Jugendstil Un inventario teorico
La nascita di uno stile come protesta 1.Contro lo storicismo con forme e idee tradizionali che fingono una situazione irreale. 2.Paura dello sviluppo industriale accelerato e rottura della tradizione. 3.Con Nietzsche il mondo fu definitivamente disincantato e profanato. In un mondo di pura realtà esiste solo una successione di singoli fatti, anche l’uomo è solo un fatto tra altri (come consumatore ecc.) Anche le scienze naturali con la loro specializzazione promuovono la visione separata dei fenomeni. Anche i tratti crudeli della vita devono essere accettati. Dualismo tra il bene ed il male. 4.Contro la vita frenetica delle masse nelle nuove metropoli. 5.Contro la politica Guglielmina con la sua aspirazione al potere, il colonialismo, l’ideologia del progresso, la banalità della posizione borghese nei confronti dell’arte, la contentezza con la conquista tecnica.
Reazioni 1.Polarità di vitalità (a) e rassegnazione (b): a) estremo desiderio di vita: festa ed esaltazione, ebbrezza di felicità, predominio di un insaziabile eros, cancellazione della storia, affinità con il rinascimento, la vita è santa. (Gioventù, fiore, primavera, femme fatale) b) estrema spiritualità, l’infanzia paradisiaca, ritorno in arcadia e consacrazioni rituali, affinità preraffaelitica con il medioevo visto in modo gotico-estatico, decadenza (femme fragile, morte, debolezza, stanchezza). 2.Nuove forme non tradizionali, ma trovate nella natura (il libro di Haeckel: Forme artistiche della natura, 1899, contenente elementi naturali scoperti col microscopio): “La linea come forza” Henry van de Velde. 3.Fuga in un mondo artificiale e a-temporale, la linea come confine e scudo contro la crudele realtà, ritorno in una Heimat originaria, fuga in una interiorità estetica, in piccole communità lontane dalle grandi città, ritorno alla natura = naturalisti, nudisti, fuga in stati di Trance e di sogno dove i fatti storici non hanno peso (isole, cerchi, onde, hortus conclusus, acqua, specchio, bacio).
4.La creazione dell’opera d’arte totale (Gesamtkunstwerk) che unisce i singoli elementi e ritorna ad un’unità persa (intrecci, simbolo del tappeto, le case con mobili e decorazioni). La sintesi delle contraddizioni quali natura e spirito, vita ed arte, corpo ed anima, uomo e Dio. Tutto è mistico e simbolico, ogni gesto individuale sta per tutta l’umanità. Questa totalità fu solo possibile in uno spazio totalmente artificiale: un ambiente artistico-intellettuale, che non richiedeva una resa dei conti, un mondo esoterico-estetico dove la forma prevale sopra il contenuto. (Lirica, illustrazioni dei libri, artigianato).
La spiritualità della vita Sfera del terrestre come espressione della natura inconsapevole. Natura e vita nello stato primario come esistenza in germe e vegetativa. Legame ai settori delle scienze naturali e biologiche. Acqua come origine della vita. La donna: soprattutto collegata al mistero della terra, al mondo vegetativo e buio. Femme fatale: vita ---- femme fragile: spirito. Immagini del buio, germinativo, vegetativo, materno, la donna- vampiro = simboli per lo stato vergine della natura e l’inizio inconsapevole della vita. Cosmico come antipolo: il cosmo e la terra sono collegati, movimento dal buio verso la luce, dalla terra verso il cielo. Tendere verso il mondo della luce, verso il sole risp. Il cielo. Adattamento delle teorie di Darwin (evoluzione) ed altri che l’uomo è un essere superiore, che l’intelletto è il vero obiettivo dell’uomo, e che spetta all’artista di rendere consapevole la natura, ossia l’arte rispecchia l’atto di creazione in un ambiente spirituale. L’arte non viene visto come strumento per sottomettere la natura nel senso tecnico-razionale o per lo sfruttamento, ma per cambiare misteriosamente il mondo in uno stato di bellezza.
Arte come surrogato di religione Il fenomeno della perdita della trascendenza è irrevocabile. Ciononostante c’è il desiderio della religione, di un qualcosa superiore e non spiegabile. Paradosso: da un lato la comprensione che la base religiosa è distrutta, dall’altro lato la pretesa di una nuova forma di religione, che dovrebbe essere l’arte. Il teatro come luogo di culto. L’utopia della trascendenza, quindi la presenza degli attributi di Dio si possono realizzare per meglio sul palcoscenico dove il culto dell’estetico non viene disturbato dalla brutta realtà.
Il paradosso della “bella vita” L’arte deve cambiare la vita, l’uomo si sviluppa attraverso l’estetica, l’uomo viene divinizzato e alzato nello stato divino. La natura è la materia prima che deve essere condensata e compressa per riflettere l’interiorità. Di conseguenza la realtà viene deformata ed astratta in modo assolutamente libero. La fuga dalla realtà va in due direzioni: a) Ritirata, chiudersi in settori fittizi: interiori, parchi, giardini recintati = introversione. b) Ambienti dell’universo, totalità che contiene poca realtà concreta = estroversione. Il romanzo viene rifiutato a causa della sua vicinanza alla realtà. Nella poesia l’anima viene rappresentata tramite determinati elementi della realtà; realtà come riflesso e specchio dell’anima. Tratti ornamentali, montaggio artificiale, motivi: cigni, uomo e fiore come unità, danzanti, vegetativo, arabesche. Tratti kitsch: la pretesa di unire realtà e arte conduce al dominio totale dell’ornamento che ricopre tutto.
Trasfigurazione come fuga dalla realtà Bisogno di sempre nuova trasfigurazione, collegata all’aumento della distanza di tutti i contenuti concreti. Il mondo di bellezza chiuso ermeticamente. La tendenza d’introversione si rovescia nella totale estensione della trasfigurazione. Tendenza del misterioso, del non-materiale. Paradosso del tentativo di cambiamento estetico della realtà e della contemporanea fuga dalla realtà. Motivi cosmici: movimento verso l’alto, volare, cime di montagne, salita, ascensione. Obiettivo: contenuto vuoto = il vuoto e la totalità sono identici.