1333 Simone Martini , Annunciazione, Polittico Orsini, Koninklijk Museum voor Schone Kunsten, Antwerpen, Belgio.

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Transcript della presentazione:

1333 Simone Martini , Annunciazione, Polittico Orsini, Koninklijk Museum voor Schone Kunsten, Antwerpen, Belgio

“Quando il cielo baciò la terra nacque Maria che vuol dire la semplice, la buona, la colma di Grazia. Maria è il respiro dell’anima, è l’ultimo soffio dell’uomo” ALDA MERINI, Magnificat. Incontro con Maria, Frassinelli, Piacenza 2002, 22. Beato Angelico, Annunciazione, 1430, S. Maria delle Grazie, S. Giovanni Valdarno.

“Il Padre, avendo amato Maria con predilezione e avendola scelta dall’eternità quale Madre del suo Figlio, non poteva permettere che fosse sfiorata dal peccato (né da quello originale, né da quello personale e storico)” Pio XII, Fulgens Corona, indizione dell’anno mariano, 8 settembre, festa della natività di Maria ss.ma, nell'anno 1953 1333 Simone Martini, Annunciazione con santi, Galleria Uffizi, Firenze

L’amore ha le sue ragioni; ha le sue esigenze e perfino le sue incompatibilità: anzitutto quella col peccato; non è affatto pensabile che, potendola rendere immacolata, di fatto non l’abbia resa tale, poiché era conveniente che la ‘Madre del Redentore’ fosse “il più possibile degna di lui” PIO XII, Fulgens corona, in EE 6/954 Antonello da Messina (1430-1479), Vergine dell’annunciazione, Alte Pinakothek, Munich

“La piena santità di Maria e la sua totale assenza di peccato erano, pertanto, affermazioni tradizionali e universalmente diffuse. Maria – si riteneva- non peccò personalmente perché fu santificata nel seno di sua madre, libera dal fomens peccati (l’abituale e disordinata concupiscenza, radice e fonte di ogni peccato personale)” Antonello da Messina, Vergine Annunciata, 1476 Museo nazionale, Palermo MICHELE GIULIO MASCIARELLI, L’innocente, 22.

Beato Angelico, Annunciazione, 1432, Museo del Prado, Madrid

l’atto radicale con cui Dio ha deciso di contrapporre Maria a Satana; “La radicale esclusione del peccato dall’esistenza di Maria non è affermazione che termina su di lei, ma espande i suoi sensi in molteplici direzioni. Sta anzitutto a indicare: l’atto radicale con cui Dio ha deciso di contrapporre Maria a Satana; l’espansione smisurata della grazia; la signoria di Dio su Satana; l’inafferrabilità di Maria da parte del Nemico; la libertà della Vergine, ininterrotta e piena, dall’ “asservimento” a Satana; la superiorità della Regina delle vittorie sul Nemico del Regno”

“La dottrina dell’Immacolata testimonia quindi che la grazia di Dio è stata sufficientemente potente per suscitare una risposta; che grazia e libertà, grazia ed essere se stessi, rinuncia e compimento si contraddicono solamente in apparenza, mentre in verità una cosa condiziona e procura l’altra” JOSEPH RATZINGER-BENEDETTO XVI, La Figlia di Sion. La devozione a Maria nella Chiesa, Jaca Book, Milano 19952, 68.

Secondo Giovanni Duns Scoto (1265-1308), in questo davvero doctor subtilis, “Maria ha dovuto essere redenta nel modo più perfetto e questo non poteva consistere nella purificazione del peccato originale, ma nella preservazione da esso” Beato Angelico, Annunciazione,1440 convento San Marco, Firenze

“La posizione di Duns Scoto è geniale: egli, ponendosi sul piano dell’obiezione agostiniana-tomista, che era evidentemente di natura cristologico-soteriologica, seppe rovesciare i termini; per lui la Vergine non solo non è sottratta alla redenzione, ma è proprio da essa che le è pervenuta - «retroattivamente» la grazia cristica d’essere preservata dal peccato radicitus e d’essere piena di grazia. Alessio Baldovinetti, Annunciazione, 1488, Ospedale innocenti, Firenze

Così ciò che era ragione d’una difficoltà ad accettare la dottrina dell’IC diventava ragione della sua fondatezza. Questa condizione di Maria non era, perciò, un’eccezione alla Redenzione di Cristo, ma un suo frutto speciale : il Cristo Redentore perfettissimo, in modo assai conveniente e congruo, preservò da qualsiasi contagio del male colei che, generandolo, doveva diventare la Madre messianica, esercitando una conseguente ‘mediazione materna’ Donatello - L'Annunciazione (Firenze, Santa Croce, 1435ca.) Cfr. GIOVANNI PAOLO II, Redemptoris Mater in EV 10/1375-1405.

“Maria è la creatura ‘tota pulchra’: è lo ‘speculum sine macula’; è l’ideale supremo della perfezione che in ogni tempo gli artisti hanno cercato di riprodurre nelle loro opere; è la donna vestita di sole (Ap 12,1), nella quale i raggi purissimi della bellezza umana si incontrano con quelli sovrani, ma accessibili, della bellezza soprannaturale” Padre Marko Ivan Rupnik, Capella Redemptoris mater, Vaticano (Cfr. http://www.vatican.va/redemptoris_mater/flash/index.html?lingua=it) PAOLO VI, Discorso ai partecipanti delo VII Congresso-mariologico internazionale del XIV Congresso mariano internazionale, Roma 17 maggio 1975 in AAS 67 (1975) 338.

IRENEO (+ 202), Adversus haereses, V, 6, 1: PG 7, 1137 Arcabas (Jean-Marie Pirot), L' Annonce faite à Marie “Tu sei bella: bella nei pensieri, bella nelle parole, bella nelle azioni; bella dalla nascita fino alla morte; bella nella concezione verginale, bella nel parto divino, bella nella porpora della mia passione, bella soprattutto nello splendore della mia resurrezione”

“La ‘madre di Dio’ della mariologia cattolica è semplicemente il principio, il prototipo e il condensato della creatura umana, che coopera alla propria salvezza, servendosi della grazia che la previene, ed è pure il principio, il prototipo e il riassunto della Chiesa” KARL BARTH, Kirchiche Dogmatik, Zollicon-Zurigo 1960, 12, 157. Lorenzo Lotto, Annunciazione, 1527, Pinacoteca comunale, Recanati.

Fedeltà alla volontà divina Desiderio di Dio la “sua innocenza nativa”la orientava completamente all’incontro con il Signore. Probabilmente a ragione della sua natura umana rinnovata per volontà divina “in Maria tutto era attesa e desiderio del Dio che viene” Fedeltà alla volontà divina La sua fede non si attenua come quella degli apostoli, come Abramo, ella continua, in spem contra spem (Rm 4,18), sfidando tutte le apparenze, a riporre la sua fiducia in Dio ] Edward H. Schillebeeckx, Maria madre della redenzione, 71-44-35. Giovanni Paolo II, Redemptoris Mater n. 14, in EV 10/1307 FRUEAUF, Rueland the Elder, Annunciazione, 1495 Museum of Fine Arts, Budapest.

Cf. Hans Von Balthasar, Le persone del dramma: l’uomo in Cristo, Teodrammatica, vol. III, Jaca Book, Milano 1983: la risposta della donna, 313: riguardo agli eventi escatologici Maria è stata definita «immagine teletipa definitiva» e «quintessenza personale». Giotto, 1306, Cappella degli Scrovegni, Padova. Prototipo e teletipo della persona redenta e della comunità pacificata con Dio, la Vergine Madre viene offerta dal Padre all’umanità al fine di indicarci la strada conforme al suo Regno ed di incoraggiarci a percorrerla con fiducia e coraggio

BARNA DA SIENA, Annunciazione, 1340, Collegiata San Gimignano, Siena

Gli studenti dovrebbero essere in grado di: COMPETENZE IN USCITA (cfr. DPR n. 122/04; n. 39/2006) Gli studenti dovrebbero essere in grado di: descrivere lo stato personale di colpevolezza e innocenza raccontare eventi o fatti che li presentano distinguere la dimensione trascendente da quella interpersonale confrontare la comprensione cristiana della grazia con quella delle altre religioni valutare gli effetti interiori e intersoggettivi di chi sceglie la purezza

Quale situazione didattica predisporre? Quali contenuti proporre? Quali mezzi e strumenti utilizzare? Come procedere? Come monitorare l’interesse e la partecipazione?

Piero Cavallini, 1291, S. Maria in Trastevere, Roma

"Nei pericoli, nelle angustie, nelle incertezze, pensa a Maria, invoca Maria. Ella non si parta mai dal tuo labbro, non si parta mai dal tuo cuore; e perché tu abbia ad ottenere l'aiuto della sua preghiera, non dimenticare mai l'esempio della sua vita. Se tu la segui, non puoi deviare; se tu la preghi, non puoi disperare; se tu pensi a lei, non puoi sbagliare. Se ella ti sorregge, non cadi; se ella ti protegge, non hai da temere; se ella ti guida, non ti stanchi; se ella ti è propizia, giungerai alla meta..." (Bernardo di Chiaravalle, Hom. II super «Missus est», 17: PL 183, 70-71).