PLATONE : Teoria delle Idee e della Conoscenza

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Aspetti Epistemologici dell’Informatica Prof.ssa Stefania Bandini Dott. Gianluca Colombo Dott. Luca Mizar Federici Dipartimento di Informatica, Sistemistica.
Transcript della presentazione:

PLATONE : Teoria delle Idee e della Conoscenza FILOSOFIA ANTICA Lezioni di Giuliana Prosperi per UNITER - Arese Lezione 04 PLATONE : Teoria delle Idee e della Conoscenza

UNI TER Arese FILOSOFIA ANTICA DALLA DOMANDA SOCRATICA (ti estì) alla TEORIA DELLE IDEE Platone capisce che : la malattia della società ateniese è  l’ignoranza  perché allontana gli uomini dalla verità e dal bene. Il rimedio è  la filosofia  perché solo la ricerca razionale può stabilire → i valori universali a fondamento della conoscenza e della scienza (i concetti universali es. il concetto/idea di bellezza /giustizia – piano gnoseologico - ; la definizione universale di bellezza –piano logico).  → cos’è il Bene, che coincide con la felicità, a fondamento della morale (virtù) della Polis. Infatti : Riprende la domanda socratica ( cos’è x ?). [Nei Dialoghi Platone fa uso della domanda socratica con lo scopo preciso di far riconoscere che esistono necessariamente concetti e valori universali]

UNI TER Arese FILOSOFIA ANTICA e imposta diversamente la domanda : DOMANDA SOCRATICA : cos’è x? es. (cos’è la bellezza/ la giustizia )   DOMANDA PLATONICA : x è qualcosa in se stesso ?( esiste in se stesso , indipendentemente dalla realtà sensibile e dall’uomo che la pensa e la dice ?) Es. la bellezza/ la giustizia esiste in sé e per sé unica e immutabile ? Dunque : Platone capisce che è indispensabile stabilire che le Idee esistono per garantire che sia effettivamente possibile la ricerca degli universali ( concetti universali, definizioni universali) [ Platone riprende da Eraclito la realtà sensibile come continuo movimento (usa la dialettica) e da Parmenide la concezione che l’Essere è immobile,immutabile, eterno, assoluto, è verità (l’Alethia-fondamento) contrapposto al mondo materiale e sensibile che è apparenza e doxa.

UNI TER Arese FILOSOFIA ANTICA Per Platone non esistono solo cose materiali, particolari, in continuo movimento, percepibili con i sensi, che danno origine alle opinioni ; esistono anche oggetti immateriali (Idee), ontologici , assoluti, universali, archetipi, sempre identici a se stessi, conoscibili : 1) solo con l’intelletto – quando siamo nel corpo 2) Fedone = con l’anima (psiche) che conosce pienamente le idee solo quando è separata dal corpo; Fedro = l’anima ha conosciuto le idee prima di incarnarsi , viaggiando nel mondo iperuranio ( cioè sopraceleste ovvero metafisico ) .  Il rapporto tra la realtà sensibile e le idee è di imitazione ( mìmesi), cioè le cose , la realtà sensibile è la copia imperfetta delle Idee; partecipazione ( mèthexis), cioè le cose partecipano delle idee ; parusìa, le idee sono presenti nelle cose.

UNI TER Arese FILOSOFIA ANTICA LA TEORIA DELLE IDEE (Dialoghi della maturità : Menone, Fedone, Convito, Repubblica, Fedro)

UNI TER Arese FILOSOFIA ANTICA

UNI TER Arese FILOSOFIA ANTICA ANAMNESI Reminiscenza Ricordo delle Idee (somiglianza/dissomiglianza) alla base della conoscenza intellettiva Maieutica socratica sostituisce Memoria poetica

UNI TER Arese FILOSOFIA ANTICA

UNI TER Arese FILOSOFIA ANTICA Diànoia = pensiero discorsivo, dialettico, ovvero conoscenza che procede mediante ragionamenti. Platone usa questo termine per indicare il conoscere matematico che, oltrepassa il grado della opinione-sensazione, e volge con il ragionamento matematico, da un concetto ad un altro concetto, fino alla → Noèsis = è il pensiero filosofico (è atto intelligibile –intuitivo puro di conoscenza –intuizione intellettiva ) non fa uso di immagini, non ha contatto con la realtà sensibile, è il supremo grado della conoscenza delle idee- valori nella loro armonia e totalità, fino all’Idea suprema del Bene, vertice del mondo delle idee, unità delle idee, causa delle idee (il cui aspetto visibile è il Bello), punto culminante della ricerca filosofica. Il filosofo traduce la conoscenza con ragionamenti, proposizioni, discorsi (logoi,) con cui descrive a parole le idee ( di cui possiede il ricordo/anamnesi) Opinione (doxa) = ha per oggetto immagini delle cose (eikasìa e pìstis), della realtà, del divenire . E’ mutevole e imperfetta . E’ appresa dai sensi /esperienza Scienza (episteme) = ha per oggetto  Ie idee → entità o enti, essenze della realtà, archetipi della realtà, esistenti in sé, verità in sé, realtà assolute che vivono nell’iperuranio (oggi concetti della nostra mente)  Dio, I’ dea del Bene, o della Bellezza Sono immutabili e perfette; eterne senza spazio né tempo. Sono visibili all’occhio della mente o agli occhi dell’anima, che le contempla quando è disincarnata e che le ricorda per reminiscenza /anamnesi quando si è incarnata ( Menone ) Scienza = Virtù = Bene= Felicità tale identità l’aveva già scoperta Socrate che aveva individuato la consapevolezza (intellegibile/razionale) della coscienza, dentro se stessi . Questa identità nell’ultimo Platone porterà al concetto di virtù come misura /limite sulle passioni .

UNI TER Arese FILOSOFIA ANTICA Diànoia = pensiero discorsivo, dialettico, ovvero conoscenza che procede mediante ragionamenti. Platone usa questo termine per indicare il conoscere matematico che, oltrepassa il grado della opinione-sensazione, e volge con il ragionamento matematico, da un concetto ad un altro concetto, fino alla → Noèsis = è il pensiero filosofico (è atto intelligibile –intuitivo puro di conoscenza –intuizione intellettiva ) non fa uso di immagini, non ha contatto con la realtà sensibile, è il supremo grado della conoscenza delle idee- valori nella loro armonia e totalità, fino all’Idea suprema del Bene, vertice del mondo delle idee, unità delle idee, causa delle idee (il cui aspetto visibile è il Bello), punto culminante della ricerca filosofica. Il filosofo traduce la conoscenza con ragionamenti, proposizioni, discorsi (logoi,) con cui descrive a parole le idee ( di cui possiede il ricordo/anamnesi) Opinione (doxa) = ha per oggetto immagini delle cose (eikasìa e pìstis), della realtà, del divenire . E’ mutevole e imperfetta . E’ appresa dai sensi /esperienza Scienza (episteme) = ha per oggetto  Ie idee → entità o enti, essenze della realtà, archetipi della realtà, esistenti in sé, verità in sé, realtà assolute che vivono nell’iperuranio (oggi concetti della nostra mente)  Dio, I’ dea del Bene, o della Bellezza Sono immutabili e perfette; eterne senza spazio né tempo. Sono visibili all’occhio della mente o agli occhi dell’anima, che le contempla quando è disincarnata e che le ricorda per reminiscenza /anamnesi quando si è incarnata ( Menone ) Scienza = Virtù = Bene= Felicità tale identità l’aveva già scoperta Socrate che aveva individuato la consapevolezza (intellegibile/razionale) della coscienza, dentro se stessi . Questa identità nell’ultimo Platone porterà al concetto di virtù come misura /limite sulle passioni .

UNI TER Arese FILOSOFIA ANTICA Le idee si possono conoscere [Fedone] In modo diretto, con la visione immediata (quando l’anima è separata dal corpo) → il risultato è la conoscenza forte, definitiva ma impraticabile. 2. In modo indiretto, con il pensiero discorsivo (dianoia) e con il pensiero filosofico (noesis), e dunque con la dialettica, basata sull’anamnesi/ricordo- per somiglianza o dissomiglianza ( che sostituisce la maieutica di Socrate) → il risultato è la conoscenza debole, provvisoria, ma praticabile , che opera attraverso logoi, (con cui esprimo le idee/concetti (incontrate nell’Iperuraneo). Il Filosofo, con l’ amore per il sapere (filosofia), non può servirsi della visione diretta delle idee, ma dei logoi per definire le idee (concetti universali) e su di esse/i fondare la scienza e i valori morali. Il criterio di verità per accertare la verità o meno di una definizione, l’uso corretto o meno di un nome,  è la conoscenza dell’idea La reminiscenza Nel Menone Platone si chiede se è possibile imparare qualcosa che non si sa; infatti se già si conosce, l’apprendimento è inutile; se non lo si conosce per niente, l’apprendimento è impossibile. La condizione di chi apprende è intermedia di chi ha dimenticato qualcosa che richiama alla memoria, non imparandola da zero, perché appreso dall’anima in una vita precedente o meglio conosciutala dall’anima, (prima di incarnarsi) nel mondo delle Idee . Per questo lo schiavo, che non sa nulla di geometria, aiutato da Socrate con delle domande, riesce a risolvere un teorema geometrico.  

UNI TER Arese FILOSOFIA ANTICA La teoria della conoscenza e dunque dell’educazione si trova espressa nell’allegoria del MITO della CAVERNA [Repubblica VII,514-518] Immagine tratta da: N. Abbagnano – G. Fornero / La Ricerca del Pensiero, vol. 1A / Pearson Paravia, pag. 231 La caverna oscura = è il nostro mondo Gli schiavi incatenati = sono gli uomini Le catene = sono l’ignoranza e la credenza Le ombre nella caverna = l’immagine delle cose (eikasìa) – immaginazione- Gli oggetti nella caverna = le cose che vengono credute (pistis) - credenza- Mondo doxa / mondo conosc.sens. Il fuoco = principio fisico con cui i primi filosofi spiegarono la realtà : l’azione della filosofia

UNI TER Arese FILOSOFIA ANTICA Liberazione dello schiavo che cerca di uscire dalla caverna = l’uomo che cerca la verità dentro se stesso ( nella sua anima – Socrate-), per poi trovarla con l’azione della conoscenza e della filosofia Mondo fuori della caverna, illuminato dal sole = mondo delle idee, della verità dell’essenza – è il piano dell’ episteme illuminata dal bene. Le immagini delle cose riflesse nell’acqua, fuori dalla caverna = idee matematiche e geometriche – dianoia- pensiero discorsivo Contemplazione durante la notte delle costellazioni = idee astronomiche e matematiche - dianoia- Contemplazione delle cose, illuminate dal sole, fuori della caverna = idee pure ; la filosofia ai suoi massimi livelli –noèsis- pensiero filosofico Contemplazione del Sole = idea del Bene che tutto rende conoscibile -noèsis- pensiero filosofico Lo schiavo che vuole rimanere a contemplare il Sole = tentazione del filosofo a chiudersi in un mondo tutto suo Lo schiavo che torna nella caverna = il dovere del filosofo di educare gli altri alla conoscenza, alla verità, al bene. Lo schiavo che, tornato nella caverna, non riesce più a vedere le ombre = il filosofo che abituato alle idee e alla verità, non riesce più a credere alle opinioni, alle credenze ed ai pregiudizi Lo schiavo deriso nella caverna = gli uomini che non capiscono il filosofo e lo considerano pazzo, con gli occhi guasti I grandi onori attribuiti a coloro che sanno vedere le ombre = il premio offerto dalla società ai falsi sapienti L’uccisione dello schiavo , che disturba i suoi ex compagni per portarli fuori dalla caverna = la sorte toccata a Socrate.

UNI TER Arese FILOSOFIA ANTICA Lettura Fedone (74°-75c) e Repubblica (VII, 514-515)