W L’ITALIA UNITA Dalla Costituzione italiana:

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Transcript della presentazione:

W L’ITALIA UNITA Dalla Costituzione italiana: Art. 1: « L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. »

UN PO’ DI STORIA DELLA NOSTRA PENISOLA

L’IMPERO ROMANO L’Impero romano nel periodo della sua massima espansione (IV secolo d. C.)

L’Impero romano alla morte di Teodosio (395) viene diviso in due parti: impero romano d’occidente (durerà fino al 476) impero romano d’oriente (durerà fino al 1453)

Le invasioni barbariche Le invasioni barbariche, iniziate già nel corso del II sec. d. C., costituiscono un periodo ininterrotto di scorrerie all'interno dei confini dell'Impero Romano. Condotte inizialmente per fini di saccheggio e bottino da genti armate appartenenti alle popolazioni che gravitavano lungo le frontiere settentrionali, a partire dalla seconda metà del IV secolo si trasformarono in vere e proprie migrazioni di intere popolazioni.

L’Italia e I LongobArdi I bizantini non riescono (o non vogliono) difendere l’Italia dall’attacco dei Longobardi. Così, alla fine del VI secolo l’Italia si trova divisa in due. Ha inizio un fenomeno destinato a durare 1300 anni (fino al 1861) con conseguenze estremamente negative per il nostro paese: LA ROTTURA DELL’UNITA’ TERRITORIALE DELL’ITALIA.

L’Italia e il sacro romano impero Poi è la volta dei Franchi. Il loro re Carlo Magno caccia i Longobardi (fine dell’VIII secolo), si stabiliscono in Italia e aiutano il papa ad acquisire potere politico. Nell’800, Carlo magno viene incoronato imperatore del Sacro Romano Impero proprio a Roma, da papa Leone III.

Nel Medioevo parte dell’Italia fa parte ancora del Regno di Lotario, figlio di Ludovico il Pio (quest’ultimo è l’erede di Carlo Magno), si consolidano i territori della Chiesa... ... E in alcune zone del sud Italia si stabiliscono i Normanni (uomini del nord, ramo dei Vichinghi). Nel 1091 la Sicilia divenne normanna.

L’ITALIA NEL 1400 Si sviluppano gli stati regionali. La carta rappresent​a il livello di frammentaz​ione della penisola. L‘Italia, il paese economicam​ente e commercial​mente più avanzato dell'epoca​, sarà così debole sul piano politico e militare, divenendo facile preda delle monarchie nazionali che si vanno costituend​o in Francia, Inghilterr​a, Spagna.

L’Italia nel 1600 Nel corso del 1600 predomina la dominazione spagnola, per l’Italia è un periodo di decadenza.

Italia nel 1796 Alla fine del 1700 il nostro paese subisce le invasioni francesi, nascono delle repubbliche, ad imitazione di quanto accadeva in Francia (Rivoluzione Francese, 1789).

L’ETA’ DELLA RESTAURAZIONE Il Congresso di Vienna è convocato nel 1814 dalle potenze (Austria, Gran Bretagna, Prussia e Russia) che hanno sconfitto Napoleone Bonaparte con l’obiettivo di ripristinare i governi europei presenti prima delle campagne napoleoniche. L’Italia è divisa in stati o regni più o meno grandi. Predomina la dominazione austriaca.

IL RISORGIMENTO ITALIANO A partire del 1820, molti movimenti rivoluzionari, severamente puniti dopo ogni azione, cominciano a ribellarsi contro l’occupazione austriaca. Nel 1848, c’è la prima guerra d’indipendenza, che cerca di imitare le rivoluzioni che scoppiano in tutta Europa, ma l’azione fallisce. Il Regno di Sardegna guida il processo d’unità d’Italia.

Nel 1859 c’è la seconda guerra d’indipendenza, grazie alla quale si uniscono al Regno di Savoia la Toscana, l’Emilia, la Romagna, e le Marche al resto dell’Italia del nord: mancano solo lo Stato della Chiesa da conquistare, il regno delle due Sicilie, Trentino e Friuli. Un generale italiano, Giuseppe Garibaldi, decide, con mille uomini, di sbarcare in Sicilia per liberare l’Italia meridionale: chiamiamo questo famosissimo episodio la spedizione dei Mille (1860).

IL REGNO D’ITALIA Il 17 marzo 1861, è proclamato il regno d’Italia, col suo primo re: Vittorio Emanuele II. La capitale è Torino. Altre tappe verso l’unità d’Italia: la terza guerra d’indipendenza (1866), grazie alla quale il Veneto viene conquistato ed entra a far parte dell’Italia. La capitale diventa Roma nel 1871, dopo la breccia di Porta Pia nel 1870, e l’annessione del Lazio.

LA PRIMA GUERRA MONDIALE Nella prima guerra mondiale (1914-1918) l’Italia combatte a fianco dell’Intesa, che le promette guadagni territoriali in caso di vittoria.

L’Italia usciva vincitrice dalla guerra costatagli 680 L’Italia usciva vincitrice dalla guerra costatagli 680.000 morti e 1 milione di feriti. L'acquisizione del Trentino-Alto Adige, di Trieste, dell'Istria, fu pagata a caro prezzo.

la seconda guerra mondiale Nella seconda guerra mondiale (1939-1945) l’Italia fascista combatte a fianco della Germania di Hitler. Con il termine Campagna d'Italia si indicano l'insieme delle operazioni militari condotte dagli Alleati durante la seconda guerra mondiale, dal giugno 1943 al maggio 1945, per invadere, costringere alla resa ed occupare il Regno d'Italia.

L’ITALIA DI OGGI L’Italia è una Repubblica dal 2 giugno 1946, comprende 20 regioni, 5 della quali sono a Statuto speciale (Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Sicilia, Sardegna). La regione Trentino-Alto Adige è costituita dalle province autonome di Trento e Bolzano (art 116, II Cost.). Tali province sono dotate di poteri (anche legislativi) corrispondenti a quelli di una regione.

LA COSTITUZIONE ITALIANA La Costituzione della Repubblica italiana è la legge fondamentale dello Stato italiano. Fu approvata dall'Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947. Entrò in vigore il 1º gennaio 1948.

I PRINCIPI FONDAMENTALI Un piccolo “assaggio” della nostra Costituzione: Art. 1. L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Art. 2. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Art. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

L’INNO NAZIONALE E LA BANDIERA

La bandiera italiana La bandiera italiana è il Tricolore: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni, così come è definita dall'articolo 12 della Costituzione della Repubblica Italiana. Il verde simboleggia la speranza, a lungo coltivata e spesso delusa durante l'Ottocento, in un'Italia unita e libera, e la macchia mediterranea, fondamentale elemento del paesaggio italiano; il bianco rappresenta le Alpi, famose per i loro ghiacciai e la fede cristiana cattolica, professata dalla maggioranza degli Italiani; il rosso ricorda il sangue sparso per l'Unità d'Italia. Questi tre colori, inoltre, erano già noti ai tempi di Dante Alighieri, e lo si vede nella sua Commedia, come simboli delle tre virtù teologali: verde-speranza; bianco-fede; rosso-carità (Purg. canto XXX, v.30-33): di conseguenza rappresentano la cultura e la letteratura italiana in generale. I tre colori sono stati disposti a bande verticali di uguale spessore perché tale motivo ricorda la Rivoluzione Francese (è infatti lo schema della Bandiera della Francia) e di conseguenza gli ideali di libertà, uguaglianza e fraternità.

La bandiera italiana è nata nel 1794, quando due studenti di Bologna, Giovanni Battista De Rolandis e Luigi Zamboni, tentarono una sollevazione contro il potere assolutista che governava la città da quasi 200 anni. I due presero come distintivo la coccarda della rivoluzione parigina, ma, per non imitare la Francia, cambiarono l'azzurro col verde. Bandiera del Regno di Sardegna dal 1848 (in mezzo c’è lo scudo dei Savoia), il Tricolore diventa la bandiera del Regno d'Italia il 17 marzo 1861.

L’inno d’Italia IL POETA “Il canto degli italiani” è stato scritto da Goffredo Mameli (Genova, 1827-Roma, 1849), morto a 22 anni, a seguito di una ferita infetta che si procurò durante le lotte patriottiche romane. Per questo si chiama anche “inno di Mameli”. In molti criticano questo testo: troppo retorico, si dice, pomposo, parole arcaiche, dell'Ottocento... Beh, che le parole siano molto "Ottocentesche" non c'è dubbio, ma che altro poteva fare uno che scriveva nel 1847? E comunque guardate i testi degli altri inni nazionali e vedrete che come retorica non scherzano nemmeno loro.

IL MUSICISTA Michele Novaro (Genova, 1818-1885) è stato il compositore della musica dell'inno nazionale italiano.

ANALIZZIAMO IL TESTO Fratelli d'Italia, l'Italia s'è desta,  dell'elmo di Scipio s'è cinta la testa.  Dov'è la Vittoria?  Le porga la chioma,  che schiava di Roma  Iddio la creò.  Stringiamci a coorte,  siam pronti alla morte.  Siam pronti alla morte,  l'Italia chiamò.  Stringiamci a coorte,  siam pronti alla morte.  Siam pronti alla morte,  l'Italia chiamò, sì!  l'elmo di Scipio: L'Italia ha di nuovo sulla testa l'elmo di Scipio (Scipione l'Africano), il generale romano che nel 202 avanti Cristo sconfisse a Zama (attuale Algeria) il cartaginese Annibale. L'Italia è tornata a combattere. Le porga la chioma: La Vittoria sarà di Roma, cioè dell'Italia. Nell'antica Roma alle schiave venivano tagliati i capelli. Così la Vittoria dovrà porgere la sua chioma perché sia tagliata, perché la Vittoria è schiava di Roma che sarà appunto vincitrice. coorte: nell'esercito romano le legioni (cioè l'esercito), era diviso in molte coorti. Stringiamoci a coorte significa quindi restiamo uniti fra noi combattenti che siamo pronti a morire per il nostro ideale.

Noi fummo da secoli  calpesti, derisi,  perché non siam popoli,  perché siam divisi.  Raccolgaci un'unica bandiera, una speme:  di fonderci insieme  già l'ora suonò. Stringiamci a coorte,  siam pronti alla morte.  Siam pronti alla morte,  l'Italia chiamò, sì!  calpesti: calpestati Raccolgaci: la lingua di Mameli è la lingua poetica dell'Ottocento. Questo raccolgaci in italiano moderno sarebbe ci raccolga, un congiuntivo esortativo che assimila il pronome diretto. Il significato è: ci deve raccogliere, tenere insieme. una speme: altra parola letteraria e arcaica. Significa speranza. fonderci insieme: negli anni di Goffredo Mameli l'Italia è ancora divisa in molti staterelli. Il testo dice che è l'ora di fondersi, di raggiungere l'unità nazionale.

  per Dio: doppia interpretazione possibile. Per Dio è un francesismo e quindi significa "da Dio": se siamo uniti da Dio, per volere di Dio, nessuno potrà mai vincerci. Certo è però che in italiano "per Dio" può essere anche una imprecazione, una esclamazione piuttosto forte. Che avrà mai voluto intendere Goffredo Mameli? Siccome aveva Vent'anni ci piace pensare che abbia voluto lui stesso giocare sul doppio senso. Uniamoci, uniamoci,  l'unione e l'amore  rivelano ai popoli  le vie del Signore.  Giuriamo far libero  il suolo natio:  uniti, per Dio,  chi vincer ci può? Stringiamoci a coorte,  siam pronti alla morte.  Siam pronti alla morte,  l'Italia chiamò, sì! 

Dall'Alpe a Sicilia,  Dovunque è Legnano;  Ogn'uom di Ferruccio  Ha il core e la mano;  I bimbi d'Italia Si chiaman Balilla;  Il suon d'ogni squilla  I Vespri suonò. Stringiamci a coorte,  siam pronti alla morte.  Siam pronti alla morte,  l'Italia chiamò, sì!   Dovunque è Legnano: ogni città italiana è Legnano, il luogo dove nel 1176 i comuni lombardi sconfissero l'Imperatore tedesco Federico Barbarossa. Core: cuore Ferruccio: ogni uomo è come Francesco Ferrucci, l'uomo che nel 1530 difese Firenze dall'imperatore Carlo V. Balilla: è il soprannome del bambino che con il lancio di una pietra nel 1746 diede inizio alla rivolta di Genova contro gli Austro-piemontesi. Squilla: campana. I Vespri: Nel 1282 i siciliani si ribellano ai francesi invasori una sera, all'ora del vespro. La rivolta si è poi chiamata la rivolta dei Vespri siciliani.

Son giunchi che piegano  Le spade vendute; Già l'Aquila d'Austria Le penne ha perdute. Il sangue d'Italia E il sangue Polacco Bevé col Cosacco, Ma il cor le bruciò. Stringiamci a coorte,  siam pronti alla morte.  Siam pronti alla morte,  l'Italia chiamò, sì!  Le spade vendute: i soldati mercenari si piegano come giunchi e l'aquila, simbolo dell'Austria, perde le penne Il sangue polacco: L'Austria, alleata con la Russia (il cosacco), ha bevuto il sangue Polacco, ha diviso e smembrato la Polonia. Ma quel sangue bevuto avvelena il cuore degli oppressori.

LA CULTURA, IL PATRIMONIO ARTISTICO, LE BELLEZZE NATURALI

DA NORD A SUD: Grandi scrittori Giovanni Verga Catania, 1840-1922 Alessandro Manzoni Milano, 1785-1873 Aldo Palazzeschi Firenze 1885-Roma 1974

DA NORD A SUD: SPLENDIDE CITTA’ Firenze Lecce Venezia

Da nord a sud: PAESAGGI UNICI Trentino, le dolomiti Toscana, le colline Sicilia, il mare

I FESTEGGIAMENTI NELLE TRE CAPITALI Roma Torino Firenze

W L’ITALIA RISPETTIAMO E DIFENDIAMO L’UNITA’ DEL NOSTRO PAESE