L’istruzione e la cultura

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Transcript della presentazione:

L’istruzione e la cultura nella Roma antica Chun Joseph Thomas Romano Alessio Ciro Volpe Emanuele 2 A scientifico

L’ISTRUZIONE Nell’antica Roma i bambini venivano educati sino ai 6-7 anni dai genitori che insegnavano loro la grammatica e l’aritmetica, ma soprattutto il Mos Maiorum (il “costume degli antenati”), cioè le usanze, i valori e le tradizioni del popolo romano. Dopo il I secolo a.C le classi aristocratiche cominciarono a servirsi di un precettore privato (paedagogus o praeceptor), ossia un colto schiavo, quasi sempre greco, che li seguiva fino ai sedici anni. Per le classi meno abbienti invece esisteva la scuola pubblica (ludus) la quale si divideva in 3 cicli. Ogni scuola era a pagamento. Gli insegnanti erano sottopagati.

I GRADI DELLA SCUOLA La scuola primaria, Ludus Litterarius, insegnava a scrivere, leggere e contare. Era una scuola di memoria e di ripetizione, cioè si ripetevano a memoria un testo o l’alfabeto o anche le Leggi delle XII tavole (le prime leggi scritte di Roma). Nel caso in cui qualche alunno non fosse stato attento, erano previste punizioni corporali, come ad esempio delle bacchettate sulle dita o anche delle bastonate con una verga sulle spalle o con la ferula, una frusta di cuoio. Anche all’epoca esistevano periodi di sospensione delle lezioni e di vacanze, che duravano in complesso 3 mesi. Le ore di lezione erano 6 a giorno, con una pausa verso mezzogiorno. II maestro elementare veniva chiamato Ludi Magister. Egli sedeva sulla cathedra, una sedia con braccioli, e attorno a lui sedevano i discipuli. I bambini scrivevano sulla tabula cerata che poteva essere di metallo o di legno, scrivevano con il graphium o con il calamus che era una penna che si intingeva nell’atramentum (inchiostro) contenuto nell’atramentarium. I discipuli utilizzavano anche i pugillares, che erano delle tavolette tascabili su cui scrivevano.

La maggior parte dei giovani Romani non andava oltre la scuola primaria e cominciava a lavorare (a Roma il lavoro minorile non era un reato). L’insegnante della “Scuola secondaria” era il grammaticus e veniva generalmente dalla Grecia, dall’Asia, dall’Egitto. Questi faceva leggere i classici, ossia i testi della letteratura greca e latina, insegnava l’astronomia, la metrica della musica, la matematica, la storia e la geografia. Inoltre esisteva un’altra materia che oggi non esiste più: la mitologia. Le opere venivano scelte nelle biblioteche e la scelta ricadeva sempre sui testi di Omero o di Ennio e poi, in seguito, su quelli di Virgilio, Cicerone, Orazio. Forse è grazie a loro che oggi ci sono giunte queste opere, perché all’epoca alcuni testi finivano nel dimenticatoio e non venivano più fatti circolare nelle biblioteche. Il secondo livello dell’istruzione era riservato ai maschi, perché le femmine dovevano imparare a filare, a tessere e a dirigere i lavori domestici svolti dagli schiavi. In alcune famiglie aristocratiche veniva messo a disposizione delle ragazze un precettore che insegnasse loro il greco e l’arte del canto.

ESEMPI DI TABULA CERATA CALAMUS E GRAPHIUM

Alla fine del secondo livello dell’istruzione, intorno ai 17 anni, i ragazzi delle famiglie benestanti venivano istruiti dal Rhetor, che insegnavaagli studenti la retorica, l’arte del parlare bene. Questo terzo livello dell’istruzione durava circa due anni ed era riservato ai giovani aristocratici che avrebbero intrapreso la carriera politica o l’avvocatura. I rethores insegnavano loro le regole d’oro dell’eloquenza. Per esercitarsi gli studenti devono sostenere tesi opposte, dette rispettivamente suasoriae e controversiae. I giovani aristocratici che volevano continuare gli studi dovevano recarsi ad Atene, a Pergamo, a Rodi o ad Alessandria per incontrare i maestri di filosofia, di retorica, di geografia, di astronomia e di fisica. Sia Cesare che Cicerone, tra i più brillanti cultori dell'eloquenza latina, si recarono in Oriente a perfezionare la loro oratoria.

Gli edifici della cultura:la scuola Esistevano degli edifici dedicati alla formazione culturale dei cittadini, un equivalente della nostra scuola. Uno di questi edifici è arrivato fino a noi e si trova a Pompei. Presenta nella parte posteriore una Pergula , cioè un ambiente con un soppalco. Sotto questa sala vi erano i Commoda dove gli alunni e lo stesso magister si potevano lavare (infatti erano presenti dei lavandini e delle latrine) e dove potevano posare gli strumenti scolastici come gli Scrinia o la capsa, il contenitore dei papiri, oppure i Compedes, ceppi che servivano a punire fisicamente gli alunni. La capienza massima delle sale era di 15 persone e l’orario scolastico era composto di sei ore. A mezzogiorno gli scolari tornavano a casa per il prandium e riprendevano le lezioni nel pomeriggio. Per contare, gli scolari si aiutavano con i calcoli, cioè delle pietruzze (proprio dal latino calculus, pietruzza).

La biblioteca Un altro luogo dove le persone si riunivano e discutevano era la biblioteca. Le prime biblioteche romane scaturirono dal forte desiderio dei Romani di coltivare la cultura greca, e ciò accadeva già nel III secolo a.C. Verso la metà del II secolo a.C. la grecità venne promossa e diffusa da un circolo di nobili romani guidati da Scipione l'Emiliano, poiché parlare greco e aver conoscenza della letteratura greca erano diventati gli ingredienti comuni della vita culturale della classe superiore romana. La prima idea di dare a Roma una biblioteca pubblica fu di Giulio Cesare, che progettò di fornirla addirittura di due biblioteche gemelle: una che contenesse testi greci ed una i testi latini, ma l'assassinio di Cesare nelle Idi di marzo del 44 a.C., pose fine a tale progetto. Alcuni anni dopo, nel 39 a.C., però, Asinio Pollione realizzò quello che Cesare aveva desiderato: una biblioteca greca e romana ad uso pubblico: la prima biblioteca pubblica di Roma. Fino alla morte di Augusto nel 14 d.C., Roma aveva solo queste tre biblioteche pubbliche: quella di Pollione vicina al Foro; quella del Portico di Ottavia, a due passi dal Foro, e quella di Augusto sul Colle Palatino, ma la biblioteca che offre più informazioni è quella che l'imperatore Traiano incluse come parte del  Foro di Traiano.Quella di Traiano fu l'ultima ad essere collocata in zone ‘importanti’ di Roma. Infatti dopo vennero incorporate nelle terme pubbliche imperiali, tra le quali la meglio conservata è la biblioteca di una delle più famose terme di Roma: le Terme di Caracalla.

La lingua Bilinguismo latino - greco lingua greca lingua latina Usata dai colti e dagli aristocratici lingua latina Molto usata nel parlare quotidiano Diffusa in tutte le nazioni dell’impero; ancora oggi le lingue europee si somigliano Modifiche fonetiche: “c” e “k”, rotacismo

Le arti liberali costituivano l’enciclopedia Sette discipline tipiche dell’uomo libero: grammatica geometria aritmetica astronomia musica retorica filosofia costituivano l’enciclopedia

L’oratoria L’arte di parlare in pubblico con un discorso eloquente: forniva le conoscenze necessarie per la carriera politica

Cicerone La letteratura latina fu sempre influenzata dalla politica. Cicerone, grande esponente della vita politica ed il più grande avvocato dell’antichità, fu anche un grande letterato.

Augusto e Mecenate Durante l’impero di Augusto si ebbe una grande fioritura letteraria, grazie soprattutto all’amico Mecenate, che diventò una sorta di “ministro della cultura” di Augusto durante il principato augusteo. Mecenate fondò un circolo di letterati e poeti, da lui protetti e incoraggiati. Mecenatismo: promozione e diffusione della cultura da parte del potere politico e dei privati

Augusto e Mecenate Giambattista Tiepolo

Tacito Grande storico autore delle Historiae e degli Annales in cui descrive dettagliatamente la storia dell’impero romano dal 14 d.C.

Il diritto a Roma Diritto (dal latino ius): insieme di regole esistenti nella società e la scienza che studia tali regole. Il diritto fu una creazione culturale tipicamente romana.

GRAZIE PER L’ATTENZIONE