Modelli dell’acquisizione linguistica 3 Approcci teorici all’apprendimento di L2 Maddalena de Carlo1
Modelli innatisti: enfatizzano anche per la L2 il ruolo della competenza linguistica innata e ritengono che l’acquisizione di L2 poggi su un dispositivo innato (tipo LAD) Modello del monitor di Krashen (1985)
Modelli cognitivi leggono l’acquisizione linguistica come un processo guidato da principi cognitivi generali e motivazioni funzionali, ne fanno parte i modelli interazionisti ritenendo che nell’acquisizione di L2 fattori biologici, cognitivi e ambientali interagiscono. – Adaptative Control of Thought Anderson (1983) – Teoria della processabilità Pienemann (1998)
Prende in considerazione aspetti cognitivi e formali dell’acquisizione della L2. Spiega le sequenze evolutive dell’interlingua sulla base di una gerarchia universale di procedure (abilità procedurali) che vengono gradualmente acquisite da un apprendente di una L2. Teoria della processabilità Pienemann, 1998 Maddalena de Carlo4
Il modello da un lato consente di identificare l’ordine e la sequenza evolutiva di acquisizione di determinati aspetti della grammatica, che sono comuni agli apprendenti, dall’altro evidenzia l’esistenza di aspetti variabili nell’apprendimento di una L2, che differiscono in ciascun apprendente, essendo questi orientato socialmente e psicologicamente in maniera individuale. Maddalena de Carlo5
3 operatori Elaborazione e produzione del messaggio fanno ricorso a 3 operatori: Concettualizzatore: elabora le strutture concettuali del messaggio Formulatore: codifica verbalmente il messaggio Articolatore: produce il messaggio acustico
Diverse procedure si attivano seguendo una scala dal semplice al complesso, secondo i livelli di accessibilità della lingua: accesso lessicale lemma access procedura categoriale category procedure procedura sintagmatica phrasal procedure procedura frasale S procedure procedura della proposizione subordinata sub clause procedure (se applicabile) Tali procedure si presentano in ordine gerarchico implicazionale. Elaborazione degli enunciati Maddalena de Carlo7
Stadi di acquisizione italiano L2 PROCEDUREPRODUZIONI (ACCORDO) 1. Nessuna proceduraCharlie Chaplin film 2. Proced. intracategorialePovero [ragazza] rubato pane 3. Proced. intrasintagmatica[Povera ragazza] rubato pane 4. Proced. intrafrasale[Lei] [ha rubato pane] 5. Proced. interfrasale[Lei ha detto] [che andata padre]
MAGGIORE O MINORE DISTANZA NELLO SCAMBIO DI INFORMAZIONE Scambio di informazione: ALTA - Costruzione della SUBORDINATA: Le sarde penso che le abbiano pescate ieri. INFERIORE : Costruzione della FRASE: Accordo tra SN e SV: numero, genere La mamma è brava, quanti sono gli alberi ZERO : A LIVELLO DEL LEMMA: Forme invariabili: alla lavagna, mamma mia!
Fasi nella produzione degli enunciati (cf. supra) Scambio di informazioni tra gli elementi dell’enunciato e distanza nello scambio: l’apprendente riesce a riformulare le strutture concettuali e le informazioni del messaggio a una distanza sintattica crescente
variazioni (1) where is he going? Le variazioni possibili agli stadi 3 e 4 sono – (2) where he going? – (3) where is going? – (4) where he is going? – (5) he is going where?
Queste quattro possibili soluzioni sono situate tutte sullo stesso livello della scaletta di sviluppo e rappresentano una sfumatura personale propria di ogni singola IL. La disponibilità del loro uso dipende dallo stadio grammaticale in cui si trova l’apprendente prima dello stadio (il quinto) in cui può produrre la forma corretta
Negli esempi citati sopra vediamo all’opera tre tipi diversi di strategie linguistiche, tutte riscontrabili allo stesso livello di IL (quello tra il terzo e il quarto). Esse sono: (A) strategia di omissione: in es. (2) where he going? e in (3) where is going? (B) strategia di violazione: in es. (4) where he is going? (C) strategia di elusione: in es. (5) he is going where?
Il processo di acquisizione di queste strategie si accompagna all’apprendimento sintattico e grammaticale perché l’apprendente degli ultimi livelli deve essere in grado di assegnare una determinata categoria linguistica agli elementi che utilizza.
Hypothesis Space L’obiettivo principale della PT è riuscire a determinare la sequenza dell’emergere delle abilità linguistiche nell’apprendente. Il punto di partenza è la tesi per cui l’apprendimento linguistico implica l’acquisizione di capacità necessarie allo sviluppo della lingua, quindi delle regole che la reggono, e che questo processo procede per tappe più o meno fisse e regolari.
Questo significa che la struttura di una determinata IL (LINGUA DELL’APPRENDENTE) può essere descritta come la somma delle regole che l’apprendente ha acquisito fino allo stadio in cui si trova. Tali norme, per essere disponibili, devono essere state memorizzate e automatizzate dall’apprendente. In tal senso l’apprendimento linguistico deve essere inteso come un processo di automatizzazione delle operazioni linguistiche.
La scaletta evolutiva, in tal modo, è da immaginarsi come un cono che si allarga man mano che vi si inseriscono le nuove procedure imparate e automatizzate, quindi rese disponibili per le produzioni successive. Secondo la Teoria della Processabilità, infatti, ad ogni stadio vengono apprese determinate procedure, le quali sono dipendenti dalle strutture processate anteriormente. In difetto di strutture dei primi stadi, l’apprendente non potrà produrre strutture degli stadi superiori perché non ha i mezzi per processarle. Eventuali occorrenze sono da considerarsi come casuali o come ripetizioni dell’input fornito dai nativi, quindi non come procedure produttive
Hypothesis Space, sviluppo e variazione
L’Hypothesis Space ha, dunque, il merito di ridurre di gran lunga la gamma di variazioni possibili di una struttura perché, in pratica, asserisce che, conoscendo il grado di competenza linguistica dell’apprendente, è possibile dedurre il tipo di strategie comunicative che egli metterà in atto per esprimere determinate strutture.
Teachability Theory Uno studio su dieci bambini italofoni (Pienemann, 1984), apprendenti di L1 in contesto il più possibile naturale, ma comunque scolastico, appartenenti a stadi diversi tra X e X+2 e ai quali si era cercato di insegnare una struttura dello stadio X+3, ha riscontrato che i bambini allo stadio X e X+1 non avevano appreso X+3, al contrario di quelli allo stadio X+2. Questo dimostra che non è possibile saltare i gradini dell’acquisizione linguistica (sia di una lingua straniera, ma anche di L1), ma che bisogna puntare sugli elementi utili e già disponibili in quel determinato stadio.
“l’insegnamento può favorire l’acquisizione linguistica solo se l’interlingua è vicina al punto in cui la struttura da insegnare viene acquisita nella situazione naturale” (Pienemann, 1986: 313): in sintesi sarebbe insegnabile solo ciò che in un certo momento è imparabile, che si colloca cioè immediatamente dopo lo stadio già raggiunto dall’apprendente in una certa sequenza (CF. ORDINE NATURALE KRASHEN).
Non è detto, però, che l’apprendente acquisisca una nuova struttura solo perchè è in grado di processarla: si è dimostrato che deve esserci una necessità funzionale affinchè il nuovo elemento possa emergere.
Modelli funzionali Correlano l’acquisizione linguistica con la sua funzionalità comunicativa sottolineando i principi che guidano la scoperta del rapporto forma-funzione Competition model MacWhinney (1989) Partono dalle funzioni universali del linguaggio condivise da qualsiasi parlante: l’articolazione informativa in tema e rema, esistenza di deittici e anaforici, mezzi per il riferimento a oggetti, processi, riferimento spaziale, personale, corporale, temporale…. Approccio tipologico-funzionale di Givon (1984)
Modello tipologico-funzionale Givón (1979) Language Universals 1984 Prende in considerazione sistemi linguistici diversi sia in diacronia, sia in sincronia per individuare alcuni principi (funzionali, costanti) del mutamento in fenomeni di dinamismo linguistico sia sul piano individuale (processi di apprendimento) sia sul piano sociale (evoluzione storica delle lingue)
Modello tipologico-funzionale Givon Ad esempio la necessità funzionale universale di porre in evidenza il topic dell’enunciato ha portato in diverse lingue a un sistema di marche linguistiche che sono diventate marche di soggetto (di solito il soggetto è anche il topic di un enunciato) Anche nel processo di acquisizione/apprendimento individuali si riscontrerebbero fenomeni di grammaticalizzazione di questo tipo
Approccio tipologico ‑ funzionale di Givón l'acquisizione muoverebbe da fasi iniziali contrassegnate da un modo comunicativo “pragmatico” (con giustapposizione di frasi, struttura topic ‑ comment, del tipo: Los Angeles, it big city) a fasi più grammaticalizzate, caratterizzate dal modo "sintattico" (con accordi, subordinate, morfologia grammaticale). Tale passaggio sarebbe guidato da pressioni esterne, provenienti dalla situazione comunicativa, e psicolinguistiche, fra cui la tendenza ad un'elaborazione linguistica più efficiente e coerente. Maddalena De Carlo