la sua filastrocca preferita Anche la mamma di Martina ha seguito una strategia simile. Non si è limitata, infatti, ad ignorare i “concerti” che la bambina faceva con le posate nel preparare la tavola. A questo ha aggiunto un minimo di programmazione dell’ambiente, rimanendo relativamente vicina alla bambina per aiutarla in caso di necessità. Inoltre (cosa ancora più importante) quando la bimba ha finito di apparecchiare la tavola, la mamma non perde un istante per lodarla, per abbracciarla e per dimostrarle tutto il suo affetto
INSEGNARE QUALCOSA DI NUOVO Anche la mamma di Marco (il bambino che faceva i capricci al supermercato) ha usato uno stratagemma simile: ha ignorato il comportamento problematico (estinzione), ha scelto un negozio e un momento adatto per ignorare il comportamento del bambino. Soprattutto, però, ha trovato un modo di gratificarlo quando si comporta bene. Dato che a Marco piace prendere la merce dagli scaffali e spingere il carrello, la mamma gli permette di fare entrambe le cose quando rimane calmo e collabora senza fare capricci
INSEGNARE QUALCOSA DI NUOVO Nei tre casi che abbiamo illustrato, risulta evidente che l’educatore (madre, padre o insegnante che sia) sta cercando di fare in modo che i comportamenti di collaborazione del bambino gli permettano di ottenere proprio quello che per lui è importante In pratica, si tratta di combinare insieme il metodo consistente nell’ignorare il comportamento problematico con quello di gratificare altri comportamenti, utili al bambino Esistono almeno 3 modi per raggiungere questo risultato. Vediamoli con l’aiuto di qualche esempio
INSEGNARE QUALCOSA DI NUOVO – ESEMPIO 1 Bruno è un bambino che si muove in continuazione e riesce a stare concentrato sullo stesso compito per circa 2 minuti di seguito, come media. Si alza spesso dal banco o dal tavolo dove sta lavorando e si mette a correre per la classe e a fare cose molto disturbanti, come mettersi il cestino in testa o tirare i gessetti. L’insegnante ha già provato a ignorare ogni comportamento problematico e rendere più semplici e più gradevoli i compiti che il bambino deve svolgere. Questi interventi hanno reso meno frequenti quei comportamenti negativi, ma non li hanno eliminati del tutto.
INSEGNARE QUALCOSA DI NUOVO – ESEMPIO 1 A questo punto l’insegnante decide di gratificare molti comportamenti positivi che Bruno mette già in atto. In pratica, dopo aver identificato la lode e le carezze come un importante rinforzatore del bambino, organizza un ulteriore intervento. L’insegnante, infatti, programma semplici attività che possono essere svolte in circa 2 minuti. Alla fine di questo periodo, dedica qualche istante a lodare e ad accarezzare Bruno, purché nei 2 minuti precedenti non si sia verificato alcun comportamento negativo. Dopo qualche giorno di questo rinforzamento sistematico, l’insegnante decide di lodare e accarezzare il bambino dopo 3 minuti di lavoro ininterrotto, poi dopo 4,5, 7 e così via, fino ad arrivare a pochi momenti di “gratifica speciale” nel corso della mattina. Con questo metodo, i tempi di attuazione di Bruno si allungano sensibilmente nel giro di qualche mese, e, soprattutto, i comportamenti problematici si riducono in modo significativo.
INSEGNARE QUALCOSA DI NUOVO Come si può notare, il primo metodo per gratificare comportamenti utili al bambino consiste nel gratificare, ad intervalli più o meno regolari, qualunque comportamento il bambino sta producendo, purché non si sia mai prodotto, durante quell’intervallo, nessuno dei comportamenti problematici presi di mira. In certi casi è possibile essere più efficienti semplicemente scegliendo alcuni comportamenti incompatibili con quello che vogliamo eliminare. Oppure possiamo concentrare i nostri sforzi sulla gratificazione proprio di questi comportamenti incompatibili. Parlando di un comportamento incompatibile, ci riferiamo ad un’azione che non può essere compiuta contemporaneamente a quella problematica.
INSEGNARE QUALCOSA DI NUOVO È importante, a questo proposito, pensare a comportamenti che siano realmente incompatibili con quelli problematici. Ecco alcuni esempi: Paolo picchia, dà calci e pizzica il fratellino. Rinforziamolo quando gioca con il fratello in modo adeguato Giuseppe si dondola sulla sedia e guarda nel vuoto. Rinforziamolo quando sta seduto e fermo, e quando lavora ad un compito Michele prende con la forza i giocattoli dai compagni. Insegniamogli a chiedere: “Puoi prestarmi quel giocattolo?”
INSEGNARE QUALCOSA DI NUOVO Una categoria di comportamenti incompatibili che vale senz’altro la pena di rinforzare è quella dei cosiddetti comportamenti comunicativi. A questo proposito, facciamo un passo indietro Introducendo l’argomento del comportamento problematico, abbiamo sottolineato come questo, in molti casi, significhi qualche cosa. In alcuni casi, esso può indicare che il bambino vuole qualcosa (ad esempio attenzione, qualcosa che gli piace, o la possibilità di svolgere qualche attività a lui molto gradita) In altri casi, può indicare che il nostro bambino vuole evitare qualcosa (una situazione che gli crea disagio, noia, ansia, paura; una richiesta o un compito difficile, e così via) Negli ultimi 5 o 6 anni, molti studiosi di psicologia si sono resi conto che, quando il comportamento problematico ha questo scopo d comunicazione, è molto importante insegnare al bambino modalità alternative (e non problematiche) per comunicare la stessa cosa
INSEGNARE QUALCOSA DI NUOVO – ESEMPIO 2 Samantha ha notevoli problemi ad usare il linguaggio; sa imitare quello che dicono gli altri e risponde ad alcune semplici domande. Tuttavia, è molto raro che inizi una conversazione e ancora più raro che chieda di propria iniziativa aiuto. Capita, alcune volte, che la maestra le proponga qualche attività nuova. Molto spesso, in questi casi, Samantha guarda il nuovo materiale per qualche istante, poi si mette a piangere e lo scaglia lontano. Dopo qualche settimana di osservazione, la maestra è arrivata alla conclusione che questo comportamento è una specie di “protesta”, un modo di dire “Non mi sento capace”. La ricompensa che la bambina ottiene e quella di non eseguire la richiesta, per lei molto problematica. È un tipico comportamento di fuga, cioè un comportamento che si mantiene perché viene premiato da un rinforzo negativo (ricordate? Si tratta della cessazione di una situazione spiacevole). Dopo aver discusso con la pedagogista, la maestra decide di tentare di insegnare, e quindi di rinforzare, un comportamento incompatibile, di tipo comunicativo.
INSEGNARE QUALCOSA DI NUOVO – ESEMPIO 2 Inizia con il proporre ogni giorno qualcosa di nuovo o di leggermente difficile per la bambina, attuando così una programmazione dell’ambiente. Quindi resta “di guardia” per vedere come reagisce. Alle prime avvisaglie di disagio (ma prima che la bimba si comporti in modo problematico), l’insegnante si mette di fronte a Samantha e, guardandola bene in viso, le dice: “Dì: maestra, aiutami!”. Dopo qualche perplessità, la bambina ripete la frase. Subito la maestra va ad aiutare Samantha a svolgere il nuovo compito e la sostiene. In questo modo gratifica la bambina per la richiesta che ha fatto, e non per un comportamento negativo. Con il passare del tempo, Samantha comincia a chiedere spontaneamente aiuto, e i comportamenti negativi diminuiscono.
INSEGNARE QUALCOSA DI NUOVO In questo esempio, abbiamo visto come possa essere utile insegnare al bambino a comunicare i suoi bisogni e i suoi desideri Se il bambino possiede un buon linguaggio verbale, la cosa è relativamente semplificata; ma anche se il bambino non parla, è spesso possibile insegnargli alcuni gesti che gli permettono di comunicarci i suoi bisogni È possibile insegnare alcuni elementi comunicativi, per quanto semplici, anche a bambini con sordo-ciechi con gravi problemi di apprendimento
INSEGNARE QUALCOSA DI NUOVO In generale, comunque, si nota che, più cose il bambino sa fare, più è facile tenere sotto controllo il suo comportamento problematico Capita spesso che certi bambini distruggano le cose perché non sanno giocare, né utilizzare costruzioni, puzzles o altri giocattoli. Altri, litigano o picchiano i fratelli o i compagni perché non hanno mai imparato a interagire positivamente, cioè chiedendo, spiegando, parlando con gentilezza. Altri ancora possono indispettirsi quando non riescono ad aprire una porta, a slacciare un bottone o a mettersi le scarpe In questi casi, e in molti altri, insegnare l’abilità giusta può risolvere molti problemi. È importante ricordare, comunque, che ogni nuova abilità richiede un certo numero di rinforzi per essere appresa, ed ha bisogno di rinforzi anche per essere mantenuta