Con il patrocinio di: Executive Summary
Contesto di riferimento Numerosi studi evidenziano che nelle economie del Nord- America e dell’Europa le Start-Up sono responsabili di una parte consistente della crescita del PIL e dei nuovi posti di lavoro generati. L’Italia è invece molto indietro: sia per numero di Start- Up che nascono ogni anno, sia per ammontare di investimenti che vanno in queste Start-Up. Relativamente a questo ultimo indicatore, lasciando stare gli Stati Uniti che sono un altro pianeta (insieme a Israele), in Italia investiamo in Start-Up hi-tech circa un quarto rispetto alla Francia e un terzo rispetto a Germania e Regno Unito.
Situazione Italiana Focalizzando l’attenzione solo sugli investimenti principali che hanno coinvolto venture capitalist, investment company, incubatori privati e pubblici, business angel e family office strutturati e operatori pubblici, in Italia nel sono stati realizzati quasi un centinaio di operazioni in Start-Up hi-tech per un investimento complessivo di circa 100 mln €. Circa il 50% degli investimenti è stata realizzata da Venture Capitalist o Investment Company; oltre il 20% da Incubatori; un’operazione su otto ha visto il co-investimento di più attori (Venture Capital, Business Angel, Incubatori). I tre quarti degli investimenti riguardano Start-Up operanti nel settore ICT e digitale in senso lato. Interessante notare che quasi il 30% delle operazioni fatte nel mercato ICT sono relative al comparto Mobile, mercato nel quale l’Italia detiene una leadership consolidata a livello internazionale (con una penetrazione degli Smartphone e della banda larga wireless molto elevata).
Quadro Normativo Le misure a sostegno delle Start-Up varate dal Governo Monti a fine 2012 (incluse nella cosiddetta Legge “Crescita 2.0”) rappresenta un primo passo importante nella creazione di un corpo legislativo che renda il nostro Paese più “amichevole” nei confronti delle nuove imprese innovative. Questa manovra politica ha anche un’importantissima valenza culturale poiché è la prima volta che a livello politico si pone un’enfasi così forte su questo aspetto fondamentale del tessuto economico italiano: la valorizzazione della nascita e dello sviluppo di imprese innovative a sostegno dell’occupazione, della crescita economica e della competizione industriale del paese. Il decreto, convertito in legge nel 17 Dic. 2012, ha una valenza molto positiva per diverse ragioni: Introduce il concetto di Start-Up “innovativa”, che ha peculiarità ed esigenze molto diverse dalle altre Start-Up più tradizionali, ponendo l’attenzione sul ruolo chiave che queste Start-Up hi-tech possono giocare in un’economia matura. Introduce diverse misure atte a semplificare e agevolare la vita di una Start-Up innovativa nelle sue diverse fasi – nascita, gestione e morte. Introduce incentivi fiscali affinché le persone e le aziende investano in tart-Up innovative. Sottolinea l’importanza pivotale degli incubatori nel catalizzare il circolo virtuoso delle Start-Up Introduce il crowdfunding come canale di finanziamento delle Start-Up. Questo quadro normativo è stato integrato e allargato da alcune misure prese a favore delle Start-Up innovative dal Governo Letta nel corso dell’anno: Semplificazione e ampliamento dei requisiti necessari per rientrare nella definizione di Start-Up innovativa. Intervento del Fondo Centrale di Garanzia per le PMI anche a favore delle Start-Up innovative e degli incubatori certificati. Regolamentazione dell’equity based crowdfunding.
Aree di Intervento L’obiettivo dell’iniziativa è quello di creare uno Osservatorio sulle Start-up Digitali nelle aree strategiche per la digitalizzazione del Sistema Italiano, in quanto creeranno le nuove competenze digitali indispensabili per il successo dell’Agenda digitale Italiana: Cloud & Big Data Pagamenti elettronici/Mobile Sicuezza & Privacy L’Osservatorio va a complementare ed integrare le iniziative già avviate in questo ambito ed in particolare con l’Osservatorio sulle Start-up del MIP e la Task Force sulle Startup costituita dal MISE in collaborazione con Infocamere.
Obiettivi dell’Osservatorio Incentivare la creazione di Start-Up Farm, cioè concentrazioni territoriali di nuove imprese, che consentano di creare quelle dinamiche di contaminazione culturale, di scambio di conoscenze che sono state alla base del successo dei nostri distretti industriali e, quindi, del nostro boom economico del secolo scorso. Analizzare attraverso il Comitato Direttivo la valenza tecnica ed Economica delle startup nei vari ambiti e attraverso programmi di Internazionalizzazione con Aziende Multinazionali e Nazionali supportare il lancio e la roadmap di evoluzione sul mercato. Aumentare il ruolo che l’università può/deve svolgere nell’ambito delle Start-Up, a livello sia di sensibilizzazione culturale degli studenti sia di ricerca applicata orientata al business e agli spin- off.
Comitato Tecnico Dott. Maurizio Pimpinella Presidente Dott. Gianluca Ciminata Vice Presidente Responsabile Osservatorio Cloud & Big Data Dott. XXXXX Vice Presidente Responsabile Osservatorio Pagamenti elettronici/Mobile Dott. Fabrizio Liberatore Vice Presidente Responsabile Osservatorio Sicurezza & Privacy