Il mito della caverna Narra di un gruppo di uomini ,imprigionati in una caverna fin da quando erano bambini,legati con delle catene in modo che possano.

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Transcript della presentazione:

Il mito della caverna Narra di un gruppo di uomini ,imprigionati in una caverna fin da quando erano bambini,legati con delle catene in modo che possano guardare solo di fronte a loro. Fuori,proprio all’entrata della caverna,c’è un muro,dietro il quale ci sono delle persone che portano degli oggetti sulla testa. Da dietro il muro spuntano solo gli oggetti e non le persone. Dietro questi uomini arde un grande fuoco che proietta le ombre delle statue sulla parete all’interno della caverna. Tutto quello che gli uomini legati possono vedere,sono le ombre delle statuette proiettate sul fondo della caverna .Fuori dalla caverna c’è un mondo normalissimo,ma per gli uomini legati le ombre costituiscono la sola vera realtà. Uno di questi uomini riesce a liberarsi,all’inizio non vuole credere ai suoi occhi ,poi inizia a prendere coscienza della realtà che lo circonda . L’uomo torna dai suoi compagni per comunicargli la verità, ma gli uomini non gli credono e continuano ad attribuire i massimi onori a coloro che sanno vedere le ombre. Alla fine ,poiché l’uomo continuava a cercare di liberare i suoi compagni viene ucciso proprio da loro. Simbologia filosofica:  La caverna oscura simboleggia il nostro mondo;  Gli schiavi incatenati - gli uomini;  Le catene – l’ignoranza e le passioni che ci inchiodano a questa vita;  Le ombre delle statuette – le cose del mondo sensibile corrispondenti al grado della credenza;  Il fuoco – il principio fisico con cui i primi filosofi spiegarono le cose;  La liberazione dello schiavo – l’azione della conoscenza e della filosofia;  Il mondo fuori della caverna – le idee;  Lo schiavo che ritorna nella caverna – il dovere del filosofo di far partecipi gli altri delle proprie conoscenze;  Lo schiavo deriso – la sorte dell’uomo di pensiero di venir scambiato per pazzo da coloro che sono attaccati ai pregiudizi e ai modi di vita volgari;  Ai falsi sapienti i grandi onori attribuiti a coloro che sanno vedere le ombre;  L’uccisione del filosofo – la sorte toccata a Socrate. 

La dottrina delle idee Questa dottrina rappresenta il cuore del platonismo. Per Platone SCIENZA = PERFEZIONE,infatti le “cose” del mondo non possono essere oggetto di scienza,perché sono mutabili e imperfette. Le idee per Platone sono un modello unico e perfetto,egli infatti riconosce 2 tipi di conoscenza: Opinione doxa Scienza epistemè Per Platone le idee: vivono nell’Iperuranio (al di la del cielo); sono un modello unico e perfetto; Ma ne esistono di due tipi: Idee valori (principi etici e politici) Idee matematica(in particolare aritmetica e geometria) Idee e cose sono accomunate tra loro,perché le idee sono criterio di giudizio delle cose e le cose imitano le idee.

L’Iperuranio E’ la zona in cui nascono e vivono le idee immutabili e imperfette. E’ una zona al di la del cielo ed è sempre esistito Rappresenta il limite estremo del luogo fisico Il rapporto tra le idee dell’Iperuranio e le entità terrene possono essere di 4 tipi: MIMESI gli oggetti terreni sono copie delle idee immutabili e perfette; METESSI le cose partecipano all’esistenza delle idee; PARUSIA le idee sono presenti nelle cose e rappresentano L’ESSERE; AITIA le idee sono causa delle cose; La struttura dell’Iperuranio è piramidale: In cima ci sono il bene,il bello e la verità; scendendo ci sono le idee legate al mondo sensibile,passando quindi attraverso le idee matematiche

I 4 gradi di conoscenza Di ciò che appartiene al mondo sensibile noi abbiamo solo PERCEZIONI INSICURE,di conseguenza la VERA CONOSCENZA l’abbiamo solo di ciò che vediamo con la RAGIONE. Platone individua QUATTRO GRADI DELLA CONOSCENZA: Due SENSIBILI (sapere incerto,”opinione”,mondo sensibile,doxa) Immaginazione (eikasia); Credenza (pistis); Due INTELLIGIBILI (sapere certo,idea,epistème) Conoscenza intermedia concettuale (dianoia) Conoscenza pura o intuizione spirituale (noesis)

Conoscenza sensibile e intellettiva Platone distingue due principali forme di conoscenza: La conoscenza sensibile si basa sulle IMPRESSIONI che le cose del mondo lasciano negli organi di senso del corpo; La conoscenza intellettiva si sforza di esprimere con l’intelletto (noùs) l’essenza delle cose. Platone respinge l’idea che la scienza possa basarsi sulla conoscenza sensibile,per sua natura soggettiva e mutevole. Confrontata anzi con la conoscenza intellettiva,essa è fonte di errori e la si può definire come opinione (doxa) che come verità o scienza (epistéme) Per illustrare meglio la sua teoria Platone ci racconta il mito della caverna ,che contiene un’elaborata allegoria.

La dottrina della conoscenza Secondo Platone noi abbiamo delle reminescenze (anamnesi) dell’esperienza che la nostra anima ha fatto nel mondo delle idee. L’anima,prima di incarnarsi, vive nel mondo delle idee,nel momento in cui in cui si incarna in un corpo dimentica le esperienze vissute ,ma ne conserva un lieve ricordo. Platone dice che è necessario,per scoprire la verità, convertirsi ad un nuovo modo di guardare le cose: è necessaria una seconda navigazione ,che sfrutti la forza delle braccia e l’acume dell’intelligenza,affinché l’anima ,liberatasi dai fardelli della sensibilità si rivolga,memore della propria natura ,alle cose in sé,alle idee.