MEDIA E AULE DI GIUSTIZIA

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MEDIA E AULE DI GIUSTIZIA NEL CASO TORTORA Relatore: Prof. Stefano Colloca Correlatore: Prof. Gianluca Mainino Giulia Plebani

Il lavoro del giornalista e i pilastri deontologici Caso Tortora Fuga di notizie

Rispetto della persona Il lavoro del giornalista Il lavoro del giornalista si ispira ai principi della libertà di informazione e di opinione, sanciti dalla Costituzione Italiana, ed è regolato dall’art. 2 della legge n. 69 del 3 febbraio 1963. Tre pilastri deontologici che rappresentano i tre doveri fondamentali del giornalista: Rispetto della persona Verità Indipendenza

La presunzione di innocenza In tutti i casi di indagini o processi, il giornalista deve sempre ricordare che ogni persona accusata di reato è innocente fino alla condanna definitiva. La presunzione di innocenza è un principio del diritto penale garantito dall’art.27 della Costituzione Italiana. Il giornalista non deve costruire le notizie in modo da presentare come colpevoli le persone che non siano state giudicate tali in un processo

conduttore televisivo, giornalista e politico italiano. Enzo Tortora è stato un conduttore televisivo, giornalista e politico italiano. Ma soprattutto è stato vittima del più importante caso di errore giudiziario in Italia nel secondo dopoguerra.

Ricostruzione della vicenda giudiziaria 17 giugno 1983 L’arresto. 17 settembre 1985 La sentenza. 10 dicembre 1985 Celebrazione diritti dell’uomo.

Ricostruzione della vicenda giudiziaria 15 settembre 1986 Assoluzione. 17 giugno 1987 Sentenza di Cassazione. 20 febbraio 1987 Ritorno a ‘’Portobello’’. 18 maggio 1988 La morte.

Il colpevolismo nell’informazione Italiana I giornalisti contribuiscono ad accrescere la confusione intorno al processo sul caso Tortora, mettendo in circolazione notizie false o non verificate. È possibile distinguere due tipologie differenti di colpevolismo: Immagine negativa di Tortora Pentiti credibili Elogio della Magistratura Difesa debole “Tortora non può, non deve diventare un simbolo. Egli è solo uno dei tanti, tantissimi pessimi esempi dell’italiano, che sotto la lacrimuccia televisiva, nasconde il suo ardore per il danaro.’’ “Preciso, a volte spietato nella descrizione dei fatti, raramente generico o superficiale”. diretto Indiretto “Scrupolosi, seri, prudenti, stimati, che hanno risolto casi e inchieste difficili.’’ “Se nella ‘memoria’ non c’è altro di più importante, gli argomenti della difesa si rivelano di una debolezza sconcertante”.

INTERECETTAZIONI TELEFONICHE Il problema della fuga di notizie La fuga di notizie è un fenomeno che si manifesta principalmente nei casi di cronaca giudiziaria, e, rappresenta quel circuito di scambio che riguarda certe fonti e certi giornalisti, per un vantaggio reciproco. La rivelazione ed utilizzazione di segreto d’ufficio è regolamentata dall’art. 326 del Codice Penale L’art. 326 punisce solo chi viola il segreto e non chi riceve l’informazione e la fa circolare. INTERECETTAZIONI TELEFONICHE

D:”È vero che tra giornalisti e magistrati si crea un rapporto di collaborazione? E quali sono i mezzi con i quali il giornalista può acquisire la fiducia dei magistrati?” R:”Si è vero, può instaurarsi un rapporto tra giornalisti e magistrati. Può avvenire, ad esempio, nel caso in cui il giornalista è già in possesso di una notizia. […] Creato un primo rapporto, se la collaborazione non tradisce la fiducia di alcuno, è possibile che anche in futuro ci sia uno scambio. In qualche modo, viene instaurato un patto. Un altro caso in cui è possibile creare un rapporto di collaborazione è quando il magistrato chiede al giornalista di dare grande risalto a una notizia magari non propriamente ghiotta, ma la cui divulgazione può aiutare il pubblico ministero nelle indagini. […] Per acquisire la fiducia dei magistrati, possiamo dire che il giornalista a volte si trova a dover scendere a compromessi, perfino a rinunciare di pubblicare una notizia.” INTERVISTA

GRAZIE A TUTTI PER L’ATTENZIONE