Marco Tùllio Ciceróne (Arpino, 106 a.C. – Formia, 43 a.C.), esponente di un'agiata famiglia, fu una delle figure più rilevanti di tutta l'antichità romana. Vastissima la sua opera letteraria e filosofica, tra le quali la più importante furono le Lettere (Epistulae, all’amico Tito Pomponio Attico) con numerosissime riflessioni su ogni avvenimento per capire le reali linee politiche dell'aristocrazia romana. Cicerone occupò per molti anni un ruolo di grande importanza nel mondo della politica: dopo aver salvato la repubblica dal tentativo eversivo di Lucio Sergio Catilina (di cui resta famosa la frase: « Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra? » « fino a quando,Catilina,abuserai della nostra pazienza?»*) per cui ottenne l'appellativo di pater patriae (padre della patria). Infatti Cicerone difese strenuamente, negli anni delle guerre civili, fino alla morte una repubblica giunta ormai all'ultimo respiro. *(Marco Tullio Cicerone, prima Catilinaria,1,1)
« Quousque tandem abutere, politicus, patientia nostra? » (Fino a quando abuserai della nostra pazienza, politico ?)
« meditiamo gente, meditiamo » …