Le principali festività Le pratiche religiose Le principali festività I riti funebri
Le principali festività Tutte le feste ebraiche cominciano la sera del giorno precedente e continuano sino alla sera successiva. La giornata sacra per eccellenza è il Sabato. Il calendario ebraico è costellato da un certo numero di feste di origine diverse. Le feste primarie comprendono Le Tre Feste Bibliche e sono: Pasqua (Pesah) commemorazione dell’esodo Pentecoste (Shavuot) cade cinquanta giorni dopo la Pasqua per ringraziare Dio per il raccolto. Festa Delle Capanne (Sukkoth) che ricorda il tempo che gli Ebrei, fuggiti dall’Egitto, trascorsero nel deserto vivendo nomadi in capanne prima di giungere nella terra promessa (Canaan). Le feste secondarie a parte il Capodanno Ebraico (Ro’sh ha-shanah) e il giorno del Grande perdono (Yom-Kippur) sono: La Festa Della Dedicazione (Hannukkah) La Festa Di Ester (Purim), oltre a diversi giorni di digiuno, alcuni dei quali ricorda- no le grandi catastrofi del passato vissu- te dal popolo ebraico.
Il Sabato Chi desidera entrare nella santità del giorno deve, prima, deporre la profanità e il chiasso del commercio, il giogo della fatica. Deve allontanarsi dallo stridore dei giorni dissonanti, dal nervosismo e dalla furia dell’acquistare e dal tradimento preparato per prevaricare sulla sua stessa vita. Deve prendere congedo dal lavoro normale e imparare a comprendere che il mondo è stato creato e sopravvivrà anche senza l’aiuto dell’uomo. Per sei giorni della settimana noi lottiamo con il mondo spremendo profitto dalla terra, il sabato ci interessiamo con cura speciale dei semi dell’eternità piantati nella nostra anima. Al mondo diamo le nostre mani, ma la nostra anima appartiene a Qualcun Altro. Per sei giorni della settimana noi cerchiamo di dominare il mondo, nel settimo cerchiamo di dominare il nostro io.
I riti funebri La morte di un ebreo è collegata a precisi riti rigidamente codificati. Il defunto, avvolto in un lenzuolo e deposto a terra, dopo una veglia di sette giorni viene sepolto al cimitero. I congiunti, tornati a casa lacerano simbolicamente un indumento personale e consumano un pasto specifico seduti a terra. Altre manifestazioni di lutto come non farsi la barba dureranno per trenta giorni e per un anno, durante le preghiere del mattino e della sera, dovranno recitare la preghiere del kaddish
Un popolo a lungo perseguitato Le radici antiche dell’antisemitismo Dai Pogrom alla Shoah
Le radici antiche dell’ antisemitismo L’ avversione per il mondo ebraico, che si è espressa come rifiuto, ha radici antiche, bimillenarie. Come abbiamo visto non fu facile la convivenza della primitiva Chiesa degli ebrei. Non furono più distesi i rapporti fra ebraismo e islam che si instaurarono dal VII secolo d.C. con la conquista musulmana della Palestina. In Europa, dal XII secolo, si susseguirono episodi di gravi persecuzioni, stragi ed espulsioni delle comunità ebraiche da vari Stati europei con relative confische di beni. Se venivano accettati all’ interno degli Stati, inoltre, gli ebrei venivano confinati in quartieri specifici delle città, chiamate “ghetti”. Soltanto alla fine del XVIII secolo gli Ebrei hanno visto riconosciuto, a livello legislativo, la parità di diritti civili e politici.
Dai Pogrom alla Shoah Le comunità ebraiche della Russia zarista, tra la fine del XIX e l’ inizio del XX secolo, furono colpite da sommosse popolari, con saccheggi e massacri (i pogrom), mentre la polizia segreta zarista stilava un testo, il Protocollo Dei Saggi Di Sion, che è alla base della teoria della congiura ebraica mondiale, a cui si rifaranno anche i nazisti. I nazisti proclamarono la volontà di distruggere il popolo ebraico, presentato come inquinatore della purezza della razza. Il feroce antisemitismo nazista si esprime dapprima nella legge di Norimberga (1935) che negavano ai non ariani la cittadinanza tedesca, e, in un rapido crescendo, culminò nella “soluzione finale”: l’internamento degli ebrei nei campi di concentramento (in ebraico Shoah). Uno dei sopravvissuti nei campi di concentramento è un famoso scrittore italiano, Primo Levi, che racconta della sua terribile esperienza nel romanzo-memoria Se questo è un uomo.
Se questo è un uomo Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando a sera Il cibo caldo e visi amici: Considerate se qiuesto è un uomo Che lavora il fango Che non conosce pace Che lotta per mezzo pane Che muore per un sì e per un no. Considerate se questa è una donna, Senza capelli e senza nome Senza più la forza di ricordare Vuoti gli occhi e freddo il grembo Come una rana d’ inverno. Meditate che questo è stato: Vi comando queste parole. Scopritele nel vostro cuore Stando in casa andando per via, Coricandovi alzandovi; Ripetete ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa, La malattia ci impedisca, I vostri nati torcano il viso da voi
La Chiesa contro l’antisemitismo La Chiesa, che esecra tutte le persecuzioni contro qualsiasi uomo, memore del patrimonio che essa ha in comune con gli ebre, e spinta non da motivi politici, ma da religiosa carità evangelica, deplora gli odi, le persecuzioni e tutte le manifestazioni dell’ antisemitismo dirette contro gli ebrei in ogni tempo e da chiunque.
Hanno contribuito: Mauro S. Luca M.