La funzione del paesaggio

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Transcript della presentazione:

La funzione del paesaggio Come è cambiato il rapporto con l’ambiente Com'é difficile capire nel fare un quadro qual è il momento esatto in cui l'imitazione della natura deve fermarsi. Un quadro non è un processo verbale. Quando si tratta di un paesaggio, io amo quei quadri che mi fanno venir voglia di entrarci dentro per andarci a spasso. (Pierre-Auguste Renoir)

Indice Gli Etruschi ( VI sec. a.C ) L’ ellenismo ( IV-I sec. a.C) Roma ( II-I sec. a.C) L’arte Bizantina (VI- XII sec. d.C) Ambrogio Lorenzetti (1285 ca- 1348) Masaccio (1401-1428) Antonello da Messina (1430- 1479) Andrea Mantegna ( 1431- 1506) Giovanni Bellini (1430- 1516) Giorgione da Castelfranco ( 1477/1478- 1510) Annibale Carracci (1560-1609) Claude Lorrain (1600-1682) Nicolas Poussin (1594-1665) Gaspare Vanvitelli (1653-1736) Caspar David Friedrich ( 1774– 1840) Jean-Baptiste Camille Corot (1796-1875) Vincent Van Gogh (1853-1890) Edward Hopper ( 1882-1967) Giorgio De Chirico ( 1888- 1978) Vasilij Vasil'evič Kandinskij (1866-1944)

Gli Etruschi Gli albori della rappresentazione È con gli Etruschi che si assiste ad un primo interesse per un paesaggio che entra a far parte in tutto e per tutto della rappresentazione, e non, come precedentemente, un paesaggio puramente funzionale all’individuazione della scena mitologica narrata. Necropoli di Monterozzi, Tomba della caccia e della pesca VI sec. a.C.

L’Ellenismo Il gusto per il paesaggio È però con l’Ellenismo che si assiste gusto per un paesaggio verosimile, che inserisce le stesse scene mitologiche entro i limiti del verosimile. Napoli, museo archeologico, il supplizio di Dirce (Toro Farnese), copia romana da originale greco (III – II sec a.C.), inizi III sec. d.C.

Roma Il paesaggio idilliaco Nel periodo classico è senza dubbio Roma quella che elaborerà al meglio le esperienze etrusche ed elleniche, sviluppando quel gusto per le scene idilliache e bucoliche. Palestrina, Santuario della Fortuna Primigenia, mosaico del Nilo, fine del II sec. a.C.

Roma Il paesaggio idilliaco Le stesse osservazioni fatte per l’arte pubblica valgono per l’arte privata. Secondo l’esperienza dell’epoca numerosi aristocratici fanno affrescare le proprie domus con paesaggi che esprimono serenità e pace, atte a favorire l’otium. Roma, villa di Livia Drusilla, affresco con giardino, fine I sec. a.C.

L’arte bizantina Il paesaggio evocato Il periodo bizantino è caratterizzato dalla completa assenza di prospettiva. Il risultato è una composizione piatta. Anche il paesaggio ne risente: esso non può essere verosimile. Deve essere mentalmente evocato dall’osservatore, aiutato da elementi stilizzati e ripetuti. Basilica di Sant’Apollinare in Classe, Catino absidale, metà del VI sec., Ravenna

L’arte bizantina L’irreale divinità dell’oro Altra soluzione escogitata è inserire i personaggi su di un fondo dorato e privo di sfumature, che risulta proprio per la sua piattezza e la sua uniforme luminosità irreale. Tale espediente si adatta perfettamente a figure di santi o meglio ancora alla stessa persona divina: il fondo luminoso e uniforme simboleggia la divinità. Cattedrale di Cefalù, Cristo pantocratore (catino absidale), XII sec.

“Ἐγώ εἰμι τὸ φῶς τοῦ κόσμου· ὁ ἀκολουθῶν ἐμοὶ οὐ μὴ περιπατήσῃ ἐν τῇ σκοτίᾳ, ἀλλ' ἕξει τὸ φῶς τῆς ζωῆς” “Ego sum lux mundi qui sequitur me non ambulabit in tenebris sed habebit lucem vitae” “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8,12) Cattedrale di Cefalù, Cristo pantocratore, particolare

Ambrogio Lorenzetti(1285-1348) Il paesaggio protagonista Siena, Palazzo pubblico (Sala dei Nove), Gli effetti del Buon governo in città e in campagna (particolare della città), affresco, 1338 - 1339 È la prima volta in tutta la storia della pittura gotica italiana, che il paesaggio, solitamente ignorato a favore del fondo oro, dopo Giotto, utilizzato come semplice sfondo della narrazione, diventa esso stesso soggetto principale.

Ambrogio Lorenzetti(1285-1348) Il paesaggio protagonista Siena, Palazzo pubblico (Sala dei Nove), Gli effetti del Buon governo in città e in campagna (particolare della campagna), affresco, 1338 - 1339 Tuttavia, ancora manca a Lorenzetti la grande rivoluzione quattrocentesca della prospettiva. Il paesaggio non vuole essere in alcun modo realistico, ma mostrare solamente, in modo allegorico, gli effetti del buon governo.

Masaccio (1401- 1428) Il paesaggio come scenografia Firenze, cappella Brancacci, Il Tributo, affresco, 1424 - 1428

Masaccio (1401- 1428) Il paesaggio come scenografia Il paesaggio appare brullo e desolato con le montagne disposte in successione cromatica per dare il senso della prospettiva: verdi quelle più vicine e grigie-azzurre quelle in lontananza, con le vette innevate all’estremo limite dell’orizzonte.

Antonello da Messina(1430-1479) Il soggetto come il paesaggio In quest’opera Antonello da Messina associa il paesaggio monumentale di una piazza veneziana a quella centrale della figura umana: infatti il San Sebastiano ha la stessa solidità delle architetture che gli si trovano intorno. Dresda, Staatliche Gemäldegalerie, San Sebastiano, olio su tavola, 1476 ca.

Andrea Mantegna (1431-1506) Uno sguardo al classico Mantegna, in tutta la sua produzione artistica, si rifà al mondo classico, mondo che tuttavia è oramai decaduto. Questo ideale si proietta sul paesaggio che diventa un amalgama di elementi classici in rovina e nuove architetture cittadine . Tali esperienze, classiche e rinascimentali, non vengono però contrapposte, bensì sono viste come un naturale susseguirsi. Parigi, Museo del Louvre, San Sebastiano, tempera su tela, 1480 ca.

Da Messina e Mantegna a confronto In entrambe le opere(la prima di da Messina, la seconda di Mantegna),si può riscontrare che il santo, sempre in primo piano, riprende la staticità dell’ambiente che lo circonda. Anche l’espressione del santo pare personificarsi nel luogo in cui si trova. Infine in entrambe le immagini possiamo notare resti di colonne e monumenti antichi a terra che stanno a significare la caducità del mondo classico.

Giovanni Bellini (1433-1516) Il soggetto parte del paesaggio Firenze, Galleria degli Uffizi, Allegoria Sacra, olio su tavola, 1500 ca. Per Bellini, soggetto e paesaggio hanno la medesima importanza. Tale pensiero si concretizza in una assoluta identità artistica tra sfondo e protagonisti, perseguita grazie anche ad un accorto uso delle tonalità cromatiche.

Paesaggio e figure armoniosamente amalgamati Giorgione (1477-1510) Paesaggio e figure armoniosamente amalgamati È stato definito il primo paesaggio della storia dell'arte occidentale, anche se il significato della scena non è chiaro. Nell’ambiente artistico veneziano il paesaggio aveva acquisito un’autonomia “lirica”, utilizzato sai pittori per ambientarvi scene idilliache pastorali, ma caricato di intenzioni poetiche. Venezia, Gallerie dell’ Accademia, La tempesta, tempera e olio su tela, ca. 1506-1508.

Annibale Carracci ( 1560-1609) Una visione “ideale” del paesaggio Roma, Galleria Doria Pamphilij,Paesaggio con la fuga in Egitto,olio su tela,1604

Annibale Carracci ( 1560-1609) Una visione “ideale” del paesaggio Si tratta del più tipico esempio di paesaggio ideale in cui ogni singolo elemento naturale viene inserito in una composizione perfettamente calibrata e bilanciata, alla ricerca dell'equilibrio formale e della bellezza idilliaca. L'effetto ricercato è quello della perfetta fusione sentimentale tra i personaggi sacri, la loro storia e il paesaggio circostante che per questo viene ricreato e ricostruito idealmente. Paesaggio con la fuga in Egitto, particolare

Il Seicento è per eccellenza il secolo della pittura di paesaggio Il Seicento è per eccellenza il secolo della pittura di paesaggio. Pur rimanendo un genere inferiore rispetto al ritratto e alla pittura da storia, esso si impone presso gli artisti e i committenti. Roma, Galleria Doria Pamphilij,Claude Lorrain, Paesaggio con figure danzanti, 1649. Madrid, Museo del Prado, Nicolas Poussin, Paesaggio con tre uomini, 1645.

Gaspare Vanvitelli (1653-1736) Il paesaggio come esaltazione dello splendore urbano. Si tratta di una delle prime opere proprie del Vedutismo, genere pittorico che ha per soggetto vedute prospettiche di città o paesaggi, attenendosi alla realtà in modo scientifico tramite l'uso della camera ottica. Madrid, Museo del Prado, Venezia: il molo, la piazzetta e Palazzo Ducale, olio su tela, 1697.

Romanticismo: la scuola tedesca Lo smarrirsi dell’uomo davanti ad uno spettacolo naturale suggestivo Caspar David Friedrich (1774-1840) Il sublime, ossia il senso della natura possente e smisurata, l'emblema del sentire romantico. Un uomo, un viandante solitario, è ritratto di spalle (questo rappresenta la parte inconscia e nascosta del suo animo) in una posa plastica ed è affacciato su di un mare di nebbia che invade un paesaggio montagnoso. Amburgo, Hamburger Kunsthalle.Viandante sul mare di nebbia, olio su tela, 1818.

Romanticismo: la scuola francese Lo smarrirsi dell’uomo davanti ad uno spettacolo naturale suggestivo Camille Corot (1796-1875) Un ampio paesaggio collinare è attraversato da un fiume che scorre tranquillamente sotto le antiche vestigia di un ponte, identificato con quello nei pressi di Narni, in Italia, costruito al tempo di Augusto, ormai inutilizzabile. La veduta colta dall'alto verso il basso indica che l'intenzione di Corot era quella di dominare l'ampia vallata; a tale scopo si era sistemato in cima alla collina, opposta al ponte. Parigi, Museo del Louvre, Il ponte di Augusto a Narni, olio su carta applicata su tela,1826.

Vincent van Gogh (1853-1890) L’impressione del paesaggio Amsterdam, Museum, campo di grano con volo di corvi, olio su tela, 1890 La grande stagione dell’impressionismo darà nuova linfa alla rappresentazione paesaggistica. Tutte le esperienze arriveranno a van Gogh, anima tormentata, che riversa su ciò che vede il proprio turbamento interiore: ecco come il paesaggio diviene quasi lo specchio della personalità dell’artista.

Edward Hopper (1882- 1967) Il paesaggio della società industriale Collezione privata, Blackwell’s Island, Olio su tela, 1928 Le sue vedute del paesaggio urbano sono l’esatta rappresentazione dell’atmosfera e dello spirito di Manhattan nel periodo compreso fra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. Quest’ opera è una chiara rappresentazione della svolta americana di fine ‘800, un paesaggio senza un centro e senza punti di riferimento, in cui tutto sembra diventare possibile.

Giorgio de Chirico (1888-1978) Il paesaggio oltre il paesaggio La pittura metafisica ricerca la reale natura, la veritiera essenza di ogni cosa. Il fondatore di tale movimento, Giorgio de Chirico, sosteneva che ciò potesse essere rivelato estraendo l’oggetto dal proprio contesto. Il paesaggio diviene un vero e proprio palcoscenico (da notare le assi di legno del pavimento), totalmente estraneo all’oggetto-soggetto che ne permette l’individuazione della natura “oltre”. Le muse inquietanti, olio su tela, 1925

Vasilij Vasil'evič Kandinskij (1866-1944) L’individualismo nel paesaggio Il Novecento è un periodo di grandi rivoluzioni in ogni settore l’attività umana. Anche l’arte ne risente, e con essa il paesaggio, che viene scomposto, violentato, annullato, congelato, reinventato, interrogato. Il risultato è un’interpretazione del tutto personale e individualistica; il paesaggio dunque perde quel valore assoluto che aveva acquisito nei secoli precedenti. New York, Guggenheim Museum, Paesaggio con pioggia, olio su tela, 1913

Fonti Bibliografia Siti http://www.regione.abruzzo.it/xCultu ra/ Itinerario nell’arte vol. I, II, III, IV, V, Giorgio Cricco e Francesco Paolo Di Teodoro, Zanichelli editore Giovanni Bellini, catalogo mostra del 30 settembre 2008 - 11 gennaio 2009 alle Scuderie del Quirinale, Roma Gli Etruschi, un popolo tra mito e realtà, Romolo A. Staccioli, Newton Compton editori La storia dell'arte raccontata da Ernst H. Gombrich, Leonardo editore, 1995 Arte: enciclopedia universale, Leonardo Arte, 1997 Dizionario enciclopedico Zanichelli a cura di Edigeo, 1995 I grandi musei del mondo ( 4. Louvre), Gruppo editoriale l’Espresso 2003 Van Gogh, Ingo F. Walther, Gruppo editoriale l’ Espresso 2001 Kandinsky, Hajo Düchting, Gruppo editoriale l’Espresso 2001 Hopper, Rolf G. Renner, Gruppo editoriale l’Espresso 2001 Siti http://www.regione.abruzzo.it/xCultu ra/ http://www.wikipedia.it Musei e Mostre Museo Archeologico Nazionale di Napoli Museo Nazionale Romano di Roma Galleria degli Uffizi di Firenze Giovanni Bellini, 30 settembre 2008 - 11 gennaio 2009, Scuderie del Quirinale, Roma Roma. La pittura di un impero, 24 settembre 2009 - 17 gennaio 2010 Etruschi. Le antiche metropoli del Lazio, programmata fino all’8 marzo 2009, Palazzo delle Esposizioni, Roma La natura secondo de Chirico, 9 aprile - 11 luglio 2010, Palazzo delle Esposizioni, Roma Edward Hopper, 16 febbraio – 13 giugno 2010, Fondazione Roma Museo, Roma

Grazie! Lavoro svolto da Francesco M. Blasi Luca De Curtis Virginia Solitano Grazie!