Attività e pensiero scientifico di Filippo De Filippi*

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Attività e pensiero scientifico di Filippo De Filippi* *Le notizie bibliografiche e le citazioni in corsivo (dove non indicato diversamente) sono tratte da: Michele Lessona, 1867, Filippo De Filippi, “La Nuova Antologia”

Gli interessi Anatomia comparata e embriologia (come base fondamentale per gli studi zoologici, anche di classificazione) Zoologia Geologia e Mineralogia Illustrazioni tratte da De Filippi “Regno Animale”

Le sue ricerche di zoologia sistematica riguardano gli uccelli, i mammiferi, i parassiti. Contribuisce inoltre all’ introduzione in Italia della piscicoltura. Salvelinus namaycush (o salmerino di lago) Frontespizio dell’opera: F. De Filippi, “Nouvelles espèce de poisson d’eau douce du Piémont”, Paris, S. Racon et Comp., 1853. (Biblioteca Storica DBAU) Salvelinus fontinalis: in Italia si sono ottenute popolazioni stabili nei laghi Laures (Brissogne, 2542 m s.l.m.) e Combal (1940 m s.l.m.) in Val d’Aosta.

Il background sulla geologia e mineralogia L’interesse di De Filippi per studi di geologia e mineralogia, con numerosi lavori pubblicati, testimonia di una vasta e non settoriale cultura scientifica, ed è in linea con il background condiviso all’epoca dai grandi naturalisti, Darwin compreso. Darwin infatti fu profondamente influenzato dal gradualismo proposto nei Principles of Geology di Charles Lyell, ma probabilmente anche dall’opera del naturalista e geologo italiano Brocchi (si cfr. l’articolo di T. Pievani, Le Scienze 27 gennaio 2009) http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/Darwin,_l_Italia_e_gli_italiani/1334613 Frontespizio dell’opera “Principles of Geology” di Charles Lyell Giambattista Brocchi (Bassano del Grappa 1772 – Khartum, Sudan, 1827)

1848: La lezione inaugurale: pre-evoluzionismo? La lezione “Importanza degli studi zoologici”, tenuta il 3 marzo 1848, primo atto di De Filippi come titolare della cattedra di zoologia all’Università di Torino, pone questioni di “filosofia zoologica” che anticipano il dibattito evoluzionista. “[…] Una quistione di alta filosofia zoologica è interessata direttamente da questo genere di ricerche; quella delle successive modificazioni de’ tipi primitivi, pel corso dei secoli, pel variare de’ climi e delle condizioni geografiche. Si domanda se la natura ha creato di slancio le singole specie che attualmente distinguono gli zoologi, oppure invece non compose di sua mano che un numero determinato di esse, le quali divennero altrettanti ceppi di numerose famiglie o gruppi di quelle specie che noi diciamo permanenti pel solo motivo che non subirono sensibile mutazione nel periodo di vita percorso fin qui dal genere umano. […] ” Opere di Cuvier, Biblioteca Storica DBAU

De Filippi: evoluzionista da quando? La posizione del giovane de Filippi riguardo al dibattito tra fissismo ed evoluzionismo è inizialmente piuttosto conservatrice. Tuttavia, come scrive Lessona “Nissuno mai più del De Filippi con franchezza, con grazia, con spontaneità mirabile riconobbe i passati errori; ciò perché sinceramente e sopra ogni altra cosa gli stava nel cuore l’amore del vero”. Su tema De Filippi pubblica tra l’altro opere di carattere più divulgativo come Il diluvio noetico (1855) “in cui […] viene alla conclusione […] che l’uomo sia più antico di quello che danno a credere le teorie di Cuvier, e che abbia vissuto contemporaneamente ad alcuna delle grosse specie di mammiferi da immemorabile tempo scomparsi” Grotte di Rouffignac: Pitture rupestri di mammuth

Tra le opere divulgative De Filippi pubblica anche La creazione terrestre. Lettere a mia figlia (1856) “che comprende molto bene ed originalmente ordinate le principali nozioni intorno alla fisica terrestre ed alla geologia, alle forme ed alle più notabili specie di minerali, ed infine alle leggi essenziali dei corpi organici”. La struttura letteraria dell’opera è molto moderna ed è comune a quella adottata da famosi divulgatori contemporanei (es. i dialoghi con la figlia nell’opera dell’antropologo Gregory Bateson: "Verso un’ecologia della mente", Adelphi).

L’interesse per l’embriologia De Filippi adotta per il suo corso un testo di diffusione europea, il Corso elementare di Zoologia di Milne Edwards, che integra con un saggio sulla sessualità animale (Delle funzioni riproduttive negli animali, Milano, Vallardi, 1850), non trattata da Edwards, in cui riporta “il succo di alcune sue osservazioni embriogeniche e delle cognizioni in generale dei moderni sullo sviluppo degli animali inferiori”. Il testo “Delle funzioni riproduttive negli animali”, è disponibile sul web http://it.wikisource.org/wiki/Delle_funzioni_riproduttive_negli_animali Figura di un pulcino in corso di sviluppo (tratto da “Delle funzioni riproduttive negli animali” F. De Filippi Da Haeckel: ontogenesi

L’impegno come Direttore del Museo De Filippi è l’iniziatore della collezione di Anatomia Comparata, a supporto dell’insegnamento di Zoologia “ […] da ciò prese origine quella serie di preparati di anatomia comparata, scheletri, preparazioni a secco ed in alcool, modelli, lavori in cera, che oggi oltrepassano il numero di 1000. Gli fu mosso rimprovero di avere sacrificato alquanto le collezioni zoologiche alle anatomiche” Importante la collezione di pesci e i reperti raccolti durante il viaggio del Magenta e inviati, anche dopo la sua scomparsa, al Museo. http://www.atlanteanatcomp.unito.it

I contatti internazionali e le brevi missioni scientifiche in Germania, Francia e Sardegna De Filippi conosce molto bene il tedesco e cita in più occasioni la sua personale stima e conoscenza di Haeckel e delle sue opere. Pubblica lavori in tedesco ed è in contatto con colleghi all’estero Si reca in Germania, in Francia e in Sardegna per brevi missioni scientifiche e raccolta di reperti naturalistici L'albero della vita di Ernst Haeckel, 1866

L’impatto della teoria di Darwin: il ruolo di De Filippi e la sua immagine nella società dell’epoca “L’uomo e le scimie” F. De Filippi Biblioteca storica DBAU La sera dell’11 gennaio 1864 viene tenuta la famosa lezione pubblica: “L’uomo e le scimie”. L’impatto sull’opinione pubblica è fortissimo. De Filippi viene anche contestato da alcuni colleghi, tuttavia nel complesso la sua presentazione della teoria darwiniana è ben accettata: “L’uomo e le scimie” è pubblicata in tre edizioni successive a breve distanza di tempo, un successo editoriale.

La presa di posizione sul Darwinismo Ne “L’uomo e le scimie” De Filippi tratteggia con rigore scientifico le somiglianze anatomiche tra le due specie di Primati, tuttavia è sostenitore della teoria di assegnazione dell’uomo ad un quarto regno animale, caratterizzato da funzioni cognitive ed etiche non condivise dagli altri viventi. Scheletro di gorilla. Collezione DBAU Scheletro di uomo africano. Collezione DBAU Il testo dell’opera è disponibile online: http://it.wikisource.org/wiki/L%27uomo_e_le_scimie

De Filippi materialista? Le prese di posizione a favore del Darwinismo, soprattutto lo scottante tema dell’origine dell’uomo, a cui De Filippi indirizza la propria attenzione anticipando Darwin stesso (il quale pubblica The Descent of Man solo nel 1871) inducono una parte dell’opinione pubblica italiana a considerarlo un materialista, nei casi più bigotti un peccatore. Lessona, nella Commemorazione, ricorda invece la profonda religiosità personale di De Filippi, menzionandone la “bella e rara tolleranza” in merito ad opinioni religiose, ma ribadendo che lo scienziato militante e il sincero credente convivevano in De Filippi senza contraddizioni.

Appendice alla terza edizione (1865) Da “L’Uomo e le Scimie” Appendice alla terza edizione (1865) “ […]. La quistione non si aggira punto sulla differenza fra il gorilla e l’uomo, ma veramente sulla derivazione di queste differenze. Certo il gorilla non genera che gorilla, e gli stessi più entusiasti darwinisti non pensano altrimenti. La vera quistione è assai più generale e può esprimersi così: se quelle che noi diciamo ora differenze specifiche non abbiano avuta, nella lunga successione de’ periodi geologici, la stessa origine di quelle altre differenze che ora veggiamo coi nostri propri occhi prodursi e perpetuarsi e che per ciò solo consideriamo come di varietà o di razze. […]” “[…], mi sia lecito di ripetere che l’autore delle forme organiche è pure l’autore delle leggi che le governano e singolarmente e nel complesso, e che in queste, più che nelle prime, si manifesta la Sapienza infinita; che si può essere profondamente atei ammettendo la formazione di getto delle specie organiche, mentre un vero sentimento religioso è conciliabile colla dottrina della figliazione genealogica della specie da un tipo primitivo […] ” (il testo integrale dell’Appendice alla terza edizione (1865) è riportato ne “Il darwinismo in Italia” a cura di Giacomo Giacobini e Gian Luigi Panattoni, 1983, Unione Tipografico-Editrice Torinese) Singolare assonanza con quanto affermato nella prelezione inaugurale del 1848! Sulla conciliabilità di posizioni evoluzionistiche con la fede religiosa

I resoconti dei viaggi: le osservazioni scientifiche (I) Frontespizi delle opere: Filippo De Filippi, Nuove o poco note specie di animali vertebrati raccolte in un viaggio in Persia nell'estate dell'anno 1862, Modena, tip. degli eredi Soliani, 1863. Filippo De Filippi, Lettera del professore Filippo De Filippi contenente le osservazioni da lui fatte durante una parte del suo viaggio da Singapore a Saigon (Cocincina), al Giappone ed alla Cina su diversi prodotti della natura, Torino, Stamperia Reale, 1867. Edizioni originali (Biblioteca Storica del DBAU).

I resoconti dei viaggi: le osservazioni scientifiche (II) Diphyes dispar Nella lettera inviata all’Accademia delle Scienze in data 6 gennaio 1866, De Filippi presenta uno scritto “Osservazioni fatte nella traversata da Gibilterra a Rio Janeiro”. In particolare cita la ricchezza della fauna marina nella rada di Gibilterra, con attenzione a numerose specie planctoniche, che egli osserva al microscopio grazie alla disponibilità del comandante ad allestire un piccolo laboratorio nel proprio studio. Geryonia proboscidalis Noctiluca miliaris “[…] L’occhio non poteva discernere nulla di vivente nell’acqua attorno alla nave, fuori alcune poche meduse delle due più volgari specie del Mediterraneo (Pelagia noctiluca, Rhizostoma cuvierii), ma le nostre reticelle di garza raccoglievano in gran copia animaletti trasparentissimi, vere ghiottonerie zoologiche per naturalisti di terra. […] Ma l’abbondanza della Noctiluca miliaris superava ogni immaginazione. […] ”

I resoconti dei viaggi: le osservazioni scientifiche (III) Nella lettera inviata all’Accademia delle Scienze da Batavia in data 27 aprile 1866, De Filippi riporta dettagliate osservazioni sui protozoi pelagici, principalmente radiolari, e si ripromette di far “tesoro della grande opera del mio amico Haeckel sui Radiolarii, dolente di non conoscerla che per gli estratti consegnati in diversi repertorii scientifici” Ernst Haeckel, Kunstformen der Natur (1899-1904): eleganti scheletri silicei di radiolari, protozoi unicellulari marini

Sempre nella lettera del 27 aprile 1866 da Batavia De Filippi si rammarica dei rari avvistamenti di Cetacei, che dovevano essere di grande interesse per la missione scientifica. Un resoconto su “I Cetacei osservati durante il viaggio intorno al globo della pirocorvetta Magenta” viene redatto da Enrico Giglioli e pubblicato nel 1874, corredato di illustrazioni dell’autore. Le due in basso si riferiscono ad avvistamenti del 1866. “Nel lungo tratto percorso nel mare del sud eravamo in pieno diritto di attenderci lo spettacolo di colossali cetacei, ma ne fummo defraudati. Non una sola Balena si presentò sull’orizzonte, solo qualche rara Balenottera e qualche truppa di delfini.” Dall’edizione originale del resoconto sopra citato (Biblioteca Storica del DBAU).

Frontespizio dell’opera e immagine della Giglioli’s whale (Amphiptera pacifica). Biblioteca Storica del DBAU. (Dall’edizione originale, con dedica autografa dell’autore All’amico e maestro prof. cav. Michele Lessona ). Tra le specie descritte nel resoconto è singolare la cosiddetta Giglioli’s whale, un esemplare non classificato di cetaceo (Balenottera), con caratteristiche non attribuibili a specie già descritte, tra cui due pinne caudali (è incerto se dovute a una mutazione genetica). L’avvistamento è del 1867 nell’Oceano Pacifico. Segnalata successivamente in due osservazioni: in Scozia nel 1868 e in Corsica nel 1983.

Altri “viaggiatori piemontesi” che hanno percorso itinerari reali e …fantastici. Federico Craveri, (1815-1890) autore del “Giornale di viaggio. Avventura ed esplorazione naturalistica in America Centrosettentrionale 1855-1859”. La famiglia Craveri ha fondato il Museo Craveri di Bra. Emilio Salgari, (1862-1911) romanziere, grande viaggiatore “virtuale” nei suoi romanzi ambientati in Oriente. Assiduo frequentatore del Museo di Scienze Naturali. Non si è mai mosso da Torino. Vitaliano Donati (1717-1762), professore di Botanica all’università di Torino dal 1750. Autore del saggio “Della storia naturale marina dell'Adriatico”, resoconto di viaggi, che venne tradotto in molte lingue. Morto nel febbraio del 1762 nell’Oceano Indiano mentre si stava dirigendo verso Goa. Vitaliano Donati (Padova, 1717 – Oceano Indiano, 26 febbraio 1762) è stato un medico, archeologo e botanico italiano. Studiò medicina e filosofia nello studium di Padova, conseguendo il dottorato il 10 giugno 1739. I suoi interessi si orientarono poi verso le Scienze Naturali e l'Archeologia. Fu incaricato da papa Benedetto XIV, insieme a Giovanni Poleni (di cui era assistente), di raccogliere reperti utili per allestire il nascente museo di storia naturale dell'Università La Sapienza di Roma. La sua esperienza di viaggio nella zona della costa adriatica, durante il quale studiò anche la flora e la fauna dei luoghi visitati, culminò nel 1745 con la pubblicazione del saggio Della storia naturale marina dell'Adriatico che venne tradotto in molte lingue e rese il suo nome noto in tutta Europa. Nel 1750 gli vennero affidate dal re Carlo Emanuele III di Savoia le cattedre di Botanica e di Storia naturale dell'Università di Torino. Qui si occupò anche della direzione dell'Orto botanico dell'università (dal 1750 fino alla sua morte), contribuendo ad aumentare notevolmente il numero di specie floristiche grazie agli esemplari raccolti nei numerosi viaggi esplorativi sia in territorio piemontese che all'estero. Durante questi viaggi si occupò anche di mineralogia e geologia, ed eseguì ricerche sui terremoti, sul clima e sui giacimenti minerari in Piemonte, orientate alla conoscenza delle risorse locali e ad un loro eventuale sfruttamento economico. Nel 1751, su incarico di Carlo Emanuele III, partì per un in viaggio nei ducati di Savoia e Aosta, finalizzato allo studio delle risorse minerarie delle due regioni per mapparne i giacimenti e gli impianti di estrazione. La natura ecclettica dello studioso emerse anche in questo caso: nella sua relazione del viaggio egli riportò, infatti, anche molte informazioni etnografiche e di geografia umana, fornendo un importante quadro della realtà delle popolazioni alpine del XVIII secolo. Nel giugno del 1759, sempre incaricato da Carlo Emanuele III, partì da Venezia per intraprendere una spedizione in Egitto e nelle Indie Orientali con scopi scientifici e commerciali. Tale spedizione era finalizzata sia alla raccolta di reperti archeologici (oggetti antichi, mummie e manoscritti) per allestire il Museo della Regia Università (primo nucleo del futuro Museo Egizio di Torino), sia all'osservazione delle tecniche di coltivazione agricola e di allevamento del bestiame e dei processi di estrazione dei minerali. In Egitto, Donati risalì una parte del corso del Nilo e proseguì poi verso la Siria. Da qui si spostò in Palestina e infine in Arabia, da dove si imbarcò per l'India. Morì nel febbraio del 1762 su una nave turca, lungo la costa indiana al largo di Mangalore, mentre si stava dirigendo verso Goa.

Il busto di De Filippi, scolpito da Giacomo de Barbieri nel 1868, Conclusione Il busto di De Filippi, scolpito da Giacomo de Barbieri nel 1868, nella galleria di uomini illustri nel loggiato del Palazzo dell'Università di Torino, in via Po 17.