Dalla monarchia alla repubblica

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Transcript della presentazione:

Dalla monarchia alla repubblica PELLEGRINETTI ENRICA

La cacciata dei re etruschi la leggenda racconta che Sesto, figlio del re etrusco Tarquinio il Superbo, avrebbe commesso una violenza nei confronti di Lucrezia, moglie di Tarquinio Collatino Lucrezia, non sopportando la vergogna, si uccise, e il popolo indignato cacciò i re etruschi, affidando il potere a due consoli, Lucio Giunio Bruto e Lucio Tarquinio Collatino busto in bronzo di Lucio Giunio Bruto (metà del III secolo a. C.)

La organizzazione repubblicana Roma assume dal 509 a. C. una struttura repubblicana, che mantiene al centro l’idea della collegialità del potere i consoli («coloro che si consultano») sono infatti due ed eletti annualmente, ma incarnano il potere monarchico infatti hanno il potere di comandare l’esercito convocare il senato presiedere le assemblee controllare le attività pubbliche

I consoli sono accompagnati dai littòri, segno del loro imperium, che è, oltre a quello militare, un potere di origine divina, che consente di arruolare e giudicare i due consoli si dividono i ruoli e ciascuno ha il diritto di veto, cioè può bloccare la decisione del collega Bassorilievo con tre littòri, che hanno in spalla i fasces, fasci di verghe di legno, sormontati da una scure (I secolo d. C.)

Le difficoltà del V secolo a. C. Roma deve affrontare tre problemi la controffensiva etrusca la rivalità con le citta latine riunite in una Lega Le guerre con i popoli appenninici I Tarquini tentano di riconquistare Roma con l’aiuto del re etrusco della città di Chiusi, Porsenna. Il dominio del re etrusco non dura a lungo: dopo la vittoria romana ad Ariccia nel 504 a. C. gli Etruschi sono costretti ad allontanarsi da Roma

Le difficoltà del V secolo a. C. Dopo la vittoria romana al lago Regìllo (496 a. C.) Roma e le città laziali concludono un trattato di alleanza che impegna romani e latini ad aiutarsi reciprocamente Questo accordo si mostrò utile durante le guerre contro le popolazioni appenniniche (i Volsci, gli Equi, i Sabini, …) che vanno dal 490 al 430 a. C. Alla fine di queste guerre i Romani si assicurano il controllo di gran parte del Lazio

L’Italia intorno al 400 a. C.

La società nel V secolo a. C. scoppiano violenti tumulti fra patrizi (cittadini liberi con pieni diritti politici attivi e passivi) e plebèi (cittadini liberi, costretti a coltivare terre altrui, esercitano l’artigianato e il commercio). I plebei, quelli più ricchi, cominciano a fare pressione per ottenere l’accesso alle magistrature i plebèi si ritirano sull’Aventino, rifiutando di lavorare e di combattere per i patrizi. Grazie alla mediazione di Menènio Agrippa (senatore), i plebèi ottengono il tribunato della plebe (magistratura plebea) e il diritto di veto per le decisioni dei consoli

La società nel V secolo a. C. nel 450/1 a. C. dieci magistrati straordinari (decemviri) redigono il codice delle XII tavole, una raccolta di leggi che vengono incise sul bronzo il codice segna la fine dell’arbitrarietà del diritto: i patrizi non possono più modificare a loro favore le leggi che prima erano orali nel 445 a. C. i plebei ottengono la lex Canuleia: sono permessi i matrimoni fra patrizi e plebei

Il governo della res publica si creano nuove magistrature perché la struttura sociale è sempre più complessa e perché la parte più ricca della plebe esige la partecipazione al governo dello stato Le magistrature romane: pretori (amministrano la giustizia), questori (riscuotono le tasse e amministrano il tesoro pubblico romano), censori (compilano le liste dei cittadini in base al censo, controllo sulla moralità dei senatori) la popolazione partecipa attivamente alla vita pubblica attraverso le assemblee la più importante: i COMIZI CENTURIATI, basati sulla divisione della popolazione in cinque classi di censo sulla base del possesso terriero

I comizi centuriati nei comizi centuriati ogni classe deve fornire all’esercito un certo numero di soldati o cavalieri (centurie, «gruppi di cento») tanto più alto quanto maggiore era il patrimonio degli appartenenti alla classe su un totale di 193 centurie, 98 erano fornite dalla prima classe (quella dei più ricchi) e 95 dalle altre quattro classi poiché si vota per centuria, la prima classe ha sempre la maggioranza assoluta si crea un blocco compatto fra patrizi e plebei ricchi a scapito dei poveri

L’ascesa di Roma nel IV sec. a. C. nel 390 a. C. i Celti (che i Romani chiamavano Galli) sconfiggono, guidati da Brenno, i Romani sul fiume Àllia, un affluente del Tevere, entrano a Roma e la saccheggiano Roma perde il proprio prestigio anche all’interno della Lega latina le cui città riaprono le ostilità contro Roma.

L’ascesa di Roma nel IV sec. a. C. Nel 338 a.C. Roma vince la guerra latina, impone lo scioglimento della Lega latina e afferma il suo controllo definitivo sull’intero Lazio. ai cittadini delle città ribelli viene tolto il diritto di voto e l’autonomia nella politica estera nel 367 a. C. viene concesso ai plebei l’accesso al consolato con le leggi Licinie-Sestie

Le guerre contro i Sanniti Tra la metà del IV secolo a. C. e i primi anni del III secolo Roma si scontra con le bellicose popolazioni che abitano l‘Appennino centrale: Lucani, Bruzi e Sanniti

Le guerre sannitiche gli storici romani definiscono i Sanniti come «guerrieri», quindi riconoscono la loro forza bellica la prima guerra sannitica scoppia nel 343 a. C. perchè Capua (siamo in Campania), minacciata dai Sanniti, chiede aiuto a Roma, che si sente in dovere di difenderla. In questa prima fase, conclusasi nel 341 a.C., non ci furono nè vincitori nè vinti La seconda guerra si accende per il controllo di Napoli e si apre nel 326 a.C.; è una guerra sanguinosa dall’esito a lungo incerto e che ha conosciuto alcuni anni di tregua. Le ostilità riprendono nel 316 a.C. e i Sanniti, dopo alterne vittorie e sconfitte, chiedono la pace nel 304 a.C.

Le guerre sannitiche la terza guerra va dal 298 al 290 a. C. . Nel 298 a.C. Roma si trova attaccata da una grande coalizione di popoli: Etruschi e Galli (da nord), Umbri (dal centro) e i Sanniti (da sud). L’abilità militare di Roma è consistita nell’impedire agli avversari di unire le loro forze. Due gli scontri: il primo a Sentino (295 a.C.), nelle odierne Marche; il secondo ad Aquilonia (293 a.C./oggi in provincia di Avellino), nel Sannio. Nel 290 a.C. i Sanniti si arrendono. Roma conquista una posizione di dominio in tutto il centro-sud

Lo scontro con Taranto e Pirro spingendosi verso sud, Roma incontra la ricca colonia spartana di Taranto (Puglia) la città chiede aiuto a Pirro, re dell’Epìro (odierna Albania), che nel 280 a. C. sbarca in Italia il primo scontro avviene ad Eraclea, in Lucania, dove i Romani vedono per la prima volta gli elefanti davanti ai quali sono costretti a ritirarsi Pirro si dirige verso Roma. Nel 279 a.C. vince ad Ascoli Satriano (nel Foggiano) Pirro

Lo scontro con Taranto e Pirro poco dopo Pirro è chiamato in Sicilia dalle città greche per difenderle dai Cartaginesi fallita la spedizione in Sicilia, Pirro torna in Italia e viene sconfitto dai Romani nel 275 a. C. presso Malevento (da allora, Benevento). Pirro rientra in Grecia Roma nel 272 a. C. conquista Taranto, per poi occupare l’intera Puglia e la Calabria, fino a Reggio, fondando molte colonie le città greche diventano socii navales:pur restando autonome, devono fornire navi a Roma

La conquista di Taranto (272 a. C.) la conquista di Taranto non è importante solo dal punta di vista militare e politico, ma soprattutto dal punto di vista culturale: per la prima volta, Roma viene in contatto diretto con una città greca il bottino che riportano a Roma non è costituito solo da schiavi e ricchezze, ma da uomini con una cultura superiore questi vengono impiegati non solo nei campi, ma spesso come maestri dei giovani figli delle famiglie patrizie inizia a diffondersi la lingua, la cultura e la letteratura greca Roma ha il controllo, direttamente o attraverso sistemi di alleanze, di un territorio che va da Rimini allo stretto di Messina