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Il MORBO DEL LEGIONARIO altrimenti detto “Legionellosi” Il nome “legionella” è dato ad una gamma di batteri composta di 37 specie, tra i quali, la “Legionella Pneumophila” è quello più patogeno e maggiormente associato ai casi di “morbo del legionario” forma di polmonite talvolta mortale identificata per la prima volta in Pensylvania nel 1976 in occasione di una convention di ex Legionari. Si tratta di microrganismi ampiamente diffusi in sorgenti d’acqua come fiumi, laghi, stagni così come nei circuiti d’acqua costruiti dall’uomo, nei quali il concorso di alcune condizioni favorevoli ne favoriscono lo sviluppo, condizioni che rammentiamo essere: temperatura dell’acqua tra 20 e 45°C. Al di sotto dei 20°C rimangono “inerti” fino al momento in cui la temperatura è adatta al loro risveglio e proliferazione. Oltre 60°C muoiono. Fanghiglia, sedimentazioni, accumuli di materiale organico costituiscono il loro alimento primario Le alghe sono l’habitat ideale per la sopravvivenza e la moltiplicazione. Formazioni di microrganismi (biofilm) in materia gelatinosa sulle superfici oltre a favorirne lo sviluppo, protegge la legionella dall’azione antibatterica di biocidi. Va detto che la legionella nel sistema digestivo non si sviluppa perciò non si corrono grossi rischi bevendo acqua contenente il microrganismo. Molto pericolosa è invece la fase collegata al sistema respiratorio perché quello è il veicolo dove si sviluppa assai facilmente, quindi il rischio maggiore è dovuto alla respirazione di microgoccioline di acqua contaminata. Gli ambienti più soggetti al problema sono gli ospedali, gli alberghi, i grandi magazzini.
Gli impianti nei quali il rischio di legionellosi è maggiore sono gli impianti di raffreddamento con torri evaporative, circuiti di condizionamento, impianti di umidificazione e segnatamente in alcune parti degli impianti stessi quali: contenitori di stoccaggio dell’acqua e negli addolcitori, soprattutto se l’uso è intermittente e l’acqua è tiepida. Nella parte inferiore dei caloriferi dove l’acqua è tra 20 e 45°C specie se l’uso è intermittente. Nelle tubazioni poco usate che portano l’acqua a rubinetti e docce. Nelle torri di raffreddamento sia per impianti di condizionamento che di uso industriale di raffreddamento dove l’acqua generalmente raffredda il condensatore del circuito di refrigerazione surriscaldandosi a circa 30°C essendo oltretutto contaminata da polvere che poi vira in fanghiglia, accumula microrganismi e forma alghe; in pratica il terreno di coltura per la legionella. Oltre a ciò accade che nei grossi edifici le torri di raffreddamento e le prese di aspirazione dell’aria degli impianti di condizionamento sono entrambe sul tetto e spesso vicine costituendo il sistema ideale affinché le goccioline micronizzate (vero e proprio aerosol) che escono dalla torre possano passare agevolmente all’interno del sistema di condizionamento distribuendo il rischio alle persone che passano sia all’interno dell’edificio sia all’esterno. Nei condensatori evaporativi impiegati nei sistemi industriali combinando le funzioni delle torri e dei condensatori convenzionali (l’acqua è spruzzata direttamente sulle serpentine raffreddanti) dove, seppur a fronte di un minor volume di acqua, il controllo della qualità dell’acqua risulta più difficile ma i rischi della legionellosi sono simili. Nelle acque stagnanti delle tubazioni o di condensa dei circuiti di passaggio dell’aria del condizionamento.
Quali rimedi? A fronte di queste problematiche è possibile intervenire per ridurre il rischio attivandosi in modo che una corretta manutenzione possa risolvere il problema in via preventiva operando come in appresso: –per i circuiti di acqua calda o fredda utilizzata per i servizi, intervenire periodicamente con un dosaggio diluito in rapporto di 1 Kg di prodotto per 100 litri di acqua nel circuito con UNI 903 SUPERSAN facendolo circolare per almeno un’ora, periodo al termine del quale sarà opportuno scaricare il circuito sciacquando abbondantemente per allontanare le contaminazioni che fossero presenti, prima di ripristinare il livello dell’acqua del circuito. –UTA - nella vasca di umidificazione occorre effettuare un trattamento costante che assicuri la presenza del prodotto UNI 903 SUPERSAN in rapporto di 1 Kg di prodotto per 100 litri di acqua che può essere immesso direttamente nella vasca. Sarà quindi opportuno rilevare il consumo settimanale dell’acqua e rabboccare con il prodotto mantenendo il rapporto indicato, ovvero, inserire nel circuito la nostra AT 12 DOSATORE per l’automazione del sistema. Almeno due volte l’anno sarà necessario vuotare la vasca e pulirla dagli accumuli di sali e mucillaggini che si formano –FANCOILS - ad ogni cambio di stagione lavare i pacchi alettati con UNI 57 CLIMA CLEAN. Nel periodo estivo, ogni 15 giorni, immettere nelle vaschette di raccolta condensa una soluzione al 5% di UNI 903 SUPERSAN con lo scopo di intervenire, oltre all’abbattimento della legionella, contrastare anche la formazione di alghe. –SPLIT – ad ogni cambio di stagione lavare i pacchi alettati con UNI 57 CLIMA CLEAN. Nel periodo estivo, con periodicità quindicinale, occorrerà spruzzare direttamente UNI 903 SUPERSAN attraverso le alette di diffusione Unichem s.r.l Via L. Da Vinci 94 – FLERO (BS) Italia Tel –fax –