DROGA E MAFIA Il traffico di droga è ormai diventato il perno delle attività mafiose. Questi reati al giorno d’oggi hanno preso il posto di altri un tempo molto più diffusi, quali sequestri di persone e contrabbando.
Questo fatto viene affermato anche dalla direzione centrale dei servizi antidroga, la quale afferma: “le stime effettuate annualmente dagli organismi specializzati mostrano in modo univoco che quello della droga, grazie agli enormi e veloci profitti che è capace di generare , è diventata la principale fonte di finanziamento delle consorterie criminali, in quanto è un mercato in perenne crescita con un immediato e continuo approvvigionamento. “
La mafia per incrementare i propri guadagni ha iniziato a produrre la droga per se stessa; questo fenomeno è più presente al Sud in quanto gli organi specializzati hanno sequestrato 81% delle piantagioni di marijuana in quella zona dell’Italia. Il problema è che queste organizzazioni guadagnano milioni, usando come mezzo la vita di numerosi giovani italiani vendendo loro sostanze illegali e molto dannose. Il numero di ragazzi che fanno uso di queste sostanze sta aumentando in questi anni e di conseguenza aumentano anche i guadagni della mafia, che così rafforza le sue imprese criminali.
Di mafia in Italia si parla da sempre, ormai tutto il Paese è “infetto”. La mafia siciliana è stata un’organizzazione criminale molto potente e attiva nel traffico di droga. Il suo smisurato potere economico deriva soprattutto dalla grande rete di diffusione della droga, organizzata dopo la seconda guerra mondiale. Oggi però il monopolio del traffico di stupefacenti è detenuto dalla ‘ndrangheta , la mafia calabrese Negli anni '80 la mafia siciliana si era assicurata il pieno controllo del mercato della produzione e del commercio della droga. Successivamente è la ‘ndrangheta a prenderne il posto. Quel che è certo è che il traffico di droghe ha aperto le porte del mercato internazionale e della globalizzazione del crimine. Il traffico di droghe non solo riproduce e rafforza i gruppi criminali organizzati, ma contribuisce anche ad estendere il sistema relazionale che ruota attorno ad essi.
Un tempo si parlava di “narcocrazie” , oggi si parla di Stati-mafia e, il traffico di droghe ha certamente un ruolo significativo se non determinante, nei processi di criminalizzazione delle istituzioni fino alla coincidenza e sovrapponibilità tra gruppi criminali e soggetti detentori del potere. Se la mafia volesse, potrebbe staccare un assegno e coprire, con i suoi profitti “neri”, il disavanzo di tutto lo Stato Italiano. Questa montagna di denaro assicura alla mafia una capacità di corruzione infinita. Ecco perché è forte: dispone di risorse finanziare quasi illimitate. Non si sfugge insomma alla certezza che la mafia possa maneggiare alcune decine di migliaia di miliardi all’anno per i suoi scopi, per continuare ad esistere come “Stato nello Stato”. I consumatori di droghe negli ultimi anni sono aumentati ed hanno un buon livello di istruzione e vivono in famiglia , in gran parte lavoratori autonomi, professionisti e dirigenti.
Sono state promulgate leggi e istituiti imponenti apparati repressivi, per affrontare la questione a livello globale. Uomini come i magistrati Falcone e Borsellino, uccisi nel 1992, hanno dichiarato la guerra alla droga e alla mafia: uomini di eccezionale onestà, coerenza senso del dovere, che hanno messo in gioco tutto se stessi, usando tutti gli strumenti militari e giudiziari ( fermi, arresti, blitz ) per fermare questo “ cancro criminale “, ma la mafia sopravvive ancora. Durante un’intervista a Maria Falcone sorella del giudice Giovanni, alla domanda:”Che cosa si può fare per combattere la mafia ?“ ha risposto: “ Educare tutti al rispetto della legalità, questa è l’unica strada per sconfiggerla.” E noi ci vogliamo credere, ci dobbiamo credere.