Distretti tecnologici: Istruzioni per l’uso Sessione pomeridiana Le politiche per lo sviluppo di distretti tecnologici innovativi come forma emergente di sviluppo regionale: il caso della distrettualità logistica Andrea Bonaccorsi Università di Pisa
Cosa non sono i distretti tecnologici (a)uno slogan da inserire nel POR e nella programmazione regionale (b)un mezzo per acquisire risorse aggiuntive dal MIUR (c)un nuovo strumento di programmazione negoziata, utile per spendere risorse CIPE (d)un modo per dare soldi alle università (e)uno strumento per creare da zero distretti industriali in aree prive di tradizioni consolidate
Una ricerca comparativa su scala europea Quattro settori a media ed alta tecnologia -Automobilistico -Aerospaziale -ICT -Nanotecnologie Otto distretti tecnologici in Europa -Stoccarda, Oxford (automotive) -Tolosa, Monaco (aerospaziale) -Karksruhe, Stoccolma (ICT) -Grenoble, Karlsruhe (nanotech) Unioncamere Nazionale, Bacini di competenze e processi di agglomerazione. I distretti tecnologici in Europa, a cura di A.Bonaccorsi e F.Nesci, F.Angeli (2005)
Sintesi dei risultati I distretti tecnologici non nascono da iniziative politiche top down, ma dalla emergenza e dal progressivo consolidamento di bacini di competenze altamente qualificate (competence pool), che generano imprenditorialità istituzionale e processi bottom up di legittimazione e di rappresentanza politica I bacini di competenze generano effetti di agglomerazione e di attrazione di tipo marshalliano: - input sharing - labor pooling - knowledge spillover
Sintesi dei risultati/2 Gli effetti di agglomerazione mettono in moto processi di investimento privato orientati alla valorizzazione economica della conoscenza - rapporti università-industria - generazione di nuove imprese altamente innovative - attrazione di grandi imprese multinazionali I processi di investimento ri-creano e rafforzano i bacini di competenze, ed aumentano gli effetti benefici della agglomerazione Tali processi diventano auto-sostenuti quando si innesca un evento (anche casuale) di arrivo di flussi di domanda mondiale (trigger).
I distretti logistici La localizzazione è determinata dalla ottimizzazione dei flussi su scala mondiale La convenienza a fare scalo, tuttavia, dipende anche da: -intermodalità -velocità del servizio (riduzione dei costi di sosta) -qualità del servizio -disponibilità di spazi attrezzati nell’entroterra -sistema integrato di servizi accessori Anche per i distretti logistici si pone dunque un problema di sostenibilità degli investimenti
Domande aperte Per proseguire la storia di successo di Gioia Tauro in un quadro di competizione mondiale: (1)Qual è il grado di integrazione a monte e a valle tra attività portuale e trasformazione (o semi- trasformazione) industriale e distribuzione? (2)In che modo si producono e riproducono le competenze professionali ? (3)Come si garantisce l’accesso alla conoscenza (knowledge provider)? (4)Dov’è la regia del sistema ?