«Il diabete ha scelto me. Ma anche io ho scelto me» FELICE PALEARI Monza, 16 novembre 2014 Urban Center Binario 7 Giornata Mondiale del Diabete 2014
Nessuno ovviamente sceglie di avere il diabete. Chi ha il diabete tipo 1 non può al momento fare nulla per prevenirlo e il diabete tipo 2 arriva anche esso inatteso seppur non imprevedibile. Scegliere se stessi significa essere consapevoli e rispettosi delle esigenze del proprio corpo, significa volersi bene. Ho scelto me perché non voglio rinunciare alla mia vita, ai miei interessi. Ho scelto me perché io sono molto di più del mio diabete!
Cos’è il diabete ? Il Diabete Mellito (DM) comprende un gruppo di malattie metaboliche, caratterizzate da iperglicemia, dovute a varie cause che determinano o una ridotta produzione di insulina o una ridotta attività dell’insulina stessa, oppure entrambe le condizioni. Tutte le cause di DM comportano un aumento del glucosio nel sangue (iperglicemia), che rappresenta l’elemento tipico della malattia. L’iperglicemia cronica si associa a danni a lungo termine e disfunzione di vari organi (occhi, reni, nervi, cuore, vasi). Il DM richiede il trattamento precoce ed aggressivo della glicemia e dei fattori di rischio cardiovascolare, per la prevenzione delle complicanze acute e croniche. Il DM è una malattia cronica: per una corretta cura è indispensabile il coinvolgimento della persona con diabete per imparare ad autogestire la malattia. felice paleari - 2014
Il diabete ha scelto me La comparsa di una malattia cronica come il diabete ha un impatto estremamente invasivo nella vita dell’individuo e provoca una fase di disorientamento e di frustrazione: si fa il minimo indispensabile, si ignora il problema, si subisce la malattia. Meglio reagire prendere coscienza della presenza del diabete e passare all’azione. I passi successivi saranno: - conoscere il diabete - affrontarlo nel quotidiano - imparare a gestirlo - diventare un’interlocutore attivo felice paleari - 2014
Ma anche io ho scelto me Non lasciarsi sopraffare dal diabete, ma: - avere un atteggiamento attivo e «curioso» - tenerlo sotto controllo seguendo i consigli dei medici - cambiare stile di vita abbandonando sedentarietà e abitudini sbagliate (fumo, alcool, …) - seguire una alimentazione più sana - imparare l’autocontrollo glicemico e ove indicato l’autogestione - seguire la terapia farmacologica consigliata con scrupolo Questo significa «scegliere se stessi» e dovrebbe essere l’atteggiamento della grande maggioranza dei diabetici e dei loro familiari. felice paleari - 2014
Il decalogo del diabetico Prof. Enzo Bonora Consapevolezza Alimentazione Peso corporeo Attività fisica Piede Medicine Autocontrollo glicemico Esami Lavoro di squadra Visite mediche DECALOGO DEL DIABETICO 1) Consapevolezza. Il diabete non impedisce di condurre una vita normale. Ma non può essere considerato un semplice fastidio o una malattia banale. E’ una malattia potenzialmente grave che richiede grande consapevolezza e massima applicazione. 2) Alimentazione. Non esistono alimenti vietati alla persona con diabete. Alcuni cibi vanno però consumati con moderazione. I cibi e le bevande che contengono zucchero possono far salire molto la glicemia, ma piccole quantità non sono tassativamente vietate. E i dolcificanti probabilmente fanno più male che bene. 3) Peso corporeo. Il controllo del peso corporeo è essenziale per il buon compenso del diabete. Per rimanere in forma (o ritrovare il peso forma) non serve adottare diete drastiche (o strane), impossibili da seguire per tutta la vita. Meglio seguire una dieta ragionevole che si basi su pochi accorgimenti da applicare con regolarità: un po’ meno pasta, un po’ meno pane, pesce e legumi come alternativa alla carne, poco formaggio e pochi salumi, molta verdura, sempre la frutta, pochissimi dolci, un bicchiere di buon vino. 4) Attività fisica. Ne basta poca, ma tutti i giorni. Una costante attività fisica è uno strumento terapeutico essenziale nel diabete. Ne basta poca, quella che quasi tutti possono fare senza difficoltà particolari e senza spendere soldi: camminare mezz’ora, un’ora, meglio a passo un po’ rapido. Ma se non si riesce a camminare veloci, va bene lo stesso. Basta andare. Tutti i giorni. 5) Piede. E’ il ‘tallone d’Achille” della persona con diabete. Può essere fonte di problemi molto grandi. Per questo bisogna avere molta cura dei piedi e se compaiono lesioni, anche minime, è bene rivolgersi subito a personale sanitario (medici, infermieri, podologi) con specifica competenza per questi problemi. Il ‘fai da te’ con i problemi dei piedi è pericolosissimo. 6) Medicine. I farmaci vanno assunti con regolarità e al momento giusto. Saltarli o prenderli nei modi e nei tempi sbagliati significa darla vinta al diabete. 7) Autocontrollo glicemico. Tutte le persone con il diabete devono imparare a controllarsi la glicemia. Le misurazioni vanno fatte in momenti diversi della giornata – a casa o fuori – secondo quanto consigliato dal medico, e vanno registrate e mostrate a chi cura il diabete. 8) Esami. I controlli non vanno trascurati. Altrimenti possono insorgere problemi, anche molto gravi. Per tenere sotto controllo il diabete e le sue complicanze è bene controllare periodicamente esami di laboratorio (per esempio emoglobina glicata) e strumentali (per esempio elettrocardiogramma); 9) Lavoro di squadra. Il diabete non può essere curato da un solo medico ma richiede il lavoro di una grande squadra. Il capitano della squadra è la persona con il diabete. 10) Visite mediche. Anche se il capitano della squadra è la persona con diabete, da soli non si può vincere la partita. E’ bene consultare spesso il medico di famiglia e il team diabetologico (medico, infermiere, dietista, ecc.). Le visite dedicate al diabete, incluse quelle dal medico di famiglia, possono andare da un minimo di 3-4 ad un massimo di 8-10 volte all’anno, ma al giorno d’oggi possono essere integrate con contatti telematici. Il team a volte si allarga ad altri specialisti (es. cardiologo, oculista, nefrologo, neurologo, ecc.). felice paleari - 2014
Dalla “terapia del diabete” alla “cura del diabetico”: la personalizzazione del trattamento della malattia cronica felice paleari - 2014
Come e perché curare il Diabete l’iperglicemia è la causa delle complicanze croniche della malattia diabetica: la “normalizzazione precoce” della glicemia previene le complicanze di reni, occhi, vasi (cruciali i primi 10 anni). il diabete è una malattia a elevato rischio cardio-vascolare che deve essere curata in modo aggressivo non solo per la glicemia, ma anche per l’ipertensione, le dislipidemie e l’obesità: il trattamento “intensivo e globale” riduce fino al 53% il rischio delle complicanze croniche. il trattamento deve essere personalizzato fissando obiettivi terapeutici adeguati alle condizioni cliniche del paziente (età, durata di malattie, copatologie, complicanze avanzate,…) felice paleari - 2014
DAL RISCHIO PER DIABETE ALLA PREVENZIONE DEL DIABETE felice paleari - 2014
…le nostre contraddizioni quotidiane… prima ….. ….. dopo felice paleari 2014
“Junk Food” o “Cibo spazzatura” è una tipologia di cibo considerato malsano a causa del suo bassissimo valore nutrizionale e della ricchezza di grassi e/o zuccheri il cui consumo porta a obesità, diabete, malattie cardiovascolari, alcuni tipi di cancro, depressione, ecc. felice paleari - 2014
Seguire la dieta mediterranea con cibi a basso indice glicemico riduce del 20% il rischio di sviluppare DM2 Bere succhi di frutta ogni giorno aumenta del 21% il rischio di sviluppare DM2 rispetto a chi consuma frutta quotidianamente (più efficaci mirtilli, uva, mele o pere) Bere “soft drinks” quotidianamente aumenta del 20-30% il rischio di sviluppare DM2 rispetto a chi ne beve occasionalmente o non ne beve affatto (attenzione al fruttosio che aumenta trigliceridi) I cambiamenti dello stile di vita sono più efficaci nei soggetti a rischio di diabete, piuttosto che nei diabetici noti per ridurre il rischio CV L’attività fisica (150 minuti di cammino alla settimana su 5 giorni) riduce >50% il rischio di DM2 in soggetti con IGT. felice paleari - 2014
Conclusioni Il diabete mellito è una malattia cronica molto diffusa con un elevato impatto sociale ed economico. Un precoce riconoscimento ed un trattamento della malattia “adeguato e personalizzato” già dall’esordio sono in grado di ridurre la comparsa delle complicanze e rappresentano una valida strategia per il miglioramento della qualità e dell’aspettativa di vita dei diabetici. Per trasformare questi principi in azioni e «battere il diabete» è necessaria l’interazione dei principali attori coinvolti: istituzioni, medici, educatori, associazioni di persone con diabete e soprattutto i diabetici. felice paleari - 2014
grazie per l’attenzione felice paleari - 2014
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