Il Concilio Vaticano II
Papa Giovanni XXIII L'elezione, il 28 ottobre 1958, del settantasettenne Cardinale Roncalli a Successore di Pio XII induceva molti a pensare ad un Pontificato di transizione moltiplicò i contatti con i fedeli tramite le visite alle parrocchie, agli ospedali e alle carceri. un pontefice in anticipo sui tempi che ha mostrato una grande capacità di rinnovamento Giovanni XXIII invitava a privilegiare la misericordia e il dialogo con il mondo piuttosto che la condanna e la contrapposizione in una rinnovata consapevolezza della missione ecclesiale che abbracciava tutti gli uomini.
Il Concilio è stato il ventunesimo e ultimo dei concili della chiesa cattolica Si svolse in nove sessioni e in quattro periodi, dal 1962 al 1965, sotto i pontificati di Giovanni XXIII e Paolo VI Fu la prima vera occasione per conoscere realtà ecclesiali fino a quel momento rimaste ai margini della Chiesa. Infatti nel corso dell’ultimo secolo la Chiesa cattolica da eurocentrica si era andata caratterizzando sempre più come una Chiesa universale, soprattutto grazie alle attività missionarie La diversità non era più rappresentata dalle sole Chiese cattoliche di rito orientale, ma anche dalle Chiese latino-americane ed africane, che chiedevano maggiore considerazione per la loro "diversità". al Concilio parteciparono per la prima volta, in qualità di osservatori, anche esponenti delle comunità cristiane separate dalla Chiesa Cattolica, come ad esempio quelle ortodosse e protestanti.
I documenti del Concilio 4 costituzioni: Sacrosanctum Concilium (sulla liturgia), Lumen Gentium (sulla Chiesa), Dei Verbum (sulla Sacra Scrittura), Gaudium et Spes (sulla Chiesa nel mondo contemporaneo); 9 decreti: sull’ecumenismo, sulle Chiese orientali, sulle comunicazioni sociali, sui Vescovi, sulla vita religiosa, sulla formazione sacerdotale, sull’apostolato dei laici, sull’attività missionaria della Chiesa, sulla vita ed il ministero sacerdotale; 3 dichiarazioni: sulla libertà religiosa, sulle religioni non cristiane, sull’educazione cristiana.
La riforma liturgica La costituzione sulla liturgia, Sacrosanctum Concilium, ribadisce la vera natura della liturgia, "esercizio del sacerdozio di Cristo" ed auspica la piena, attiva e consapevole partecipazione dei fedeli Novità introdotte: è mantenuta la lingua latina, ma le conferenze episcopali possono permettere l'uso del volgare nelle letture; si ammette un certo pluralismo nell'amministrazione dei sacramenti, nelle processioni, nella musica; è semplificato il rito della Messa; è ammessa la revisione dei riti dei vari sacramenti, dell'ufficio divino, del calendario liturgico.
La struttura della chiesa Rivolta ad est fino agli anni ’60 (tradizione ebraica) Gli elementi: Navate Presbiterio (Presbiter: anziano) Altare Tabernacolo Ambone Balaustra Pulpito Tabernacolo Altare presbiterio balaustra Ambone pulpito Via sacra
La riforma liturgica del Concilio Vaticano II Obiettivo partecipazione dei fedeli Lingua locale Musica moderna Struttura dello spazio sacro direzione del celebrante Piante di chiese recenti
Lettera al clero del vescovo Albino Luciani D'ora innanzi, bisogna vivere anche altri aspetti. Bisogna dire con più convinzione: meum ac vestrum sacrificium; dopo la consacrazione, laddove da parte del sacerdote vien detto che offriamo nos servi lui, sottolineeremo: sed et plebs tua sancta. Sì, sono sacerdoti anche i semplici fedeli; il loro sacerdozio non serve per transustanziare, ma serve per offrire. Avevamo forse timore di dirlo una volta, per non assomigliare a Lutero, che diceva: in Ecclesia, nullus rasus, omnis rasus (nessuno è sacerdote, tutti sono sacerdoti); dopo la Costituzione conciliare sulla Chiesa nessun timore: i fedeli, in un certo senso, sono sacerdoti e, come tali, hanno diritto e dovere di svolgere nella Messa una loro parte, che noi non dobbiamo usurpare. Dicano, dunque, il loro Amen, a ratifica, a consenso, a firma della nostra preghiera. Vengano pure, cantando e in piedi, a ricevere la Comunione dalle nostre mani. Legga pure uno di essi la lezione santa, che il celebrante ascolterà seduto e in silenzio come gli altri. Vittorio Veneto, 14 febbraio 1965
La costituzione sulla Chiesa Lumen Gentium nel Concilio si sottolinea la natura e le funzioni dell'episcopato, sostegno insostituibile del papato, corresponsabile con lui nel governo della Chiesa universale. La costituzione conciliare poi capovolge la visione di Chiesa, ora vista come popolo di Dio: in un certo modo è superato il clericalismo dei secoli precedenti, sottolineando il sacerdozio universale dei fedeli.
Il dialogo con il mondo contemporaneo Gaudium et Spes necessità di aprire un proficuo confronto con la cultura e con il mondo. Esso infatti, pur se lontano spesso dalla morale cristiana, è pur sempre opera di Dio e quindi luogo in cui Dio manifestava la sua presenza (e perciò fondamentalmente buono). è compito della Chiesa, dei laici in primo luogo, ma non solo, riallacciare profondi legami con "gli uomini e le donne di buona volontà", soprattutto nell'impegno comune per la pace, la giustizia, le libertà fondamentali, la scienza.
Dei Verbum La costituzione ricolloca al centro della vita della Chiesa e dei singoli cristiani la Bibbia, che dall'epoca del Concilio di Trento, a causa della Riforma protestante, era stata vincolata al testo latino e dunque di fatto riservata al clero, in forma comunque limitata. Incoraggia quindi la ricerca scientifica sui testi originali (già avviata nella prima metà del secolo), le traduzioni in lingue vive, anche secondo il parlato corrente,
Rapporti con le altre religioni Il documento, Nostra Aetate, contiene importanti affermazioni: la Chiesa non può dimenticare che ha ricevuto dal popolo ebraico la rivelazione dell’A.T. quanto è avvenuto nella passione di Cristo non è imputabile a tutti gli ebrei per questo la Chiesa "deplora" tutte le manifestazioni di antisemitismo In ogni manifestazione di religiosità vi è un raggio di verità che illumina tutti gli uomini occorre allora promuovere la mutua conoscenza e stima, un dialogo fraterno con i seguaci delle altre religioni
Rapporti con le altre religioni Il documento, Dignitatis Humanae, parla della libertà religiosa come di un diritto di ogni essere umano ad essere immune da ogni forma di coercizione nell'esercizio della religione alla quale in coscienza ha aderito. riconosce il dovere e il diritto per ciascuno di seguire i dettami della propria coscienza, senza che alcuno eserciti qualsiasi tipo di coercizione esterna. riconosce poi la libertà di culto pubblico, di propaganda, di associazione, ma afferma altresì dei limiti, ossia quando questa libertà viola i diritti altrui. Condanna infine con fermezza ogni forma di discriminazione giuridica per motivi religiosi.