Le fasi psicosociali di Erikson

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Transcript della presentazione:

Le fasi psicosociali di Erikson

Erikson (1902 – 1980) Nasce a Francoforte in Germania, trascorse parecchi anni senza una precisa definizione, impegnato nell’arte. Venne assunto con il compito di insegnare arte ai figli di americani trasferitasi a Vienna per un training freudiano. Venne a contatto con la psicoanalisi e ne rimase affascinato avvio la sua terapia personale con A. Freud e divenne analista.

Erikson pone in gran risalto le componenti sociali che influenzano lo sviluppo dell’individuo, aggiunge la dimensione psicosociale. Secondo la componente psicosociale la maturazione fisica ha ripercussioni personali e sociali. Erikson sostiene che lo sviluppo umano prosegue oltre l’adolescenza, facendo rilevare che conflitti importanti sono presenti anche nelle restanti età della vita.

Lo sviluppo psicosociale è connesso alla cultura in due modi: 1- anche se i bambini in tutte le culture passano attraverso la stessa sequenza di stadi, ogni cultura rivela un modo unico per guidare e promuovere il comportamento del bambino. 2-esiste una relatività culturale all’interno di una cultura che cambia con il passare del tempo.

Ciclo vitale dell’individuo Il bambino passa attraverso una serie di “crisi psicologiche” che deve risolvere. Ciascun problema diventa centrale in un determinato periodo dello sviluppo anche se è presente in tutto lo sviluppo. Per es.autonomia

Gli stadi Ogni crisi rappresenta una dimensione che può avere conseguenze sia positive che negative; per esempio autonomia contro vergogna e dubbio Se le crisi dell’infanzia non hanno avuto una soluzione soddisfacente la persona continuerà a combattere le stesse battaglie anche in seguito.

Stadi… “Ogni stadio aggiunge qualcosa di specifico a tutti gli stadi che seguono e costituisce un nuovo insieme sulla base di tutti gli stadi che lo precedono”

FREUD / ERIKSON Freud cercava di capire come le persone si difendono da tensioni spiacevoli Erikson sostiene che il tema centrale della vita è la ricerca dell’identità

L’identità è la comprensione e l’accettazione sia del sé che della propria società Per tutta la vita ci chiediamo “Chi sono io”?

L’identità viene trasformata da stadio in stadio e le precedenti forme di identità influenzano le forme successive

Fiducia vs. sfiducia io sono ciò che ricevo I FASE (NASCITA – 1 ANNO) Fiducia vs. sfiducia io sono ciò che ricevo (bimbo sperimenta sollecitudine o abbandono) La nascita mette in contatto il neonato con la realtà esterna ed una sensazione di benessere sia fisica che psichica è necessaria per un buon superamento delle crisi successive. Il neonato è fiducioso che la madre non lo abbandonerà (apertura, fiducia) Al contrario diventa ritirato, insicuro

II FASE (2 – 3 ANNI) Autonomia vs. vergogna o dubbio Io sono ciò che posso volere (allontanamento dalla madre) Le prime conquiste a livello di linguaggio, deambulazione e controllo sfinterico danno la sensazione al bambino di poter essere relativamente autonomo.

III FASE (4 – 5 ANNI) Iniziativa vs. senso di colpa Io sono ciò che posso immaginare (gioco simbolico. Far finta) Questo stadio è caratterizzato nella vita del bambino dal senso di iniziativa. Il desiderio di mettere alla prova la sua forza gli fa vivere come frustrante ogni opposizione degli adulti e in particolare, dei genitori.

IV FASE (6 ANNI-PUBERTA’) Industriosità vs inferiorità Io sono quello che imparo (scuola elementare e media: costruzione di abilità) L’ingresso a scuola stimola il bambino ad industriarsi al massimo per raggiungere determinati obiettivi ed ogni mediocrità nei risultati può creare un sentimento di inferiorità. Erikson ritiene che i sentimenti di industriosità sviluppati in questo periodo della vita dell’individuo siano necessari ad ottenere nel futuro risultati adeguati nel lavoro.

V FASE (ADOLESCENZA) Acquisizione del senso di identità e superamento del senso di diffusione dell’identità Io sono (tentativo di sintetizzare identificazioni passate. (senso di sé e degli altri) “Non sono quello che dovevo essere, non sono quello che sto per essere, ma non sono neppure quello che ero” Tutte le identificazioni formatesi negli anni precedenti tendono ad integrarsi per formare l’identità dell’Io. L’ambiente in cui si verifica questo processo è il gruppo dei pari, le associazioni giovanili, luoghi cioè dove si realizza una vita di comunità.

Condizioni di personalità Identità diffusa: facilmente influenzabile dagli altri e cambia spesso proprie opinioni; Sotto ipoteca: si è assunta impegni ma non ha esperito la crisi, accetta senza porre domande opinioni,atteggiamenti dal punto di vista degli altri; In moratoria: vive ancora crisi di identità e non è capace di assumersi impegni; Piena identità: è passato con successo attraverso le crisi di identità e ha assunto impegni personali.

VI FASE (ETA’ ADULTA) Acquisizione di intimità e solidarietà e superamento del senso di isolamento Noi siamo ciò che amiamo (rapporti eterosessuali) In questa fase è necessario per l’individuo poter stringere adeguati rapporti interpersonali, basati sull’intimità e la solidarietà.

VII FASE (ETA’ ADULTA MEDIA) Acquisizione del senso di generosità e rifiuto della preoccupazione Esclusiva di sé Noi siamo ciò che generiamo (età matura, lavoro acquisto. Prendersi cura della prole) In questo stadio è presente un conflitto tra un senso di “generatività” dell’individuo e un senso di stagnazione.

VIII FASE (TARDA ETA’) Acquisizione del senso di integrità dell’Io e vittoria sul Sentimento di disperazione – vecchiaia Integrità vs disperazione Accettazione e limiti della vita Una buona integrità dell’Io è indispensabile in questo stadio ad accettare le limitazioni della vita, altrimenti si avrà per reazione la disperazione, il rimpianto e la paura della morte.