Come studiare le politiche pubbliche

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Come studiare le politiche pubbliche
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Come studiare le politiche pubbliche

La Public choice: linee generali (1) Estende gli strumenti analitici dell’economia classica alle decisioni non di mercato. Tuttavia interpreta in maniera opposta alla policy analysis la sfida intellettuale lanciata dal modo di ragionare dell’economia. Rimane la razionalità, cambia decisamente il ruolo delle istituzioni pubbliche (visto tendenzialmente in maniera negativa/predatoria) Idea centrale: ciascun attore (politico, burocrate, partito, elettore ecc.) va concepito come individuo che agisce in maniera razionale per max. la propria utilità e i propri interessi, in qualunque sfera esso agisca (quindi anche politica). Si assume che le sue preferenze siano “date”, fisse, ordinate, coerenti e transitive. Politiche pubbliche = scelte pubbliche, derivanti dall’interazione tra attori dotati di ordini di preferenze diverse.

Public choice: linee generali (2) Implicazioni per la ricerca: Il problema è capire come le preferenze individuali vengano aggregate in una scelta pubblica (nel senso di collettivamente rilevante e vincolante). L’analisi deve essere condotta con scopi essenzialmente descrittivi. Obiettivo: studiare e capire l’interazione tra attori RAZIONALI in contesti quali parlamenti, elezioni, amministrazioni. Formulare MODELLI generali su come i decisori/gli elettori scelgono le proprie linee di azione, e su come le sigole preferenze individuali si combinano/aggregano in decisioni pubbliche (scelta sociale)

Economia del benessere La principale teoria che ispira l’analisi delle politiche pubbliche Sostiene che il mercato non sempre è efficace (fallimenti del mercato) e che in quei casi le istituzioni devono integrare o sostituirsi al mercato

Economia del benessere (2) Obiettivo principale delle politiche pubbliche: trovare il modo di agire nel modo più efficiente Metodo per valutare l’efficienza: analisi costi/benefici Definire l’efficienza: ottimo paretiano vs criterio di Kaldor

Fallimenti del mercato 1- Monopolio naturale (monopolio strutture es. Telecom) 2 – Informazione imperfetta (es. effetti collaterali medicine) 3 – Esternalità (costi scaricati sulla collettività es. inquinamento) 4 – Tragedia dei beni comuni (sfruttamento incontrollato di risorse pubbliche quali riserve di pesca) 5 – Concorrenza distruttiva (eccessiva concorrenza – riduzione profitti e salari – riduzione del benessere della collettività)

Fallimenti dello stato 1 - Distorsione organizzativa (società pubbliche create per correggere il mercato ne aumentano invece l’inefficienza) 2 – Aumento dei costi (finanziamento pubblico permette sopravvivenza di imprese pubbliche in perdita) 3 – Esternalità derivate (esclusione di beni e servizi dal mercato)

Tipologie di beni e servizi (1) Secondo gli economisti del benessere esistono quattro tipi di beni e servizi: 1 – Beni privati puri 2 – Beni pubblici puri 3 – Tool goods 4 – Beni collettivi Classificabili in base a due criteri: 1 – Escludibilità 2 - Rivalità

Tipologie di beni e servizi (2) Rivalità alta bassa alta Bene privato Toll good Escludibilità Bene collettivo Bene pubblico bassa

Tipologie di beni e servizi (criteri) Escludibilità: se sia possibile o conveniente escludere dal consumo altri individui Rivalità: se la contemporanea fruizione da parte di altri consumatori diminuisca i benefici del singolo fruitore

Tipologie di beni e servizi (esempi) Beni privati: Gran parte dei beni e servizi commercializzati Beni pubblici: illuminazione delle strade, difesa Tool goods: beni pubblici per il cui uso si può chiedere un pedaggio (es. autostrade) Beni collettivi: pesci del mare

Prescrizioni degli economisti del benessere Beni privati: il governo non deve intervenire nelle transazioni Beni pubblici: devono essere erogati dallo stato Tool goods: erogati dallo stato ma ammortizzati con tributo/pedaggio da chi li usa Beni collettivi: il governo deve regolarne l’uso tramite licenze per evitarne l’esaurimento