Preso atto dell'alto livello di rischio che caratterizza gran parte del territorio italiano, si è provveduto ad un aggiornamento della normativa vigente in materia di difesa del suolo, accompagnato da un nuovo impulso della ricerca scientifica nei confronti di tali problematiche. Lo studio di queste ultime, oltre ad avere un indubbio interesse scientifico, riveste particolare importanza poiché costituisce un indispensabile supporto alle Amministrazioni competenti nella definizione delle metodologie di studio del rischio geologico- idraulico, nell'individuazione e perimetrazione delle aree a rischio, nella sperimentazione di nuovi sistemi di controllo e di intervento per la salvaguardia dei soggetti a rischio (popolazione, centri abitati, infrastrutture). L'Italia è un Paese dove l'esposizione al rischio di frane ed alluvioni è particolarmente elevata e costituisce, pertanto, un problema di grande rilevanza sociale, sia per il numero di vittime che per i danni prodotti alle abitazioni, alle industrie ed alle infrastrutture. Le frane possono quindi essere definite come "movimenti di materiale solido che, in virtù della loro condizione di persistente instabilità, vengono trascinate istantaneamente verso il basso per effetto della sola forza di gravità". MENU
Per avere un'idea dei costi economici e sociali connessi con il verificarsi di frane ed alluvioni, basti ricordare il numero di vittime dei disastri di Sarno e Soverato (176), o considerare che nel periodo tra il 1980 ed il 2000 le alluvioni e le frane hanno coinvolto, in modo a volte drammatico, oltre persone, senza comprendere quelle coinvolte nell'alluvione dell'ottobre-novembre 2000 del Po (più di persone evacuate). Dal punto di vista economico i soli danni strutturali dovuti alla stessa alluvione del Bacino del Po sono stati stimati in oltre miliardi di lire (pari a milioni di Euro), mentre le risorse stanziate per gli interventi in soli 13 Comuni colpiti dalla tragedia di Sarno, ammontano a miliardi di Lire (550 milioni di Euro). Il frequente e diffuso manifestarsi dei dissesti può essere imputato, per una buona parte, alla natura del nostro territorio ed a cause "naturali". Vanno però assumendo un peso sempre più rilevante le cause di origine antropica legate, da un lato, ai cambiamenti climatici e dall'altro ad un uso del territorio non attento alle caratteristiche ed ai delicati equilibri idrogeologici dei suoli italiani. Il territorio, infatti, da sempre è soggetto ad un insieme di eventi naturali e di azioni dell'uomo che lo modificano più o meno profondamente sino a metterne a repentaglio l'integrità fisica, riducendone a volte le possibilità d'uso da parte di altri soggetti o dell'intera collettività. MENU
In particolare, non sono pochi gli interventi (infrastrutture, espansioni urbane, attività produttive), realizzati in aree soggette a rischio idrogeologico anche elevato. Spesso le espansioni sono avvenute con una programmazione insufficiente, a volte addirittura assente. Anche le infrastrutture di base finalizzate ad assicurare il rispetto dell'integrità fisica del territorio (reti fognarie, sistemi di regimazione delle acque meteoriche, di approvvigionamento idrico, di viabilità, di smaltimento e trattamento dei rifiuti, di organizzazione delle aree verdi) risultano, il più delle volte, insufficienti sia quantitativamente che qualitativamente. Questa impostazione se da un lato, in passato, ha occultato i reali costi di produzione dei beni, evitando di far emergere gli oneri indiretti, determina oggi elevatissime spese che tendono a ricadere sulla collettività e che si manifestano in distruzioni e devastazioni di territori e manufatti, nel degrado diffuso della qualità ambientale di vaste aree del Paese e dei tessuti urbani, senza considerare le conseguenze in termini di vite umane. Se è soprattutto nell'ultimo cinquantennio che si profila una situazione in generale grave, come esito della fase di veloce inurbamento, di crescita degli abitati e delle periferie metropolitane, i fattori di crisi si sono ulteriormente accentuati nella più recente fase di espansione della città contemporanea, caratterizzata dalla frammentazione e dalla diffusione sul territorio di infrastrutture e residenze, spesso senza una politica di programmazione coordinata e a volte in assenza di legalità. MENU