Il Fauvismo ( ): Introduzione

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Il Fauvismo (1905-1907): Introduzione Il Fauvismo è un movimento pittorico, nato a Parigi nel 1905 e sciolto nel 1907, i cui principali esponenti sono: Henri Matisse, Andrè Derain, Maurice de Vlaminck. Fu il primo dei grandi movimenti d'avanguardia (cfr. approfondimento) dell'arte europea nel periodo di sperimentazione, che si ebbe tra la fine del XIX secolo e la prima guerra mondiale. Maurice de Vlaminck, La Senna a Chatou,1906. New York, The Metropolitan Museum of Art

Approfondimento: Le avanguardie Il termine "avanguardia" è impiegato per indicare i diversi movimenti artistici del primo Novecento caratterizzati da una sensibilità più "avanzata" rispetto a quella dominante: il Fauvismo, il Cubismo, il Futurismo, il Dadaismo, l'Espressionismo, l'Astrattismo e il Surrealismo. In questo senso il termine era passato dal linguaggio militare a quello politico già intorno al 1830, per indicare il nuovo compito assegnato agli intellettuali consistente nell'assumere il ruolo di guida morale e ideologica delle battaglie politiche del liberalismo dell'epoca. A partire dalla fine del XIX secolo, la nozione di avanguardia era stata usata metaforicamente per caratterizzare i movimenti letterari ed artistici che volevano essere più "avanti" rispetto ai contemporanei. In particolare ritenevano "moderno" rompere con la tradizione e criticare chi imitava i "classici".

Approfondimento: Le avanguardie Il primo ventennio del XX secolo ha visto il susseguirsi di fenomeni artistici di avanguardia, che attraverso i loro manifesti proponevano nuove forme pittoriche e plastiche, in sintonia con il mutare dei tempi. I movimenti di avanguardia erano formati da gruppi spesso in polemica tra loro, ma dalla critica e dal contrasto scaturiva una grande spinta creativa. Che si chiamassero cubisti, futuristi, espressionisti, metafisici, surrealisti, dadaisti, gli artisti di questa generazione volevano cambiare tutto. Le loro battaglie artistiche diedero una nuova impronta a tutta l'arte del Novecento. << Torna alla presentazione

Il Fauvismo (1905-1907): Introduzione Il termine "Fauves" (in francese "belve, selvaggi") fu utilizzato per la prima volta nel 1905 dal critico francese Louis Vauxcelles, per sottolineare in senso spregiativo l'uso "selvaggio" del colore di alcuni pittori che esponevano in quell'anno le loro opere al Salon dè Automne, a Parigi. André Derain, Il ponte di Charing Cross a Londra, 1906. National Gallery of Art, Washington.

Il Fauvismo (1905-1907): Introduzione Gli artisti della nuova corrente, erano già presente nel panorama della pittura francese da alcuni anni, ma divennero famosi soprattutto a partire dal 1905. Il Fauvismo in pochi anni portò alle estreme conseguenze i germi di rinnovamento insiti nelle precedenti esperienze artistiche di pittori come Paul Gauguin e Vincent Van Gogh, compreso il taglio visivo degli Impressionisti e dall'influenza del fenomeno del primitivismo e dell'esotismo affermatisi proprio in quegli anni. Nel 1907 l'avventura del Fauvismo poteva definirsi conclusa: i capofila del movimento proseguirono distintamente il loro cammino artistico. Paul Gauguin, Arearea (Giocosità) 1892; Musée d'Orsay, Paris

Il Fauvismo (1905-1907): la tecnica e i colori Caratteristica principale di questa corrente, non fu la scelta dei soggetti e temi delle loro opere, ma l'aver superato il concetto dell’arte legata all'imitazione naturalistica della realtà. I colori primari furono usati in funzione decisamente antinaturalistica, alberi viola e figure umane rosse, scelti ed accostati liberamente ed arbitrariamente secondo una coerenza insita esclusivamente nell'armonia della composizione. La prospettiva viene ignorata ed il senso della profondità prodotto dalla visione di scorcio su un piano unico e dal contrasto cromatico. André Derain, Il ponte di Westminster a Londra, 1906, Olio su tela, 81 x 100 cm. Museo d'Orsay, Parigi.

Il Fauvismo (1905-1907): la tecnica e i colori Quello che contava per i Fauves non era il significato dell'opera, il chiaroscuro o la prospettiva, ma la semplificazione delle forme, l'immediatezza e il colore. I dipinti dei Fauves attirarono derisione ed insulti; il critico Camille Mauclair (1872-1945), per esempio, scrisse che "Un barattolo di pittura è stato lanciato in faccia al pubblico". Ma ci furono anche recensioni favorevoli. Gertrude e Leo Stein comprarono il quadro che attirava i peggiori insulti: Donna con cappello di Matisse. André Derain, Big Ben, 1906. Musée d'Art Moderne, Troyes

Il Fauvismo (1905-1907): l’eredità artistica L'esperienza del Fauvismo fu di breve durata, già verso il 1907 poteva dirsi conclusa, ma la sua influenza sulla storia dell'arte fu importantissima e persistente. Il fauvismo raggiunse il suo apice nel Salon d'Automne del 1905 nel quale esposero Henri Matisse, Andrè Derain, Maurice de Vlaminck, Orthon Friesz, Albert Marquet, Georges Rouault, e continuò con il Salon des Indépendants del 1906 con Raul Dufy (1906). Dal 1907 i membri del gruppo si allontanarono gli uni dagli altri: per molti di loro il fauvisme era stato una fase momentanea attraverso la quale passare per sviluppare stili diversi. Henri Matisse, I tetti di Collioure, 1905. Museo dell'Ermitage, San Pietroburgo

Il Fauvismo (1905-1907): l’eredità artistica La breve durata del movimento (1905-1908 circa) fu dovuta non solo alla mancanza di un programma ben preciso, ma anche all'esaltazione della "pittura pura" e del "colore esplosivo", che dovevano da soli creare la forma e divenire realtà. Paradossalmente, all'eccesso dei Fauves seguì il successo del cubismo, visto come desiderio della forma e di una organizzazione maggiore, che ponesse un freno all'assoluta libertà del colore. Maurice de Vlaminck, Case a Chatou,1905.

Il Fauvismo (1905-1907): gli esponenti principali La figura più importante del gruppo fauvista fu Henri Matisse che usò colori vividamente contrastanti fin dal principio. Nei dipinti di Matisse si nota la violenza dei colori, l'assenza di ombre e luci con una prospettiva appena accennata. I valori più importanti sono per Matisse la libertà e la immaginazione nell'uso e nelle scelte degli elementi che concorrono a formare la composizione, secondo l'insegnamento del loro maestro Gustave Moreau: "Non credo alla realtà; né di quello che vedo né di quello che tocco, ma unicamente a quella del mio sentire interiore. Henri Matisse, Donna con cappello, 1905. Museum of Modern Art, San Francisco

Il Fauvismo (1905-1907): gli esponenti principali Henri Matisse, La Stanza in Rosso, 1908. Museo dell'Ermitage, San Pietroburgo In questa sua opera emblematica del periodo fauves, Matisse visualizza la scena in un interno borghese, una camera con una finestra, in angolo a sinistra, attraverso la quale si intravede un paesaggio. I colori dominanti in quest’opera sono i primari rosso, blu e giallo e la costruzione prospettica appena accennata anche dalla sedia e dallo spessore del muro in cui è ritagliata la finestra, si annulla completamente nel resto del dipinto proprio a causa dello stesso colore rosso. Da ciò si capisce che l’artista con questo quadro non vuole rappresentare uno spazio reale, ma invece una dimensione interiore ed emotiva.