La Cosmesi Domestica A cura di Marianna Monaco.

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4.1 Oli e grassi.
Transcript della presentazione:

La Cosmesi Domestica A cura di Marianna Monaco

I cosmetici fanno parte della nostra vita quotidiana Benvenuti! I cosmetici fanno parte della nostra vita quotidiana Ma cosa sono e Cosa contengono? Come è garantita la loro sicurezza? Come farne un uso corretto? Qual è il loro costo ambientale? Qual è il loro costo ambientale? L’incontro di oggi nasce per provare a rispondere ad alcune di queste domande e per promuovere un approccio critico e consapevole in merito all’uso di questi prodotti 2

Trotula de Ruggiero in De passionibus mulierum : Cosmesi nella storia Trotula de Ruggiero in De passionibus mulierum : “Le donne di Salerno mettono radice di viticella e di brionia nel miele e con questo si ungono il viso, che assume un bel colorito roseo. Oppure truccano volto e labbra con miele depurato, cui aggiungono un po’ di brionia, di viticchi o di cocomero selvatico e acqua di rose” Clematis viticella, rampicante appartenente alla famiglia delle ranucolacee La Vite bianca è una pianta erbacea, perenne, appartenente alla famiglia delle Cucurbitaceae, Briona dioica La Vite bianca è una pianta erbacea, perenne, appartenente alla famiglia delle Cucurbitaceae, Clematis viticella L. Sp. Pl.: 543 (1753) Clematis campaniflora Brot. Ranunculaceae Trotula de Ruggiero [1], conosciuta anche con il nome di Trottula, Trotta, Trocta o Troctula (... – ...) è stata un medico italiano che, nel XI secolo, operò nell'ambito della scuola medica salernitana. A lei è attribuito, pur con qualche controversia, il trattato De passionibus mulierum ante in et post partum, edito a stampa solo nel 1544, a Strasburgo, nell'edizione tarda di George Krant. Il De passionibus segna la nascita dell'ostetricia e della ginecologia come scienze mediche. Tra le importanti nozioni in esso contenute, vi è la necessità di suturare chirurgicamente le lesioni perineali[2]. Viticella: viticella Nome italiano della Clematis viticella, rampicante alto fino a 5 m, con fiori solitari, violacei o rossi, del diametro di 5-7 cm, con stili glabri; cresce nei luoghi umidi del Mediterraneo e si coltiva nei giardini. Briona:La Vite bianca è una pianta erbacea, perenne, appartenente alla famiglia delle Cucurbitaceae, originaria dell'Europa centrale e meridionale dell'Asia occidentale e dell'Africa settentrionale. Viticella Briona 3

Oggi sono definiti Cosmetici Regolamento (CE) n. 1223/2009 “I prodotti cosmetici sono sostanze o miscele di sostanze destinate ad essere applicate sulle superfici esterne del corpo umano (epidermide, sistema pilifero, unghie, ecc.), oppure sui denti e sulle mucose della bocca allo scopo esclusivamente o prevalentemente di pulirli, profumarli, modificarne l'aspetto, proteggerli, mantenerli in buono stato o correggere gli odori corporei. ” 4

Le forme cosmetiche 07/06 Sistemi lipidici anidri (unguenti, lipogeli, sticks) Soluzioni (acquose, idroalcoliche, oleose) Emulsioni Tensioliti o Detergenti ( sistemi fluidi, semifluidi, solidi) Gel Paste Sistemi solidi ( polveri e sali) Spray 14/06 21/06 Unguenti per i geloni, per mani e pelle screpolata per i duroni dei piedi, prodotti per la cura delle dermatiti effetto barriera

Cosa contengono i cosmetici? Lipidi Acqua Emulsionanti Tensioattivi (o sostanze lavanti) Gelificanti/Addensanti Profumi Antiossidanti Umettanti Conservanti Coloranti

L’ Etichetta e La nomenclatura INCI Nella lettura dell’etichetta bisogna ricordare che gli ingredienti sono elencati in ordine di concentrazione decrescente, a partire dalla sostanza più abbondante nella formula. Tutte le materie prime cosmetiche non sono identificate con il loro nome chimico o con quello commerciale ma un terzo nome corrispondente al nome L'INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients) è una denominazione internazionale utilizzata per indicare in etichetta i diversi ingredienti del prodotto cosmetico. Viene usata in tutti gli stati membri dell’UE, così come in molti altri paesi nel mondo, tra cui ad esempio USA, Russia, Brasile, Canada e Sudafrica. Dal 1997 è obbligatorio che ogni cosmetico immesso sul mercato riporti sulla confezione l'elenco degli ingredienti in esso contenuti usando la denominazione INCI, scritti in ordine decrescente di concentrazione al momento della loro incorporazione. Al primo posto si indica l'ingrediente contenuto in percentuale più alta, a seguire gli altri, fino a quello contenuto in percentuale più bassa. Al di sotto dell'1% gli ingredienti possono essere indicati in ordine sparso. La nomenclatura INCI contiene alcuni termini in latino (riferiti ai nomi botanici e a quelli di ingredienti presenti nella farmacopea; ad esempio "prunus amygdalus dulcis oil" sta per "olio di mandorle dolci") mentre la maggioranza è in inglese; nel caso dei coloranti si utilizzano le numerazioni secondo il Colour Index (es. CI 45430). Fanno eccezione i coloranti per capelli, che devono sempre essere indicati col loro nome chimico inglese. Dizionario a livello europeo che ha lo scopo di uniformare le classi di sostanze utilizzate L’adozione della lista degli ingredienti dei prodotti cosmetici, da elencare attraverso l'impiego del codice INCI, rappresenta una utile informazione per la tutela al consumatore. Lo scopo del codice INCI è infatti prioritariamente quello di permettere alle persone allergiche di identificare facilmente la presenza della sostanza alla quale sono allergici all’interno del prodotto prima del suo impiego, in qualunque parte d’Europa (e spesso del mondo) si trovino. INCI International Nomenclature of Cosmetic Ingredients 7

Lipidi I lipidi, o grassi, comprendono gli oli ed i burri, di origine minerale, vegetale, animale o di sintesi. I lipidi utilizzati in cosmesi sono numerosi e rientrano fra gli ingredienti principali delle emulsioni, unguenti ed oleoliti. Le funzioni dei grassi in un cosmetico si riassumono in 4 effetti principali: Rendono il prodotto spalmabile Sono idratanti cutanei Conferiscono protezione all’epidermide Sono emollienti

Lipidi Origine Minerale: vasellina solida/liquida Animale: lanolina (petrolatum/paraffinum liquidum) Animale: lanolina (lanolin) Sintetica: c12-15 alchil benzoato, dimetilpolisilossano (C12-15 alchyl benzoate, dimethicone) Vegetale: olio di oliva, olio di ricino, olio di palma (olea europea, castor oil, palm oil) L'olio di palma e l'olio di semi di palma o olio di palmisto sono degli olii vegetali saturi ricavati dalle palme da olio, principalmente Elaeis guineensis ma anche da Elaeis oleifera e Attalea maripa. Nel 2007, con 28 milioni di tonnellate di produzione globale, era il secondo olio commestibile più prodotto, dopo l'olio di soia,[1] che adesso potrebbe aver superato.[2] È  Pur essendo in teoria una fonte di energia rinnovabile, il carburante da olio di palma è osteggiato da diverse associazioni ambientaliste (per esempio Greenpeace[9] e Friends of the Earth[10]) a causa degli effetti collaterali della sua produzione, che includono la necessità di convertire alla coltivazione di palme aree ecologicamente importanti come zone di foresta pluviale o aree precedentemente adibite alla produzione alimentare.[11] Inoltre, la monocoltura di palme da olio può produrre importanti emissioni di carbonio; in Indonesia e Papua Nuova Guinea, per esempio, il terreno per la coltivazione è stato preparato spesso drenando e dando alle fiamme aree di foresta palustre e torbiera, con un conseguente rilevante danno ambientale, ed è stato valutato che anche in seguito a questi fenomeni l'Indonesia sia diventata il terzo emettitore mondiale di gas serra, inoltre la deforestazione minaccia d'estizione gli orango, diffusi solo in quelle aree. Secondo il rapporto congiunto della Banca Mondiale e del Governo britannico[12]], il solo settore forestale indonesiano sarebbe responsabile del rilascio in atmosfera di 2,563 MtCO2e (Metric Tonne (ton) Carbon Dioxide Equivalent). Secondo il Rapporto quinquennale FAO sulle foreste del 2007[13], la sola Indonesia perde un milione di ettari all'anno di foreste pluviali.. La United States Environmental Protection Agency (EPA) ha escluso il biodiesel da olio di palma dai combustibili ecologici, proprio perché l'impronta di carbonio derivante dalla sua produzione non permette la riduzione del 20% richiesta per le emissioni dei biocarburanti: l'olio di palma ha costi ambientali elevatissimi alla produzione. Anche in Africa la palma da olio inizia ad espandersi nelle regioni forestali, minacciando importanti ecosistemi; questo è il caso per esempio della Costa d'Avorio[14] e dell'Uganda.[15]

Addensanti Hanno la funzione di aumentare la viscosità di un formulato Tra le categorie di addensanti, troviamo le cere (di origine minerale, animale o vegetale) Animale: cera d’api (cera Alba) Vegetale: cera candelilla, cera di crusca di riso (cera candelilla, rice bran wax) Minerale: cera minerale (ozockerite) Cera d'api:È una cera robusta formata da una mistura di diversi composti, tra i quali: idrocarburi 14%, monoesteri 35%, diesteri 14%, triesteri 3%, idrossi monoesteri 4%, idrossi poliesteri 8%, esteri acidi 1%, poliesteri acidi 2%, acidi liberi 12%, alcoli liberi 1%, non identificati 6%. Le componenti principali della cera d'api sono palmitati, acido palmitico, idrossipalmitati e esteri oleati formati da lunghe catene (30-32 atomi di carbonio) di alcoli alifatici, con un rapporto di 6:1 tra i due componenti principali triacontanilpalmitato CH3(CH2)29O-CO-(CH2)14CH3 e acido cerotico CH3(CH2)24COOH. La cera d'api ha un alto punto di fusione, compreso tra 62 °C e 64 °C. Non raggiunge l'ebollizione in aria, ma continua a riscaldarsi fino ad infiammarsi a circa 120 °C. Se la cera d'api viene riscaldata fino ad una temperatura superiore agli 85 °C, si scolora. La densità a 15 °C varia tra 0,958 e 0,970 g/cm³. La cera d'api si può classificare in due grandi categorie: tipo europeo e tipo orientale. Il numero di saponificazione è 3-5 per il tipo europeo e 8-9 per il tipo orientale. L'idrossi ottacosanil idrossistearato e la cera giapponese possono essere usati al posto della cera d'api come correttori di densità e stabilizzatori di emulsione. 10

I profumi Il profumo viene quasi sempre aggiunto in piccole quantità ai prodotti cosmetici, allo scopo di aumentarne la gradevolezza e di coprire eventuali odori spiacevoli. Due sono le principali tipologie di profumi utilizzati in cosmesi Sintetici (parfum, aroma) Vegetale (essential oil) 160 kg. Di Lavanda selvatica danno 1 kg. Di essenza; 1000 kg di fiori di Gelsomino o 5 tonnellate di Rose o di scorze di Limone danno 1 litro di olio essenziale Citral Citronellol Coumarin Eugenol Evernia furfuracea Evernia prunastri Farnesol Geraniol Heryl cinnamal Hydroxyisohexyl 3 – cyclohexene carboxaldehyde Hydroxycitronellal Isoeugenol Limonane

Leggiamo due etichette PAO (period after opening) Certificazioni Quantità PAO (period after opening) Ingredienti

Possiamo però essere più consapevoli… Cosmesi naturale Attualmente non esiste definizione ufficiale di cosmesi naturale Nonostante molti prodotti vantino la presenza di sostanze vegetali, la base formulativa molto spesso si avvicina a quella di un cosmetico convenzionale, anche per prodotti distribuiti in erboristeria o in farmacia. Possiamo però essere più consapevoli… leggendo con attenzione l’etichetta al momento dell’acquisto; facendo scelte sostenibili; dedicandoci alle auto-produzioni di cosmetici.

Strumenti disponibili Quali strumenti posso utilizzare per verificare la sicurezza ambientale degli ingredienti? www.biodizionario.it

Strumenti disponibili Data Base INCI www.saicosatispalmi.it

Alcune certificazioni La Direttiva 2003/15/CE, nota anche come VII modifica, ha stabilito: •un divieto immediato di tutte le sperimentazioni per le quali esistono metodi alternativi convalidati e accettati; •la proibizione, da settembre 2004, sul territorio dell’Unione Europea di testare cosmetici finiti sugli animali; •il divieto, da marzo 2009, di valutazione su animali per scopi cosmetici nell’UE degli ingredienti. Significa che nessun tipo di studio su animali (inclusi quelli di tossicità da uso ripetuto, tossicità riproduttiva e tossicocinetica per cui è previsto il 2013 come data limite) può essere effettuato sul territorio dell’UE per valutare ingredienti cosmetici; •proibizione, da marzo 2009, della commercializzare nell’UE di cosmetici la cui formulazione finale è stata oggetto di sperimentazione animale oppure contenenti ingredienti testati su animali. E’, però, prevista un’unica eccezione: i cosmetici, come tali o contenenti ingredienti sottoposti a test di tossicità da uso ripetuto, tossicità riproduttiva e di tossicocinetica con l’uso di animali (effettuati in paesi extra-UE), possono essere commercializzati fino al marzo 2013. •il nuovo Regolamento cosmetici 1223/2009 ha lasciato inalterato quanto prescritto dalla VII modifica. NESSUN COSMETICO PUO’ ESSERE TESTATO SU ANIMALI.

Focus sulle autoproduzioni Fare i cosmetici in casa consente di: risparmiare; avere più consapevolezza sui prodotti che usiamo; avere la possibilità di capire i reali bisogni del nostro corpo; ridurre l’impatto ambientale sia a monte , limitando la produzione, sia a valle, diminuendo i rifiuti

Possibili preparazioni casalinghe Emulsioni Saponi Unguenti Deodoranti Tonici Oleoliti Maschere viso e capelli Gel

Laboratorio di oggi Protettivo Unguento olio di oliva e cera d’api Emolliente Ricco di antiossidanti Oleolito di carota Ottimo doposole

Prossimi Laboratori Emulsioni 14/06/2014 Teoria Pratica: crema insettifuga Teoria Saponi 21/06/2014 Pratica: produzione di un lotto di sapone

Bibliografia Sitografia La pelle ed i cosmetici naturali – Giulia Penazzi, tecniche nuove edizioni Cosmetici naturali fai da te– Giulia Penazzi, tecniche nuove edizioni I http://www.nononsensecosmethic.org/ http://www.biodizionario.it/ http://forum.saicosatispalmi.org/viewforum.php?f=21 Sitografia

Grazie per l’attenzione