Terenzio La funzione dei prologhi:

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
La storia della scienza e la nascita del metodo scientifico
Advertisements

SCRIVERE UN ARTICOLO DI CRONACA
Anno C Domenica XXXIII tempo ordinario 14 novembre 2010.
Gli elementi fondamentali Incominciamo il nostro viaggio …
Riflessioni finali sulla posta elettronica. Mailing-list La posta elettronica è oggi il mezzo più veloce ed economico per comunicare. Non solo con una.
Le parti del discorso logico e informatico
Pietro Bembo e il Rinascimento. Lingua e cultura dell’Italia disunita
LE VIE DI SAN PAOLO LA VITA
Il prologo: testo originale e traduzione
PUBLIO TERENZIO AFRO Publio Terenzio Afro nacque a Cartagine 185 a.C. e morì nel 159. Giunse a Roma come schiavo del senatore Gaio Terenzio Lucano e si.
4^ - 5^ scuola primaria 1^-2^-3^scuola secondaria di primo grado
PLINIO IL GIOVANE 61 o 62 d. C.: nasce a Novum Comum (COMO)
FEDRO Era uno schiavo di origine macedone;
Etica Allora insegnami quale sia mai questa idea in sé, affinchè partendo da essa e servendomi di essa come modello, io possa dire santa quellazione, tra.
Realizzato da Fierro Erica, La Ferrara Alessandra e
Gli Spettacoli teatrali in grecia e a Roma
Il lessico attraverso le parole
Vita e opere del commediografo…
Io e la matematica.
Dialogando con il Padre nostro.
Catalogo Collettivo Cumulativo delle Biblioteche Scolastiche di Foggia
Tecniche, stile e linguaggio
« Homo sum: humani nihil a me alienum puto »
_ ___ _ ______ _ _ _________.
L'INFLUENZA DI LUCIO - Ti va di venire con me? - Dove? - Volevo andare a trovare il nostro amico Lucio. - Che gli è successo? - Eh, è influenzato.
tipologia B Il saggio breve
La prova del "Gioco delle parti".
IL SILENZIO DI DIO Racconta un’antica leggenda norvegese di un uomo chiamato Haakon che viveva in un eremo dove invitava la gente a pregare con molta devozione.
LAmphitruo, una delle piuùimportanti commedie plautine, deriva da unopera della mitologia greca intitolata Anfitrione, dal nome del suo protagonista.
Platone – “PROTAGORA” - 1
Menandro e il suo “rapporto” con Euripide
Publius Terentius Afer
Cliccare Un gruppo di giovani laureati e bene inseriti nelle loro carriere, stavano conversando sulle loro vite in una riunione di ex compagni di studi.
Miles gloriosus.
Forma letteraria adatta ad esprimere la nuova concezione del mondo
FESCENNINA IOCATIO Nell’antica Roma, canti di natura scherzosa, talora diffamatoria o volgare, che venivano recitati in occasione di cerimonie nuziali.
IL LINGUAGGIO RADIO-TELEVISIVO
IL TESTO ARGOMENTATIVO.
Strategie autovalutative ANALISI PRESTAZIONI Osservazioni in itinere
Parola di Vita Dicembre 2007.
da“ I Promessi Sposi” di A. Manzoni
La favola e noi.
IL MODO CONDIZIONALE Formazione e uso.
Petrarca e gli antichi La cultura classica e le Epistole ai familiari
Le commedie di Menandro …
Progetto e Concorso nazionale Articolo 9 della Costituzione. Cittadinanza attiva per valorizzare il patrimonio culturale della memoria storica a cento.
LA TRAGEDIA GRECA p. 292 Etimologia e origini
Area sociale OSSERVAZIONE E MONITORAGGIO. Nel corso del primo anno: ride spontaneamente; reagisce in modo diverso di fronte agli estranei, rispetto alle.
Avete studiato durante le vacanze??????
TERENZIO AFRO « Homo sum: humani nihil a me alienum puto »
9.00 Benedetto XVI ha introdotto la preghiera mariana dell’ Angelus dal Palazzo Apostolico di Piazza San Pietro nella III Domenica di Avvento.
AMATE GLI ALTRI ! B E L L A N O T I Z I A
Socrate (Atene a.c.) La vita (cenni): nacque da padre scultore e da madre levatrice. Dopo un primo interesse per la filosofia della natura passò.
TESTI E FOTO DAL SITO E L A B O R A T O D A M A R I A R O S A N E G R I.
LA COMMEDIA Significato: Composizione teatrale a lieto fine, di
12/01/13 PLAUTO 1.
GIOBBE TRATTA il TEMA della SOFFERENZA Il primo dei libri poetici è il libro di GIOBBE Discussioni fra Giobbe e i suoi amici Discorso di Elihu La risposta.
Anno C Domenica XXXIII tempo ordinario Domenica XXXIII tempo ordinario 18 novembre 2007 Musica: Lamentazione ebraica.
Somnium e insomnium Il Somnium Scipionis di Cicerone
TERENZIO AFRO « Homo sum: humani nihil a me alienum puto »
Con Gesù anche ciò che ci sembra perduto è ritro­vato.
Il tema della “regalità” di Gesù propone, alla fine dell’anno liturgico, la riflessione sul senso della storia, alla luce della parola di Gesù. Gesù è.
13/01/13 TERENZIO 1.
(1992) Giovedì 19 novembre 2015 Prof.ssa Migliorato Eliana.
Immagine tratta dal codice Vaticano Latino 3868 del X secolo a.C.
OBIETTIVO Esporre un argomento ma: La presentazione non è l’argomento… bensì supporto all’argomento Siete voi i relatori dell’argomento Voi dovete dimostrare.
Introduzione al caso Tecnoweb “La Alfa s.r.l. si rivolge a Tecnoweb perché realizzi il sito web della società. Tecnoweb realizza il sito raggiungibile.
Corso Writing Theatre U4.2 - Le Funzioni del linguaggio IL LINGUAGGIO E L'AUTORE TEATRALE Modulo 4.
GALILEO GALILEI EPPUR SI MUOVE…..
Un posto pulito, illuminato bene Ernest Hemingway Raccolta: 49 racconti Anno: 1973.
Transcript della presentazione:

Terenzio La funzione dei prologhi: Andria, Heautontimorumenos, Eunuchus, Adelphoe, Phormio

La nuova funzione del prologo Terenzio abolisce il prologo informativo che, riferendo gli antefatti e anticipando spesso la conclusione, metteva gli spettatori nella condizione di seguire meglio la vicenda (il cui intreccio era spesso complesso) e li rendeva superiori agli stessi personaggi della commedia. Gli autori della Néa, e anche Plauto, inseriscono prologhi informativi nelle loro commedie. I prologhi delle commedie di Terenzio hanno carattere "critico" e letterario: nel prologo l’autore parla di sé, del suo modo di poetare, riporta i titoli delle commedie greche che ha contaminato e si difende dalle accuse che i suoi avversari gli rivolgono. A recitare il prologo spesso non è nemmeno un personaggio della commedia, ma un attore scelto come portavoce dell’autore stesso (la cosiddetta "persona [= maschera] protatica“ ), che indossa un costume particolare.

Le accuse da cui si difende Terenzio Plagio (Eunuchus, Adelphoe) Contaminatio (Andria, Heautontimorumenos) Essere un prestanome (Heautontimorumenos, Adelphoe) Comporre commedie statarie (Heautontimorumenos) Scarsa forza inventiva e stilistica (Phormio)

Il prologo dell’Andria: la contaminatio Nel prologo dell’Andria Terenzio si difende dall’accusa di contaminari...fabulas rivoltagli nello specifico da un malevolus poeta (Luscio Lanuvino). L’autore fa il nome del modello greco: si tratta di Menandro, che ha scritto due commedie, un’Andria e una Perinzia, non dissimili per argomento; Terenzio afferma di aver trasferito dalla Perinzia in questa Andria tutto quello che gli è sembrato adatto (quae convenere). Accusando lui, i malevoli accusano anche Nevio, Plauto ed Ennio; tutti questi il nostro autore ha per maestri e la sua ambizione è di emulare piuttosto la loro negligenza che la oscura diligenza di quei tali [che lo accusano]: quorum aemulari exoptat neglegentiam /potius quam istorum obscuram diligentiam. In definitiva, Terenzio sceglie deliberatamente di adattare i testi originali, non intende tradurli in modo pedissequo quando molte espressioni risulterebbero oscure per il pubblico romano (procedimento che, lascia intendere l’autore, adottava il malevolus suo detrattore). Il modus operandi di Terenzio segue dunque il principio della verosimiglianza.

Il prologo dell’Heautontimorumenos Nel prologo dell’Heautontimorumenos Terenzio si difende dalle seguenti accuse: Multas contaminasse Graecas dum facit paucas Latinas: Terenzio risponde in modo vago (factum id esse hic non negat), ma poco prima ha affermato per bocca di Turpione che la commedia è tratta da una greca non ancora imitata (integra), dunque anch’essa è nuova (e tanto basta per evitargli l’accusa d plagio) Un malevolus vetus poeta va dicendo che l’autore scrive commedie contando sull’ingegno di amici e non sulla propria inclinazione naturale: propriamente non si difende dall’accusa di essere un prestanome, lascia giudicare il pubblico (arbitrium vostrum, vostra existumatio valebit) Adeste aequo animo; date potestatem mihi statariam agere: Ambivio Turpione è vecchio e chiede al pubblico di essere ben disposto verso una commedia stataria visto che farebbe fatica a correre sulla scena; ovviamente l’autore risponde con ironia all’accusa di comporre commedie non basate sul farsesco e il colpo di scena (motoria) quanto sui caratteri dei personaggi (in hac est pura ratio)

Il prologo dell’Eunuchus: il furtum Nel prologo dell' Eunuchus Terenzio si difende dall’accusa di furtum (plagio). Per i Romani la materies era patrimonio comune, mentre la forma era individuale, si ha il furtum quando viene riprodotta un’opera, o una parte di essa, già utilizzata e rappresentata da un altro autore romano; il furtum consisteva nel riprodurre materia e forma. Come sempre l’autore dichiara l’opera modello: si tratta dell’Eunuchus di Menandro, ma quando inizia la rappresentazione il malevolus Lanuvino grida che i personaggi del parassita e del soldato provengono da una vecchia commedia di Nevio e Plauto: l’Adulatore. L’autore non nega di aver contaminato la sua opera inserendo questi personaggi dall’Adulatore di Menandro, non era però a conoscenza che altri lo avessero fatto prima. Infine, citando Orazio, Terenzio sentenzia:nullumst iam dictum quod non dictum sit prius.

Il prologo dell’Adelphoe: “il prestanome” L’autore previene l’accusa di plagio: Difilo ha composto i Synapothnescontes, Plauto ne ha cavato i Commorientes. Plauto ha tralasciato completamente un brano della prima scena della commedia menandrea, e proprio questo brano il nostro poeta ha utilizzato negli Adelphoe, riproducendolo alla lettera (verbum de verbo). Terenzio continua dicendo che sta per andare in scena questa novità: chiede al pubblico di valutate se si tratti di un furto o della ripresa di quel che era stato deliberatamente tralasciato. Subito dopo, Terenzio si difende dall'accusa di essere il mero "prestanome" di autori politicamente impegnati sostenendo che ciò che gli altri ritengono una colpa, e di cui lo accusano, è per lui motivo di vanto e di orgoglio: ritiene un merito essere aiutato dagli uomini più importanti di Roma, delle cui imprese tutto il popolo si serviva (quod illi maledictum vehemens esse existumant, eam laudem hic ducit maxumam, quom illis placet, qui vobis univorsis et populo placent,quorum opera in bello, in otio, in negotio suo quisque tempore usust sine superbia). La difesa di Terenzio risulta, però, (volutamente) debole, forse perché non voleva urtare la suscettibilità dei protettori, a cui quelle calunnie e quelle dicerie evidentemente non dispiacevano affatto.

Il prologo del Phormio Ancora una volta incombe sulla commedia la presenza cupa di Luscio Lanuvino, di cui Terenzio riporta le accuse riguardanti lo stile e la capacità di stendere gli intrecci (dialogo poco efficace e stile privo di forze). La parte più interessante è quella in cui l’autore si difende per avere dato alla commedia un titolo completamene diverso da quello della commedia greca (di Apollodoro di Caristo). Se non lo avesse cambiato avrebbe peccato, come già affermato nel prologo dell’Andria, di obscuritas, obbligando gli spettatori a conoscere l’istituto dell’epidikasia, usanza dei greca che impone al parente più prossimo di un’orfana di fornirle la dote oppure sposarla. Terenzio sostituisce il titolo con il nome del protagonista della commedia.