Dall’autorità all’autorevolezza Assemblea arbitri Corso/Conferenza su aspetti transazionali Relatore: dott. Germano Cipolletta 4-5 dicembre 2004 – Chianciano
La finestra Johari (Johari window) Quello che io so di me Quello che io non so di me Arena (Arena) Dichiarazioni, affermazioni, parte verbale del discorso, ecc. Specchio o telecamera nascosta (Blindspot) Atteggiamenti, comportamenti, modi di gesticolare, di parlare, di agire, ecc. Quello che gli altri sanno di me Giardino segreto (Façade) motivazioni, aspettative, problemi, segreti, ecc. Inconscio (Unknown) Psicologia del profondo, rimossi, ecc. Quello che gli altri non sanno di me
Autorevolezza È una variabile di relazione (non un attributo della persona): sono gli altri che decidono se siamo autorevoli o meno Le “6C” dell’autorevolezza: Competenza Carisma Correttezza Chiarezza Controllo Comunicazione
La competenza È un mix composto da “4 Saperi”: Sapere (conoscenze di tipo teorico), Saper fare (abilità di tipo pratico/operativo), Saper essere (abilità di tipo relazionale), Saper divenire (capacità di imparare ad imparare e di adattarsi ai mutamenti).
Il carisma Può essere definito mediante le “3P”: Presenza (piuttosto che assenza) Passione (piuttosto che indifferenza) Positività (piuttosto che negatività). Le “3P” si manifestano in termini di azioni, comportamenti e scelte fatte Opportunamente sviluppato, costituisce una leva fondamentale per l’autorevolezza
La correttezza È un valore che riguarda l'etica di una persona ed è importante per guadagnare la fiducia degli altri Si dimostra attraverso: L’onestà La coerenza tra parole ed i fatti Il rispetto degli accordi Il rispetto delle regole Ecc.
È una scelta comportamentale Si dimostra con: La chiarezza È una scelta comportamentale Si dimostra con: Una chiara visione delle mete da raggiungere La determinazione di proseguire nella direzione indicata nonostante le difficoltà di percorso
Il controllo È una scelta comportamentale Si dimostra attraverso: L’ apertura verso l’apprendimento L’umiltà L’ascolto attivo Il reperimento e l’analisi delle informazioni necessarie all’azione da intraprendere
La comunicazione È uno scambio di segnali (significati e significanti) È un bisogno È alla base dell’immagine che di noi si formano gli altri
Lo schema generale della comunicazione
Codifica Emissione Mezzo Decodifica Ricezione La comunicazione diviene inefficace per l’inadeguato “funzionamento” di uno o più elementi che costituiscono il processo Codifica Emissione Mezzo Decodifica Ricezione
La comunicazione può fallire Per cause oggettive Lingua utilizzata Linguaggio e terminologia usati Differenze culturali Inadeguatezza del mezzo prescelto Disturbi di sfondo Ruolo sociale degli attori Ecc. Per cause soggettive Umore Mancanza di disponibilità Pregiudizi Ostilità Schemi mentali di riferimento
Il feedback È un “messaggio di ritorno”, conseguente ai segnali (consapevoli ed inconsapevoli, volontari ed involontari) che trasmettiamo agli altri Il feedback può essere usato come uno specchio attraverso cui possiamo capire come gli altri interpretano il nostro comportamento Analizzare il feedback ci rende consapevoli dei nostri punti di forza e degli aspetti su cui agire allo scopo di migliorarli
Test: Eseguite le operazioni riportate di seguito nel più breve tempo possibile. Tempo massimo a disposizione 2 minuti. Eseguite un semplice disegno della vostra automobile. Eseguite la seguente operazione aritmetica (5+23-12+37+9-18)x9= Calcolate quanti anni ha un uomo nato il 21/4/1931. Calcolate il 20% di 1543. Eseguite un semplice disegno della vostra casa. Calcolate quanti giorni mancano alla fine dell’anno, a partire da oggi. Indicate quale è il vostro colore preferito. Indicate quali sono i vostri piatti preferiti. Calcolate il doppio di 1234/1000. Non eseguite nessuna delle operazioni indicate precedentemente. Limitatevi ad apporre la vostra firma sul retro del foglio ed attendete che gli altri abbiano finito.
Alcuni atteggiamenti e modi di pensare controproducenti Partire in quarta Presumere o giudicare Non essere spontanei o proporsi in modi di comunicare che non ci appartengono Passare ogni parola attraverso il filtro della razionalità Perdere di vista l’altro o non raccogliere il feedback Usare parole inutilmente difficili, essere prolissi, ripetitivi o noiosi Essere prevedibili o ricorrere ai luoghi comuni e frasi fatte
Inventario sull’efficacia della comunicazione verbale L’inventario proposto contiene 7 situazioni problematiche. Per ciascuna di esse, nello schema riportato di seguito, contrassegnate con una X l’opzione prescelta. Se la tua scelta coincide con la risposta migliore che sarà fornita subito dopo le domande, spunta il cerchietto “ok”. a. b. ok a. b. ok a. b. ok Totale: __ risposte su 7
Elementi di analisi transazionale: la filosofia positiva Io Tu OK OK KO KO
Elementi di analisi transazionale: la filosofia positiva Io Tu G G A A B B
Inventario sull’efficacia dell’ascolto L’inventario proposto contiene 23 affermazioni. Per ciascuna di esse, nello schema riportato di seguito, contrassegnate con una X l’opzione prescelta. Totale: __ punti su 92
Il “discorso io” e la via del dialogo L’errore: Il “Ci si” “Ci si arrabbia quando bisogna aspettare così a lungo!” Una proposta alternativa “Sono dispiaciuto per aver dovuto aspettare tutto questo tempo!”
Il “discorso io” e la via del dialogo L’errore: Il “noi” “Vogliamo cominciare o no?” Una proposta alternativa “Io vorrei finire in orario e pertanto vorrei cominciare subito.”
Il “discorso io” e la via del dialogo L’errore: le domande “Come mai ti sei comprata questo vestito?” Una proposta alternativa “Il vestito che porti oggi non mi piace così tanto come quello che hai indossato l’altra sera.”
Il “discorso io” e la via del dialogo L’errore: la forma impersonale “È stato noioso” Una proposta alternativa “Io mi sono annoiato e tu?.”
Il “discorso io” e la via del dialogo L’errore: la seconda persona “Devi sempre interrompere. Dovresti frequentare un corso” Una proposta alternativa “Mi dispiace quando mi interrompono. Ciò che dico non è interessante?”
Il “discorso io” e la via del dialogo L’errore: il vittimismo “Hai proprio ragione. Sono un debole.” Una proposta alternativa “Ho sbagliato, ma posso migliorare.”