UN GLOSSARIO PER LO STUDIO DELLE MIGRAZIONI concetti e definizioni

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UN GLOSSARIO PER LO STUDIO DELLE MIGRAZIONI concetti e definizioni Docente: Anna Elia Sociologia delle Relazioni Etniche a.a. 2013/2014

EMIGRANTE Emigrante è colui che espatria alla ricerca di lavoro o di un miglioramento economico. (dizionario della lingua italiana)

Sostituito da : EXTRACOMUNITARIO Termine sorto nella seconda metà degli anni ’80 quando prendeva corpo il processo di integrazione europea a la distinzione tra cittadini dei paesi membri e cittadini dei paesi Terzi. Uso improprio del termine in quanto riferito unicamente agli immigrati provenienti da paesi del “Sud del mondo” e dall’Est Europa, ne sono esclusi cittadini giapponesi, svizzeri e nord-americani. Il termine indica una non appartenenza fonte di emarginazione sociale.

Il 1° maggio 2004, l’ingresso nell’Unione Europea di dieci paesi nuovi paesi ha trasformato i loro cittadini in “comunitari”. Le adesioni simultanee hanno interessato i seguenti Paesi: Cipro, Repubblica ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Slovacchia e Slovenia. Bulgaria e Romania hanno aderito all’UE nel 2007.

Identificare un fenomeno migratorio risponde alle aspettative e agli interessi della società di destinazione. (Massey 2002)   “Definire un movimento richiede tracciare una linea e convenire che essa è stata attraversata. Dove tale linea viene tracciata geograficamente e amministrativamente è sostanzialmente una costruzione sociale e politica.” (D.S. Massey 2002: 47)

La migrazione è innanzitutto una mobilità territoriale La migrazione è innanzitutto una mobilità territoriale. L’attenzione dei sociologi è sui processi di esclusione che interessano lo straniero. MIGRAZIONI INTERNE: spostamenti di popolazione entro i confini dello Stato MIGRAZION INTERNAZIONALI: spostamenti tra Stati soggetti a limitazioni, ossia ad una regolamentazione. Le migrazioni interne da aree rurali e da aree periferiche urbane precedono le migrazioni internazionali. Le migrazioni interne possono interessare sia gli autoctoni, sia i cittadini stranieri.

POLITICHE MIGRATORIE Il concetto di politiche migratorie si riferisce al potere sovrano dei governi nazionali di decidere unilateralmente chi può essere ammesso a risiedere e lavorare sul proprio territorio, per quanto tempo e a seconda di specifiche qualità desiderate e nelle quantità desiderate (Zanfrini 2004). La strumentalizzazione del confine nella logica attuale di governo delle migrazioni: la delimitazione di un ambito territoriale d’esercizio dell’autorità statale; legittima la selezione di coloro che non essendo cittadini di un determinato Stato aspirano a risiedervi.

Le politiche migratorie definiscono non solo il diritto d’immigrazione, ma anche quello di emigrazione (Es. gli stati gravitanti nell’ex Unione Sovietica).

La politica rappresenta un fattore di costruzione di simboli e significati che concorrono a definire la figura del migrante, legittimandone la sua presenza o al contrario esasperandone le difficoltà di convivenza (Zanfrini 2004)

Migrazioni regolari Non-cittadini autorizzati dall’ordinamento giuridico dello Stato in cui si trovano ad entrarvi, risiedervi ed eventualmente svolgere un’occupazione lavorativa.   Migranti irregolari Coloro che non sono autorizzati dagli ordinamenti giuridici nazionali. Migrante “clandestino” La persona che attraversa i confini di uno Stato eludendo i controlli.

La clandestinità non è un attributo personale del migrante, bensì uno status giuridico che generalmente riflette l’impossibilità di migrare legalmente, ma che in quanto tale non è dato una volta per tutte. Gran parte dei migranti che risiedono in un stato hanno varcato le frontiere legalmente, approfittando della possibilità di entrare senza doversi procurare un visto d’ingresso, oppure esibendo un visto di ingresso provvisorio, ad esempio un visto per motivi turistici.

Passare da una condizione di “meritevole” a quella di “immeritevole” (Pugliese 2002) Un aspetto non sempre scontato: l’essere un migrante regolare o irregolare con dipende ad una condizione soggettiva dell’individuo, ma dal quadro normativo vigente. Possono diventare irregolari coloro che hanno il permesso di soggiorno scaduto. In seguito alle normative sempre più restrittive (Reato di clandestinità 2009) la posizione che si arriva a rivestire dopo diverso tempo è quella di clandestino. I provvedimenti di regolarizzazione (c.d. sanatorie) possono consentire il passaggio dalla posizione di “clandestino” – “irregolare” a quella di “regolare”. I “regolari” possono diventare “irregolari” se perdono i requisiti necessari ad ottenere il permesso di soggiorno. Un requisito importante è il lavoro.

Passare da una condizione di “meritevole” a quella di “immeritevole” (Pugliese 2002) I diritti oggetto di contrattazione: Diritti civili Diritti sociali Diritti politici

Diritti civili L’integrità della persona, il domicilio, L’accettazione della preminenza dello Stato, prevede il riconoscimento di diritti civili attinenti: L’integrità della persona, il domicilio, la segretezza della corrispondenza, la libertà di movimento, la libertà di opinione, la proprietà privata.

Diritti politici Ulteriore espansione dei diritti civili. Ossia la compartecipazione alle decisioni attraverso il voto. La libertà di parola e discussione. Libere elezioni per il Parlamento. Elettorato attivo e passivo Forme di inclusione di non-cittadini (Es. diritto di voto amministrativo legato alla residenza)

Diritti sociali La possibilità stessa che i diritti civili e politici trovino una fattiva applicazione passa attraverso una copertura più globale della sfera di protezione attraverso il godimento di determinati diritti sociali, ossia diritti che intervengono a protezione dei singoli che potrebbero trovarsi in determinati momenti di difficoltà (l’assistenza sanitaria, la disoccupazione,le pensioni, l’istruzione, la casa, ecc.)

Ma quali sono i criteri che ispirano le politiche migratorie? L’immigrazione in Europa è “una questione di non-politica” (T. Hammar 1992:245): una sommatoria di provvedimenti che solo raramente hanno dato ad un quadro normativo unitario.

Modelli di immigrazione (1): Modello del lavoro temporaneo (Germania, Svizzera, Belgio). Questi paesi privilegiano programmi di rotazione delle presenze in relazione a specifici bisogni di manodopera riguardanti imprese, settori o attività. La figura è quella del “lavoratore ospite”. I permessi di residenza in scadenza prevedono un accesso limitato ai sistemi di sicurezza sociale (un intervento pubblico a tutela di tutte le fondamentali condizioni di bisogno, finanziata coi fondi prelevati dal reddito nazionale mediante forme speciali di imposte e tasse); agli assegni familiari; al ricongiungimento familiare.

Modelli di immigrazione (2): Modello assimilazionista (Francia, gran Bretagna, Olanda) Il riconoscimento di un trattamento preferenziali per i migranti provenienti dalle ex-colonie. Possibilità di rafforzare il proprio status di cittadinanza: legislazione improntata al diritto allo jus soli (l'acquisizione della cittadinanza come conseguenza del fatto giuridico di essere nati nel territorio dello Stato); naturalizzazioni.

Le “politiche degli stop” Le “politiche degli stop” anni ‘60-’70. Paesi interessati: Germania, Francia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Austria, Svizzera, Danimarca, Novergia e Svezia. Misure fortemente restrittive specialmente verso l’immigrazione extra-europea.

Le “politiche degli stop” cause Incremento delle quote dei migranti provenienti dalle regioni islamiche e del bacino del mediterraneo. Immigrazione come minaccia all’identità culturale europea. Aumento dei fattori di spinta dovuta alla crisi dell’agricoltura di sussistenza dei paesi di provenienza Migranti come minaccia ad uno Stato sociale investito da una crescente crisi finanziaria.

Impatto sulle politiche migratorie europee. Verso modelli ibridi di immigrazione (Zanfrini 2007): scenario internazionale comune a nuovi e vecchi paesi di immigrazione La sicuratization della questione migratoria (Codagnone 1995; Huysmans 1995). Il tentativo è quello di arrestare l’immigrazione irregolare e ridimensionare l’immigrazione “non voluta” sebbene regolare composta dai migranti per ragioni familiari e umanitarie.

La Fortezza Europa – anni ‘80-’90 Liberalizzare i movimenti interni, abolendo i controlli alle frontiere nazionali attraverso la costruzione di uno spazio di libera circolazione e rafforzando i controlli all’esterno (lo spazio di Schengen - Accordo 15 giugno 1985 tra Francia, Germania e i paesi del Benelux – Italia aderisce nel 1998). Strategie di esternalizzazione dei confini attraverso accordi con paesi di origine e di transito dei migranti (accordi tra Italia e Albania; tra Italia e Tunisia nell’ENA).

Verso una politica migratoria europea fine anni ’90: tendenza alla cooperazione intergovernativa Tensioni nella rinuncia della sovranità di ogni Stato