Ebrei in Italia dopo la Shoah: trasformazioni, silenzi e inedite questioni Gadi Luzzatto Voghera.

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Ebrei in Italia dopo la Shoah: trasformazioni, silenzi e inedite questioni Gadi Luzzatto Voghera

Visibilità pubblica dell’ebraismo italiano La visita di papa Woytjła alla sinagoga di Roma nel 1986

Visibilità pubblica dell’ebraismo italiano La persecuzione antiebraica perpetrata dal regime fascista

Visibilità pubblica dell’ebraismo italiano L’ebraismo romano appoggia le politiche dei governi di Israele

Oggetto della conferenza Introdurre alcune questioni storiografiche e discutere alcune scelte Affrontare alcune delle trasformazioni della presenza ebraica in Italia nel dopoguerra Trattare di alcuni “Silenzi” Proporre spunti di discussione

Questioni storiografiche Pessimismo Tramonto dell’idea stessa di emancipazione Partecipazione di buona parte della leadership delle comunità ebraiche al consenso verso il regime fascista Perdita di circa il venti per cento della popolazione

Questioni storiografiche Ottimismo Rinascita nazionale e spirituale della nazione ebraica Brigata Ebraica Nuovo orgoglio nazionale  il settimanale «Israel» Paradosso delle scuole ebraiche

I temi della storia ebraica italiana contemporanea Emancipazione: una nuova cultura religiosa fondandola sulla certezza dell’inevitabile trionfo del modello di emancipazione proposto dal liberalismo borghese Legislazione razzista: fine dell’emancipazione e assenza di una consistente reazione da parte della società italiana «Terza emancipazione»: nuova coscienza di cittadinanza, basata su nuovi presupposti.

I temi della storia ebraica italiana contemporanea Nascita dello Stato d’Israele I soldati “palestinesi” che portavano i primi germi di una nuova visione ebraica del mondo La lingua e nuovi strumenti di educazione

I temi della storia ebraica italiana contemporanea La Shoah Ritardo nell’ affermarsi nel ruolo centrale che oggi le viene comunemente riconosciuto Vennero prodotti alcuni film anche in Italia che si dedicavano a una riflessione sullo sterminio degli ebrei, ma – è bene sottolinearlo – non sull’impatto che questo ebbe sulla società italiana La crescita di interesse per la Shoah si fece definitiva solo a partire dall’introduzione in Italia della Giornata della Memoria (Lg. 20 Luglio 200, n.211), che tuttavia ebbe come effetto quello di deformare ancora una volta l’immagine pubblica dell’ebraismo italiano

Fra immagine e realtà L’immagine degli ebrei non coincide (e spesso è completamente diversa) dalla realtà sociale, culturale e religiosa che caratterizza la comunità ebraica, sia in Italia sia altrove Demografia Composizione Rappresentanza

Silenzi Il silenzio sul comportamento della leadership dell’ebraismo italiano durante il fascismo. Un allineamento governativo quasi generale, prodotto forse inevitabile di una fondamentale incomprensione sulla natura del fascismo e dalla persistente presenza di un paternalismo notabilare che era già fuori tempo negli anni ’20. Il silenzio di Pio XII sullo sterminio degli ebrei, ma soprattutto sulla deportazione degli ebrei di Roma, che pesa anche politicamente a vari livelli. Il silenzio (o meglio, il mutismo) di una classe intellettuale ebraica molto consistente (in letteratura, nel giornalismo, nelle scienze, in politica) che in genere non si fa coinvolgere nella gestione della quotidianità delle comunità ebraiche, determinandone la marginalizzazione.

Questioni aperte L’Italia è stata il crocevia fondamentale della storia e della cultura ebraica per centinaia di anni: con Roma sede del papato, con lo sviluppo della tipografia che ha contribuito a diffondere e democratizzare il sapere ebraico (specie lo Zohar e la cultura mistica), con l’elaborazione di un ebraismo umanistico, in costante dialogo con le culture non ebraiche, l’Italia è stata a tutti gli effetti la culla della cultura e della tradizione ebraica. Perché questo fatto non è conosciuto e riconosciuto? Non lo conoscono l’ebraismo americano e israeliano, che considerano l’Italia ebraica e la sua storia poco più che un incidente. Ma non lo considera neppure la cultura italiana, che solo ultimamente ha cominciato a conoscere di più (Giornate della Cultura Ebraica Europea), ma come se fosse una scoperta “esotica”, e non una componente fondativa della civiltà italiana.

Questioni aperte Perché l’Italia non è stata in passato e non è ancora oggi una terra che attira migrazioni consistenti di ebrei? Migrazioni ce ne sono state, ma mai veramente importanti. Gli ebrei in Italia non sono mai stati più di qualche decina di migliaia. Oggi – come dicevo – neppure si sa veramente quanti siano. Ma se prendiamo l’Europa di oggi, dopo la caduta del muro: perché gli ebrei in Germania sono più che raddoppiati in vent’anni (attirando oltre ai russi anche molti israeliani), e in Italia si registra un costante calo (almeno in apparenza)?

Questioni aperte Per quale ragione, e seguendo quali dinamiche, nonostante il calo demografico in Italia si assiste a una vera e propria esplosione di attività ebraiche e una decisa crescita nella consapevolezza culturale ebraica a tutti i livelli (cultura, lingua, tradizioni religiose)? E perché a fronte di questa rinascita si assiste a un deciso impoverimento e insterilimento del sapere rabbinico (i pochi rabbini italiani - una ventina- sono marginali e praticamente sconosciuti nel panorama della cultura rabbinica)?

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