Temi d’approfondimento biblico-mariano presso l’Auditorium in via Revedole,1 a Pordenone: giovedì ore 17,30-19,30 a cura di Paola Barigelli-Calcari o La.

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 La preghiera è l’elevazione dell’anima a Dio o la domanda a Dio di beni conformi alla sua volontà. Essa è sempre un dono di Dio che viene ad incontrare.
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Temi d’approfondimento biblico-mariano presso l’Auditorium in via Revedole,1 a Pordenone: giovedì ore 17,30-19,30 a cura di Paola Barigelli-Calcari o La sposa - 21 ottobre o La credente - 28 ottobre o La sorella - 4 novembre o La discepola - 11 novembre

Nel Nuovo Testamento ci sono circa 152 versetti che la riguardano. Essi sono posti nei momenti fondamentali della storia della salvezza: nascita di Gesù, la sua morte in croce, la Pentecoste.

La fede è un contatto col mistero di Dio

L’evangelista Luca riempie il suo vangelo dell’invito a una fede senza ritorni, fa di Maria il modello esemplare del credente, colei che vive la fede senza alcun cedimento

Maria, costantemente, quotidianamente è in contatto con l’ineffabile mistero di Dio che si è fatto uomo, mistero che supera tutto ciò che è stato rivelato nell’antica alleanza

Solo dopo Pasqua, Maria raggiunge la comprensione matura del mistero di cui è parte. La sua fede cresce, ma non passivamente, non a basso prezzo, bensì nella fatica e nell’esercizio dell’interpretazione continua delle poche parole e del molto silenzio di Dio. Lc 12,19: Maria, da parte sua, serbava tutti gli eventi meditandoli nel suo cuore Lc 2,51: Sua madre conservava tutte le parole in cuor suo

Il mistero di quella nascita mi superava sempre, il pensiero che Gesù era Figlio di Dio mi obbligava ad uscire da me stessa e ad entrare nella fede. Ciò era sempre doloroso. Era come se non avessi mai potuto afferrare fino in fondo il segreto di mio figlio.

La fede è la cifra sintetica della reazione positiva di Maria all’attrazione salvifica esercitata su di lei dall’Onnipotente Lc 1,49

Dio non può dare di meno di se stesso. Grazia (charitóō) indica il chinarsi amoroso di Dio, il venire di Dio che porta pienezza. La Kecharitōménē ha liberamente corrisposto alla volontà del Padre conformandosì (2 Cor 3,18) così immediatamente al Figlio suo e di Dio Per far ciò si è autodefinita la serva del Signore (Lc 1,38.48)

L’affectus fidei di Maria nei confronti della persona e della missione salvifica di Cristo permane irrevocabilmente fedele, in maniera conforme alla stessa obbedienza di Cristo al Padre “fino alla morte, e alla morte di Croce (Fil 2,8)”

Tuttavia è indubbio che il discernimento (Lc 1,29) di un progetto divino, pur meraviglioso, ma così indeducibile ed eccedente rispetto alle attese umane, abbia provocato in Maria incomprensione (2,50) stupore (2,33.48) e travaglio interiore (2,48)

Maria cresciuta alla scuola della Sacra Scrittura e delle tradizioni del popolo d’Israele, conosceva i racconti biblici della nascite miracolose da genitori sterili dovute alla misericordia effusa da Dio su quelli che lo temono (Lc 1,50)

Il Magnificat rieccheggia le espressioni di supplica e di ringraziamento di Lia e Anna Gn 29, 32: Così Lia concepì e partorì un figlio e lo chiamò Ruben, perché disse: “Il Signore ha visto la mia umiliazione; certo, ora mio marito mi amerà!” Gn 30,13: Lia disse: “Per mia felicità! Certamente le donne mi chiameranno beata.”. E lo chiamò Aser. Lc 1,48: Perché ha guardato l’umiltà della sua serva, d’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. 1 Sam 1,11: Poi fece questo voto: “Signore degli eserciti, se vorrai considerare la miseria della tua schiava e ricordarti di me, se non dimenticherai la tua schiava e darai alla tua schiava un figlio maschio, io lo offrirò al Signore per tutti i giorni della sua vita e il rasoio non passerà sul suo capo” 1 Sam 2,1: Allora Anna pregò così: “Il mio cuore esulta nel Signore, la mia forza s’innalza grazie al mio Dio. Si apre la mia bocca contro i miei nemici, perché io gioisco per la tua salvezza” cf Lc 1, Sam 2,7-8: Il Signore rende povero e arricchisce, abbassa ed esalta. Solleva dalla polvere il debole, dall’immondizia rialza il povero, per farli sedere con i nobili e assegnare loro un trono di gloria. Perché al Signore appartengono i cardini della terra e su di essi appoggia il mondo. Cf Lc 1,51-53.

Quale credente della legge mosaica Maria osservava le norme religiose del suo popolo (Lc 2, ). Pur conoscendo la Sacra Scrittura, dopo la straordinaria rivelazione uditiva dell’angelo, la Vergine Madre ha sensibilmente sperimentato altri fatti successivi, che man mano l’hanno condotta ad accordare completamente la propria esistenza sul desiderio divino verso di lei, l’hanno aiutata a comprendere a quale missione Dio l’avesse chiamata.

I pastori Elisabetta Simone e Anna Gesù Giuseppe Gabriele 12 apostoli genitori

La Kecharitōménē completamente attratta dallo Spirito Santo ha obbedito amorevolmente e irrevocabilmente alla volontà salvifica universale di Dio Padre discernendo i fatti sia ordinari che straordinari della sua vita come segni di Dio tesi a rivelarle il suo compito di madre di Gesù Cristo, della Chiesa e dell’umanità.

La fede di Maria si è attuata come completa ed esclusiva disponibilità – verginale – per Dio, non solo nel corpo, ma anche nell’anima; non solo nella trentina d’anni di vita nascosta di Gesù a Nazareth (Lc 3,23) ma anche nell’intera peregrinatio fidei della vicenda terrena di Maria: “…Anche la beata Vergine ha avanzato nel cammino della fede e ha conservato fedelmente la sua unione col Figlio sino alla croce…(LG 58).

Confortata dalla presenza di Cristo (Mt 28,20), la Chiesa cammina nel tempo verso la consumazione dei secoli e muove incontro al Signore che viene; ma in questo cammino -desidero rivelarlo subito – procede ricalcando l'itinerario compiuto dalla Vergine Maria, la quale «avanzò nella peregrinazione della fede e serbò fedelmente la sua unione col Figlio fino alla Croce».

Nelle presenti riflessioni, tuttavia, mi riferisco soprattutto a quella «peregrinazione della fede», nella quale «la Beata Vergine avanzò», serbando fedelmente la sua unione con Cristo. In questo modo quel duplice legame, che unisce la Madre di Dio al Cristo e alla Chiesa, acquista un significato storico. Né si tratta soltanto della storia della Vergine Madre, del suo personale itinerario di fede e della «parte migliore», che ella ha nel mistero della salvezza, ma anche della storia di tutto il popolo di Dio, di tutti coloro che prendono parte alla stessa peregrinazione della fede.

La sua eccezionale peregrinazione della fede rappresenta un costante punto di riferimento per la Chiesa, per i singoli e le comunità, per i popoli e le nazioni, in un certo senso per l'umanità intera. È davvero difficile abbracciare e misurare il suo raggio.

Il Concilio sottolinea che la Madre di Dio è ormai il compimento escatologico della Chiesa: «La Chiesa ha già raggiunto nella beatissima Vergine la perfezione, con la quale è senza macchia e senza ruga (Ef 5,27) » - contemporaneamente che «i fedeli si sforzano ancora di crescere nella santità, debellando il peccato; e per questo innalzano i loro occhi a Maria, la quale rifulge come modello di virtù davanti a tutta la comunità degli eletti». La peregrinazione della fede non appartiene più alla Genitrice del Figlio di Dio: glorificata accanto al Figlio nei cieli, Maria ha ormai superato la soglia tra la fede e la visione «a faccia a faccia» (1Cor 13,12). Al tempo stesso, però, in questo compimento escatologico, Maria non cessa di essere la «stella del mare» (Maris Stella) per tutti coloro che ancora percorrono il cammino della fede.

Pertanto, anche la fede di Maria può essere paragonata a quella di Abramo, chiamato dall'Apostolo «i nostro padre nella fede» (Rm 4,12). Nell'economia salvifica della rivelazione divina la fede di Abramo costituisce l'inizio dell'Antica Alleanza; la fede di Maria nell'annunciazione dà inizio alla Nuova Alleanza.

Come Abramo «ebbe fede sperando contro ogni speranza che sarebbe diventato padre di molti popoli» (Rm 4,18), così Maria, al momento dell'annunciazione, do po aver indicato la sua condizione di vergine («Come avverrà questo? Non conosco uomo»), credette che per la potenza dell'Altissimo, per opera dello Spirito Santo, sarebbe diventata la Madre del Figlio di Dio secondo la rivelazione dell'angelo:. «Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio» (Lc 1,35).

Tuttavia le parole di Elisabetta: «E beata colei che ha creduto» non si applicano solo a quel particolare momento dell'annunciazione. Certamente questa rappresenta il momento culminante della fede di Maria in attesa di Cristo, ma è anche il punto di partenza, da cui inizia tutto il suo «itinerario verso Dio», tutto il suo cammino di fede.

COMPETENZE IN USCITA (cfr. DPR n. 2 febbraio 2010; C.M. n. 71 del 3 agosto 2010) Gli studenti dovrebbero essere in grado di: descrivere Maria come prima credente di Gesù Cristo secondo le coordinate storiche e teologiche raccontare eventi o fatti che presentano questo aspetto secondo Luca, Matteo e Giovanni distinguere Maria come persona da Maria come personalità corporativa confrontare la comprensione cristiana della mediazione mariana in Cristo valutare gli effetti sociali ed escatologici della fede di Maria fondata su Gesù Cristo

Quale situazione didattica predisporre? Quali contenuti proporre? Quali mezzi e strumenti utilizzare? Come procedere? Come monitorare l’interesse e la partecipazione?