MEDITERRANEO 2.0 a cura di: ReS Politica Martina Pietrantoni Free Powerpoint Templates
Tunisia, Egitto, Libia, Bahrein, Yemen... si è rivelato un eccezionale strumento di mobilitazione nelle insurrezioni nordafricane. Tunisia, Egitto, Libia, Bahrein, Yemen... L'effetto domino a cui si è assistito in tutta l’area del Nord Africa e Medio Oriente nasce dalla ‘rete’. Nell’epoca dei computer e dei social network, infatti, sono proprio i mass media e internet a rappresentare i nemici più temuti dai dittatori. INTERNET
Tutto inutile però, perché la forza di internet va ben oltre. Sono siti internet e social network, come Facebook o Twitter, a rivestire il ruolo del corrispondente di guerra. Per questo motivo, Ben Ali , Mubarak, quindi Gheddafi, hanno provato ad oscurare il web, cercando di isolare i ribelli. Tutto inutile però, perché la forza di internet va ben oltre.
LE FASI DI INTERNET -La prima fase è quella dell’'open Internet’che è durata fino all’anno 2000 circa. Pochi vincoli e dibattiti sul fatto che la rete potesse o no essere controllata. Ormai il senso di questa completa libertà è un lontano ricordo...
- La seconda fase, fino al 2005, ha visto nascere il ‘diniego dell’accesso’ Paesi come la Cina o l’Arabia Saudita hanno iniziato a impedire l’accesso a certe informazioni ‘on line’. Per far questo sono stati sviluppati filtri per rendere impossibile raggiungere siti web che contenessero materiali considerati pericolosi...
-Il periodo successivo, fino al 2010, denominato di ‘controllo dell’accesso', è caratterizzato dalla crescente sofisticazione con la quale gli stati hanno iniziato non solo a bloccare, ma a controllare il flusso delle informazioni nella rete. Le tecniche per usare la rete per attività di sorveglianza sono cresciute moltissimo - Oggi siamo in un periodo di ‘accesso contestato’ dove gli attivisti cercano strumenti per combatter i blocchi selettivi alla rete da parte dei governi.
PERCENTUALI SULL'USO DI FACEBOOK IN NORD AFRICA E MEDIO ORIENTE
Popolazione: 80.264.543 abitanti (2007)
Popolazione: 10.434.400 ab. (2009) l
Internet users in nord africa La figura riporta i dati sull'uso attivo di internet. A partire dalla fine degli anni '90 l'uso attivo di internet è cresciuto esponenzialme nte in tutti i paesi del Nord Africa, ma ciò è accaduto con una forte eterogeneità.
Da un lato, Marocco e Tunisia hanno visto esplodere la quota di popolazione che fa uso di internet (non di molto inferiore a quella attuale italiana), mentre Egitto ed Algeria hanno avuto un crescita più moderata e decisamente meno accelerata. Infine, in Libia l'uso di internet appare ancora piuttosto limitato
numero di host * presenti ogni 1000 abitanti in 22 paesi africani *host è un servizio, messo a dispozione da aziende specializzate, con cui si può avere spazio web su cui andare a pubblicare i contenuti del sito
Qui si sintetizza il numero di host ogni 1000 abitanti dal punto di vista geografico: la Libia ha 1 (uno) / 2 (due) host ogni mille abitanti, mentre l'Egitto dai 2 (due) ai 5 (cinque) host ogni mille abitanti.
Ecco una lista di blog nordafricani: Secondo i dati del 2010, prima delle rivolte, il Marocco gode di una maggiore liberà informatica e online rispetto ai suoi vicini, con l’Algeria al secondo posto, e la Tunisia che mantiene un saldo controllo sui mezzi dei social media. Ecco una lista di blog nordafricani:
Ed ecco due blog egiziani tra i più famosi... almiraatblog.wordpress.com almiraat2.wordpress.com kamelmansari.maktoobblog.com kamelmansari.over-blog.com hindapress.canalblog.com chaara.net issaad.net chahida25.maktoobblog.com nawel.guellal.over-blog.com fatounar.blogspot.com courantalternatif.blogspot.com tiznitoi.blogspot.com www.jankari.org maghreblog.blogspot.com Ed ecco due blog egiziani tra i più famosi...
IL RUOLO DEL WEB E DEI SOCIAL NETWORK NELLA RIVOLTA
Uno degli organizzatori della sollevazione in Egitto è stato un trentenne, Wael Ghonim, dirigente di Google, che ha creato una pagina di Facebook per commemorare il ventottenne Khaled Daid, un uomo d’affari, picchiato dalla polizia il precedente mese di Giugno. La pagina è diventata un punto di raccolta di folle di simpatizzanti Pagina facebook......
Le foto delle proteste i video, i pensieri e le speranze dei manifestanti sono state caricate su facebook spesso con gli smartphone. Quando internet e la rete di telefonia mobile sono stati bloccati dal regime, agli egiziani è stata data da Google la possibilità di mandare messaggi con il telefono di casa. Un gruppo di studenti universitari egiziani residenti all’estero ha inoltre creato un sito grazie al quale dall’estero, era possibile seguire gli avvenimenti, durante il blackout del web
In Tunisia è stato il blog Nawat a svelare online il livelli di corruzione del regime di Ben Ali, fomentando il risentimento della popolazione.
L’ultima piattaforma mediatica a dar voce ai ribelli nord africani è stata Youtube, il sito che consente di caricare e condividere video personali. Proprio su Youtube, infatti, sono stati caricati i video che hanno scatenato le proteste , i video delle manifestazioni e quelli delle violenze.
EGITTO: Utente numero uno nel mondo arabo e 23° a livello globale di facebook. Ha il numero più elevato di blog in lingua araba del Medio Oriente. Più di 15 milioni di persone, su una popolazione di 80 milioni e un tasso di analfabetismo del 25%, navigano regolarmente grazie agli Internet Cafè In prevalenza i blogger arabi sono giovani e di sesso maschile ma il gruppo dei blogger egiziani emerge come quello che conta la più alta percentuale di blogger donne.
L'utilizzo di Twitter è addiruttura superiore a diversi paesi europei. ...EGITTO L'utilizzo di Twitter è addiruttura superiore a diversi paesi europei. Solo nella giornata di lunedì 24 Gennaio oltre 90.000 persone hanno aderito su Facebook alla protesta contro il regime il quale ha immediatamente reagito alla sollevazione sul web e con un colpo di coda ha chiuso Twitter. Gli utenti egiziani di Twitter però sono riusciti ad aggirare la chiusura utilizzando il servizio attraverso gli sms, server proxy ed altre applicazioni ‘terze’
Il cuore della protesta ruota attorno al sito Elma7rosa Il cuore della protesta ruota attorno al sito Elma7rosa.net – coordinato dalla blogger ed attivista Esraa Abdel Fatah Ahmed
che sono stati davvero una fonte inesauribile di informazione!. ...EGITTO In seguito al blocco di internet deciso da Mubarak alcune delle notizie su ciò che stava succedendo nel paese sono comunque riuscite a trapelare in rete, ad esempio attraverso gli hashtag Twitter #Jan25 #Egypt #EgyRevolt che sono stati davvero una fonte inesauribile di informazione!.
Twitter, Wikileaks ma soprattutto Facebook ed i blog. TUNISIA: Twitter, Wikileaks ma soprattutto Facebook ed i blog. Dietro la grande mobilitazione del popolo tunisino che ha portato alla caduta di Ben Ali, dopo 23 anni incontrastati al potere, ci sono anche i social network e la blogosfera. Utenti facebook in Tunisia: circa 2 milioni , praticamente un abitante su cinque I servizi segreti tunisini hanno ovviamente cercato di imbavagliare le informazioni però non sono riusciti a bloccare l’emorragia di informazioni in quanto gli internauti tunisini hanno potuto contare su una comunità virtuale estesa a tutto il mondo
...TUNISIA Difficile per le autorità tunisine però controllare i BLOG, principale veicolo di contestazione nei confronti di regimi dispotici. Basti pensare che nel solo 2009 in Tunisia sono stati arrestati 151 blogger. Questo indica quanto siano considerati pericolosi dal regime e quanto essi abbiano pesato sul successo della Rivoluzione del Gelsomino.
...TUNISIA L’esempio più famoso è quello del blog ‘A Tunisian Girl’, creato da Lina Ben Mhenni. Per settimane, la blogger ha fornito quotidianamente informazioni preziose sulla sollevazione popolare, pubblicando anche foto di ‘manifestanti-martiri’ abbattuti dalle forze dell’ordine tunisine durante gli scontri con gli insorti. Lina BenMhenni ha anche pubblicato cronache degli arresti di blogger ed attivisti come Slim Amamou, Aziz Amami, Hamadi Kaloutcha. Blog...
Siti di controinformazione... ...TUNISIA Tra i simboli del deposto regime di Ben Ali c'è anche un numero. Il 404 É il codice di errore che veniva visualizzato dai provider tunisini ogni volta che qualcuno tentava di aprire i siti proibiti. Dai siti di controinformazione come Nawaat, Al Badil o Radio Kalima ai social network come Vimeo, Dailymotion e Youtube. La censura era così frequente che 404 è diventa una parola comune nella lingua parlata dai giovani. Siti di controinformazione...
dei twitteri ha raggiunto l’apice con 28 tweets al secondo. ...TUNISIA Venerdì 14/01, giorno della fuga del dittatore Ben Ali, alle 21:56 l’attenzione dei twitteri ha raggiunto l’apice con 28 tweets al secondo. In totale i tweets che hanno raccontato la rivoluzione, compresi quelli che utilizzano l’hashtag #Tunisia, sono stati più di 196.000 mentre sono stati 103.000 i tweets contenenti l’hashatag #sidibouzid dal nome della provincia tunisina da cui sono iniziate le proteste, ma che oggi è l’hashtag simbolo per “chiamare a raccolta i compagni”. Link dove si trovano più di 100 video sulla Tunisia: http://iseenklootzak.nl/tnvideos/
LIBANO: Media dei visitatori giornalieri di blog, secondo un recente sondaggio: 14000 visitatori Ciò indica chiaramente che i blog sono diventati uno dei principali mezzi d’informazione per la gioventù libanese che desidera avere accesso a notizie diverse e opinioni varie Durante le ultime elezioni municipali in Libano tenutesi nel mese di maggio del 2010, i blogger si sono trasformati in agenzie indipendenti di monitoraggio Segue...
...LIBANO Ad alcuni di essi è stata data una licenza dal ministero degli interni che permetteva loro di entrare nelle sedi elettorali, osservare il processo di voto e riportarlo ai media e agli organi costituzionali. Questa è stata la prima esperienza di questo tipo nel mondo arabo, ed è stata valutata piuttosto positivamente, con più di 60.000 visite sul sito in cui venivano pubblicati i resoconti live dei blogger (lebloggers.org).
IRAN: Secondo i dati la blogosfera iraniana è composta da circa 70.000 blog che sono aggiornati almeno una volta alla settimana. Inoltre, ci sono centinaia di migliaia di altri utenti di internet, in Iran, che pubblicano notizie e opinioni sui blog con minore frequenza