Cos'è LA MAFIA?? La mafia è una associazione clandestina tipica dell’Italia meridionale e soprattutto della Sicilia, fra persone che si organizzano per difendere i propri interessi o vendetta personale e collettiva, ispirandosi a sistemi che affondano le loro radici in costumi antichi. La parola mafia non deriva né dall'arabo, come molti credono, in quanto essa è entrata nell’uso comune in Sicilia, solo dal 1862, quando in Sicilia gli arabi da secoli non esistevano più e nessuno in Sicilia parlava arabo, né deriva dai tanti fantasiosi acronimi, perché deriva dal toscano, dove esiste da secoli nella forma con due “F”, maffia e cosi fu introdotta in Sicilia subito dopo l’Unità d’Italia.
QUANDO è NATA LA MAFIA SECONDO LA LEGGENDA… I loro nomi sono buffi, ma Osso, Mastrosso e Carcagnosso sono soggetti su cui conviene poco scherzare. Secondo una leggenda, infatti, i tre sarebbero i fondatori di mafia, ‘ndrangheta e camorra. Fuggiti da Toledo nel 1412 dopo aver vendicato l’onore della sorella, i tre cavalieri spagnoli giunsero nell’isola siciliana di Favignana. Qui rimasero nascosti nelle grotte sotterranee per ventinove anni, undici mesi e ventinove giorni, riemergendo solo all’alba del trentesimo anno per fondare nel Sud Italia società segrete simili alla “garduna”, cui appartenevano in terra iberica. Osso, il più pigro, fondò la mafia in Sicilia; Mastrosso si stabilì in Calabria, dove mise in piedi la ‘ndrangheta; Carcagnosso viaggiò fino a Napoli, dove seminò le basi della camorra. Nella garduna, così come nelle sue filiazioni, vigerebbe un codice d’onore e complessi riti di iniziazione e punizione. Come si è scoperto durante le indagini per la strage di Duisburg del 2007, chi si affilia alla ‘ndrangheta giura ancora oggi fedeltà in nome dei tre cavalieri di Toledo, bruciando un santino di san Michele Arcangelo e spillando tre gocce del proprio sangue. Questa origine è tramandata nell’organizzazione criminale con canzoni e musiche.
COME E DOVE SI DIFFONDE LA MAFIA? Il fenomeno mafioso è diffuso in molti Stati fra i quali l’Italia; le mafie italiane sono tre: la Camorra in Campania, la 'ndrangheta in Calabria ed infine Cosa Nostra che è particolarmente potente e si è sviluppata in Sicilia. La mafia siciliana è molto antica: essa è nata nel XIX secolo e nel corso degli anni si è sviluppata e radicata all’interno della società. Il radicamento e la potenza di Cosa Nostra si basano sull’omertà, sulla mancanza di fiducia nello Stato, sulla percezione della debolezza di esso, sulla corruzione, sulla disponibilità di grandi capitali ottenuti grazie ad attività illecite (traffico di sostanze stupefacenti, racket, prostituzione, per esempio), sull’omicidio di chi ostacola le sue attività illegali.
LE CARATTERISTICHE DELLA MAFIA L’omertà è una vera e propria legge, quella del non far rimostranze contro l’offensore, né rivelarne il nome o denunziarne il reato, riserbando la vendetta per sé; l’omertà è la caratteristica più spiccata del comportamento della gente nelle zone di mafia, in particolare in Sicilia. La gente, soprattutto in passato, la praticava per timore della vendetta del mafioso, ma più ancora per una sorta di rispetto di un codice cavalleresco che vietava di far entrare nella contesa gli estranei (carabinieri, giudici, ecc..). Si possono capire, perciò, le grandi difficoltà che i vari pentiti hanno incontrato, decidendo di collaborare con la giustizia, infrangendo, così, la “legge del silenzio” e andando incontro a vendette spietate da parte dei boss mafiosi. All’inizio la mafia siciliana era una mafia di tipo agricolo, ma col passare degli anni, grazie anche ai contatti con la mafia americana, è divenuta “imprenditrice”, ha accresciuto i suoi capitali, servendosi del traffico di droga e li ha investiti in vari campi. La mafia, grazie ai suoi mezzi economici, alla sua straordinaria capacità di radicarsi profondamente nel contesto sociale, è riuscita formare un regime di corruzione fatto di alleanze, favori, trame, assassinii, complotti e soprattutto complicità del potere legale con quello illegale. Grazie alla corruzione essa è riuscita a creare uno Stato dentro lo Stato dove lei stessa è legge. All’inizio, del fenomeno mafioso si negava addirittura l’esistenza stessa; solo a partire dagli anni ’60 / ’70 si è cominciato a considerarlo come un vero e proprio problema della società italiana. In quegli anni cominciò la controffensiva dello Stato verso la mafia, e si iniziò ad indagare.
Fin dalle origini si è contrapposto al fenomeno mafioso il movimento antimafia. Esso si può suddividere secondo due criteri: 1) SPONTANEO: nasce da una iniziativa individuale Peppino Impastato Don Pino Pugliesi Libero Grassi
2)ORGANIZZATO: nasce da una iniziativa di associazioni o enti con lo scopo di costruire una cultura della legalità (centro di documentazione Peppino Impastato, libera di don Ciotti, comitato Addiopizzo.)
3)ISTITUZIONALE: è la risposta organizzata dello Stato Ne è esempio: La nascita della direzione investigativa antimafia, e della direzione distrettuale antimafia
Il fenomeno mafioso può essere combattuto solo dalle istituzioni? Il fenomeno mafioso dovrebbe essere combattuto da ogni singolo cittadino a cominciare da noi Illudersi che il fenomeno mafioso possa essere combattuto dalle sole istituzioni e con il semplice ricorso a misure opprimenti è pericoloso e corruttivo La lotta alla mafia invece deve essere considerata un compito dell’intera collettività
La legalità Ideologicamente alla parola Legalità viene associato il termine Libertà, come espressione di un libero voto o di un libero confronto tra associazioni di persone. Per vivere nella legalità è necessario che tutti i cittadini siano educati a rispettare le regole e a convivere rispettando se stessi e gli altri. Perché ciò avvenga è indispensabile iniziare dai più giovani e quindi dalla scuola. La scuola nel suo insieme è legalità infatti va intesa come il luogo in cui per la prima volta ci si confronta con altri, dove bisogna rispettare alcune norme ed avere una precisa condotta. La scuola è la prima grande istituzione da rispettare e da rafforzare. Per queste ragioni penso che "l'istituzione scuola" possa essere protagonista nella diffusione della cultura della legalità e della democrazia per una migliore convivenza tra adolescenti soprattutto nel rispetto delle regole. Ciò non significa fare un corso d' educazione civica ma significa costruire un percorso in cui i protagonisti sono due: le regole e lo studente.
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