DL 112 (legge 133) Una cronistoria - Il 25 giugno 2008, su proposta del Ministro del Tesoro On. Tremonti, il Consiglio dei Ministri approva (all’unanimità,

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DL 112 = Scomparsa dell’Università Pubblica Una cronistoria - Il 25 giugno 2008, su proposta del Ministro del Tesoro On. Tremonti, il Consiglio dei Ministri.
Qualche spunto di riflessione per cercare di capire dove stiamo andando …..
Ma è vero che tagliano i fondi alle università? Ma è vero che chiuderanno corsi e insegnamenti? Ma è vero che non si.
DL 112 = Scomparsa dell’Università Pubblica Breve cronistoria - Il 25 giugno 2008, su proposta del Ministro del Tesoro Tremonti, il Consiglio dei Ministri.
L’ATENEO IN CIFRE. 2/6 IL SISTEMA UNIVERSITARIO CONFRONTI (DATI OCSE) NAZIONE Studenti/docenti Spesa annuale per studente Spesa pubblica annuale per studente.
Transcript della presentazione:

DL 112 (legge 133) Una cronistoria - Il 25 giugno 2008, su proposta del Ministro del Tesoro On. Tremonti, il Consiglio dei Ministri approva (all’unanimità, Ministro dell’Università On. Gelmini compresa) il Decreto Legge n. 112 (DL 112) concernente: Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria -Gli atenei di tutta italia esprimono forti critiche sul DL 112 in merito alle -sue conseguenze sulle attività di didattica e di ricerca. -Il 6 agosto 2008, il Parlamento approva in via definitiva il DL 112 -Il decreto viene pubblicato Il 21 agosto 2008 e diventa legge (133)

Elementi critici della legge 133/2008: 1) Taglio dei finanziamenti pubblici all’Università (FFO) 2) Riduzione del turn-over del personale (docente e tecnico-am.vo) 3) Riduzione del salario del personale tecnico-amm.vo attraverso il taglio del fondo per la contrattazione integrativa 4) Università come Fondazioni 5) Sospensione delle Scuole di Specializzazione (SSIS) per la formazione degli insegnanti.

Dove agiscono i tagli Lo Stato finanzia le Università su un unico capitolo del bilancio ripartendo tra loro il cosiddetto Fondo di finanziamento ordinario (FFO). Si tratta di uno dei capitoli singoli più cospicui dell’intero bilancio (tabella C) perché ammonta a circa 7 miliardi (6,867 miliardi del 2008). I finanziamenti statali alle università su altri capitoli del bilancio sono briciole, anche per quanto riguarda gli investimenti edilizi (60 milioni). Ogni ateneo conta quindi sulla sua quota annuale di FFO sulla quale finiscono col gravare tutte le sue spese, innanzitutto gli stipendi del personale docente e amministrativo che corrispondono in media ad oltre l’80% del FFO (il massimo di legge è il 90%), ma anche tutte le spese correnti e di investimento. I bilanci delle università hanno naturalmente altre entrate: le tasse pagate dagli studenti (al massimo, per legge, il 20% del FFO) e i finanziamenti per ricerca o per altre attività pagati da enti esterni, ma solo le prime contribuiscono effettivamente a coprire le uscite in quanto sono liberamente utilizzabili mentre le seconde sono nella maggior parte dei casi corrisposti per attività di ricerca su progetto, di cui coprono le spese.

FFO tagliato (A LUGLIO) art. 66 comma 13 …In relazione a quanto previsto dal presente comma, l'autorizzazione legislativa di cui all'articolo 5, comma 1, lettera a) della legge 24 dicembre 1993, n. 537, concernente il fondo per il finanziamento ordinario delle università, e' ridotta di 63,5 milioni di euro per l'anno 2009, di 190 milioni di euro per l'anno 2010, di 316 milioni di euro per l'anno 2011, di 417 milioni di euro per l'anno 2012 e di 455 milioni di euro a decorrere dall'anno meno 63,5 milioni di euro 2010 meno 190 milioni di euro 2011 meno 316 milioni di euro 2012 meno 417 milioni di euro dal 2013 in poi meno 455 milioni di euro Ma…..

FFO tagliato (A OTTOBRE) La Finanziaria porta sempre novità; leggendo le tabelle si scoprono, nell’aridità dei numeri, realtà rivelatrici che non solo confermano il nostro giudizio di opposizione alla manovra, ma aggiungono ulteriori preoccupazioni. Nella tabella C, per quanto riguarda il FFO, si legge la previsione per il triennio : leggero incremento per il 2009 (circa 73 milioni in più del 2008); nel 2010 meno di 731 milioni (rispetto al 2009); 2011 meno 863 Tra i primi di agosto (approvazione della Legge 133) e il 30 settembre i tagli sono raddoppiati, nel più completo silenzio, e mentre si sparge ottimismo a piene mani. Sommando l’inflazione attesa con la riduzione in valori assoluti del Fondo, si disegna uno scenario in cui il finanziamento fondamentale dell’Università si riduce di circa un terzo. Vengono inoltre tagliati i fondi per la programmazione triennale (-28,5 mil. nel 2010), nonché quelli per il diritto allo studio (-43,5 mil. nel 2010)

Dal confronto con gli altri paesi avanzati (dati OCSE) emerge la necessità di un aumento, e non di una diminuzione, del finanziamento pubblico (ma anche privato) al sistema Università! Dati OCSE 1) Spesa annuale per studente: USA: 24370$,Inghilterra: 13506$, Germania: 12446$ Francia: 10995$, Media OCSE: 11512$,Italia: 8026$ 2) Spesa pubblica annuale per studente: USA: 8400$,Inghilterra: 9400$, Germania: 10200$ Francia: 9300$, Media OCSE: 8400$,Italia: 5400$

Conseguenze del taglio FFO: i) riduzione dei servizi agli studenti ii) riduzione delle infrastrutture (aule, laboratori, biblioteche) iii) peggioramento della qualità della didattica iv) riduzione assegni di ricerca e delle attività di ricerca con un peggioramento globale della qualità delle nostre Università ed ulteriore perdita di competitività rispetto alle Università straniere. Assisteremo, oltre che alla cosiddetta “fuga dei cervelli”, anche alla fuga degli studenti universitari? L’uso ottimale delle risorse necessita 1) la valutazione del sistema universitario (ma l’istituzione dell’agenzia di valutazione è stata appena bloccata) e 2) la ripartizione del FFO sulla base dell’efficienza di Ciascuna Università (invece della attuale distribuzione “a pioggia”).

2) Riduzione del turn-over del personale La legge 133/2008 fissa un limite massimo di i) 1 su 10 per il 2009 ii) 1 su 5 per il 2010 ed il 2011 iii) 1 su 2 per il 2012 di nuove assunzioni rispetto al numero di pensionamenti. Il limite sul turn-over si applica a ciascuna Università prescindendo dalla efficienza nell’uso delle risorse (e del rispetto del limite del 90% per la spesa di stipendi del personale) Implicazione a medio termine a legislazione costante: dimezzamento del numero di docenti E’ realmente necessario ridurre il numero di docenti e soprattutto, è funzionale all’obiettivo di far divenire l’Europa “una società della conoscenza ” ? Il confronto con gli altri paesi industrializzati suggerisce che il numero di docenti universitari dovrebbe aumentare invece che diminuire Dati OCSE sul rapporto (numero studenti / numero docenti): USA: 15.1 Germania: 12.4 Francia: 17.0 Inghilterra: 16.4 Media OCSE: 15.3 Italia: 20.4

Quale scenario futuro con un dimezzamento del numero di docenti? - Situazione attuale: un docente/ricercatore dedica in media metà del tempo alla didattica e metà del tempo alla ricerca - Assumendo un numero stazionario di studenti: se il numero di docenti/ricercatori si dimezza, allora ciascun docente/ricercatore dovrà raddoppiare il tempo dedicato alla didattica per preservare le attuali attività formative e quindi…. il docente/ricercatore dovrà dedicare tutto il suo tempo all’insegnamento e non potrà svolgere l’attività di ricerca - Ulteriore invecchiamento del corpo docente

Conseguenze - Abbassamento generale della qualità della didattica -Lo studente non potrà interagire con il mondo della ricerca e della produzione di nuove conoscenze -Impossibilità di svolgimento di tesi sperimentali causa l’assenza di laboratori di ricerca -Non si potranno formare nuovi ricercatori: le scuole di dottorato spariranno in assenza di attività di ricerca Sparizione delle Università pubbliche come sedi dello sviluppo delle nuove Conoscenze. Gli Atenei si trasformeranno in super-Licei Può esistere una nazione sviluppata senza la ricerca di base svolta nelle Università?

3) Università come Fondazioni? Art. 16 della legge 133/2008 Introduce la facoltà per l’Università pubbliche di trasformarsi in Fondazioni in grado di raccogliere finanziamenti privati. Implicazioni: 1) La natura pubblica delle Università verrà annullata 2) Dividerà gli Atenei in Fondazioni di classe A e di classe B in funzione della capacità economica della regione di appartenenza. 3) Il sistema del “diritto allo studio” verrà cancellato e non sarà più assicurata la possibilità di studi universitari ai “meritevoli anche se in condizioni disagiate” (Art. 34 della Costituzione) 4) Sparirà la differenza rispetto alle Università private, ad esempio per le tasse universitarie (alla Bocconi ammontano attualmente da 4300 a 9650 euro/anno)

-Provvedimento dettato solamente dalla volontà di “far cassa”, prescindendo dalla necessità di formare gli insegnanti. 4) Sospensione delle Scuole di Specializzazione (SSIS) per la formazione degli insegnanti. -Come potranno rivolgersi all’insegnamento quei giovani motivati e preparati ormai giunti alla laurea specialistica?

L'università ha le sue responsabilità per legge 449/97: un ateneo può spendere al max il 90% del FFO per personale totale (docenti+tecnico- amministrativi)‏ in pratica:

L'università ha le sue responsabilità si sono moltiplicati gli atenei si sono moltiplicati I corsi di laurea risultato: un pulviscolo di micro-atenei, spesso di taglia insufficiente a fare ricerca di punta, anche costretti ad assumere docenti a contratto per supportare la didattica dei corsi di laurea; risultato globale: significativo spreco di risorse (moltiplicazione di costi amministrativi – es. rettore, direttore amministrativo, direttore del personale, locali di rappresentanza... e soprattutto per corsi poco popolati): il FFO si disperde in mille rivoli, il FFO/studente si assottiglia

Mozione approvata agli Stati Generali Gli Stati Generali dell’ Univ. degli Studi di Milano riuniti in assemblea chiedono l’abrogazione della legge 133/2008 che porterebbe al collasso del sistema universitario pubblico. L’assemblea appoggia e sostiene qualunque forma di mobilitazione degli studenti, dei lavoratori e dei docenti. L’assemblea sollecita la costituzione di un coordinamento nazionale per le mobilitazioni e la riconvocazione degli Stati Generali d’ateneo.