Il genitore picchia forte il bambino inappropriatamente e ripetutamente nello stesso episodio. Qulsiasi percossa al bambino che lasci dei segni. Un genitore che va spaventosamente in collera con il bambino. Il sogg. veniva chiuso in un armadio.
Il sogg. veniva punito in modi bizzarri, ad es. legato. Il genitore tenta il suicidio in presenza del bambino o nelle vicinanze. Il genitore esibisce un comportamento strano e spaventoso davanti al bambino, anche se non è diretto verso di lui.
Il genitore minaccia di fare male o di uccidere il bambino. Il genitore obbliga il bambino a partecipare a qualunque tipo di attività sessuale.
Come nel caso di perdita delle figure di attaccamento per morte, ci sono 3 possibili reazioni a questi eventi: Risoluzione Rigetto (dismissal) Disorganizzazione Solo una risposta disorganizzata viene considerata irrisolta/disorganizzata/disorientata
a) Diniego infruttuoso dell’evento, della natura o dell’intensità dell’esperienza di abuso. “Beh, voglio dire, a volte suppongo di aver avuto delle brutte botte…ma non penso fosse proprio forte o niente del genere..”
b) Sentimenti di essere causa dell’abuso o di meritarselo in senso personale. “E quella volta entrò e, e ha fatto ciò con me, io sono terribile, mi ero vestita come se lo avessi spinto…”
c) Affermazioni confuse da un punto di vista psicologico. “Spingere indietro l’esperienza nella mente” o “la mia mente se ne va da qualche parte”. d)Discorso disorientato Il racconto cambia e diventa incoerente, sorgono associazioni strane, il sogg. non è capace di finire le frasi, uno stile nuovo nel parlare..
e) Il sogg. nutre paure di essere preso mentalmente (“posseduto”) dalla figura di attaccamento abusiva. “Ho fatto una terapia su mia madre e ho paura che ella potrebbe farmi cose cattive in qualche modo e non la potrei fermare”.
Parental Bonding Instrument (PBI; Parker et.al.,1979) Questionario autosomministrato di valutazione della qualità delle cure offerte dai due genitori durante l’infanzia su due assi (cura e iperprotezione).
Composto da due schede, una per il padre ed una per la madre, nelle quali il soggetto deve dare un proprio giudizio su di una scala a 4 possibilità (da assolutamente vero ad assolutamente falso) rispetto a 25 domande che riguardano la relazione con i propri genitori entro il 16 anno di età.
PARENTAL BONDING INSTRUMENT OVER PROTECTION High AFFECTIONLESS CONTROL AFFECTIONATE CONSTRAINTS CARE High Low ABSENT OR WEAK BONDING Low OBTIMAL BONDING
Adult Attachment Styles (AAS; Hazan e Shaver, 1987) Questionario autosomministrato sullo stile di attaccamento di coppia in base all’auto rappresentazione del soggetto rispetto alle proprie relazioni sentimentali.
Si riceverà la sensazione del soggetto rispetto. alla Si riceverà la sensazione del soggetto rispetto alla propria predisposizione nei legami sentimentali; capacità di regolare la distanza/vicinanza affettiva, paura dell’abbandono, capacità di valutare le proprie esigenze in relazione all’altro, capacità di dipendere dall’altro (accudire e lasciarsi accudire).
TRASMISSIONE INTERGENERAZIONALE DEI MODELLI DI ATTACCAMENTO
In un gran numero di studi è stata dimostrata una forte associazione tra il pattern di attaccamento sicuro del bambino e il tipo di "internal working model" della figura di attaccamento.
La globalità dei dati conferma l'esistenza di una forma di trasmissione intergenerazionale sia della sicurezza che dell'insicurezza, e che quest'ultimo rischio può essere valutato fin da prima della nascita del bambino.
Si ipotizza che il processo transgenerazionale avvenga in tre stadi (Crittenden, 1994): 1) L’attaccamento dei genitori nell’infanzia. 2) Comportamento di cura nei confronti dei bambini. 3) Qualità dell’attaccamento del bambino al genitore.
A ogni stadio di questo processo si presume. che. i A ogni stadio di questo processo si presume che i modelli rappresentativi interni di specifiche relazioni abbiano la funzione di organizzare la percezione, le informazioni cognitive, i sentimenti e il comportamento (Crittenden, 1994).
Un'adeguata e responsiva sensibilità del genitore risulta essere così il candidato principale per poter comprendere il processo attraverso il quale la rappresentazione del genitore influenza il comportamento del bambino: essa è risultata infatti avere un forte legame con la sicurezza mostrata nei comportamenti di riunione alla Strange Situation.
Nonostante il ruolo centrale che questo parametro ha assunto nelle ricerche sull'attaccamento, esso non sembra essere un elemento esaustivo per rendere conto del complesso processo della trasmissione della sicurezza, riuscendo a spiegarne solo il 7% della varianza ( Van Ijzendoorn, 1992).
La sensitività non si è dunque dimostrata sufficiente a spiegare l'intera correlazione tra AAI e Strange Situation (strumento di rilevazione del pattern dei bambini a 12 e 18 mesi), occorrendo secondo Fonagy (1991) una concettualizzazione più sofisticata: " ciò che noi crediamo cruciale per la sensibilità del " caregiving" è la misura in cui i genitori sono inclini a difendersi dalle loro esperienze emozionali negative.
La difesa può portare ad una mancanza di comprensione (dismissal) o ad una comprensione incompleta (preoccupation) dello stato di ansietà dei loro bambini ". Wilfred Bion parla a questo proposito della capacità della madre di "contenere" mentalmente il bambino e rispondergli emotivamente. La madre cioè " rifletterà " al bambino sia la sua comprensione delle cause di stress sia la sua preoccupazione circa lo stato affettivo del bambino stesso.
La capacità di rispecchiamento materno implicherà quindi anche la sua modalità di affrontare lo stato mentale del figlio non venendo sopraffatta dalle difficoltà, ma essendo in grado di affrontarle
Si può così ipotizzare che le madri E saranno capaci di rispecchiare gli affetti del bambino ma avranno difficoltà nell'affrontarle; al contrario le madri D falliranno nello specchiare gli affetti adeguatamente ma daranno al bambino un senso di stabilità.
Secondo questa prospettiva un attaccamento sicuro sarebbe risultato di un adeguato contenimento, mentre un attaccamento insicuro deriverebbe da un compromesso difensivo nel quale sia l'intimità (A-D) che l'autonomia (C-E) vengono sacrificate per mantenere una prossimità con la figura di attaccamento che è incapace di contenere gli affetti del bambino.
Mary Main (1991) propone che le differenze. di Mary Main (1991) propone che le differenze di organizzazione dell'attaccamento durante l'infanzia siano fortemente legate alla qualità della metacognizione del genitore, e che la narrazione incoerente delle esperienze infantili, indicante la presenza di modelli multipli poveramente strutturati delle relazioni di attaccamento, possa essere la causa di pattern di attaccamento insicuri nel bambino.
L'assenza di capacità metacognitive, l'incapacità di comprendere la natura rappresentazionale dei propri pensieri rende il bambino vulnerabile all'inconsistenza del comportamento del caregiver, essendo esso incapace di andare oltre la realtà immediata dell'esperienza e di raggiungere una distinzione tra realtà ed apparenza.
Fonagy (1991). La capacità metacognitiva è un risultato dello sviluppo emergente in un contesto di relazioni di attaccamento sicuro. Egli sostiene infatti che le relazioni assicurino un contesto “congeniale”, una base sicura per esplorare la mente del genitore e che solo conoscendo la mente degli altri il bambino potrà sviluppare un pieno apprezzamento della natura degli stati mentali.
ASPETTI CLINICI
Il punto chiave della tesi di Bowlby (1979) è l'esistenza di un "forte legame causale fra le esperienze di un individuo con i suoi genitori e le successive capacità di costruire legame affettivi, e che determinate variazioni comuni di tali capacità, manifestantisi in problemi coniugali e in difficoltà con i figli, come pure in sintomi nevrotici e disordini della personalità, possono essere attribuite a determinate variazioni comuni del modo in cui i genitori hanno svolto il proprio ruolo“.
La principale variabile presa in considerazione è pertanto la misura in cui i genitori sono riusciti a fornire al bambino una base sicura e ad incoraggiarlo a partire da questa per esplorare il mondo esterno.
I bambini che crescono sicuri, che hanno cioè acquisito una manifesta "fiducia di base", o secondo la Klein (1964) "introiettato un oggetto buono", strutturano un modello rappresentativo di Sé come capace di aiutarsi e nel tempo stesso di ricevere aiuto non appena sorgono delle difficoltà.
Molti bambini, al contrario crescono con genitori che non forniscono loro tali condizioni e divengono insicuri, ansiosi, iperdipendenti o immaturi, tendendo a sviluppare in situazioni di stress sintomi nevrotici, depressione o fobie.
La loro storia personale è spesso caratterizzata dalla presenza di uno schema di comportamento parentale patogeno (Bowlby, 1977), fra cui troviamo
a - il genitore insensibile alle richieste di cure del bambino e lo disprezzano e/o rifiutano; b - una discontinuità di cure parentali (anche dovuta ad ospedalizzazioni o istituzionalizzazioni); c - persistenti minacce da parte del genitore, utilizzate come sistema di controllo del bambino;
d- minacce del genitore di abbandonare la famiglia, usate sia come metodo disciplinare nei confronti del figlio, che come mezzo di coercizione nei confronti del coniuge; e- minacce di un genitore di abbandonare o uccidere l'altro coniuge o di suicidarsi;
f - indurre il figlio a sentirsi in colpa dichiarando che il suo comportamento sarà causa della malattia o della morte di un genitore; g - pressione sul bambino affinché agisca come figura di attaccamento per il genitore, sia tramite induzione di un prematuro senso di maturità che tramite minacce e sensi di colpa.
Tali comportamenti genitoriali provocano nel bambino l'insorgere, ma anche l'inibizione, della collera verso le proprie figure di attaccamento, di un risentimento inconscio che viene spesso diretto verso qualche persona più debole, di un desiderio intenso e inconscio di cure e di sostegno.
Uno stile di attaccamento opposto a quello ansioso è descritto da Bowlby (1979) come "compulsiva fiducia in sé stessi".
Molti degli individui che manifestano questo comportamento pur non avendo vissuto esperienze dissimili dai soggetti che hanno sviluppato un attaccamento ansioso, hanno reagito a tale situazione inibendo sensazioni e comportamenti di attaccamento, respingendo e talora disprezzando ogni desiderio di stretta relazione.
Essi tendono a mostrare fermezza di. carattere. e. talvolta Essi tendono a mostrare fermezza di carattere e talvolta un compulsivo prendersi cura degli altri, con un "falso Sé" (Winnicott, 1965) che copre il desiderio inconscio di affetto e una collera latente per i genitori che non hanno saputo appagare tale desiderio.
DISORDINI DELL’ATTACCAMENTO
Tipo I: Disordini di attaccamento non – attaccato. Bambini che sono stati istituzionalizzati, hanno vissuto situazioni estreme di abbandono, o hanno subito molteplici cambiamenti delle figure primarie di attaccamento. Lo sviluppo di questi bambini presenta una possibilità potenzialmente maggiore di fallire in tre principali aree: le relazioni interpersonali, le funzioni cognitive, il controllo degli impulsi e la regolazione dell'aggressività.
Tipo II: Disordini di attaccamento indiscriminato. Un secondo sottogruppo è caratterizzato da comportamenti di avventatezza, rischiosi e da inclinazione verso gli incidenti: il bambino può lasciare la madre e andar via per un prolungato periodo di tempo senza avvertire il bisogno di ritornare da lei per rassicurarsi, o può avere la tendenza a ferirsi ripetutamente nel corso dell'esplorazione dell'ambiente.
Tipo III: Disordini di inibizione dell'attaccamento La Compiacenza Compulsiva è la manifestazione della risposta del bambino a comportamenti del genitore maltrattanti o estremamente punitivi. Il bambino sembra aver imparato a compiacere il genitore immediatamente e incondizionatamente al fine di evitare abusi fisici.
Tipo IV: Disordini di attaccamento aggressivo Essi presentano frequentemente sintomi di ansia e devono essere controllati dai genitori o dagli insegnanti per la pericolosità delle loro condotte aggressive e sebbene la rabbia e l'aggressività non siano limitate alle relazioni di attaccamento, esse sono più evidenti in questo contesto che in altri.
Tipo V: Disordini di attaccamento con inversione di ruolo Il bambino non può avere una relazione con una madre che assolve una funzione di protezione, ma incorpora nel suo comportamento una porzione sostanziale del ruolo materno.
Le due principali forme del comportamento di inversione del bambino Le due principali forme del comportamento di inversione del bambino si manifestano in comportamenti di controllo della figura di attaccamento (il bambino è estremamente sollecito verso il genitore) e in comportamenti controllanti punitivi (il bambino si comporta in modo punitivo, di rifiuto o di comando sul genitore) (Main & Solomon, 1990).