Meritocrazia è una parola coniata dal sociologo e uomo politico inglese Michael Young, che l’ha usata nel titolo del libro The rise of the meritocracy (L’ascesa della meritocrazia), pubblicato nel 1958. Young intendeva riferirsi a una organizzazione sociale sociale nella quale l’esercizio del potere fosse riservato a chi avesse mostrato di meritarlo. Si trattava di una utopia negativa, che nascondeva una nuova forma di discriminazione ed era funzionale alla conservazione del potere da parte delle classi sociali che già lo detenevano. La parola, con rammarico di Young, è stata successivamente ripresa con implicazioni positive, indimostrate e sostanzialmente ideologiche. meritocrazia
quoziente intellettuale la formula del merito Michael Young, nella sua utopia negativa, definisce il merito come il prodotto del quoziente intellettuale (ossia del livello di abilità mentale misurato attraverso test) e lo sforzo (l’impegno e la costanza che ciascun individuo è disposto a porre per conseguire determinati obiettivi di apprendimento). quoziente intellettuale X sforzo = merito meritocrazia
perché questa concezione del merito è discriminante e riproduttiva? quoziente intellettuale Quando è stata introdotta la nozione di quoziente intellettuale, gli studiosi erano alla ricerca di una misura dell’abilità mentale che non risentisse delle acquisizioni che nei singoli soggetti derivano da acquisizioni culturali (le prove utilizzare per misurare tale abilità sono definite culture free). Si è poi dimostrato che questa caratteristica è del tutto irrealistica. X sforzo = merito meritocrazia
perché non ci sono prove “libere da cultura” (culture free)? quoziente intellettuale I bambini incominciano ad apprendere fin dalla nascita, o addirittura nel grembo materno. Vengono quindi acquisendo stili di pensiero e di comportamento, nonché atteggiamenti verso le persone e le cose che sono in misura maggiore o minore il risultato delle condizioni nelle quali maturano le loro esperienze. L’abilità mentale di un soggetto è da considerare, almeno in parte, un effetto, non una causa. X sforzo = merito meritocrazia
ricordatevi della Monaca di Monza quoziente intellettuale Lo sforzo consiste nell’impegno che ciascuno è disposto a porre nell’apprendere. Ma perché un bambino o un ragazzo dovrebbero essere disposti ad apprendere? Che parte hanno nel determinare tale atteggiamento positivo gli stimoli collegati all’ambiente di vita? Ricordate la storia di Gertrude, nella cui mente era stato instillata fin da bambina l’idea che sarebbe dovuta diventare monaca. Certo, generalmente gli esiti non sono così drammatici, ma la struttura del condizionamento è la medesima. X sforzo = merito meritocrazia
chi ha il merito del merito? quoziente intellettuale Se il quoziente intellettuale è, almeno parzialmente un effetto e se lo sforzo è da collegare a stimoli positivi o negativi acquisiti nel contesto di esperienza, a chi dobbiamo riconoscere il merito quando i risultati dell’educazione sono positivi? L’elenco non può che essere lungo, così come sarebbe lungo elencare quanti avrebbero il demerito in caso di risultati negativi. Anche concedendo che alcuni allievi si dimostrino più disponibili nei confronti del messaggio educativo, non si può considerare la categoria del merito come fondamento dell’ordine sociale. X sforzo = merito meritocrazia
attitudine apprendimento asse del tempo secondo il senso comune (ma anche secondo un punto di vista meritocratico)… attitudine causa asse del tempo apprendimento effetto attitudine
… ma la ricerca ha mostrato attitudine causa/effetto asse del tempo apprendimento attitudine
propter post due modi di interpretare i fenomeni qualcosa che precede è causa di qualcosa che segue si può solo constatare che cosa appare prima e che cosa dopo attitudine
Post hoc ergo propter hoc attenti al senso comune, alle credenze, alle superstizioni, alla magia! Post hoc ergo propter hoc attitudine
Media dei punteggi nelle prove di capacità di comprensione della lettura degli allievi del secondo anno delle scuole secondarie superiori per numero di libri in casa (fonte: Cede, 1999).
Distribuzione degli allievi del secondo anno delle scuole secondarie superiori per livello di capacità di comprensione della lettura e numero di libri in casa (fonte: Cede, 1999).
Successo nell’istruzione degli studenti appartenenti ai diversi gruppi nazionali in Germania.
Scuole secondarie frequentate dai figli di immigrati da vari paesi Scuole secondarie frequentate dai figli di immigrati da vari paesi. La Gesamtschule è una scuola d’istruzione generale, il Gymnasium corrisponde più o meno ai nostri licei, la Realschule è una scuola tecnica, la Hauptschule è una scuola di avviamento professionale.
socializzazione
socializzazione Episodi di vandalismo nelle scuole secondarie superiori (fonte: Cede). I dati sono stati rilevati nell’ambito dell’indagine Iea-Civic Education, i cui risultati sono stati resi noti nel marzo 2001.
socializzazione vandalismo
vandalismo tendenza a devastare specialmente ciò che è bello, buono, utile, per spinta maniacale, per stupida prova di forza o per ottusa insensibilità socializzazione vandalismo
socializzazione qualche spesso volta mai Licei Ist. professionali licei artistici Ist. tecnici Episodi di bullismo nelle scuole secondarie superiori (fonte: Cede, ricerca Iea-Civic Education).
socializzazione bullismo
bullismo è la violenza dei vili, esercitata soprattutto quando si ritiene di non subire conseguenze, per la debolezza del bersaglio o perché esercitata in gruppo. socializzazione bullismo