Osservazione tratto da

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
PARADIGMI EDUCATIVI.
Advertisements

INTERVISTA AL GENIO DELLA PORTA ACCANTO
INTERVISTA AL GENIO DELLA PORTA ACCANTO di Ilaria Cozzucoli
LA NUOVA GRIGLIA DI VALUTAZIONE Ins. Baragli Maria Grazia
“condotta” e “competenze di cittadinanza”
il senso delle nostre azioni
QUALITÀ VISIBILI ED INVISIBILI:
PROGRAMMARE E VALUTARE CON LE U.d A.
didattica orientativa
I Laboratori di recupero e sviluppo degli apprendimenti (LARSA)
La valutazione personalizzata Alessandra La Marca.
INSEGNAMENTO DELLE ABILITA’ SOCIALI
Quadro di riferimento INValSI Scienze I livelli di competenza
Seconda Università degli Studi di Napoli Facoltà di Psicologia
PSICOLOGIA DELL’EDUCAZIONE Felice Carugati e Patrizia Selleri
NUCLEO TEMATICO PROPOSTO NELLE RIUNIONI PRELIMINARI DELLA rete FIORENTINA
Progetto “Educare per far crescere” IL FOCUS GROUP
DIFFICOLTA’ DEL LINGUAGGIO
L’Osservazione a Scuola
Comprendere per riassumere, riassumere per comprendere
L’ATTIVITA’ DIDATTICA
4^ - 5^ scuola primaria 1^-2^-3^scuola secondaria di primo grado
Progettazione di percorsi didattici a scuola e in fattoria
COMPETENZA SOCIALE LA COMPETENZA SOCIALE E LA CAPACITA DI RAGGIUNGERE OBIETTIVI PERSONALI NELLE INTERAZIONI SOCIALI E MANTENERE RELAZIONI POSITIVE CON.
“…Qualche volta mi sento soffocata dai problemi, dalla tristezza che leggo negli occhi degli altri ed ho imparato a rispettarla perché non è importante.
Progetto SKILL LAB Centro Giovanile Meltin Pop di Aron a
Restituzione questionario
_ ___ _ ______ _ _ _________.
La mia autostima.
Significati da condividere
DIDATTICA DELLA MATEMATICA TFA A059
Anno scolastico Autovalutazione di Istituto Scuola Primaria Classi quinte.
Differenziare in ambito matematico
Osservazione tratto da
PROGETTAZIONE E RICERCA: Strumenti metodologici
OBBLIGO SCOLASTICO: UNA SFIDA? ASSE MATEMATICO. Il nuovo obbligo scolastico come opportunità Opportunità per cosa? Opportunità per chi?
La valutazione Che cosa Come.
IL PUPAZZO JONATHAN UN PERCORSO DI LAVORO Insegnante specializzata
Problem Solving: capacità di risolvere problemi
Strategie autovalutative ANALISI PRESTAZIONI Osservazioni in itinere
L’allenamento del giovane portiere Relatore : Fabrizio Carafa
IO E LA MATEMATICA PROCEDURALE
Il carattere interculturale della mediazione transfrontaliera - Abilità di comunicazione La comunicazione come una fonte di fraintendimento Inka Miškulin.
Cooperative Learnign Corso di formazione per Docenti Cingoli maggio 2014 Francesco Sacchetti.
Comunicazione Attiva CORSO DI FORMAZIONE PER LA GESTIONE DELLE ASSEMBLEE PUBBLICHE E PER IL FUNZIONAMENTO DEGLI ORGANISMI DELIBERANTI NEGLI ISTITUTI DI.
Bando n del 26/02/ Piani Integrati 2013 Autorizzazione n. AOODGAI/11919 del 19/11/2013 Azione : C1 - FSE Annualità 2013/2014 Questionari.
Gruppo del Progetto Coordinatore Referente Prof.ssa Sonia Spagnuolo Docenti Partecipanti Concetta Zecca Giuseppe Ruscelli Elisa Santagada Anna Caterina.
Portfolio M. Pellerey, Le competenze individuali e il portfolio, La Nuova Italia; Cerri cap. 5, pp. 142, 143, 144.
QUESTA E’ UNA CLASSE DI BAMBINI MOLTO ATTIVI ! 18/10/2013 Osservazione diretta delle dinamiche tra i bambini.
L’attenzione in classe (4)
TOKEN ECONOMY LA TOKEN ECONOMY E’ UN VERO E PROPRIO CONTRATTO EDUCATIVO TRA INSEGNANTE E STUDENTE LA TOKEN, utilissima.
PERCORSO EDUCATIVO E DIDATTICO
STUDIARE BENE PER IMPARARE MEGLIO…E PIU’ VELOCEMENTE
VIVERE INSIEME Risolvere problemi
COMPITI DI REALTA’ ISTITUTO COMPRENSIVO DI COSSATO
MASTER DSA LUMSA 30 novembre 2012
In età prescolare il bambino impara a
Didattica per problemi
Il curricolo ?... Spunti di riflessione.
Chi non ha mai detto la frase:
Le ricerche più recenti lungi dal considerare l’insegnante come il responsabile unico e diretto dei cambiamenti […] negli alunni, si sono focalizzate sulla.
Ciascuno di noi ha, dunque, la sua storia...io vi racconto la mia...
Il contributo di Pellerey, sulle competenze individuali e il portfolio, si apre: Evoluzione del concetto negli ultimi cinquant’anni. Con una ricostruzione.
LA BUSSOLA ORIZZONTE DI SENSO QUALE PERSONA QUALE ALUNNO/BAMBINO QUALE INSEGNANTE QUALE SCUOLA QUALE METODOLOGIA QUALE SAPERE QUALE APPRENDIMENTO.
Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci
Strumenti del mestiere RYS &. Sono strumenti del metodo che servono ad aiutare i rover e le scolte a migliorare la conoscenza di se stessi e del loro.
Piano Lauree Scientifiche I laboratori di autovalutazione per gli studenti per le aree di Chimica, Fisica e Matematica Stefania De Stefano Dipartimento.
La collaborazione fra pari nel recupero di competenze in matematica: il ruolo della riflessione metacognitiva Aosta, 8 aprile 2011 Angela Pesci Dipartimento.
L’ANALISI DEI BISOGNI DI FORMAZIONE Laboratorio per la formazione Spi Atto Primo Gruppo Arancio Lido di Camaiore 1- 3 febbraio 2011.
Documentare “La documentazione è un'attività di raccolta, catalogazione (e diffusione) di materiali relativi ad uno specifico ambito” (i materiali possono.
Transcript della presentazione:

Osservazione tratto da Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci

indice Introduzione Spontanea Sistematica Strutturata, griglie Checklist Scale di valutazione Narrativa Problemi Videoregistrazione

osservazione l’osservazione è uno dei modi privilegiati che permette di conoscere ciò che succede nel contesto educativo; la relazione educativa ne risulta facilitata, infatti questa sarà “tanto più efficace quanto più l’educatore ha una conoscenza approfondita del discepolo, quanto maggiori sono le conoscenze del discepolo tanto migliori saranno le strategie applicabili per la sua formazione” Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, pag. 7

osservazione attraverso una continua osservazione, si può raggiungere una conoscenza approfondita e individualizzata dei propri allievi nel contesto educativo; l’osservazione deve essere ripetuta variando i contesti, i tempi e i partecipanti; è connotata quindi da una intrinseca dinamicità e variabilità che la rende più adatta a cogliere le sfumature del processo evolutivo; tutto ciò vale nei contesti scolastici e, a maggior ragione, in quelli extrascolastici; in definitiva, in qualsiasi contesto educativo. Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, pag. 9

distinguiamo osservazioni spontanee, osservazioni sistematiche.

Osservazioni spontanee sono quelle che l’educatore, spontaneamente, senza cioè alcun obiettivo preciso, può rilevare durante la sua azione e interazione con gli allievi; l’educatore annota fatti, situazioni, reazioni, … che lo colpiscono o che ritiene significative;

Osservazioni spontanee le osservazioni spontanee essere preziose, ma occorre evitare degli errori:

Osservazione spontanea possono rimanere impressi solo episodi che attirano l’attenzione: eventi che si discostano dalla normalità, che hanno coinvolto l’educatore, …….. collegati ad allievi che, per il loro particolare comportamento, attirano maggiormente l’attenzione; queste osservazioni potrebbero costituire l’eccezionalità, l’incidente che attira l’attenzione, e potrebbero essere, in quanto tali, degli elementi fuorvianti; dobbiamo chiederci se siano questi i normali comportamenti degli allievi. Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, pag.11

Osservazione spontanea per rendersi conto di ciò: annotare a fine giornata ciò che è rimasto in mente del comportamento dei singoli allievi; ripetere queste procedure per diversi giorni; verificare se le registrazioni dei comportamenti di un certo bambino [allievo]/di certi bambini [allievi] sono più numerose; verificare se il comportamento che viene annotato è riferibile ad episodi particolari oppure rientra nella normalità del comportamento di determinati bambini [allievi]; Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, pag. 12

Osservazione spontanea ci possono essere, inoltre, dei comportamenti che non vengono rilevati perché l’insegnante [educatore] non è consapevole della loro rilevanza; in un questionario1, ideato da D’Odorico, Cassibba e Buono e somministrato a maestre di asilo nido e di scuola materna, le insegnanti hanno incontrato delle difficoltà a rispondere alle due domande seguenti: 1. Questionario per la valutazione del comportamento sociale Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, pag. 12

Osservazione spontanea “Se il bambino [allievo] è assente dalla scuola i compagni si accorgono della sua mancanza e chiedono di lui all’insegnante [educatore]? Raramente - Qualche volta Abbastanza spesso - Molto spesso Quando il bambino [allievo] torna all’asilo dopo un periodo di assenza qualche compagno lo saluta in modo particolare? Abbastanza spesso - Molto spesso Le insegnanti [educatrici] spesso dichiaravano di non averlo notato o di non averci mai prestato attenzione, le due domande sono particolarmente significative per determinare il tipo di relazione che il bambino [allievo] ha instaurato con i pari” Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, pag. 12

Osservazione spontanea “può accadere che ciò che viene registrato nella memoria non sia l’episodio o il comportamento esattamente così come si è verificato, ma piuttosto l’interpretazione che noi gli abbiamo dato nel momento in cui l’abbiamo osservato”; ad esempio: Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, pag. 13

Osservazione spontanea “confronto fra diversi tipi di descrizione1 “Anna è stata contenta di vedere la madre Anna si è messa a saltellare e ha riso quando la madre è arrivata Susanna questa mattina era stanca Susanna questa mattina sbadigliava e stava seduta al tavolo senza far nulla; si fregava gli occhi e appoggiava la testa sul tavolo Pietro non voleva uscire Pietro si teneva alla maniglia della porta dicendo con voce lamentosa: ‘no non vengo’ quando la maestra tentava di prenderlo in braccio” Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, pag. 13 1. Esempi presentati da Carol Quanty e Anthony Davis

Osservazione spontanea le interpretazioni degli episodi non sono di per sé sbagliate o ingiustificate, ma debbono “essere tenute separate dai fatti su cui si basano”; quei fatti rilevati potrebbero essere interpretati in modo diverso da altri osservatori. Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, pag. 13

Osservazione spontanea “nel percorso per diventare un buon osservatore una tappa importante è costituita anche dalla capacità di rendersi conto che ciò che si è osservato non è sempre sufficiente per formulare un giudizio adeguato” ad esempio: Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, pag. 15

Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, pag. 14

Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, pag. 14

domande Ho fissato degli obiettivi, e ho rilevato l’evento perché coerente con i miei obiettivi di osservazione, oppure solamente perché l’evento mi ha colpito? Sto osservando sempre lo stesso allievo?

domande Sto descrivendo oppure sto dando delle mie interpretazioni? Sono sicuro di aver osservato tutto l’evento? Sono sicuro di aver osservato bene?

Osservazione sistematica “e’ indispensabile anche poter osservare lo stesso individuo in situazioni e contesto diversi o in situazioni simili, ma in interazione con individui diversi; e’ molto importante non esprimere una valutazione basandosi sull’osservazione di un singolo episodio che potrebbe non essere del tutto rappresentativo del comportamento usuale del bambino [allievo] osservato”. Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, pag. 15

Osservazione sistematica Occorre pianificare una raccolta sistematica di osservazioni su tutti gli allievi e in una varietà di situazioni diverse: “le situazioni di gioco [lavoro/attività] libero in ampi spazi sono particolarmente utili per osservare quali bambini [allievi] cerchino spontaneamente la vicinanza fisica con gli altri e quali, invece, tendano a isolarsi, Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, pag. 15

contesti più strutturati, nei quali invece la vicinanza fisica è imposta dalla situazione, come nei casi in cui i bambini [allievi] sono seduti intorno ad un tavolo impegnati in uno stesso compito, permettono di focalizzare l’attenzione sulle abilità conversazionali dei bambini [allievi] e sulla loro maggiore o minore propensione a chiacchierare con gli altri, quando il bambino [allievo] gioca da solo, invece, è utile osservare la complessità del gioco che è in grado di mettere in atto.”

Osservazione sistematica “l’osservazione sistematica è qualcosa di diverso dal semplice ‘guardare’ ciò che fa un bambino [allievo] nei vari momenti e nelle varie situazioni in cui è strutturata la giornata; l’osservazione sistematica è: guidata da uno specifico obiettivo conoscitivo, implica delle procedure, necessita di alcune tecniche per registrare ciò che è stato osservato; e’ necessaria, cioè, una formalizzazione e una sistematizzazione delle osservazioni”. Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, pag. 10

Osservazione sistematica “il primo passo in questo processo di sistematizzazione è la definizione degli scopi per i quali l’osservazione viene effettuata, [e, siccome] […] lo scopo ultimo che l’insegnante [educatore] deve proporsi è quello di avere una conoscenza globale del bambino [allievo], è importante che tale obiettivo sia raggiunto attraverso differenti tipi di osservazioni, finalizzate alla conoscenza delle caratteristiche del bambino [allievo] rispetto a specifiche aree di sviluppo”. Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, pag. 10

osservazione sistematica l’osservazione sistematica richiede una attenta programmazione dei tempi e dei contesti di osservazione; può assumere forma: strutturata, narrativa.

Osservazione strutturata osservazione basata su griglie di osservazione; “una griglia di osservazione è un insieme di descrizioni comportamentali, […;] può essere utilizzata per rilevare i comportamenti che interessano il ricercatore”. Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, pag. 17, 18

Osservazione strutturata: griglia di osservazione con una osservazione spontanea si rischia di annotare ciò che ha attirato l’attenzione (non è sempre così!!); “La griglia di osservazione [focalizza] il nostro interesse su quei comportamenti che, precedentemente, abbiamo deciso essere rilevanti per il particolare scopo a cui l’osservazione e finalizzata” Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, pag. 18

Osservazione strutturata: griglia di osservazione “il primo passo nella costruzione di un qualsiasi tipo di griglia di osservazione è l’esplicitazione di quali comportamenti osservare sulla base dell’obiettivo dell’osservazione stessa” Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, pag. 18

Osservazione strutturata: griglia di osservazione “se vogliamo ottenere informazioni sul grado di integrazione che un bambino [allievo] ha raggiunto all’interno del gruppo di pari il nostro interesse si focalizzerà principalmente su comportamenti di tipo sociale (gioca con i compagni, scambia giocattoli, [interagisce con i compagni], [scambia opinioni], …)”

Osservazione strutturata: griglia di osservazione “se vogliamo ottenere una valutazione delle sue capacità cognitive, dovremo costruire, ad esempio, una griglia centrata sulla complessità del tipo di gioco [problema, uso di tecnologia] che è in grado di esibire”

Osservazione: la costruzione di una griglia di osservazione Esistono diversi tipi di griglie di osservazione; ne analizziamo due: le checklist, le scale di valutazione.

griglia di osservazione – le checklist In una checklist una serie di comportamenti è descritta in un ordine logico di sviluppo e l’osservatore deve indicare la presenza e l’assenza di ciascuno, direttamente mentre osserva “per una corretta utilizzazione di una checklist è necessario che i comportamenti da osservare siano chiaramente differenziabili, descritti in modo oggettivo con termini chiari e con asserzioni di tipo positivo” Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, pag. 24

griglia di valutazione – le checklist “supponendo di voler costruire una checklist che valuti lo sviluppo delle competenze motorie1, dovremmo: acquisire una serie di conoscenze sulle principali tappe dello sviluppo motorio; individuare poi gli specifici comportamenti che meglio esemplificano le competenze presenti in ogni tappa; descrivere poi tali comportamenti in termini di azioni che il bambino [allievo] sa fare piuttosto che in riferimento a ciò che il bambino [allievo] non sa fare”. 1. Qui ci si riferisce a bambini del nido Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, pag. 24

griglia di valutazione – le checklist “la checklist risultante potrebbe essere: scende le scale alternando i passi corre mostrando controllo della velocità e della direzione salta e atterra con i due piedi uniti tira, prende e calcia un pallone batte le mani con ritmo La presenza di ognuna delle azioni sopraelencate indica un più maturo sviluppo del controllo motorio, fornendo all’osservatore un indice facilmente rilevabile del livello a cui si colloca il bambino”. Scale di valutazione Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, pag. 24, 25

griglia di valutazione – le scale di valutazione “a volte l’ambito di sviluppo su cui si vogliono raccogliere le informazioni non è riconducibile alla comparsa di un singolo comportamento; ad esempio se volessimo sapere quale è il livello di capacità di interazione con i pari raggiunto da un bambino [allievo] di tre anni, non è possibile riferirci ad un solo comportamento; la capacità di interazione fra pari non è riconducibile a una messa in atto di singoli comportamenti, ma può essere considerata come sintesi di un insieme di più comportamenti diversi che possono essere considerati tutti come manifestazioni di ciò che si vuole osservare.” Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, pag. 25

griglia di valutazione – le scale di valutazione “non solo è importante la comparsa o meno di un dato comportamento, ma anche l’intensità o frequenza con la quale si manifesta”; in un periodo di osservazione viene scelta la frequenza con cui un certo comportamento si manifesta; ad esempio: “si impadronisce dei giochi di altri compagni anche se questi protestano”1 raramente qualche volta abbastanza spesso molto spesso 1. Un item del Questionario per la valutazione del comportamento sociale di D’Odorico, Cassibba, Buono Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, pag. 26

La risposta va ripetuta per ciascun item Per ciascun item vanno inserite le risposte http://www.scienzepolitiche.uniba.it/area_docenti/documenti_docente/materiali_didattici/243_capitolo_1.pdf

Scala di valutazione per competenza del relazionarsi Lavora in solitario raramente qualche volta abbastanza spesso moto spesso Osserva gli altri ma non lavora Lavora in parallelo (lavora come gli altri ma non con gli altri) Lavoro cooperativo (l’allievo conduce l’attività assieme agli altri, porta avanti un obiettivo comune) moto spesso. Questo esempio può essere riferito e a situazioni scolastiche e di extrascuola Tratto dallo schema di Partern (riportato in Cassibba R., Salerni N, Osservare i bambini: tecniche ed esercizi, Carocci) che definisce il grado di partecipazione sociale tra bambini in età prescolare; riadattato per allievi più adulti

Scheda di osservazione Gruppo 1 Gruppo 2 Gruppo 3 Gruppo 4 Gruppo 6 Gruppo 7 Andrea Beatrice Carla D… E…. F….. Simone Interviene nella discussione sempre spesso a volte mai Accetta le critiche Assume il ruolo assegnato nel gruppo Aiuta chi è in difficoltà È concentrato Si estrania dal lavoro Polemizza e vuole essere al centro dell’attenzione Scheda di osservazione

Scheda di autosservazione scarso 1 sufficiente 2 buono 3 ottimo 4 cooperazione con i compagni ho raramente lavorato con gli altri ho lavorato qualche volta con gli altri ho lavorato  abbastanza con gli altri ho lavorato sempre con gli altri tua disponiblita' alla discussione ho considerato solo il mio punto di vista ho considerato principalmente il mio punto di vista ma anche quello dei miei amici ho considerato tutti i punti di vista ho apprezzato punti di vista diversi dal mio perche' mi permettevano di chiarirmi meglio le idee tua partecipazione attiva alle discussioni ho preferito dare raramente il mio parere ho dato il mio parere solo a volte ho dato spesso il mio parere ho dato sempre il mio parere tua responsabilita' rispetto al lavoro ho preferito che gli altri facessero la maggior parte del lavoro ho avuto bisogno di essere sollecitato per partecipare al lavoro ho eseguito il lavoro e raramente ho avuto bisogno di sollecitazioni ho eseguito sempre il lavoro senza bisogno di sollecitazioni Scheda di autosservazione

Osservazione sistematica narrativa Si sviluppa attraverso due fasi: descrizione, interpretazione. Occorre tenere separata la descrizione di ciò che è accaduto dall’interpretazione che si dà su ciò che è accaduto. L’interpretazione dei fatti deve essere distinta dalla descrizione degli stessi.

Osservazioni esperte Si possono rintracciare delle indicazioni per qualificare delle osservazioni come esperte: separazione di elementi descrittivi e interpretativi; nella descrizione: presenza di verbi di azione riferiti al soggetto osservato; di verbi, relativi alla sfera visiva e uditiva e .., che esprimono la modalità con la quale chi osserva esplicita la realtà, ma non valutativi (credo, ritengo, ricordo, penso, …); assenza di aggettivi qualificativi che interpretano stati del soggetto osservato (la stanca bambina, il bambino era contento, …); nella interpretazione: presenza di verbi valutativi; assenza di deduzioni non argomentate; è presente un’analisi relativa agli eventi e agli oggetti concreti; si fa ricorso al gergo tecnico, utilizzandolo in contesti adeguati sono usate le forme linguistiche personali. Nicolini P.

Ad esempio se il docente/educatore vede la bambina Franca saltellare quando entra nel cortile il suo fratellino e descrive la situazione nel seguente modo: “Io penso che Franca era contenta di vedere il fratellino” Attenzione: Presenza del verbo ‘penso’, Presenza dell’aggettivo qualificativo ‘contenta’. In questo caso una corretta descrizione potrebbe essere: “Ho visto che Franca si è messa a saltellare e ha riso quando il fratellino è entrato nel cortile”.

problemi e’ abbastanza difficoltoso realizzare osservazioni mentre si svolge contemporaneamente il proprio ruolo di insegnante [educatore]; i bambini [allievi] tendono ad interagire e a comportarsi come sempre, facendo richieste ed esigendo attenzione e per l’insegnante [educatore] può essere difficoltoso sottrarvisi; è indispensabile che, nel corso dell’osservazione, l’osservatore risulti ai bambini [allievi] quanto più possibile ‘invisibile’; quando si può ricorrere ad un osservatore esterno, che frequenta il nido per un breve periodo, i bambini [allievi], dopo un iniziale periodo di curiosità, finiscono per ignorarlo; Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, 2006, pag. 16

problemi “se l’osservazione è focalizzata su un particolare bambino [allievo], si dovrebbe evitare assolutamente che questi ne sia consapevole, distogliendo lo sguardo nel caso di contatto visivo e spostandolo su un altro soggetto; qualora ci si renda conto che il bambino [allievo] si è accorto di essere oggetto di una particolare attenzione, la strategia migliore è sospendere l’osservazione e riprenderla in un momento più favorevole” Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, 2006, pag. 16

videoregistrazione uso della videoregistrazione: utile per l’osservazione di alcuni particolari tipi di comportamento che richiedono analisi approfondite e ripetute; la sua introduzione deve essere accuratamente preparata per evitare la comparsa: di comportamenti eccessivamente esibizionisti, o improntati a timidezza; se usata regolarmente durante la programmazione didattica, è probabile che i bambini [allievi], essendo abituati, modifichino meno il proprio comportamento; utile perchè permette di separare con maggiore sicurezza ciò che accade (descrizione dei fatti) da quello che si deduce sia accaduto (interpretazione). Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, 2006, pag. 16,17

videoregistrazione Problemi nell’uso della videoregistrazione non ha la mobilità dell’occhio umano che sa velocemente centrare il focus su qualcosa di periferico rispetto all’attuale campo visivo; la videocamera registra solo ciò su cui è consapevolmente puntata dal regista; il suo uso in ambiti molto vasti dove ci sono molti bambini [allievi] da esiti abbastanza deludenti (o si punta un piccolo gruppo, un bambino [allievo], oppure si ha un quadro troppo generale). Laura D’Odorico Rosalinda Cassibba, Osservare per educare, Carocci, 2006, pag. 17

relazione educativa “La relazione educativa è l'insieme dei rapporti sociali che si stabiliscono tra l'educatore e coloro che egli educa, per andare verso gli obiettivi educativi, all'interno di una data struttura istituzionale, rapporti che posseggono delle caratteristiche cognitive ed affettive identificabili, che hanno uno svolgimento e una storia”. Marcel Postic, La relazione educativa. Oltre il rapporto maestro-scolaro

Marcel Postic Nationalité : France Né(e) à : Rouen , le 26/11/1930 Biographie : Marcel Postic est diplômé en lettres modernes, psychologie et sciences de l'éducation. Ancien élève de l'Ecole Normale Supérieure de l'Enseignement Technique. Il a été directeur du laboratoire de psychologie de l'éducation de l'Université de Haute-Bretagne et chef de mission académique à la formation des personnels de l'éducation nationale à Nantes. Il est maintenant écrivain. Il s'intéresse aux aspects traditionnels de la Bretagne, notamment à la tradition des contes ("Contes fantastiques en Bretagne") , à l'histoire de la Bretagne ("Carrier et la Terreur à Nantes") et aux conditions de vie en Bretagne (articles dans Le Télégramme). http://www.babelio.com/auteur/Marcel-Postic/120023

Competenze trasversali “Le competenze trasversali hanno carattere generale e si riferiscono a qualità della persona che hanno rilevanza nel contesto di ogni sua attività e relazione. Si citano spesso tre macrocategorie: relazionarsi in modo adeguato con l’ambiente fisico, tecnico e sociale; affrontare e gestire operativamente l’ambiente, il compito e il ruolo sia mentalmente, sia a livello della condotta finale; diagnosticare le caratteristiche dell’ambiente, del compito e del ruolo assegnato.” Pellerey M., Le competenze individuali e il portfolio, 2004

Competenze trasversali Relazionarsi Comunicare Lavorare in gruppo Negoziare Affrontare Affrontare e risolvere problemi Sviluppare soluzioni creative Potenziare l’autoapprendimento Diagnosticare Diagnosticare le proprie competenze e attitudini Diagnosticare problemi Pellerey M., Le competenze individuali e il portfolio, 2004

Educatori sociali, lavorano in équipes interdisciplinari impiegate nell'ambito dei centri d'accoglienza, delle comunità, dei centri di rieducazione e ricreazione, delle casefamiglia,etc.,

Osservare e guardare “Osservare” è più di “guardare”. Con il “guardare” condivide l’intenzionalità, ma diversamente dal “guardare” cerca anche di “serbare”, e cioè, di registrare quanto visto: osservare è un guardare mirato, per mettere a fuoco ciò che si ritiene significativo e rilevante, ed è insieme un registrare ciò che è rilevante per uno specifico obiettivo. Saper osservare […] significa imparare a guardare intenzionalmente in modo da poter “serbare” e cioè conservare i dati osservati, per poterci tornare sopra e riflettere. Per fare questo occorre saper descrivere e nominare ciò che si osserva, essere perspicui, evitando la generalizzazione e evitare di interpretare troppo presto, ma osservare lungamente da più punti di vista http://www.ipbz.it/ImagesUpload/Area/8/inglese/6%20osservazione%20uno%20strumento%20per%20conoscere%20cosa%20succede%20in%20classe.pdf

perspicuo discorso, ragionamento perspicuo: facile da capire grazie alla chiarezza e alla precisione con cui è espresso; di persona: che si esprime con chiarezza; discorso perspicuo: chiaro a intendersi, evidente, di facile comprensione.