4° TRIMESTRE 2014 LEZIONE 6 DELLA SCUOLA DEL SABATO SABATO 8 NOVEMBRE 2014 SABATO 8 NOVEMBRE 2014 LA FEDE CHE AGISCE.

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4° TRIMESTRE 2014 LEZIONE 6 DELLA SCUOLA DEL SABATO SABATO 8 NOVEMBRE 2014 SABATO 8 NOVEMBRE 2014 LA FEDE CHE AGISCE

Giacomo 2:14-17 Giacomo 2:18 Giacomo 2:19-20 Giacomo 2:21-24 Giacomo 2:25-26 FEDE «la fede, se non ha opere, è per sé stessa morta» «con le mie opere ti mostrerò la mia fede» «la fede senza opere è morta» «la fede agiva insieme alle sue opere» «la fede senza opere è morta» CHE AGISCE La fede in azione La dimostrazione della fede La fede dei demoni La fede di Abramo La fede di Rahab Relazione tra fede e azione Esempi di fede

«A che serve, fratelli miei, se uno dice di aver fede ma non ha opere? Può la fede salvarlo? Se un fratello o una sorella non hanno vestiti e mancano del cibo quotidiano, e uno di voi dice loro: «Andate in pace, scaldatevi e saziatevi», ma non date loro le cose necessarie al corpo, a che cosa serve? Così è della fede; se non ha opere, è per se stessa morta» (Giacomo 2:14-17) Esiste una fede che salva e una fede che non salva? La fede salvifica è una fede viva. La fede, se è morta, non può salvare. Come posso sapere se la mia fede è viva o è morta? Secondo Giacomo, è attraverso il modo in cui mi relaziono con gli altri. Quando riconosciamo che c’è un bisogno ma non facciamo nulla, perdiamo l’opportunità di esercitare la fede. La fede s’indebolisce e muore un po’. Per questo la fede senza le opere muore.

«Anzi uno piuttosto dirà: «Tu hai la fede, e io ho le opere; mostrami la tua fede senza le tue opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede» (Giacomo 2:18) La fede vera si dimostra attraverso le azioni disinteressate, «che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo» (Efesini 2:10). Paolo, dopo aver affermato che Dio «ci ha salvato non per opere di giustizia che noi abbiamo fatto, ma per la sua misericordia» (Tito 3:5), ci esorta nel modo seguente: «Certa è quest'affermazione, e voglio che tu insista con forza su queste cose, perché quelli che hanno creduto in Dio abbiano cura di dedicarsi a opere buone. Queste cose sono buone e utili agli uomini» (Tito 3:8) Sia Giacomo che Paolo sono d’accordo nell’affermare che la fede e le opere sono inseparabili. Ma, al contrario della fede, le opere in nessun modo ci possono salvare.

«Ognuno sarà giudicato in base ai suoi atti, che sono il riflesso del suo carattere. Le nostre opere dimostreranno se la nostra fede è genuina. Non basta credere che Gesù non sia un impostore e la religione biblica una favola abilmente inventata. Possiamo anche credere che solo Cristo può salvare l'umanità, ma questo non significa ancora che abbiamo fatto di lui — in fede — il nostro Salvatore personale. Non è sufficiente credere alla teoria della verità, professare la propria fede in Cristo ed essere iscritti nei registri di chiesa: «Chi osserva i suoi comandamenti dimora in Lui, ed Egli in esso. E da questo conosciamo ch'Egli dimora in noi: dallo Spirito ch'Egli ci ha dato». «E da questo sappiamo che l'abbiamo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti» 1 Giovanni 3:24; 2:3. Ecco la prova di una vera conversione! A niente serve la nostra professione di fede se non riveliamo Cristo con opere di giustizia.» E.G.W. (Parole di vita - cap. 24 pag. 217)

«Tu credi che c'è un solo Dio, e fai bene; anche i demoni lo credono e tremano. Insensato! Vuoi renderti conto che la fede senza le opere non ha valore?» (Giacomo 2:19-20) La fede della quale parla Giacomo è semplicemente una convinzione intellettuale, ma alcune dottrine sono vere. La mente è convinta dalla schiacciante evidenza della Parola di Dio, ma il cuore resta freddo e inconvertito. Così la fede come mera convinzione intellettuale della verità, benché necessaria, non ci può salvare. Questa è la fede dello «stolto» (insensato, sconsiderato). E’ una fede morta; la fede dei demoni. E’ la fede in Gesù come mio Salvatore personale, quella che mi può salvare. Questa fede sarà visibile nella mia vita, come lo fu nella vita di Abramo e Rahab.

«Abramo, nostro padre, non fu forse giustificato per le opere quando offrì suo figlio Isacco sull'altare? Tu vedi che la fede agiva insieme alle sue opere e che per le opere la fede fu resa completa; così fu adempiuta la Scrittura che dice: «Abramo credette a Dio, e ciò gli fu messo in conto come giustizia»; e fu chiamato amico di Dio. Dunque vedete che l'uomo è giustificato per opere, e non per fede soltanto.» (Giacomo 2:21-24) «Che diremo dunque che il nostro antenato Abramo abbia ottenuto secondo la carne? Poiché se Abramo fosse stato giustificato per le opere, egli avrebbe di che vantarsi; ma non davanti a Dio; infatti, che dice la Scrittura? «Abramo credette a Dio e ciò gli fu messo in conto come giustizia». Ora a chi opera, il salario non è messo in conto come grazia, ma come debito; mentre a chi non opera ma crede in colui che giustifica l'empio, la sua fede è messa in conto come giustizia» (Romani 4:1-5) Partendo dall’esperienza di Abramo, Giacomo arriva alla conclusione che l’uomo è giustificato dalle opere e Paolo conclude che l’uomo è giustificato per fede. Come possiamo risolvere questa apparente contraddizione? GIACOMO PAOLO

Osserviamo la teologia di Paolo rispetto ad Abramo. 1.Abramo non fece nessuna opera che lo rendesse giusto davanti a Dio (Romani 4:1-5) 2.Per fede, ubbidì a Dio recandosi in Canaan (Ebrei 11:8) 3.Per fede, credette che Dio poteva dare un figlio a Sara (Romani 4:19) 4.Per fede, offrì Isacco (Ebrei 11:19) 1.Abramo non fece nessuna opera che lo rendesse giusto davanti a Dio (Romani 4:1-5) 2.Per fede, ubbidì a Dio recandosi in Canaan (Ebrei 11:8) 3.Per fede, credette che Dio poteva dare un figlio a Sara (Romani 4:19) 4.Per fede, offrì Isacco (Ebrei 11:19) In definitiva, Paolo (come Giacomo) considera che Abramo PERFEZIONÓ la sua fede attraverso le sue opere, facendo passi sempre più decisi nella fede. Da parte sua, Giacomo ci dice che Abramo fu giustificato per le sue opere; cioè, le opere dimostrano la validità della fede per la quale una persona è giustificata.

«E così Rahab, la prostituta, non fu anche lei giustificata per le opere quando accolse gli inviati e li fece ripartire per un'altra strada? Infatti, come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta.» (Giacomo 2:25-26) La sua fede l’avrebbe salvata se non avesse nascosto le spie? La sua fede l’avrebbe salvata se non avesse messo il nastro rosso alla sua finestra? I suoi parenti si sarebbero salvati se non fossero rimasti in casa di Rahab? La conclusione di Giacomo è chiara: Se sei salvo per fede, devi vivere secondo la tua fede. Altrimenti, la tua fede è morta Rahab credeva fermamente che il Dio degli israeliti avrebbe conquistato Canaan (inclusa Gerico)

«Oggigiorno, c’è bisogno della fede di Abramo per illuminare le tenebre che ci circondano, che impediscono ai dolci raggi dell’amore di Dio di arrivare a noi, fermando così la nostra crescita spirituale. La nostra fede dovrebbe essere prolifica in buone opere, poichè la fede senza le opere è morta. Ogni compito che realizziamo, ogni sacrificio che facciamo nel nome di Gesù, produce una ricompensa enorme. Nell’atto stesso del dovere Dio parla e ci dà la sua benedizione.» E.G.W. (Rispecchiando Gesù - 6 Marzo)