LA RICERCA DI ATTENZIONE

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Transcript della presentazione:

LA RICERCA DI ATTENZIONE Ogni bambino è sensibile all’attenzione degli altri, siano essi altri bambini (fratelli o sorelle, compagni di scuola, amici) oppure adulti (genitori o altri familiari in casa, insegnanti a scuola) Per quasi tutti gli esseri umani, di qualunque età, l’attenzione degli altri è un importante fonte di gratificazione e di rinforzo

LA RICERCA DI ATTENZIONE Alcuni bambini, tuttavia, imparano ad attrarre attenzione producendo comportamenti problematici È importante comprendere, infatti, che non sempre l’attenzione viene data attraverso sorrisi, lodi o frasi di approvazione. Esiste anche un’attenzione (detta attenzione negativa) che si manifesta in forma di rimproveri, di sgridate e qualche volta persino attraverso la punizione

ATTENZIONE NEGATIVA – ESEMPIO N. 1 Luana è una bambina che i genitori descrivono come sempre alla ricerca di attenzione. Spesso quando chi le sta intorno la ignora, compie gesti molto vistosi. Ad esempio, si mette a gridare, a buttare a terra qualsiasi oggetto le capiti a tiro. È quasi inevitabile che chi le sta vicino interrompa quello che sta facendo, corra vicino a Luana e incominci a parlarle. Talvolta i genitori sono più disponibili e le spiegano, anche con dolcezza, che non deve comportarsi così. Altre volte, esasperati, la sgridano anche energicamente. In ogni caso, Luana ha imparato un semplice stratagemma per avere l’attenzione di chi le sta intorno. Le basta mettersi a urlare o a rompere quello che le capita a tiro

ATTENZIONE NEGATIVA – ESEMPIO N. 2 Martina, invece, è una bimba, nel complesso, abbastanza tranquilla. Tuttavia non le piace restare da sola.. Ogni volta che le si dà un compito da svolgere, anche molto facile, inizia a giocherellare e a perdere tempo. Ad esempio, se la mamma le dice di preparare la tavola da sola (cosa che Martina fa molto bene, purché la mamma sia lì vicino), la bambina prende le stoviglie; poi, anziché metterle in tavola al posto giusto, inizia a giocherellarci e a batterle una contro l’altra. Così facendo, perde tempo e la tavola rimane da apparecchiare. Di solito, la mamma a questo punto interviene e si avvicina a Martina e le dice cosa fare; qualche volta le fa una carezza per incoraggiarla, altre volte si arrabbia ed alza la voce. In ogni caso, è costretta ad abbandonare quello che stava facendo e a dedicare tutta la sua attenzione a Martina. Martina, all’apparenza, è una bambina molto più tranquilla di Luana. Tuttavia, anche lei ha trovato uno stratagemma per avere l’attenzione di chi le è intorno: giocherella e perde tempo anziché svolgere attività che saprebbe benissimo far da sola

LA RICERCA DI ATTENZIONE Molti studi hanno dimostrato che anche queste forme di attenzione negativa possono mantenere il comportamento problematico nel bambino Anche se questo fatto può sembrare strano, pensate un momento all’esempio di Luana. Quando la mamma va a sgridarla, deve comunque interrompere le attività che stava svolgendo, correre vicino alla figlia, rimanerle accanto e parlarle. Questa vicinanza costituisce, per molti bambini, un rinforzo abbastanza forte da controbilanciare il peso della sgridata ricevuta dalla mamma

LA RICERCA DI ATTENZIONE Quando si cerca di risolvere una situazione di disagio intervenendo attivamente per interrompere o cambiare il comportamento negativo di un bambino, e che continua a essere messo in atto nonostante i nostri tentativi, una delle prime domande da porsi sarà: È possibile che il comportamento problematico del mio bambino sia mantenuto dall’attenzione che egli riceve proprio grazie a questo comportamento?